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    Allegri: “La Juve sta ritrovando fiducia. Kaio Jorge avrà molto spazio”

    “Il pari pesa molto, è venuto dopo una bella prestazione. In alcune situazioni potevamo e dovevamo fare meglio. Ottima Inter, fisica e tecnica. Il punto è importante, ci consente di continuare la striscia positiva”. Massimiliano Allegri commenta così, ai microfoni di Dazn, il pari arrivato nel derby d’Italia contro l’Inter. Si parte subito dall’escluso eccellente: “Chiesa fuori dall’inizio? Poteva essere una partita più fisica all’inizio, c’era bisogno di Kulusevski per far pressione su Brozovic. Kaio Jorge è entrato molto bene. Migliorano condizione fisica e fiducia. Mercoledì però bisogna vincere assolutamente contro il Sassuolo”. 
    Inter-Juve 1-1: Dybala risponde a Dzeko
    Allegri svela il pizzino segreto
    “Kaio in campo con il pizzino? Non l’ho scritto io, è stato Landucci, non me ne sono neanche accorto. Sicuramente era una roba di palle inattive. Speriamo che Bonucci sappia leggere. Nel primo tempo ci siamo alzati con Morata, poi siamo stati un po’ troppo frettolosi. Berna fuori? In dieci si poteva pure non prendere gol, è stato un tiro anche fortuito. La partita è stata combattuta e corretta. Noi dobbiamo migliorare nella chiusura dell’azione. Nelle prime tre partite abbiamo lasciato otto punti, questa cosa ci ha un po’ condizionato. Quando la squadra è in fiducia, riesce ad alzarsi molto di più. Anche stasera abbiamo concesso poco. Se davanti sono aggressivi, dietro giocano con la pipa in bocca. Barzagli era il professore della BBC, aveva delle letture allucinanti. Kaio è sveglio, sa giocare a calcio, sa smarcarsi, ha buona tecnica. Credo che abbia delle ottime possibilità di ritagliarsi spazio. È giovane e cosciente. Arthur è straordinario, ha una proprietà di palleggio importante”. LEGGI TUTTO

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    “Inter favorita: Juventus, servono testa e forza”

    TORINO – «Importante, ma non decisiva»: così Massimiliano Allegri. E non potrebbe dire diversamente il tecnico. La rincorsa della Juventus, partita con la vittoria di La Spezia e fatta di 12 punti in quattro partite in campionato, ha riaperto le prospettive bianconere, con una rimonta in classifica che permette di guardare al big-match del Meazza domenica sera con occhi differenti. E più sereni. «Sarà una bellissima serata – aggiunge Allegri -: per la prima volta ci saranno 60.000 spettatori, si torna a vivere un certo tipo di partite e con due squadre importanti, le più importanti del calcio italiano, insieme con il Milan. Non è una gara decisiva. Quella con la Roma lo era molto di più ai fini della classifica. Mi aspetto la prestazione e mi aspetto il risultato, ovviamente, che renderebbe ancora più bella la serata: ci permetterebbe di fare un salto in avanti anche se, comunque, c’è tanto giocare. La stagione si decide a febbraio, conterà esserci in quel momento».
    Difesa a treAllegri fa la conta e ritrova tutti. A cominciare da Paulo Dybala: «Sta bene, ha fatto due allenamenti con la squadra e sarà a disposizione. Rabiot si è negativizzato, devo vedere come sta, visto che non ha potuto lavorare con noi. Arthur? Ha giocato due spezzoni, dà qualità alla squadra. Gli serve trovare minutaggio per diventare uno dei titolari. Chiesa anche l’altro giorno ha fatto cose buone. La formazione la deciderò all’ultimo momento. In difesa ho quattro centrali e Chiellini sta bene. Quando De Ligt sarà pronto a giocare nel centro-destra potremo disporci a tre: è un ruolo che può tranquillamente ricoprire». E visto l’assetto tattico dell’Inter, Allegri pensa al 3-5-2 già per la trasferta di Milano, con Danilo (in attesa del De Ligt di cui sopra) in difesa con Bonucci e Chiellini, una linea di centrocampo con Cuadrado, Bentancur, Locatelli, Bernardeschi e Alex Sandro, più Morata e Chiesa in attacco. Un assetto basculante, pronto a trasformarsi in un 4-4-2 difensivo, con arretramento di Alex Sandro e scivolamento di Bernardeschi sulla sinistra.
    Il valore dei cambiUna Juventus nuovamente completa negli uomini a disposizione e, soprattutto, equilibrata nei valori: chi entra non fa rimpiangere chi esce, come si è visto a San Pietroburgo: «Chi è entrato ha fatto ciò che mi aspettavo. Le riserve devono avere la testa giusta, a cominciare dall’atteggiamento in panchina. Devono mettersi a disposizione: si gioca ogni tre giorni, i cinque cambi intorno al 60′ rendono diverse le partite. All’inizio li conoscevo meno, ora sono più agevolato ma è merito loro: danno un contributo importante». Il tutto per una Juventus differente, come diceva Bonucci, rispetto a quando c’era Cristiano Ronaldo: «Quando hai uno come CR7, che fa 30 gol a stagione, è normale che la squadra si appoggi su di lui,. Partito lui, ognuno ha più responsabilità, si deve cercare il gol con più gente possibile. Con l’Inter servirà grande attenzione difensiva, loro sono forti fisicamente e tecnicamente, in uno stadio che spingerà molto. Non voglio mettere le mani avanti: per me resta la favorita allo scudetto. Noi dovremo essere lucidi, dei killer quando abbiamo palla». LEGGI TUTTO

