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    Allegri agli straordinari: il doppio lavoro per la Juventus

    TORINO – Non è questo il momento dei discorsi alla Continassa. Non ancora, quantomeno: arriveranno, perché la squadra merita la doverosa chiarezza e la giusta spinta emotiva. Anche se quelle che si vedono al training center bianconero non sono certo le facce di chi è depresso, di chi si arrende o di chi rinuncia, anzi. La Juventus si compatta attorno al suo leader tecnico, Massimiliano Allegri, e si aggrappa alla sua guida, trovando quella forza della serenità che è un marchio di fabbrica del tecnico livornese. Che avrà pure i suoi difetti e sarà criticabile come tutti, ma al quale va reso il merito di saper maneggiare il timone quando la nave affronta la tempesta come pochi nel suo settore. Il tempo dei discorsi arriverà, quando aumenterà il numero dei giocatori alla Continassa: erano circa la metà gli elementi della rosa ad allenarsi nel giorno della ripresa. Una giornata, quella di ieri, in cui il club ha ricordato il compleanno dell’ormai ex presidente Andrea Agnelli con una lettera in cui emergevano riconoscenza e senso di appartenenza: per una curiosa coincidenza del destino, oggi compie gli anni colui che gli succederà alla carica di presidente, Gianluca Ferrero. Nel momento in cui torneranno alla base i reduci dal Mondiale o almeno una parte (perché tra Francia, Argentina e Brasile è probabile che qualcuno arrivi fino in fondo in Qatar), allora Allegri parlerà alla squadra.Sullo stesso argomentoJuve, per la fascia c’è Fresneda. Ma serve una cessione pesanteJuventusGuarda la galleryJuve, voglia di campo: si torna a correre e Allegri caricaIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Pogba riabbraccia la Juventus alla Continassa

    TORINO – Pronti via e la stagione della Juventus riparte alla Continassa con una ventina di giocatori grazie ai rinforzi chiamati da Max Allegri dalla Primavera per il primo allenamento post sosta del Mondiale. Mancano ovviamente coloro che hanno partecipato o stanno ancora partecipando al Mondiale ma il gruppo degli effettivi della prima squadra è comunque nutrito. Tra questi anche Paul Pogba che si è presentato con la maxi Jeep aziendale. Inizio della seduta alle 15 ma Allegri è stato il primo a presentarsi intorno alle 11.30 a bordo della sua 500. LEGGI TUTTO

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    Juventus, si riparte: la missione e il dilemma di Allegri

    TORINO – Al di là di tutto, delle indagini penali e sportive e del rinnovamento societario, il 4 gennaio a Cremona la Juventus dovrà vincere. E’ con questo imperativo che Massimiliano Allegri riaccoglierà oggi i giocatori bianconeri alla Continassa, cominciando da subito a lavorare affinché diventi il loro unico pensiero. Dovrà vincere a Cremona, la squadra bianconera, e dovrà cercare di continuare anche dopo, allungando la striscia di sei successi consecutivi che l’ha portata dall’ottavo al terzo posto: perché non è detto che alla fine i punti in classifica restino quelli ottenuti sul campo e dunque sarà ancora più importante conquistarne il più possibile. Per provare a riprendere il Napoli, ma anche per cercare di fornire al quarto posto una blindatura a prova di evenuale penalizzazione. Per riuscirci, il tecnico dovrà far sì che i giocatori riescano a isolarsi dal clamore dell’inchiesta Prisma e di quella sportiva, magari riuscendo addirittura a trasformare il clima, spesso da «caccia alle streghe», per usare le recenti parole di Adriano Galliani, in una motivazione in più.Sullo stesso argomentoLa Juve torna alla Continassa: quando arrivano Chiesa e PogbaJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Giappone, Moriyasu fa la storia e diventa l'Allegri nipponico sui social

    Entusiasmo alle stelle per il Giappone di Moriyasu, che con i successi contro Germania e Spagna nella fase a gironi si è qualificato agli ottavi di finale come prima classificata del Gruppo E. Due partite, intervallate dalla sconfitta per 0-1 contro la Costa Rica, in cui la nazionale giapponese ha lottato fino all’ultimo secondo conquistandosi la possibilità di giocarsi l’accesso ai quarti contro la Croazia di Luka Modric. 

