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    Cagliari, Liverani: “Parma? Vincendo possiamo rimetterci in marcia”

    CAGLIARI – A Frosinone i conti non sono tornati del tutto, anche se il 2-2 alla fine può (e forse deve) essere accolto come un buon risultato. Col Parma però Fabio Liverani vuol rimettere il naso davanti e tornare a fare la voce grossa: i ducali hanno sete di riscatto, ma i rossoblù non hanno alcuna intenzione di concedersi in una sfida che profuma in qualche modo di Serie A. “Se guardo la classifica penso che questa partita rivesta un valore notevole, perché vincendo potremmo rimetterci davvero in marcia e avvicinare il gruppo di chi sta davanti. Poi è evidente come da qui al 26 dicembre abbiamo la necessità di fare quanti più punti per migliorare la nostra posizione e poter pensare di fare un certo tipo di campionato. Non sarà facile, ma abbiamo l’obbligo di provarci”. Quella col Parma somiglia tanto a una gara spartiacque, ma affrontarla senza alcune pedine (vedi Mancosu) potrebbe complicare i piani degli isolani. “Mancosu ha rimediato una botta e ha stretto i denti già a Frosinone, ma non si è allenato bene questa settimana, pertanto bisogna dargli modo di recuperare bene. Barreca titolare è un’opzione, ma deve recuperare ancora la miglior condizione atletica e quindi bisognerà gestirlo bene. Kourfalidis è invece in crescita e ha possibilità di poter giocare, dal momento che ha lavorato con grande intensità nei giorni scorsi. Rog ha avuto una ricaduta al problema accusato in estate ed è out”.
    Ipotesi Lapadula e Pavoletti insieme
    La gioia strozzata in gola con quel VAR maledetto che ha tolto il gol del 3-2 allo “Stirpe” è già un lontano ricordo, anche se Liverani ammette che il peso durante la settimana passata s’è avvertito forte e chiaro. “L’esultanza ci aveva riunito con la nostra gente, è stato comunque un momento importante anche se poi non è servito a niente in termini di classifica. Quel gol annullato ci deve dare la forza per ripartire forte già nelle prossime partite. Ci manca tanto la vittoria, per questo avevamo esultato in maniera tanto sfrenata, ma abbiamo dimostrato di essere forti e di avere fame. Dobbiamo solo crede un po’ di più nelle nostre potenzialità. Lapadula e Pavoletti di nuovo insieme? È un’ipotesi, ma anche Luvumbo potrebbe ritrovarsi titolare. Con le due punte in questo periodo della stagione ci troviamo bene e tutti e tre i giocatori citati possono fare bene il loro compito. Pavo però è un po’ da gestire perché ad Ascoli si era infortunato e magari qualcosa cambieremo”.
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    Parma, Pecchia: “A Cagliari vincerà chi comanderà il gioco. Chichizola recuperato”

    PARMA – Lo scivolone col Modena è già alle spalle: il Parma ha occhi solo per il Cagliari, una sfida tosta, di quelle che a Fabio Pecchia piacciono sempre in modo particolare. “Mi auguro sia una bella partita, e mi auguro anche di trovare un po’ più di spazi. È così che me la immagino: il Cagliari è abituato a comandare il gioco, noi dovremo essere bravi a sfruttare questa loro caratteristica per far emergere le nostre peculiarità. Penso che mai come stavolta il lavoro degli esterni dovrà dare sostanza a tutto il centrocampo, e penso anche che vincerà chi riuscirà a tenere di più la palla tra i propri piedi. Rispetto a SudTirol e Modena, questa sfida richiederà tutto un altro approccio”. Ripartire dopo lo scivolone di sabato scorso è un po’ la regola, anche se Pecchia ammette che mai come in questo torneo le difficoltà sono all’ordine del giorno. “Da qui a fine anno ci saranno ancora tanti risultati sorprendenti. Chi riuscirà a vivere certi momenti con equilibrio potrà vivere il tutto con serenità. Adesso ci serve continuità: abbiamo un mese importante prima della sosta invernale, dovremo cercare di sfruttarlo al massimo”. Il Parma che si presenterà in Sardegna avrà qualche cartuccia in più da sparare rispetto alle ultime uscite: Mihaila è di nuovo aggregato al gruppo, così come Man e Bernabè che pure, essendo tornati dopo un periodo di stop prolungato, verranno centellinati da qui a fine dicembre. “Anche Chichizola è pronto per giocare. Avrebbe potuto farlo già sabato scorso, poi abbiamo preferito lavorare un’altra settimana in sicurezza. Lui sicuramente sarà della partita, gli altri vedremo”. Le scorie del derby perso col Modena potrebbero in qualche modo aver influenzato la marcia di avvicinamento alla trasferta in casa dei sardi, anche se Pecchia non vuol sentir parlare di alibi. “L’aspetto psicologico è importante e va di pari passo con tecnica e tattica. È una sconfitta che ha fatto male perché c’era molta attesa ed era pur sempre un derby, una sfida molto sentita dal nostro pubblico. Ora bisogna vivere anche un momento negativo con maturità e fare che in modo che ci aiuti a crescere. Ci stiamo avviando verso la fine del girone d’andata, che per me rappresenta sempre un primo riferimento. Bisogna però pensare a una gara alla volta e adesso è la volta del Cagliari, al resto penseremo più avanti”.Guarda la galleryBuffon, Leclerc e il regalo giallo griffato FerrariIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    La Ternana ha scelto: Andreazzoli nuovo allenatore, ufficiale