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    Juve, la difesa c'è. Ecco chi deve incidere di più

    TORINO – Il nuovo coro: fino alla fine… del campo! Un coro, peraltro, che non è esattamente intonato con voce celestiale da Massimiliano Allegri. Quanto semmai sbraitato contro i malcapitati di turno: vuoi in partita, vuoi in allenamento. Essì perché i progressi – netti – visti finora nelle prestazioni bianconere si fermano per lo più alla trequarti del rettangolo di gioco. La squadra è indubbiamente più compatta, organizzata, solida, all’altezza della situazione (e delle situazioni: la più svariate) in fase di non possesso palla. Dopo un avvio di stagione in cui i gol subiti sgorgavano fluidi come l’acqua nelle grondaie, il tecnico bianconero è riuscito ad impermeabilizzare la porta di Szczesny. I dati sono emblematici e inequivocabili: porta inviolata nelle ultime quattro partite consecutive, tra campionato e Champions League. Zenit San Pietroburgo, Roma, Torino e Chelsea andando a ritroso nel tempo. Non esattamente squadrette e/o palcoscenici minori. Altro che i 10 gol subiti nelle prime 7 partite. […]

    Juve, cosa c’è da migliorare

    […] Dal generale al particolare, previa opportuna sollecitazione di Claudio Marchisio in versione intervistatore: «Solo Dybala può darci quella qualità in più che ci manca negli ultimi 30 metri? Beh, no… Dybala indubbiamente in quelle situazioni è abile tra le linee e sa fare la differenza, ma devono e possono migliorare anche gli altri. E’ questione di gestione della palla e di scelte. Devono migliorare Kulusevski, Bernardeschi, lo stesso Chiesa deve essere più bravo ad andare tra le linee, a giocare più pulito tecnicamente. Bisogna lavorarci e migliorare». La chiosa di Allegri era stata la seguente: «Il fatto di avere vinto giocando male contro il Malmoe, rappresenta la combinazione perfetta per presentarsi con le giuste motivazioni e i giusti stimoli alla partita contro l’Inter, che dovremo giocare alla perfezione». Insomma, il messaggio appare teso a stuzzicare l’orgoglio dei succitati.

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    Zenit-Juve, la probabile formazione di Allegri: ritornano De Ligt e Morata

    TORINO – C’è anche Matthijs De Ligt nella Juventus di Champions League. Massimiliano Allegri ha recuperato il difensore olandese, assente contro la Roma per un fastidio muscolare. Così stasera toccherà all’ex Ajax fare coppia con Leonardo Bonucci nella sfida in casa dello Zenit (Chiellini va in panchina) che può avvicinare i bianconeri agli ottavi. E se a sinistra toccherà ad Alex Sandro, a destra sarà ballotaggio tra Danilo e Mattia De Sciglio, in gran forma come ha dimostrato nel big match contro i giallorossi.Guarda la galleryJuve, l’operazione Zenit è partita con il buonumore: Allegri è sereno LEGGI TUTTO