    Moriyasu come Allegri: il dato che ha scatenato i social

    Il Giappone, con i trionfi contro Spagna e Germania, è entrato nella storia dei Mondiali: le selezioni di Flick e Luis Enrique, entrambe sconfitte 1-2 da Moriyasu, sono le uniche due nella storia della competizione ad aver perso una partita totalizzando più di 700 passaggi. Nel match contro la Spagna, inoltre, si è registrato un altro record incredibile: il Giappone è diventato la prima squadra ad aver vinto una partita dei Mondiali con il dato sul possesso palla equivalente al 17.7%. Il dato non è passato inosservato ai tifosi sui social, che si sono lasciati andare ad ironie e commenti paragonando il ct giapponese al tecnico della Juventus Massimiliano Allegri citando il “corto muso” reso noto proprio dall’allenatore livornese. Al termine dell’ultima partita dei gironi il ct Moriyasu aveva commentato: “Vorrei stabilire un nuovo record, raggiungere ai quarti o andare ancora più in là. Grazie mille a tutti i nostri tifosi e al popolo giapponese, per il loro supporto. Anche grazie a loro siamo riusciti a farcela in questa partita difficile. Sono felice di aver portato risultati di cui tutti possiamo essere contenti”.

    Guarda la galleryGermania fuori dai Mondiali, Giappone dentro…per millimetri! Le ironie webIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, Cherubini per la continuità e Allegri sempre più centrale

    Serve una linea di continuità nella Juventus e ad assicurarla sarà l’area sportiva. Eppure lunedì Federico Cherubini, una volta appresa la notizia delle dimissioni dell’intero Cda, Andrea Agnelli compreso, aveva rimesso il mandato di direttore sportivo nelle mani dell’ormai ex presidente. Il quale gli ha detto di andare avanti, perché la parte più propriamente calcistica non può fermarsi. E la posizione del ds ne esce ulteriormente rinforzata, così come quella di Massimiliano Allegri da allenatore della Juventus. Anche il tecnico livornese, nella serata di lunedì, a cena con Cherubini in un noto ristorante del centro di Torino, ha manifestato le proprie perplessità, visto che era tornato in bianconero per volontà di Andrea Agnelli: riflessioni che, secondo qualcuno, avrebbero anche lasciato pensare a una scelta clamorosa, come le dimissioni, rimaste tuttavia un pensiero fugace di una serata burrascosa, una delle più difficili degli ultimi anni.

    Cherubini e Allegri, certezze dell’area sportiva

    A mente fredda, l’area sportiva riparte da due certezze, appunto Cherubini e Allegri. E fa sorridere il termine “certezze” per quest’ultimo, per il fatto che fino a qualche settimana fa, prima della striscia di sei vittorie di fila in campionato, il Conte Max sembrava in bilico come mai prima nella sua lunga avventura juventina. E invece il terremoto societario cambia gli scenari: almeno fino a giugno, sotto il profilo puramente calcistico, non ci saranno scossoni. Il nuovo Cda, più tecnico e meno sportivo, senza figure di campo come Nedved e con Arrivabene chiamato a svolgere l’ordinaria amministrazione, darà in mano la gestione a Cherubini, del quale ci sarà bisogno fino a fine stagione, come di Allegri. Poi ovviamente tutto sarà in discussione in estate, quando sarà più chiaro il quadro generale. Al momento Cherubini è l’uomo, supportato dalla fiducia della proprietà, chiamato, con Allegri, a portare a termine un’annata difficile, ma che deve essere positiva per la Juventus sotto il profilo dei risultati: in corsa per l’Europa League e con l’obiettivo di entrare nelle prime 4 per tornare in Champions. E perché no, approfittare di un eventuale passo falso del Napoli per provare a tornare in corsa per lo scudetto, nonostante il pesante ritardo.