    TERNI – La Ternana ha ufficializzato il sostituto dell’esonerato Lucarelli: il club umbro ha reso noto “di aver ingaggiato, in qualità di responsabile tecnico della prima squadra, il signor Aurelio Andreazzoli. Il tecnico toscano (è nato a Massa il 5/11/53) si è legato alla società rossoverde fino al 30 giugno 2024. Andreazzoli vanta, tra le altre cose, una collaborazione biennale con Luciano Spalletti nell’Udinese (2004/2006) e di 11 anni nella Roma con Spalletti, Montella, Garcia e Zeman (2006/2017, in qualità di collaboratore tecnico)”. Sulla panchina della Roma ha ottenuto un sesto posto e una gara di Coppa Italia, con l’Empoli, una promozione dalla B alla A e la salvezza della passata stagione. Questa la composizione del suo staff: Vice allenatore: Giacomo Lazzini; Preparatore atletico: Prof. Francesco Chinnici; Preparatore dei portieri: Antonio Razzano; Collaboratore tecnico: Alessio Aliboni; Match analyst: Andrea Aliboni.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    La rincorsa di Longo al Como

    TORINO – La risalita non è semplice ma piano piano il Como di Moreno Longo prova a uscire dalla zona retrocessione. L’ex tecnico di Torino e Alessandria è in sella dalla 7ª giornata. Aveva ereditato una squadra che nelle prime 6 uscite aveva raccolto solo 3 punti, frutto di altrettanti pareggi. Con lui sono arrivati 11 punti in 8 partite, cioè ora il Como viaggia alla media di 1.37 punti a gara. Non male, viste le premesse, di questo passo la salvezza può arrivare, anche se la situazione sul fondo della classifica è molto incerta. Nelle altre annate, a questo punto della stagione, le indiziate di retrocessione c’erano già. Adesso, con tante big trovatesi nella zona calda, è impossibile pronosticare chi finirà in C. Certo, il Como avrebbe un organico in grado di raddrizzare una stagione iniziata male, complice i problemi di salute che avevano afflitto il tecnico Giacomo Gattuso, andato in panchina solo alla prima giornata e poi rilevato dal vice Guidetti. La società, per non mancare di rispetto a Gattuso, che è una bandiera lariana, lo ha aspettato il più possibile, sperando fino all’ultimo che potesse tornare in sella. Ma quando si è insediato Longo, la situazione si era parecchio incancrenita. Il suo stesso esordio (ko per 3-1 a Cosenza) metteva qualche brivido. Poi gradualmente la squadra si è assestata, ha vinto 3 partite di fila in casa e ora è terzultima, con le carte in regola per uscire dalla zona retrocessione. Al mercato di gennaio il club dei fratelli Hartono (la proprietà più ricca d’Italia), potrà aggiustare la rosa, servirebbe nuova linfa in ogni reparto. Anche se già la scorsa estate non erano mancati gli sforzi per provare a essere protagonisti in B dopo la salvezza agevole della passata stagione, quando il Como era una matricola. Tuttavia, per una ragione o per un’altra, i tanti nomi illustri sbarcati sul Lario, finora sono molto al di sotto delle aspettative. Non solo la stella Fabregas, giunto in ritardo di condizione e che finora ha lavorato per raggiungere il livello dei compagni. Anche da nomi del calibro di Cutrone, Baselli, Mancuso, Faragò, Da Riva, Binks e Vigorito era lecito attendersi di più. Ma nulla è perduto, visto quanto è corta la classifica, quel che conta è che ora la squadra si sia rimessa in linea di galleggiamento, in attesa di fare quel salto di qualità che le permetta di uscire dalle sabbie mobili della classifica. Domenica alle 15, il Como sarà di scena ad Ascoli, campo non certo semplice ma bisogna invertire la rotta soprattutto in trasferta, dove finora sono arrivati solo 2 punti, discorso che vale anche per la gara successiva, la sera dell’8 dicembre a Palermo. Poi, l’11 dicembre, i lariani ospiteranno la Reggina (che pur seconda in classifica, qualche rovescio in trasferta l’ha vissuto). Il 18 altra trasferta a Terni e chiusura del girone d’andata a Santo Stefano in casa col Cittadella. Dunque, in 5 uscite, di cui solo 2 in casa, il Como dovrà mettere insieme almeno 8 punti, in modo di arrivare al giro di boa a una quota che consenta loro nel girone di ritorno di mettere in sicurezza una stagione natta sotto una cattiva stella. Ma dalla quale ci si può risollevare, perché i mezzi ci sono tutti. LEGGI TUTTO

