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    Barzagli: “Allegri un vincente, ma la Juve ritrovi il suo DNA”

    Quello di Andrea Barzagli sulla ‘nuova’ Juve di Allegri è un parere d’eccezione. L’ex difensore, per anni colonna portante della BBC bianconera, ha parlato del cambiamento che sta vivendo la squadra al canale ufficiale della Lega Serie A. “Storicamente la Juve ha sempre avuto grandi squadre, fatte di campioni, e soprattutto il dna di non mollare mai e vincere anche partite sporche. Negli ultimi due anni hanno provato a fare qualcosa di diverso per provare a essere più spettacolari. Se vuoi essere spettacolare, però, perdi un po’ di quella cattiveria. Adesso sono in cerca di un’identità, hanno una rosa importante che può fare molto di più di quanto stia facendo attualmente”.
    Barzagli e Capello caricano Dybala: “Sarà il trascinatore della Juve”
    Barzagli: “La BBC era la base della Juve”
    “La BBC, a cui va aggiunto Buffon che faceva parte di noi 4, è di fatto cresciuta stando l’uno accanto all’altro, dando e apprendendo qualcosa reciprocamente: c’è stato subito un gran feeling, pur con differenze di età, eravamo un po’ la base della squadra, quattro italiani che dovevano reggere la difesa. E visto che in Italia non prendere gol ti dà molte possibilità di vincere, abbiamo fatto grandi cose”.
    Guarda la galleryBarzagli, quante vittorie e battaglie con la maglia della Juve
    Barzagli: “Quella volta con Allegri”
    Inevitabile un commento su Massimiliano Allegri. “Ci incontrammo la prima volta quando ero un ragazzino aggregato alla prima squadra della Pistoiese: lui mi pagò addirittura il parrucchiere, andammo insieme a farci i capelli in ritiro. E poi me lo ritrovai alla Juve dopo un decennio. La sua vera forza? Un grandissimo stratega e gestore che non si scompone mai: euforia o negatività, lui resta sempre uguale. Lo criticano per il gioco, ma è un vincente che ha vinto nel suo modo. Rimane se stesso e lo trasmette alla squadra”.
    Guarda la galleryJuve, i tifosi salutano Barzagli sui social: “Grazie di tutto”
    Barzagli e il senso di rivalsa di Sarri
    E su Sarri: “Ha fatto un anno che, per come era l’idea, non si è poi concluso nel migliore nei modi. Non è che abbiano fatto male, alla fine uno scudetto l’hanno vinto, però non si sono lasciati benissimo. Lui si sarebbe aspettato di continuare, ma una società di calcio deve prendere delle scelte che vanno rispettate. Può darsi che abbia un senso di rivalsa nei confronti della Juventus”.
    Barzagli: “Lazio-Juve non decisiva”
    Che match sarà Lazio-Juve secondo Andrea Barzagli? “Stavolta è una partita che non ha le certezze di quando si affrontavano Sarri e Allegri con Napoli e Juve, perché entrambi hanno cambiato panchina e hanno avuto delle difficoltà, ma entrambi stanno iniziando ora ad andare nella direzione giusta. E la sfida assume l’importanza di uno scontro diretto. Non sarà decisiva questa giornata di campionato, ma una vittoria o una sconfitta daranno qualcosa in più o in meno”. LEGGI TUTTO

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    Lazio-Juventus, occhio al Goal

    Allo stadio Olimpico va in scena Lazio-Juventus. Acerbi e compagni hanno totalizzato ventuno punti, tre in più rispetto ai bianconeri che in questa stagione sono costretti a inseguire. Nei lidi amici la squadra allenata da Sarri non ha mai perso (cinque vittorie e un pareggio) mentre la formazione di Allegri in trasferta fa registrare un triplo… due (due vittorie, due pareggi, due sconfitte).
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    Porte violate al novantesimo
    A guardare il ruolino di marcia delle due formazioni l’elemento che colpisce di più è la questione “Goal”. Chiesa e compagni, nelle sei partite fin qui disputate lontano da Torino hanno centrato cinque volte questo esito (il sesto è saltato nel derby con il Torino giocato, soltanto sulla carta, in trasferta) facendo però registrare l’esito opposto (il “NoGoal”) in cinque di questi sei primi tempi (soltanto in Spezia-Juventus si è andati al riposo sull’1-1 e quindi con il “Goal primo tempo”). La Lazio, dal canto suo, dopo aver collezionato quattro esiti “Goal” consecutivi nelle prime quattro gare casalinghe di campionato ha chiuso i due incontri successivi con due vittorie senza subìre reti (1-0 alla Fiorentina e 3-0 alla Salernitana) e viene quindi da due “NoGoal” di fila. Nelle prime sei frazioni di gioco disputate all’Olimpico Immobile e compagni sono andati al riposo due volte con un esito “Goal” all’attivo (3-1 allo Spezia poi diventato 6-1 finale e 2-1 con la Roma poi diventato 3-2 al novantesimo) mentre nelle quattro rimanenti si è andati negli spogliatoi con almeno una delle due squadre in campo che non è riuscita a realizzare almeno una rete. Per completare la panoramica vale la pena aggiungere che, se si guarda esclusivamente alla ripresa, la Juventus in trasferta ha collezionato un solo esito “Goal secondo tempo” e precisamente nella gara contro lo Spezia (l’unica dove c’era anche il “Goal primo tempo”) mentre nelle altre cinque il “NoGoal secondo tempo” ha recitato la parte del leone. La Lazio in casa ha centrato il “Goal secondo tempo” soltanto contro Cagliari e Roma a cui vanno aggiunti i quattro “NoGoal secondo tempo” nelle partite rimanenti. LEGGI TUTTO

