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    Coppa Italia Primavera, che secondo tempo! Fiorentina-Genoa 3-2

    Fiorentina-Genoa Primavera, secondo tempo pirotecnico
    Tutto nella ripresa al Paolo Magnolfi di Calenzano. In dieci minuti tre gol dei padroni di casa: al 46′ l’1-0 firmato da Amatucci, due giri di lancette più tardi il raddoppio di Kayode e al 56′ il tris calato da Krastev. Gara finita? Macché! Il Genoa ha accorciato le distanze al 66′ con Papadopoulos e rimesso tutto in discussione con Bornosuzov all’82’. Gli uomini di Aquilani hanno, però, tenuto botta e al triplice fischio finale hanno potuto esultare per la qualificazione all’ultimo atto della kermesse tricolore di categoria. LEGGI TUTTO

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    Genoa, Martinez è il miglior portiere della B

    TORINO – Non ci sono più dubbi: il miglior portiere della Serie B è lo spagnolo Josep Martinez: e chi l’avrebbe detto a inizio stagione? L’1 luglio 2022 era sbarcato al Genoa e il popolo rossoblù s’era subito diviso in due fazioni. Da una parte gli entusiasti per il fatto che arrivasse, seppur in prestito, un giocatore del Lipsia, con una presenza nella nazionale spagnola. Dall’altra i difensori del suo collega di reparto, il croato Adrian Semper, 24enne come lui, di proprietà Genoa, considerato una garanzia in B visti gli ottimi campionati disputati nel Chievo. Il partito pro Semper poi, faceva notare che Martinez aveva raggiunto la nazionale spagnola soltanto per il covid, che aveva falcidiato le Furie Rosse poco prima di un’uscita, obbligando a giocare con l’Under 21 promossa in blocco, Martinez compreso. Inoltre, andava considerato il fatto che lo spagnolo, in due stagioni di Bundesliga al Lipsia, non aveva quasi mai giocato, era insomma il portiere di riserva, normale avere qualche dubbio. E le prime giornate stavano dando ragione al partito pro Semper. Martinez mostrava tutta la ruggine di chi è rimasto a lungo in panchina, spesso insicuro, non solo nelle uscite. Ma Blessin lo schierava titolare e il fatto che insistesse nel dargli fiducia, contribuiva a fargli perdere consensi fra i tifosi, anche se l’esonero di dicembre sarebbe arrivato per altri motivi, perché la squadra non lo seguiva più. Tuttavia, lo stesso Blessin già a fine ottobre, dalla gara interna col Brescia, promuoveva Semper: prima per un’indisponibilità di Martinez, poi il croato restava a tutti gli effetti il titolare. Finché si arriva all’ultima giornata d’andata, a Santo Stefano, quando il Genoa è di scena a Bari e con Gilardino in panchina la squadra ha svoltato. Semper alla vigilia finisce a letto con l’influenza. Che colpisce anche Martinez, il quale però sta un po’ meglio e va in campo: il Genoa vince 2-1 anche grazie a una paratona nel finale di Martinez. Che da quel giorno è rimasto titolare, mettendo insieme grandi prestazioni, un crescendo irresistibile, culminate venerdì scorso nella vittoria sulla Reggina, arrivata grazie a una sua strepitosa parata all’ultimo minuto del recupero, uno splendido colpo di reni a sventare un velenoso pallonetto di Canotto che pareva già in rete. A fine gara, tutta Marassi era per Martinez, quell’intervento è stato decisivo quanto il gol-partita di Coda e offre numeri notevoli all’imbattibilità del Genoa. I ragazzi di Gilardino non solo vincono da quattro partite di fila ma non incassano gol da 574’, anche perché Martinez non sbaglia un colpo. Certo, davanti a lui, il trio difensivo Bari-Vogliacco-Dragusin concede poco o nulla. Ma le poche volte che Martinez è chiamato in causa, la risposta è sempre impeccabile. Al punto che il Genoa, dall’arrivo di Gilardino, non ha ancora incassato un gol al Ferraris, 858’ d’imbattibilità (numero che va condiviso con Semper, titolare nelle vittorie senza subire reti con Sudtirol e Frosinone). Resta il fatto che nel frattempo Martinez ha conquistato tutti e la rivalità con Semper d’inizio stagione è sepolta. Non è mai semplice avere due portieri potenzialmente titolari ma alla lunga al Genoa sta pagando, anche perché il Gila ha plasmato un gruppo di ferro, fattore che facilita le cose. Come ha lasciato intendere lo stesso Martinez, dopo la vittoria sulla Reggina. “Stiamo lavorando di squadra e molto bene, sia in difesa sia in attacco e dobbiamo continuare così – ha raccontato in un ottimo italiano -. A volte non va tutto per il verso giusto, ma il mister ha cambiato l’atmosfera intorno alla squadra. Ora siamo compatti e si vede partita dopo partita. I tifosi? Non ho mai visto un pubblico così nella mia vita, sono troppo importanti per noi quando giochiamo in casa”. Già, la mitica Gradinata Nord, oltre a saper trascinare la squadra, storicamente è molto esigente in fatto di portieri, non è facile passare il suo esame, ne sanno qualcosa tanti illustri portieri della storia rossoblù, anche loro faticarono prima di diventare idoli. Però, se ora a Marassi e dintorni sono tutti pazzi per Martinez, vuol proprio dire che il ragazzo ci sa fare. LEGGI TUTTO