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    Allegri contro Mourinho: storia di un rapporto polemico

    Non è che se le siano mandate a dire, ai tempi, Massimiliano Allegri e José Mourinho. Anzi… A partire dalle uniche due stagioni vissute nello stesso campionato (Serie A 2008-09 e 2009-10) c’è stata una escalation di frecciate che manco durante una gara di tiro con l’arco. E poco ha inciso il fatto che inizialmente uno allenasse l’Inter e fosse già Special mentre l’altro avesse appena debuttato in massima serie con il Cagliari: zeru timori reverenziali e tanta personalità. Casus belli fu l’assegnazione della Panchina d’Oro 2008-09 ad Allegri, commentata in maniera sibillina dal portoghese: «Io sono contento di aver vinto il premio dato dai giocatori agli Oscar del calcio. Quanto ai voti degli allenatori, il fatto che io abbia preso 6-7 preferenze è la vera sorpresa positiva…». Allegri non è che la prese proprio sul ridere: «Forse lui che allena l’Inter ed è sempre sotto i riflettori è tenuto a commentare tutto. Ma per farmi innervosire di battute ne deve fare un bel po’, perché per farmi perdere la pazienza ce ne vuole…». Poi ancora, negli anni. Con Allegri fresco scudettato al Milan che, sia pure in un contesto scherzoso come una intervista alle Iene, nel 2011, si lasciò andare: «Ogni tanto è patetico, ripete sempre continuamente le stesse cose e diventa banale. È molto bravo, ma dietro la sua arroganza nasconde delle insicurezze». Scintille anche sul calciomercato, con Mourinho allenatore del Chelsea che bacchettava il tecnico allora juventino: «Allegri ha parlato per tutta l’estate di Ramires e Oscar, ma io non parlo dei calciatori della Juve». Siamo nel 2015.

    Allegri-Mourinho, tra passato e presente

    Fino ai tempi più recenti. L’ultima volta che Mourinho s’è affacciato all’Allianz Stadium allenava il Manchester United. […] E al termine di una partita stranissima, vinta 2-1, si regalò al fischio finale il gesto dell’orecchio. […] Prepariamoci, allora. Pop corn in mano e sguardo attento. Ne vedremo delle belle in campo, durante Juventus-Roma. Ma magari delle belle ne sentiremo anche. Prima o dopo…

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    Juve, la tabella di Allegri: a novembre in zona Champions

    TORINO – Andiamo per ordine. Addì 21 settembre. Posto nelle condizioni di commentare l’imbarazzante classifica (Juventus penultima con soli 2 punti fatti in quattro turni), Massimiliano Allegri alias l’Oracolo di Livorno, aveva didascalicamente chiosato: «Cominciamo a provare a battere lo Spezia, è uno scontro salvezza». Per la cronaca, la Juventus s’era poi imposta 3-2 in casa dei liguri. Subito dopo il match, rimirando una classifica che a quel punto vedeva la Juventus al 13° posto in classifica (5 punti, 8 in meno di Inter e Milan) il tecnico toscano aveva sintetizzato così la  situazione: «Ok, bene. Bisogna fare il nostro percorso. Abbiamo vinto uno scontro salvezza e ora dovremo vincere una partita contro una squadra pari punti con noi come la Sampdoria. E magari  faremo un altro passettino in avanti». Per la cronaca, anche questa volta, la Juventus s’era poi imposta con il punteggio di  3 gol a 2, in casa contro i liguri. Era così riuscita  a scollinare la parte sinistra della classifica per la prima volta dall’inizio del campionato: 8 punti, nono posto. Terza tappa della rinascita, la partita contro il Toro. […]

    Il piano di Allegri

    […] E  dunque, nello specifico,  ha chiesto alla squadra di focalizzare energie e concentrazione sull’obiettivo di giungere alla sosta  di novembre tra le prime  quattro in classifica (o giù di lì: quantomeno in zona Europa, via, ché all’inizio le cose s’erano messe proprio male. Calendario alla mano, dopo la prima vittoria in  campionato sospirata a lungo e dopo la prima vittoria allo Stadium, anco più agognata, Allegri punta al primo successo in un big match di Serie A da che ha ripreso la guida dei bianconeri. C’era andato vicino contro il Milan, a dire il vero, ma nel finale i suoi hanno subìto  il classico contraccolpo. Alla ripresa, dopo questa sosta, le occasioni per provare a  rifarsi non mancheranno: pronti via, domenica  17, c’è la Roma (ora giallorossi a + 4) allo Stadium e subito dopo, domenica 24, ecco la trasferta a San Siro contro l’Inter.

