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    Questa non è Juve

    Ci si aspettava una reazione da parte della Juventus, dopo il ko subito contro il Milan, e ad Haifa una reazione c’è stata. Non quella attesa, però. Contro il Maccabi la squadra di Allegri è scesa in campo sfiduciata, molle, disattenta, spenta, finendo battuta e raggiunta in una classifica che ora vede a rischio anche l’Europa League. Come se la sconfitta incassata a Milano avesse definitivamente sgretolato autostima, determinazione, entusiasmo, grinta, già di per sé apparse fragili e intermittenti in questo inizio di stagione. Finora, però, per quanto a sprazzi, spezzoni, momenti, una Juventus si era vista. Anche a San Siro, dove nei primi 20 minuti era stata superiore al Milan.Sullo stesso argomentoJuve, Capello: “Squadra demoralizzata, Vlahovic isolato”Juventus

    Ad Haifa la squadra bianconera è stata superiore al Maccabi per un minuto, il tempo di un lancio in profondità per Di Maria, fermato in area da Goldberg. Poi gli israeliani hanno preso possesso della partita mentre i giocatori bianconeri (ma in completo fucsia) arrivavano secondi su ogni pallone, sbagliavano la maggior parte dei passaggi e concedevano occasioni a ogni cross dalla trequarti. Tanto che, oltre alla doppietta segnata contro un’opposizione irrisoria da Atzili, il Maccabi avrebbe potuto aver realizzato almeno un altro paio di reti in un primo tempo in cui il terzo infortunio muscolare di Di Maria (sostituito da Milik) ha completato il quadro da incubo. Incubo da cui non sono bastati gli innesti di Locatelli e Kostic per Paredes e McKennie, né quelli successivi di Kean e Soulé, per svegliare la Juventus. Un accenno di reazione a inizio ripresa, qualche altro nel finale, ma nulla che abbia impensierito il Maccabi se non un rigore ingenuo quanto clamoroso di Cornud su Cuadrado non rilevato da Mateu Lahoz. Nulla di buono, più in generale: sul piano mentale, atletico, tecnico, tattico. Tanto che la «Fiducia assoluta» in Allegri dichiarata da Arrivabene prima della partita, e soprattutto ribadita con forza da Andrea Agnelli dopo, non potrà non essere messa in discussione senza una svolta. Il tecnico non è certo l’unico colpevole, ma la squadra vista ieri è sembrata non credere minimamente in se stessa, né in quello che faceva: o Allegri riesce a riprenderne le redini oppure un cambio di guida può diventare l’unica soluzione per evitare che l’incubo di Haifa si allunghi per tutta la stagione. Intanto la Juventus deve provare a uscirne nel derby di sabato.

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    Juventus anti Maccabi con Rugani: tutti devono sentirsi coinvolti

    INVIATO A HAIFA – E dunque niente Maccabi-Juventus per Milik, Kostic e Bremner. Allegri ha deciso di far riposare alcuni giocatori dimostrando che per la partita comunque decisiva in Champions League vuole coinvolgere anche giocatori che a volte, ultimamente, sono stati meno impiegati come Rugani; inoltre, dimostrando che la Champions è importante, sì, ma lo è pure il campionato. Nello specifico la partita in programma contro il Torino, il derby, sabato prossimo: è altrettanto fondamentale per la stagione bianconera. E dunque ecco che si spiegano le variazioni di formazione rispetto all’11 più o meno titolare o comunque quello provato nell’ultimi giorni.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Maccabi-Juve, i convocati di Allegri: torna Di Maria

    TORINO – Il tecnico della Juventus Massimiliano Allegri ha diramato la lista dei convocati per la sfida valida per la fase a gironi di Champions League contro il Maccabi, in programma domani alle 18:45 allo stadio Sammy Ofer di Haifa. Il tecnico toscano potrà contare su Di Maria, assente nella sfida di San Siro contro il Milan di Pioli per squalifica. Sono tre invece gli indisponibili: Pogba, Chiesa e De Sciglio.
    Rabiot: “Contratto? Aiuto la Juve in campo, poi vedremo”
    Maccabi-Juve, i convocati di Allegri
    Portieri: Szczesny, Perin, Pinsoglio.
    Difensori: Bremer, Danilo, Alex Sandro, Gatti, Bonucci, Rugani.
    Centrocampisti: Locatelli, McKennie, Kostic, Miretti, Rabiot, Paredes, Fagioli.
    Attaccanti: Vlahovic, Milik, Kean, Di Maria, Soulé.
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    Buffon, la crisi Juve, l'Italia e Dybala: Gigi dice tutto

    TORINO – “Il campionato di Serie A è bellissimo. In maniera meritata e prepotente l’Udinese e l’Atalanta stanno facendo grandi cose, il Napoli è strepitoso e poi c’è la conferma di un grande Milan. La Juve è in difficoltà, come dice bene Allegri dipende molto da assenze veramente importanti e qua mi fermo: essendo un amico della Juve vorrei dire solo parole di conforto, in questo momento meglio stare zitti e aspettare le prossime partite”. Queste le dichiarazioni di Gianluigi Buffon, portiere del Parma, dopo aver ricevuto il Premio Scopigno e Pulici al Salone d’Onore del Coni. “Allegri troverà il bandolo della matassa e i ragazzi si toglieranno le soddisfazioni che meritano”, ha poi concluso il 44enne portiere. I bianconeri sono attesi domani, alle 18:45, dalla sfida contro il Maccabi Haifa valida per la fase a gironi di Champions League. LEGGI TUTTO