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    Cagliari-Sudtirol e Parma-Palermo: che partitissime!

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Genoa-Reggina 1-0), la 31ª giornata di Serie B prosegue oggi con otto gare. Fra le sei partite delle 14, spiccano i due match clou. Il Cagliari ospita il lanciatissimo Sudtirol, issatosi al 3° posto, chiamato a rispondere alla vittoria del Genoa secondo, ora a +8 su di loro. Il club altoatesino, debuttante assoluto in B, non vuole più fermarsi anzi, nessuno è riuscito a stopparli nel 2023. Se ci fosse stato Bisoli in panchina dalla prima giornata, vista la media punti tenuta con lui, ora il Sudtirol contenderebbe il 2° posto al Genoa. Ma il Cagliari farà di tutto per ridimensionare gli altoatesini, dovendo rafforzarsi in zona playoff (ora è sesto): con Ranieri, l’Unipol Domus è un fortino inespugnabile (dal suo arrivo solo vittorie in casa e uno 0-0 col Genoa) e oggi sarà gremitissimo, vincere poi vorrebbe dire portarsi a -3 dagli altoatesini e dunque insidiarli nella conquista del 3° posto (che ai playoff garantisce la promozione in A con 4 pareggi). Bisoli, che giocò e allenò il Cagliari, sogna un pesce d’aprile alla sua ex squadra, Ranieri vuole ancora inseguire il 2° posto, cioè la A diretta, almeno finché l’aritmetica lo consentirà. L’altra grande sfida è Parma-Palermo. Dopo l’ultimo turno, i siciliani di Corini hanno scalzato dalla zona playoff proprio gli emiliani che ora sono noni in classifica a un punto dai rosanero, è dunque una sorta di spareggio per farli, anche se entrambe le squadre hanno i mezzi per disputarli. Per il Parma, è un’occasione d’oro: il Palermo di Corini si presenterà al Tardini con 9 indisponibili, di cui almeno sette potrebbero essere titolari. In più, lo stesso bomber Brunori, al rientro dopo un infortunio, dovrebbe partire dalla panchina. Riuscirà ad approfittarne la squadra di Pecchia che deve anche riscattare il brutto ko di Como di prima della sosta? Nelle altre gare delle 14, trasferta delicata per il Pisa, quinto in classifica, che fa visita al Cosenza, i calabresi sono reduci dal colpo grosso in casa della capolista Frosinone e con 9 punti conquistati nelle ultime 4 uscite danno l’impressione di potersi salvare direttamente. Il Como, pur dichiarando di voler pensare solo alla salvezza, è di scena a Venezia, coi lagunari che oggi disputerebbero i playout col Cosenza. I lariani, dovessero imporsi, entrerebbero a tutti gli effetti in lizza per un posto ai playoff. Discorso analogo per la Ternana che fa visita alla Spal: dal ritorno di Lucarelli in panchina, la squadra gira e buon per le avversarie che abbia raccolto meno di quanto meritasse. Per la Spal di Oddo invece, è quasi un’ultima chiamata: i ferraresi oggi sarebbero retrocessi, bisogna invertire la rotta giacché la salvezza diretta oggi dista 5 punti. Lo stesso discorso vale anche per il Brescia che va ad Ascoli: i lombardi, crollati all’ultimo posto a 28 punti come la Spal, cercano ancora il primo acuto del 2023, ci proveranno in casa dei marchigiani che, dopo aver fatto bene nelle prime gare della gestione Breda, prima della sosta hanno raccolto tre sconfitte di fila e con un altro passo falso rischiano di essere risucchiati nella bagarre salvezza. Due le sfide delle 16.15. Per la capolista Frosinone, una trasferta da prendere con le pinze a Perugia: gli umbri cercano i punti salvezza (e mercoledì recuperano la gara della 29ª giornata con la Reggina rinviata per rischio sismico), i ciociari devono dimostrare che il ko interno di prima della sosta col Cosenza è stato un incidente di percorso. Per gli scommettitori comunque, il Frosinone è già in A: non accettano puntate sulla loro promozione, la si dà per scontata, visti gli 11 punti di vantaggio sul Sudtirol terzo, a otto giornate dalla fine. Il Bari invece, proverà a riprendersi il 3° posto ospitando il Benevento, l’altra grande delusione stagionale che non può più fallire (è a -3 dai playout e a -4 dalla salvezza diretta). Il turno si chiude domani col posticipo Modena-Cittadella, fischio d’inizio alle 16.15. LEGGI TUTTO