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    Il Pisa di D'Angelo ha un passo da A

    TORINO – Domanda: se il Pisa avesse iniziato la stagione con la conferma di Luca D’Angelo in panchina, dove potrebbe essere ora in classifica? Chissà, questo, per la piazza nerazzurra, rischia di essere il grande rimpianto della stagione. Perché da quando è tornato il panchina lo storico condottiero dei toscani, il Pisa viaggia alla media di 2 punti spaccati a partita, con la quale quasi sempre si sale in Serie A, infatti se si proietta tale media sulle 14 giornate giocate, il Pisa sarebbe davanti alla Reggina seconda. E invece  la squadra è soltanto a -2 dalla zona playoff perché sconta ancora il devastante avvio di stagione vissuto sotto la gestione di Rolando Maran che nelle prime sei giornate aveva raccolto la miseria di due punti. Col ritorno di D’Angelo, il Pisa ha riattaccato la spina e riannodato la propria storia che l’aveva visto sfiorare la A nella beffarda finale playoff persa col Monza il 29 maggio: con D’Angelo la squadra è ancora imbattuta e dal suo ritorno ha guadagnato 10 posizioni. Al momento, in B non c’è squadra più in forma e più bella da vedere del Pisa. La conferma è giunta sabato scorso nel 3-1 inflitto alla ex capolista Ternana costato la panchina a Lucarelli. Pisa straripante, capace di segnare le tre reti già nel primo tempo, che poteva finire con un vantaggio anche maggiore. A conferma che in estate, il ds Claudio Chiellini aveva svolto un gran mercato ma serviva la guida giusta per esaltarlo. Perché a Pisa avanza sempre più l’idea che la squadra attuale sia ancora più forte di quella che nella scorsa annata aveva sfiorato la Serie A. D’Angelo, rispetto alla passata stagione, dispone di una rosa più completa (soprattutto in difesa, dove qualche volta nello scorso campionato gli elementi erano contati). Ma non solo: anche il tasso tecnico si è notevolmente alzato. L’attacco sta facendo impazzire i tifosi pisani e anche il calcio di D’Angelo sta cambiando canone. Fino alla scorsa stagione, le sue squadre s’imponevano per la maggiore cifra agonistica. Ora il suo Pisa vince perché dà spettacolo. Show che arriva soprattutto dai piedi del romeno Olimpiu Morutan, 23 anni, al momento il giocatore più dotato della B, ogni volta che tocca palla è un pericolo per gli avversari perché inventa calcio a ripetizione, saltando l’uomo con facilità. Il ragazzo, cresciuto nel Cluj, nazionale rumeno, è in prestito dai turchi del Galatasaray che non potevano scegliere palcoscenico migliore per farlo maturare. Morutan gioca, assieme Tramoni, importante investimento del Pisa, a sostegno dell’unica punta, Torregrossa o Gliozzi. Da suoi piedi sono già arrivati 4 gol (alcuni, da manuale del calcio) e 5 assist. Ma lo stesso Tramoni, a 2 centri (sta giocando da poco con regolarità), si esalta ad averlo vicino, basta vedere il suo gol che ha sbloccato la gara con la Ternana, nato dall’ennesima invenzione del romeno. Completano il reparto offensivo il ritrovato Torregrossa (3 centri e 1 assist), galvanizzato dalla convocazione per la la nazionale venezuelana (già 2 reti in 2 uscite) e l’altra bella scommessa vinta sul mercato, quell’Ettore Gliozzi, 5 gol e 1 assist, che a Como già rimpiangono. Senza dimenticarsi della bandiera Gaetano Masucci, 38 anni e non sentirli, sempre pronto quando c’è bisogno di lui (3 gol in questo campionato dove sta segnando alla media di una rete ogni 96’). Certo, dopo 14 giornate non si possono tirare le somme e la fantastica ascesa di questo Pisa è sicuramente figlia anche di quel pessimo avvio di stagione che aveva messo la squadra con le spalle al muro, serviva quello choc per ritrovarsi più forti di prima. Resta il fatto che, al momento, in una B con tante big sommerse dai problemi, il Pisa di D’Angelo è l’unica squadra capace di tenere un passo simile a quello della capolista Frosinone. E ne vedremo ancora delle belle, a iniziare dalla sfida di domenica 11 dicembre, quando il Pisa farà visita alla capolista ciociara. LEGGI TUTTO