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    Boniek giudica la Juve e Allegri: “Mai rinata, avanti solo con la forza dei singoli”

    CAPANNELLE (Roma) – L’ex campione di Roma e Juve, Zbgniew Boniek, attualmente vicepresidene Uefa, dice la sua sulla crisi dei bianconeri: “Si pensava a una Juventus in ripresa ma a mio avviso non è mai rinata. Gioca sempre nello stesso modo, mi dispiace dirlo perché dopo 9-10 anni un po’ di flessione è comprensibile ma la Juve di oggi va avanti solo grazie alla forza dei singoli, non ha un gioco, non ha un calcio studiato ed è anche colpa dell’allenatore. Se Vlahovic e Milik giocano bene, segnano e vincono, ma manca proprio il disegno di gioco. Ha vinto contro il Bologna e poi in Champions League ma appena ha trovato un avversario di spessore ha mostrato tutti i suoi limiti”. LEGGI TUTTO

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    Cuadrado, una crisi letale per la Juventus di Allegri

    TORINO – Juan Cuadrado ha una storia strana nella Juventus. Sottovalutato all’inizio, caricato di responsabilità forse superiori alla sua capacità alla fine. In mezzo ci sono tante partite decise dalla sua fantasia, dal suo talento multiforme e dai suoi gol. Il bilancio, insomma, sarà comunque positivo, ma adesso la crisi che sta attraversando è devastante per la Juventus di Allegri.
    La fissazione di Conte
    Cuadrado era una fissazione di Antonio Conte, che nella primavera del 2014 aveva letteralmente ossessionato Beppe Marotta perché lo strappasse alla Fiorentina per portarlo a Torino. Non accadde e Conte, anche per quello (ma ovviamente non solo per quello), maturò la clamorosa decisione di dimettersi a ritiro iniziato. Cuadrado, ironia della sorte, sbarcò alla Juventus l’estate successiva, nella seconda stagione di Allegri. In quella Juventus è lussuoso gregario: uomo in grado di spaccare le partite entrando nella ripresa e titolare multiruolo, efficiente sia come esterno basso che come ala. Il gol nel derby d’andata del 2015-16 è simbolico di ciò che è stato Cuadrado in quelle stagioni: una rete decisiva per vincere una partita decisiva (da lì partì il rimontone scudetto), segnata entrando a mezzora dalla fine.
    Uomo spogliatoio
    Cuadrado è simpatico, positivo, sempre allegro, collante umano in uno spogliatoio di duri, dove riesce a far sorridere perfino Mandzukic, alleviare le tensioni di un gruppo che prendeva maledettamente sul serio il compito di vincere sempre. Qualche volta viene messo sul mercato, ma finisce sempre per rimanere perché è utile, molto utile, quasi indispensabile quando nel corso delle stagioni la Juventus perde via via qualità tecnica. E quella di Cuadrado diventa vitale per risolvere i guai nell’anno di Sarri, quando il tecnico getta la spugna della sua rivoluzione (più o meno in autunno) e parte un’autogestione tattica, nella quale Juan è fondamentale per capacità di palleggio, per i suoi assist, per l’abnegazione atletica con cui occupa la fascia facendo contemporaneamente due ruoli. E con Pirlo è ugualmente determinante. Il lussuoso accessorio delle prime stagioni è diventato un elemento fondamentale del motore bianconero, via via che la qualità e l’esperienza della rosa è diminuita.
    Gli anni della crisi
    E così la crisi di Cuadrado, che nella scorsa stagione ha iniziato a perdere colpi e in quella attuale appare in caduta libera, incide in modo devastante sul rendimento della squadra. Nel primo anno dell’Allegri bis sembrava un problema fisico legato alle continue trasferte in Sudamerica per la nazionale. Quando tornava, impiegava sempre una decina di giorni per rimettersi in sesto, giocava un paio di partite sufficienti, poi tornava in Nazionale e ricominciava il giro. Nel mezzo qualche infortunio a rallentare il tutto. Quest’anno Cuadrado appare spremuto: non punta più l’uomo come una volta e non lo salta se ci prova, si guarda più indietro che davanti quando deve passare il pallone, commette errori di scelta incomprensibili per chi, come lui, è stato un eccellente assist-man. Per la Juventus significa perdere moltissimo in fase offensiva dove non ci sono pedine che saltano l’uomo E in fase difensiva, nella posizione di terzino, non è più affidabile come prima.

    Il perché della crisi
    Il perché di questa crisi va cercato senza dubbio nella condizione fisica di un giocatore che, evidentemente, ha necessità di riposare di più ed essere gestito. Le ultime tre stagioni hanno lasciato segni profondi su Cuadrado che non è più il Cuadrado di prima. Nonostante ciò è difficile farne a meno, con un Di Maria spesso fuori fra infortuni e squalifiche e con la penuria di esterni che lascia la Juventus spesso con scelte obbligate. Così Cuadrado gioca, perché resta un perno della Juventus, ma un perno con molta ruggine sopra e che quindi si inceppa sempre più spesso. È impossibile prevedere se la parabola discendente intrapresa dal colombiano sia irreversibile o se possono tornare tempi migliori. È molto probabile, tuttavia, che questa sia l’ultima stagione in bianconero, visto che a giugno scade il contratto e difficilmente verrà rinnovato. Il che non condizionerà le sue prestazioni (non è il tipo ed è sinceramente affezionato all’ambiente), ma non è certo il rinnovo il problema di Cuadrado in questo momento. LEGGI TUTTO