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    Serie B, Gilardino batte Inzaghi: il Genoa vola grazie a Coda

    Il Genoa si avvicina al Frosinone di Grosso in testa alla classifica portandosi a -3. Nel match valevole per la 31ª giornata di Serie B, la squadra di Gilardino si è imposta al Ferraris sulla Reggina con il risultato finale di 1-0. Il match, che al 12′ ha visto Bani costretto ad uscire per un brutto infortunio alla testa dopo un contrasto con Strelec, è stato sbloccato nel primo tempo grazie al gol di Coda al 36′ su assist dell’ex Juventus Sturaro, poi espulso al 91′. I rossoblù ottengono dunque la quarta vittoria consecutiva senza subire gol, mentre per la squadra di Filippo Inzaghi la situazione è completamente opposta: quarto ko di fila con il Parma e il Palermo che si avvicinano sempre di più in classifica. LEGGI TUTTO

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    Stasera Genoa-Reggina: la carica dei 30mila

    TORINO – La 31ª giornata di Serie B inizia stasera con un anticipo di prestigio: Genoa-Reggina, fischio d’inizio alle 20.30. Per l’occasione, a Marassi ci saranno circa 30mila spettatori (di cui 1500 per i calabresi), si stabilirà  il record stagionale di presenze al Ferraris, sarà il risultato dell’appello a riempire lo stadio fatto dalla società rossoblù che considera cruciale la sfida: con 3 punti il Genoa rafforzerebbe il 2° posto (l’ultimo buono per andare direttamente in A) e, in attesa di Perugia-Frosinone (in programma domani), provare a insidiare la capolista ciociara, al momento avanti di 6 punti (ma un mese fa ne aveva 12 di vantaggio). Sarebbe una sfida d’alta quota, visto che la Reggina è settima in classifica. Ma se si guarda alla graduatoria del 2023, cioé quella del girone di ritorno, si scopre che la sfida è quasi un “testa-coda”, col Genoa che nel nuovo anno ha fatto il quadruplo dei punti della Reggina, 24 contro 6. Già, il rendimento degli amaranto calabresi è diametralmente opposto a quello del girone d’andata, quando la squadra di Pippo Inzaghi veleggiava nelle primissime posizioni, sembrava potesse anticipare i tempi sul piano triennale sottoscritto da patron Saladini col tecnico per il ritorno in A della Reggina. E invece, da gennaio un blackout che non è semplice spiegare, in cui gli amaranto hanno perso 8 partite su 10 (il 5 aprile alle 20.15 recupereranno la sfida di Perugia della 29ª giornata rinviata per rischio sismico). Tuttavia, il Genoa non si fida. Il ricordo della sconfitta dell’andata (al Granillo finì 2-1) è ancora vivo, da quel ko nel clan rossoblù s’iniziò a capire che il Grifone faticava a volare sotto la guida di Blessin, all’epoca, era il 7 novembre, la squadra non si era ancora calata nella realtà della B. Adesso però, è un altro Genoa, che con Alberto Gilardino, in sella dal 6 dicembre, viaggia alla media di 2.27 punti a gara, viene da tre vittorie di fila (4 nelle ultime 5 gare) che hanno spedito Sudtirol e Bari, le più dirette concorrenti