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    Lazio-Juve, i convocati di Allegri: out Chiellini, Dybala e Ramsey

    TORINO – “La Juventus sta per decollare: direzione Capitale. Domani all’Olimpico alle 18 in scena Lazio-Juve”. Per mezzo di una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, il club bianconero ha reso nota la lista dei convocati del tecnico Massimiliano Allegri in vista della trasferta a Roma con la Lazio dell’ex Maurizio Sarri. Assenti Giorgio Chiellini e Paulo Dybala, oltre a Bernardeschi, Ramsey e De Sciglio, presente invece Rodrigo Bentancur.
    Lazio-Juve, i convocati di Allegri
    Portieri: Szczesny, Pinsoglio, Perin.Difensori: De Ligt, Danilo, Cuadrado, Alex Sandro, Pellegrini, Bonucci, Rugani.Centrocampisti: Arthur, McKennie, Chiesa, Rabiot, Locatelli, Bentancur, Kulusevski.Attaccanti: Morata, Kean, Kaio Jorge. LEGGI TUTTO

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    Juve, al via il tour de force: quattro sfide in undici giorni

    TORINO- Se provate a cercare su Google “giochiamo ogni tre giorni” oppure “si gioca ogni tre giorni”, vi apparirà una sfilza infinita di allenatori, giocatori, dirigenti e preparatori che commentano la cosa (in linea di massima sottolineandone la dif- ficoltà). Perché giocare ogni tre giorni è ormai la prassi per i club impegnati nelle coppe europee. Una prassi rispetto a cui la Juventus si appresta però ad andare oltre: perché domani contro la Lazio la squadra di Massimiliano Allegri scenderà in campo per la prima di quattro sfide in undici giorni. Per la precisione, alla partita dell’Olimpico seguirà la trasferta di martedì a Londra contro il Chelsea, poi il confronto con l’Atalanta di sabato 27 all’Allianz Stadium e infine ancora una trasferta, martedì 30 a Salerno: la media è una partita ogni due giorni e 18 ore. Dopodiché i bianconeri potranno concedersi il lusso di ben quattro giorni per preparare Juventus-Genoa del 5 dicembre, primo impegno di un ciclo intenso ma normale da cinque partite in 17 giorni.Guarda la galleryMcKennie, Arthur e De Ligt show: sono pronti per la Lazio

    La Juve e il tris in campionato

    Basterebbe la frequenza, unita al fatto che tre partite su quattro richiederanno viaggi, a rendere complicato il poker di impegni che la Juventus si trova ad affrontare. Per giunta iniziando dopo una pausa per le Nazionali che ha tenuto gli uomini di Allegri lontani dalla Continassa e restituito i sudamericani con il solito surplus di fatica causato dal fuso orario. A tutto questo si aggiunge il fatto che le quattro sfide sono particolarmente delicate e impegnative di per sé e lo sarebbero, almeno tre, anche con una settimana per prepararle. A cominciare dal confronto di domani contro la Lazio, quinta in classifica con 3 punti in più dei bianconeri. Priva di Ciro Immobile, è vero, ma pur sempre squadra dalle tante soluzioni offensive. Allo scontro diretto con i biancocelesti e l’ex Maurizio Sarri seguirà poi quello di sabato prossimo contro l’Atalanta di Gian Piero Gasperini: che in classifica è quarta e punti in più della Juventus ne ha 4. Due partite rischiose, di quelle in cui, come sostiene Allegri riguardo agli scontri diretti, «Può succedere di tutto». La squadra bianconera però dall’inizio del campionato ha perso e pareggiato troppe di quelle partite che invece sono tassativamente «da vincere», sempre citando l’Allegri pensiero. Per conservare l’ambizione di reinserirsi nella lotta Scudetto, dunque, non può permettersi più che negli scontri diretti succeda di tutto: deve succedere che la Juven- tus conquisti punti. Possibilmente 3 e possibilmente già domani a Roma e sabato contro l’Atalanta: dura, ma inseguire una rimonta su Napoli e Milan passa obbligatoriamente dal superare prove dure. E passa anche dal non inciampare in quelle che sulla carta dure non lo sono.