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    Crisi Genoa, parla Zangrilo: “La responsabilità è di tutti”

    GENOVA – “Domenica, in curva a Perugia, nel ruolo di tifoso, avrei disapprovato la prestazione della squadra. Detto questo, quale presidente di una società che vuole e deve ritornare in Serie A, devo garantire alcuni principi fondamentali, il primo dei quali è il rispetto dei ruoli: le decisioni strategiche della direzione sportiva devono essere motivate, valutate, discusse e, quando assunte, rispettate e supportate in modo trasparente e convinto da tutti, me per primo”. Così Alberto Zangrillo, presidente del Genoa, dopo i due giorni di riflessione seguiti alla sconfitta contro l’ultima in classifica a Perugia. Due giorni che hanno visto la dirigenza del club confrontarsi con la controllante 777 football group nella figura di Johannes Spors e con Josh Wander di 777 Partners, la società americana proprietaria del Genoa. Proprio Spors dopo attenta analisi ha deciso di confermare la fiducia al tecnico. “Ognuno di noi, nel suo ruolo, si assume delle responsabilità, tutti possiamo sbagliare e tutti siamo chiamati a fare sempre del nostro meglio. Il segreto del successo è sempre lo ‘stare bene insieme’; forse, a novembre, è quello che ci è mancato – ha ammesso Zangrillo -. Anche sotto questo profilo mi assumo, cercando di essere d’esempio, le mie responsabilità. Sapevo che sarebbero giunti dei momenti difficili ed ora si sono manifestati. Tutti devono compiere uno sforzo personale utile all’identificazione dei propri errori ed all’elaborazione di una strategia efficace di rilancio immediato per raggiungere i nostri obiettivi”. “Domenica – ha concluso Zangrillo- sarò come sempre al mio posto per onorare il mio ruolo e i nostri colori al fianco dei nostri ‘ragazzi'”.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Brescia, Cellino confermato presidente del club: il comunicato

    BRESCIA – Massimo Cellino è stato confermato dal Cda del Brescia presidente del club nella riunione convocata per oggi. Lo ha reso noto lo stesso club biancazzurro tramite comunicato ufficiale sul proprio sito: “Il C.d.a Brescia Calcio, su proposta del Consigliere Dr. Stefano Midolo e all’unanimità, ha deliberato di confermare nella carica di Consigliere di Amministrazione e poi di Presidente del C.d.a. il Sig. Massimo Cellino che in considerazione di quanto in precedenza ha accettato la nomina. In aggiunta, ha deliberato all’unanimità l’approvazione situazione patrimoniale intermedia al 30-09-2022 predisposta ai sensi art. 85 delle NOIF FIGC”. LEGGI TUTTO