per la A diretta, rispettivamente a -5 e -6 punti. La sosta per le nazionali poi, ha consentito al Genoa di recuperare giocatori importanti, Coda su tutti (ma anche Aramu), out da quasi un mese: l’ex bomber del Lecce stasera si gioca il posto con Puscas, possibile una staffetta fra i due. Il Gila i problemi maggiori li ha sulla fascia sinistra per le assenze da infortunio di quasi tutti gli interpreti: out Pajac, il giovane Boci, Cyzborra e Haps, resta disponibile solo la bandiera Criscito o, in alternativa, si può adattare Sabelli (con l’inserimento di Hefti a destra). Per il resto, il Gila ha ampia scelta in mezzo mentre la difesa a tre Bani-Vogliacco-Dragusin non si tocca (ma sul romeno c’è qualche dubbio, dopo gli impegni con la nazionale), è diventata la miglior retroguardia della B. Inzaghi comunque, cercherà di dare filo da torcere. Dopo l’ultimo tonfo (lo 0-4 rimediato dal Cagliari), la Reggina è andata in ritiro, mentre le altre squadre si concedevano qualche giorno di stacco, vista la sosta. Non convocato il promettente Pierozzi, tornato acciaccato dall’Under 21, situazione analoga per la mezzala Fabbian, capo cannoniere della squadra con 8 gol, potrebbe partire dalla panchina. Per gli amaranto, si preannuncia un finale di stagione complicato: serve una riscossa, perché col passo attuale si perde la zona playoff ma non solo: martedì scorso la Reggina è stata deferita per i mancati versamenti dell’Irpef (scadenza di febbraio) e può arrivare un -4 di penalizzazione che rischia di far precipitare gli amaranto a ridosso della zona calda della classifica. Tuttavia, la società di Saladini è convinta di aver operato correttamente: i versamenti richiesti non sono stati effettuati perché bloccati dal Tribunale di Reggio Calabria, questo perché la società ha aderito a una legge dello Stato, entrata in vigore nello scorso agosto, sulla ristrutturazione del debito ereditato dalla precedente proprietà, nella quale un commissario ad hoc del Tribunale stabilisce cosa la Reggina può pagare e cosa no. E oltre a bloccare i versamenti Irpef di febbraio, ha detto no anche a quelli Inps di marzo, per i quali è atteso un secondo deferimento (in questo caso però, l’eventuale penalizzazione potrebbe ricadere sulla prossima stagione). Una vicenda intricata, un caso destinato a fare giurisprudenza, nel quale il club calabrese è convinto di dimostrare l’assenza di dolo. Ma è anche un nodo da sciogliere a livello federale: altre società potrebbero in futuro aderire alla stessa legge che di fatto non è stata ancora recepita a livello Figc, nonostante il Coni ne consigli l’utilizzo a chi ne ha i requisiti. Resta il fatto che, coi tempi non celeri della giustizia sportiva, considerati tutti i gradi di giudizio, il “caso Reggina” rischia di condizionare il finale di stagione della B con possibili rinvii delle gare di playoff e playout. LEGGI TUTTO

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    Il Cosenza è sul Viali della salvezza