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    Il futuro di Max

    Anche Allegri ha la fiducia della proprietà. E la scelta di puntare di nuovo su di lui come allenatore, nel 2021, dopo gli esperimenti tramontati di Sarri e Pirlo in panchina, era stata condivisa da Andrea Agnelli e John Elkann. Infatti il numero uno di Exor ha rilasciato una dichiarazione molto chiara: «Massimiliano Allegri rimane il punto di riferimento dell’area sportiva della Juventus: contiamo su di lui e su tutta la squadra per continuare a vincere come hanno dimostrato di saper fare nelle ultime giornate, mantenendo alti i nostri obiettivi sul campo». E se è vero che il Conte Max non avrà più al suo fianco l’amico Agnelli, è altrettanto evidente come la fiducia di Elkann sia un endorsment non indifferente per un allenatore finito sulla graticola neanche un paio di mesi fa.

    Guarda la galleryJuve, i colpi dell’era Agnelli: da Pirlo a Vlahovic, passando per il re Cristiano RonaldoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, operazione cessioni: da McKennie a Rabiot, ecco chi partirà

    TORINO – Operazione sfoltitura al via, e se per caso si tratterà di qualcosa di più sostanzioso, alla Continassa non chiuderanno le porte alla fila di compratori. La Juventus tutta (Massimiliano Allegri, il ds Federico Cherubini e i suoi collaboratori, di più: l’intero staff dirigenziale) concorda: prima di acquistare bisogna vendere. E siccome c’è un mercato che si sviluppa da sé grazie alle vagonate di denaro che oltre Manica si moltiplicano da sole, alla Premier conviene sempre prestare attenzione. Tanto più che Weston McKennie, Adrien Rabiot e Moise Kean da quelle parti lì piacciono ancora. E tanto.
    Nomi e soldi
    Va da sé che l’eventuale partenza dei tre di cui sopra comporterebbe un certo risparmio alla voce dei rispettivi ingaggi. Nel dettaglio: McKennie, che con la Juve ha un contratto fino al 2025, in verità non guadagna tantissimo rispetto alla media – 2,5 milioni – ma di questi tempi se si può fare economia non ci si tira certo indietro; Rabiot, al contrario, di milioni ne guadagna 7 netti più bonus e il suo è comunque un caso a parte, visto che andrà in scadenza a fine giugno 2023 e in questo momento in pochi credono a un rinnovo; la “paga” di Kean si aggira sui 3 milioni netti. Metti nel conto, anche se non soprattutto, i risparmi messi da parte evitando di corrispondere ancora lo stipendio ad Angel Di Maria (6 milioni netti più bonus) e Leandro Paredes (7,5), ora come ora più fuori che dentro i piani della Juventus del prossimo futuro, e il disegno si completa: per una nuova Juve, meglio prima liberarsi di tracce giù o meno concrete di quella antica.
    Almeno uno va di sicuro
    La Premier League, si scriveva, lì dove il prodotto tira sempre, le tv pagano tantissimo e i club incassano per poi reinvestire. Da Londra giungono fresche novità: tramite intermediari si stanno infittendo i contatti tra il Tottenham e l’entourage di McKennie, il che non stupisce, semmai è la conferma dell’appeal che il texano esercita su Antonio Conte e Fabio Paratici, rispettivamente allenatore e direttore generale degli ambiziosi Spurs. Lo stesso club che, al contempo, corteggia sotto traccia Rabiot: in regime di svincolo, è evidente che il francese intrighi anche il Chelsea e si sussurra che lo stesso Manchester United, malgrado la “scottatura” dell’estate scorsa, possa tornare alla carica. Perché, appunto, il cartellino costerebbe zero, a meno che madame Véronique e la Juventus non trovino un’intesa per un prolungamento propedeutico alla cessione. Quanto a Kean, se i bianconeri non riscattassero l’attaccante dall’Everton svenandosi terribilmente (costo dell’operazione: 28 milioni, dopo i 7 già sborsati, premi a parte), in Inghilterra si scrive che Moise sia entrato nel mirino del Newcastle saudita.
    Da Mar del Plata al top
    Pillola su Soulé: anche il giovane (2003) Matias sarà oggetto del summit tra Allegri e la dirigenza per fare il punto sul mercato. Non è detto che venga prestato a gennaio, visto che finora non ha giocato tanto (308 minuti per 10 presenze complessive stagionali tra Serie A, Champions e gli impegni con la Next Gen), perché Max lo apprezza tanto. Empoli, Spezia e Sampdoria, ad ogni modo, restano alla finestra.
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    La Juve di oggi e di domani: summit tra Allegri e la dirigenza, ecco di cosa si parlerà