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    Juve, la Continassa non è più un deserto

    TORINO – Non è tanto nei numeri  (16 contro i 17 di settembre) quanto negli uomini e negli impegni la differenza sostanziale tra la sosta di un mese fa rispetto a quella attuale. Oggi pomeriggio, quando la Juventus si ritrova alla Continassa per riprendere gli allenamenti senza i nazionali, Massimiliano Allegri potrà contare su un uomo in più: perde Aaron Ramsey, che non era stato convocato un mese fa perché infortunato mentre adesso è volato in Galles, ma può lavorare con Paulo Dybala, che sta smaltendo i problemi muscolari e sarà disponibile per la sfida di domenica 17 contro  la Roma. Oltre alla presenza della Joya, che si è risparmiato un trasferta in Sudamerica, c’è pure quella di Alvaro Morata: anche luisi è infortunato contro la  Sampdoria,  è  stato costretto a saltare Chelsea e derby, ma sarà difficile già vederlo in campo con i  compagni perché ha avuto un guaio più serio rispetto all’argentino e gli serve più tempo per rientrare in  squadra. Sullo stesso argomentoChi, dove e quando giocano: tutti i calciatori della Juve impegnati in NazionaleJuventus

    Juve, i giocatori a disposizione di Allegri

    Dopo il doppio successo di Champions e campionato, in cui Allegri ha superato se stesso nell’inventarsi una formazione senza i due attaccanti titolari, il tecnico può così  riabbracciare la Joya, insieme con Perin, Pinsoglio, De Sciglio, Rugani, Luca Pellegrini, che erano rimasti a Torino anche nella scorsa sosta. A loro però si uniscono Arthur e Kaio Jorge: a settembre  erano in infermeria, adesso sono rientrati, l’attaccante per pochi minuti nel derby contro il Torino, ricevendo anche i complimenti di Allegri, il centrocampista in panchina, in attesa del debutto stagionale. […] Insomma, il centro sportivo bianconero non sarà in questa settimana di pausa il solito deserto, anche se Allegri farà affidamento su qualche giovane della Primavera almeno per le partitelle.

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    Guarda la galleryDa Chiesa a Locatelli, è di nuovo Ital-Juve in Nations LeagueTuttoSport.fun, gioca gratis, fai il tuo pronostico e vinci! LEGGI TUTTO

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    Allegri se la gode ma la rivoluzione non è ancora finita

    Come fa a non godersela, Massimiliano Allegri? Poteva essere una settimana d’inferno, senza Dybala e Morata, con il Chelsea campione d’Europa e i pericolosi spigoli del derby contro Juric, si è trasformata in una settimana trionfale, con due successi di agonismo e sacrificio che hanno restituito un’identità morale alla squadra. La Juventus svagata di inizio campionato è diventata una Juventus spietata, che si difende bassa con disinvoltura anche contro i campioni d’Europa rinforzati da Lukaku.

    «E’ la Juventus di Allegri», si dice, con riferimento all’atteggiamento difensivo della squadra e ai due 1-0, risultato da sempre celebrato dal tecnico livornese, che infatti si gode, e tanto, anche quello. Ma non è ancora la sua Juventus, per lo meno non è la Juventus che lo soddisfa ancora del tutto.

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    Le fondamenta della Juve di Allegri

    Queste, nei suoi piani, sono le fondamenta della sua Juventus, una squadra che non può concedere un gol agli avversari per venti partite di seguito e che se va in vantaggio deve saperlo difendere contro qualunque avversario, mantenendo concentrazione e attenzione. «Sia per 10 minuti o per 70’», ha spiegato venerdì, sgomberando il campo dall’ipotesi che la sua Juventus sia una squadra che tatticamente si comporta come contro il Chelsea. La sua Juventus, quella che ha in mente, è una squadra che deve saper giocare anche in quel modo, ma non solo in quel modo.

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