    TORINO – Sembra proprio che il Cosenza sia sul… Viali della salvezza in B. Dall’estate scorsa i lupi silani vengono considerati, non solo dagli scommettitori, i primi favoriti per la retrocessione. Ma qualcosa nell’ultimo mese è cambiato. I rossoblù calabresi hanno messo insieme 9 punti nelle ultime 4 uscite, raccogliendo gli scalpi di Reggina, Spal e, nel turno prima della sosta, andando addirittura a vincere in casa della capolista Frosinone. Sarebbe dunque l’ora di riconoscere i meriti di William Viali, l’allenatore che il 2 novembre scorso subentrava a Davide Dionigi fra lo scetticismo generale che allora regnava a Cosenza. Perché il primo avversario con cui ha dovuto combattere Viali era proprio questo: la scarsa fiducia nei mezzi della squadra. Già, perché sull’arrivo di Viali si faceva notare come la sua firma fosse arrivata soltanto dopo una lunghissima serie di rifiuti, allenatori che in B hanno un nome dicevano no al Cosenza, anche loro lo consideravano la squadra più debole, troppo rischioso accettare. Viali invece ha detto sì perché, per quanto difficile fosse la sfida, Cosenza poteva essere la svolta della sua carriera. William Viali, 48 anni, era stato un difensore centrale più che discreto. Nel 1993, con la Primavera dell’Atalanta guidata da Cesare Prandelli, vinse il Torneo di Viareggio. Seguì una carriera quasi ventennale passata soprattutto per la provincia italiana: Fiorenzuola, Ravenna, Cesena, Monza, Ascoli, Lecce, Venezia, Palermo, Perugia, Ancona, Fiorentina, Treviso e Cremonese. E con un pedigree simile, logico che prima del novembre scorso, da allenatore potesse avere un nome soprattutto in C: inizi nel Fiorenzuola, come accadde da giocatore, e poi Allievi del Parma, Piacenza, Pro Piacenza, Sudtirol, Cuneo, Novara e Cesena. Coi romagnoli trascorre due anni e mezzo e inizia a farsi un nome in panchina, pur non riuscendo a riportare la squadra in B. Categoria che gli ha offerto solo il Cosenza e chissà, alla lunga la scelta potrebbe pagare anche per lui. Prima della svolta dell’ultimo mese, Viali ha rischiato a lungo l’esonero, almeno un paio di volte la società è stata a un passo dal richiamare Dionigi. Ma ha tenuto duro, ha lavorato sull’intensità della squadra che adesso gioca col coltello fra i denti e fra quelle che si contendono la salvezza, al momento ha una marcia in più, pur disponendo di mezzi sulla carta inferiori alla diretta concorrenza. Se la B finisse oggi e non fra 8 giornate, il Cosenza disputerebbe i playout col Venezia. Ma la salvezza diretta è a un solo punto e se il vento resta in poppa, è assolutamente alla portata. Del resto, se si va a vincere in casa del Frosinone (con lo splendido gol di Brescianini all’ultimo minuto del recupero), si può pensare di mettere sotto anche il Pisa (quinto in classifica) che sabato sarà di scena al San Vito-Marulla. Fra l’altro, lo stadio dei lupi silani non sarà più desolatamente vuoto come è stato a lungo durante la stagione, disertato dai tifosi rossoblù che contestavano in massa patron Guarascio. Buona parte della tifoseria era già rientrata per la vittoria sulla Spal, il colpo strepitoso di Frosinone riporterà altri tifosi allo stadio perché ora c’è tutto un altro clima, ci si crede e la permanenza nella categoria viene prima di ogni contestazione. E se arriverà, un bel grazie bisognerà riservarlo al coraggio di Viali. Al fischio finale della vittoria nello scontro diretto con la Spal, Viali era corso in campo, esibendosi in una bella rovesciata che spediva il pallone alle stelle per festeggiare un successo che riportava il Cosenza a galla. Ecco, chissà che dopo quella rovesciata, Viali riesca anche a rovesciare la stagione del Cosenza, dato con troppo anticipo per spacciato. LEGGI TUTTO

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    Gilardino al Genoa: un po' Prandelli, molto Bagnoli