    TORINO – Undici juventini in giro sui campi di calcio di Doha e dintorni per il Mondiale, altri in vacanza, qualcuno che ha staccato solo per un attimo: Manuel Locatelli, per esempio, non ha preso voli diretti all’altra parte del mondo, si è semplicemente rilassato per un attimo con la sua dolce metà nell’attesa di un lieto evento da condividere e poi è filato dritto sui prati della Continassa e di Vinovo, per alternare allenamenti in solitaria a sedute in compagnia della Next Gen. E Massimiliano Allegri? Beh, il tecnico almeno una toccata e fuga nella sua Livorno se l’è concessa per poi lasciarsi andare a un mini-periodo di ferie. Tutto tranquillo? Mica tanto, ché questo è il tempo di riunirsi in conclave. Tema mercato, non noccioline. Caccia a un terzino, innanzitutto.
    Novità in corsia
    Detto che i contatti con la dirigenza bianconera sono pressoché quotidiani, Allegri e il ds Federico Cherubini assieme ai suoi più stretti collaboratori andranno dritti al sodo. Per la serie: il momento è quello che è, la Juve non può né vuole darsi a un investimento mostruoso come gli 80 milioni con bonus, promessi e pagati, alla Fiorentina per Dusan Vlahovic. Fatti due conti, insomma, la premessa è chiarissima e non cambia: c’è bisogno di un vice di Juan Cuadrado, che magari in prospettiva sostituisca il colombiano in scadenza di contratto a fine giugno 2023, fermo restando che anche Alex Sandro, altro “quasi svincolato”, è in odore di partenza. Dalla sede non si chiudono le porte a nuovi ingressi né per la corsia destra né per quella sinistra, ma è il caso di operare con il bilancino del farmacista perché sgarrare non si può. I nomi non mancano: vedi il danese Joakim Maehle, classe ’97, che l’Atalanta non regala ma neppure ipervaluta, o il 2000 ivoriano Wilfried Singo legato al Toro fino al 2024. Non esattamente un intoccabile, insomma. Più “stagionato” il ’95 spagnolo Alvaro Odriozola, anche lui tutt’altro che blindato al Real Madrid, molto meno lo è un quasi coetaneo di Singo: lo svedese Emil Holm, anni 22, futura plusvalenza garantita per lo Spezia.
    Non solo Wes in uscita
    Profili variegati, ma tutti – più o meno – a buon mercato e almeno uno di questi da considerare in entrata alla Continassa, visto che Allegri non ci sente: vuole, fortissimamente vuole, un terzino bravo in entrambe le fasi, comunque capace di spingere, sgusciare negli spazi, creare superiorità. Così come diventa prioritario, ma per giugno, l’ingaggio di un difensore centrale mancino: qualcuno ha sentito parlare del 2000 polacco Jakub Kiwior? Ma certamente, anche perché pure lui, gradito a tutti i top club di casa nostra, frutterà al club ligure un gustoso guadagno rispetto a quanto è stato pagato: due milioni e spiccioli. Un nome caldo nell’orbita juventina, impegnato al Mondiale, è quello del 2002 Josko Gvardiol: sarebbe lui il vero colpo a sensazione, ma potrebbe arrivare a Torino solo in cambio di una cessione eccellente. Ecco perché nel vertice imminente tra Allegri e gli uomini mercato bianconeri si faranno anche i nomi di chi, in caso di offerta interessante, può partire da subito, perfino a gennaio. L’indiziato numero 1 è chi può fruttare un buon introito, all’anagrafe Weston McKennie, ma attenzione alle manovre attorno ad Adrien Rabiot. Il francese non partirà ora, però il suo futuro può decidersi nell’arco delle prossime settimane. Nicolò Zaniolo e Sergej Milinkovic-Savic? Costano, tuttavia interessano parecchio, sempre di più, e anche nel loro caso c’è bisogno di cessioni corpose nonché di risparmi sugli ingaggi: Angel Di Maria e Leandro Paredes, in questo senso, son più fuori che dentro i piani Juve.
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