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    Vanoli, l'allievo di Conte e la sfida Venezia

    TORINO – “Pensavo di allenare in Italia per il piacere di tornare a parlare italiano coi giocatori. Invece, qui a Venezia, devo parlare inglese come quando ero all’estero”. Lo ha detto Paolo Vanoli, da due giornate allenatore del Venezia, dopo la vittoria di Palermo che ha permesso al club arancioneroverde di riaccendere la speranza di raddrizzare la stagione. Parole che spiegano bene la difficoltà a guidare il club lagunare, una babele di giocatori, però dotati di un certo talento, molto più di quel che dica il penultimo posto in classifica occupato dal Venezia. Il successo di domenica a Palermo però, col gol di un pezzo da 90 come Pohjanpalo, fa ben sperare, anche perché la classifica s’è fatta ancora più corta e il Venezia ha tutti i mezzi per risalire la china. Tocca a Vanoli raddrizzare la baracca dopo i tanti problemi, soprattutto in casa, vissuti durante la gestione di Ivan Javorcic. Vanoli aveva esordito, nel turno prima della sosta, con un beffardo 1-2 patito al Penzo dalla vice-capolista Reggina. Ma non mancavano riscontri positivi. Perché in quella partita il Venezia era passato per primo e aveva avuto parecchie occasioni per chiudere la gara, prima di prodursi in un secondo tempo in linea con le prove precedenti e subire il ritorno dei calabresi. Ma qualcosa sta cambiando a Venezia, lo dicono i 3 punti con cui la squadra è tornata da Palermo. E’ vero che i siciliani si sono divorati il possibile pareggio, ma per quanto visto in campo, per l’atteggiamento aggressivo mostrato fin da subito dal Venezia, alla fine il risultato non fa una grinza. E offre l’occasione per parlare di Vanoli, 50 anni, alle spalle una buona carriera da esterno sinistro, passata per lo stesso Venezia, oltre a Verona, Parma, Fiorentina, Bologna, Rangers e Vicenza, con 2 presenze in Nazionale. Per poi svolgere un lungo apprendistato da allenatore, passato per sette anni nelle nazionali giovanili azzurre, una collaborazione con Gian Piero Ventura quando era ct dell’Italia, prima di diventare assistente tecnico di Antonio Conte nelle esperienze vissute per Chelsea e Inter. Soltanto un anno fa diventava primo allenatore, quando fu assunto dallo Spartak Mosca. E lì, s’è capito che a Vanoli la stoffa non manca, visto che ha subito vinto un titolo, la Coppa di Russia, prima di separarsi dal club moscovita alla luce del conflitto con l’Ucraina. Da Javorcic ha ereditato una situazione non semplice ma neanche compromessa, proprio per l’imprevedibilità della B che consente recuperi insperati. La situazione attuale del Venezia è anche figlia di una retrocessione dalla A che ha lasciato scorie pesanti, di uno scollamento che s’è creato col proprio pubblico. Sta a Vanoli provare a riconquistare i tifosi. Nelle 5 restanti uscite del 2022, il Venezia deve arrivare alla sosta invernale in una posizione di classifica migliore, perché i mezzi tecnici ci sono tutti. Si parte sabato alle 14 in quel Penzo che va conquistato (finora zero vittorie interne), contro una Ternana alla prima partita dopo l’esonero di Lucarelli che dovrebbe essere temporaneamente guidata dal tandem Vanigli-Mammarella. Quindi, nell’infrasettimanale dell’Immacolata, trasferta a Modena. Poi, l’11 dicembre, arriverà il Cosenza. Quindi uscita al Curi di Perugia e chiusura a Santo Stefano in casa col Parma. Senza dimenticare che le sorprese in B sono sempre dietro l’angolo, è un calendario sulla carta decisamente abbordabile: facendo almeno 8-10 punti, il Venezia di Vanoli entrerebbe nel 2023 con l’autostima giusta e con tutt’altro clima rispetto a quello che si viveva fino a pochi giorni fa. E anche la finestra del mercato di gennaio si farebbe più interessante, con giocatori che sarebbero più stimolati a venire eventualmente al Venezia. LEGGI TUTTO