    TORINO – Gilardino? Si dice che abbia il pragmatismo di Prandelli, che fu suo allenatore. No, si ribatte, assomiglia a Bagnoli, perché fa le cose semplicii e il calcio è una cosa semplice. Soprattutto, il Gila non ha dogmi tattici, il modulo non è un totem che viene prima delle caratteristiche dei giocatori e può cambiare di partita in partita ma anche nel corso della gara. Insomma, il terzino fa il terzino e il mediano fa il mediano, come predicava oltre 30 anni fa, proprio al Genoa, Osvaldo Bagnoli, portando il Genoa ai massimi storici del Dopoguerra, 4° posto in A nel 1991, semifinale (sfortunata con l’Ajax) di Coppa Uefa l’anno dopo. Di sicuro, non è sbagliato scomodare paragoni illustri per Alberto Gilardino, 40 anni, il più promettente allenatore lanciato in Italia in questa stagione, non solo in B. Un’ascesa, la sua, nel segno dell’umiltà. Quando smise di giocare, il Gila andò a imparare il mestiere di allenatore in Serie D nel Rezzato. Eppure, come certi altri Campioni del Mondo 2006 che si sono dati alla panchina, avrebbe potuto far valere il suo nome importante e cercarsi qualcosa di più nobile per cominciare. Ma la gavetta, alla lunga, paga sempre. E dopo un apprendistato in C per Pro Vercelli e Siena, Gilardino è arrivato con la preparazione giusta all’occasione della vita, quel Genoa che in estate doveva dominare in lungo e in largo la B e che invece, col suo predecessore, il tedesco Alexander Blessin, era arrivato a un passo dal naufragio. Già, il Gila il 6 dicembre scorso aveva ereditato una situazione piuttosto complicata. Blessin aveva perso il controllo dello spogliatoio quando dopo il ko di Perugia (in cui il volpone Castori gli aveva impartito una memorabile lezione tattica) aveva dato dei “dilettanti” ai giocatori che il turno successivo addirittura cadevano a Marassi col Cittadella. C’era insomma, innanzitutto, da rimettere insieme i cocci della squadra. E il Gila l’ha fatto in tempi rapidissimi: a due giorni dall’insediamento piegava 2-0 il Sudtirol che scendeva a Marassi imbattuto da 12 giornate (e in seguito, la rivelazione altoatesina di Bisoli, ha perso solo un’altra partita, col Modena). Già lì il Gila faceva intuire che aveva i mezzi per risollevare la squadra, nonostante la società, inizialmente, gli avesse dato solo una fiducia ad interim e avesse temporeggiato troppo nella sostituzione di Blessin, con la situazione che nel frattempo s’era incancrenita. Insomma, le condizioni di partenza erano tutt’altro che semplici. Ma il Gila s’è buttato anima e cuore sul Grifone e lavorando h24 per il Genoa ha capovolto la prospettiva stagionale, portando la squadra ai livelli che si prevedevano in estate. Con lui, il Genoa fa in media 2.27 punti a partita, un passo formidabile che ora permette di mettere nel mirino anche il 1° posto del super Frosinone, negli ultimi turni il Genoa ha dimezzato lo svantaggio dai ciociari da 12 a 6 punti. Dopo il 3-0 di Brescia di prima della sosta, il Gila ha spiegato l’ottimo momento dicendo che ora, nella squadra, c’è un senso di appartenenza, fattore fondamentale per portare il pubblico dalla propria parte. E la tifoseria unica del Genoa sa come fare la differenza, specie se in panchina c’è un ex giocatore rossoblù come lui, già amato a suo tempo da bomber e ora ancora di più da allenatore. Anche perché il Gila sa come superare le sconfitte. Sotto la sua gestione, ne ha persa una sola, a Parma. Dopo quel ko, il Gila si presentò in sala stampa prendendosi tutte le responsabilità (altro che dare dei dilettanti ai giocatori) e iniziando un minuto dopo a lavorare per ripartire più forti di prima. Infatti dalla gara successiva a quel ko del Tardini, il Genoa ha un passo ancora più impetuoso, da allora viaggia alla media di 2.42 punti a partita. Nel frattempo, la proprietà della 777 Partners manda segnali d’amore verso il Gila per il futuro: quando la A sarà in tasca (gli scommettitori pagano quasi nulla, 1.05, in ritorno nella massima serie del Grifone), il rinnovo sarà automatico. E probabilmente andrà così, anche se il “calcio del buonsenso” predicato dal Gila piace molto (non solo in Italia) e continuando di questo passo a fine stagione potrebbero arrivare diverse proposte allettanti per lui. Ma ad oggi, la storia fra il Genoa e Gilardino sembra piuttosto quella di un grande amore che è soltanto all’inizio. LEGGI TUTTO