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    La Juve contro Sarri: la rivincita degli inallenabili?

    TORINO – Cosa voleva dire Maurizio Sarri quando parlava di «squadra inallenabile» sbattendo la porta dalla quale usciva per sempre dalla storia della Juventus? Nessuna delle possibili interpretazioni, tuttavia, è stata presa bene dallo spogliatoio bianconero e dalla Juventus genericamente intesa. E se la parola vendetta è intutilmente violenta, la sfida di sabato pomeriggio fra il tecnico di Figline e la sua ex squadra non è una semplice rivincita. C’è qualcosa di più fra Maurizio Sarri e la squadra «inallenabile», che nel frattempo è di nuovo guidata da Massimiliano Allegri e ripropone quindi un’altra spigolosissima sfida nella sfida. Nel 2021, nel calcio iperprofessionistico dove i campioni sono aziende, resta per fortuna una partita che, se vinta, può dare una soddisfazione umana in più e, se persa, può bruciare fastidiosamente. Di quelle dove sotto i sorrisi tirati dei saluti di prammatica frizza la voglia di dare una lezione all’avversario. La Juventus e Sarri non si sono lasciati bene. L’8 di agosto 2020, quindici mesi fa, si consumava un divorzio che, per alcuni, era iniziato nel giorno della presentazione. Mondi distanti, forse troppo, modi di fare e forse di essere incompatibili fra di loro e, a condire tutto, circostanze pazzesche come una stagione interrotta dal Covid che ha sconvolto tutto e tutti.

    Sarri ritrova la Juve

    Sarri e la Juventus, tuttavia, avevano capito che fra di loro qualcosa non funzionava quando nessuno sapeva ancora manco dove fosse Wuhan. Lo ha confessato Sarri medesimo in un’intervista di quest’estata ad Alfredo Pedullà: «A metà ottobre ho fatto una riunione con lo staff, ho detto loro di scegliere. La mia domanda era: andiamo dritto per la nostra strada così andiamo a casa tra 20-30 giorni oppure facciamo compromessi e vinciamo lo scudetto sapendo che poi andremo a casa lo stesso? Abbiamo provato a vincere lo scudetto lo stesso». Dopo un paio di mesi, insomma, si era rotto qualcosa fra lui e la squadra, che pure all’inizio lo aveva accolto con curiosità e disponibilità. Dopo il quinquennio di Allegri, provare qualcosa di nuovo era uno stimolo. Ma evidentemente l’effetto novità è finito presto. Perché?

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    Juve, Kean è rigenerato: pronto per la Lazio

    TORINO – Se dall’altra parte dell’Oceano qualche bianconero lamenta acciacchi, alla Continassa Massimiliano Allegri può sorridere. Nell’amichevole organizzata per valutare lo stato di salute della squadra, e in particolare di Moise Kean, l’attaccante ha risposto da bomber, segnando quattro gol e soprattutto mostrando di aver recuperato appieno dall’infortunio – un affaticamento muscolare alla coscia destra – che lo ha costretto a fermarsi tre settimane fa, alla vigilia di Inter-Juventus. Obiettivo raggiunto, quindi, visto che il tecnico livornese si era prefissato di riavere a disposizione Kean dopo la pausa del campionato: è sicuro che il nome del bianconero sarà inserito nella lista dei partenti per la trasferta di Roma, sabato 20 novembre, contro la Lazio di Maurizio Sarri. L’unico dubbio resta legato alla titolarità, se cioè Moise partirà dal primo minuto a fianco di Alvaro Morata oppure se subentrerà dalla panchina per alternarsi con gli altri attaccanti. Molto, ovviamente, dipenderà dalle condizioni di Paulo Dybala, alle prese con un problema muscolare al polpaccio. […]Guarda la galleryKean e Kaio Jorge che show! La Juve fa 11 gol in amichevole

    Kean recuperato, Kaio Jorge scalpita

    Il test contro la Pianese ha messo in luce un altro bomber in casa bianconera: Kaio Jorge è stato autore di una tripletta. C’è grande attesa per il giovane brasiliano, che può giocare soltanto in campionato perché escluso dalle liste Uefa: finora Allegri gli ha concesso poco spazio (4 presenze per 37 minuti) ma lo ha sempre esaltato in conferenza stampa («E’ sveglio, sa giocare a calcio e ha personalità») e l’attaccante ha risposto agli elogi sfruttando le poche comparsate mostrando grinta e carattere. Adesso scalpita e chissà che con un calendario così fitto Allegri non decida di dargli più minutaggio.

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    Juventus, il “Corto Muso” di Allegri entra nella Treccani

    TORINO – Adesso non sarà più necessario «intendersene di ippica», perché «corto muso» è entrato nell’Enciclopedia Treccani, la più famosa enciclopedia in lingua italiana, edita dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, a partire dal 1929 a cura di Giovanni Treccani e Giovanni Gentile. Dopo Maurizio Sarri e il suo «sarrismo» che qualche anno fa aveva avuto l’onore di entrare nei volumi dell’opera, è il turno di Massimiliano Allegri che il 13 aprile del 2019 introdusse il concetto di «corto muso» nel calcio. Nella conferenza stampa post partita di Spal-Juventus, persa dai bianconeri, il tecnico spiegò ai media come la vittoria di uno scudetto non debba per forza arrivare con decine di punti di distacco, ma si può anche ottenere e godere grazie a un distacco più risicato, come accade ai cavalli che arrivano al fotofinish al termine di una gara. «E a quel punto basta mettere il musetto davanti, corto muso!», disse Allegri, coniando una delle icone della sua filosofia calcistica e della conferenzistica con quel memorabile attacco: «Tu te ne intendi di ippica», diventato un meme per ogni occasione.

    CONCETTO IN ESPANSIONE  – Perché il cortomusismo può anche travalicare il calcio. Si possono vincere le elezioni di corto muso, si può ottenere una promozione a scuola di corto muso o cavarsela per un pelo in qualche situazione complicata. Corto muso, nell’uso comune, ha anche generalizzato la sua accezione, diventando sinonimo di pragmatismo, praticità, essenzialità. Chi va di corto muso bada al sodo, concreto e senza fronzoli superflui, ma soprattutto senza aver timore di sembrare brutto o di apparire così agli occhi degli altri. Altri che danno importanza anche alla forma (talvolta trasformandola in un vero e proprio dogma), ma il cui arrosto non è sempre proporzionale al fumo generato.

    EFFETTO SOCIAL – Chissà cosa ne penserà Allegri di essere finito nell’Enciclopia Italiana, lui che a scuola di libri ne apriva pochini e nel coltivare la sua saggezza l’ha sempre annaffiata sempre con la pratica e quasi mai con la teoria. La curiosità è che da quel 13 aprile 2019, l’espressione corto muso non l’ha praticamente mai più usata, se non direttamente sollecitato da una domanda. La diffusione, quindi, non dipende dall’autore, ma dai social che ne colse subito l’universalità, inserendola a colpi di hastag nel linguaggio virtuale di tifosi e non. LEGGI TUTTO

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    Juve, per Kean test in campo con La Pianese in vista della Lazio

    TORINO – Un sabato mattina sul campo, per giocare. È diventata una abitudine, per Massimiliano Allegri, organizzare una sgambata durante la sosta per le Nazionali per non far perdere il ritmo a chi è rimasto alla Continassa. Può trattarsi di una partita ufficiale, come capitato con l’Alessandria in occasione dello stop per la Nations League, oppure può essere un confronto informale, come quello di oggi. Un match di neanche un’ora, verso le 11, contro la Pianese, squadra di San Raffaele Cimena, paese a pochi chilometri da Torino, inserito nel programma di lavoro.

    Del gruppo bianconero sono rimasti a casa in otto, cui si è aggiunto Giorgio Chiellini, costretto a lasciare il ritiro dell’Italia per una infiammazione al tendine d’Achille sinistro. E quindi si vedranno in campo Mattia Perin (che si alternerà tra i pali con Carlo Pinsoglio), Luca Pellegrini, Daniele Rugani, Arthur, Kaio Jorge e Moise Kean. Niente da fare, invece, per Mattia De Sciglio, ancora alla prese con una lesione al bicipite femorale accusata una manciata di minuti dopo l’inizio di Juventus-Sassuolo, il 27 ottobre.

    Kean al rientro dopo l’infortunio

    Attenzione puntata, ovviamente, sul centravanti azzurro, atteso al rientro dopo un affaticamento muscolare che, in sostanza, gli farà saltare un mese di attività. L’ultima sua presenza era stata infatti nella trasferta vincente di San Pietroburgo contro lo Zenit, il 20 ottobre, da subentrante a un quarto d’ora dalla conclusione della partita. Kean è tornato in gruppo mercoledì e sta lavorando per rientrare sabato prossimo, quando la Juventus sarà attesa dalla delicata partita in casa della Lazio, dove la aspetta un ex sicuramente poco propenso a concedere sconti come Maurizio Sarri. E altrettanto si attende qualcosa Allegri dai suoi centravanti, soprattutto in materia di gol. L’impegno, pur con alti e bassi, non è mai mancato.

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