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    Torino, con la qualità si vince. Il problema è che entra tardi…

    INVIATO A EMPOLI – La qualità fa la differenza e il Toro riesce a evitare la sconfitta quando Juric cambia la faccia alla formazione innestando Miranchuk, Sanabria e Lukic. Da 2-0 per l’Empoli a 2-2 tra l’82’ e l’85’, con un palo preso dal russo giusto al 90’ (e in precedenza aveva già colpito un legno anche Ricci, ex dei toscani, autore di un secondo tempo splendido per efficacia e qualità). Se i granata avessero vinto non avrebbero rubato nulla, nel conteggio complessivo delle occasioni create. Resta una rimonta tonificante in vista del quarto di finale di Coppa Italia a Firenze.

    Empoli-Torino 2-2: tabellino e statistiche

    Primo tempo a passeggio…

    Il Torino si è allenato per 45 minuti, i primi, con un minimo di turnover adottato da Juric (dentro Seck, Radonjic e Bayeye per Sanabria, Miranchuk e Singo): un po’ per tattica specificatamente anti-Empoli, un po’ per evitare di sprecare troppe energie in vista dei quarti di Coppa Italia. Non inevitabile, ma quasi, che potesse combinare poco davanti e poi prendere un gol davanti a un Empoli più manovriero e portato alla corsa, pur quasi sempre controllato dallo schieramento corto dei granata. Cosa che infatti è capitata nell’unica situazione in cui una disattenzione in marcatura si è materializzata (37’): allorché un angolo battuto alla perfezione da Marin sul primo palo ha visto un solitario Luperto scattare da dietro (immobile Ricci, inizialmente vicino al difensore) e bruciare Rodriguez di testa in anticipo, con Milinkovic-Savic stecchito a metà strada.

    …secondo tempo di corsa

    La qualità fa la differenza nella ripresa, anche se dopo un palo di Ricci e un miracolo di Vicario su un tiro a giro di Miranchuk l’Empoli trova all’improvviso il classico golaço con Marin (un missile forse leggermente deviato da Schuurs all’incrocio). Gli ingressi del russo, di Sanabria e di Lukic trasformano comunque il Toro, progressivamente: i granata dominano il possesso, al 37’ l’ex Ricci sublima il suo ottimo secondo tempo con un tocco volpino in area riaprendo la partita e appena 3’ dopo Sanabria con un tiro da fuori firma il 2-2. L’Empoli, già da un po’ alle corde, rischia di crollare definitivamente, ma viene salvato ancora da Vicario (parata ancora su Ricci) e poi da un altro palo preso da Miranchuk col suo sinistro al solito vellutato. Curiosità, per concludere: Sanabria, autore del 2-2, aveva segnato con la maglia del Genoa 4 anni fa, anche all’epoca il 28 gennaio qui a Empoli, la sua prima rete in A.   LEGGI TUTTO

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    Torino, Juric ritrova le frecce

    TORINO – Juric ritrova le frecce. Vero che colui che fin qui ha complessivamente avuto il rendimento migliore – sorprendendo per continuità e qualità delle prestazioni – cioè Lazaro, è fermo e ne avrà ancora per un po’ (ipotizzabile rivederlo in campo tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo), ma tra quanto si è visto a Firenze e la notizia del ritorno in gruppo di Ola Aina il tecnico granata può ora sentirsi tranquillo.

    Il tempo di Aina

    Tanto che Bayeye, il co-protagonista dell’ottavo di finale di Coppa Italia vinto contro il Milan, potrà comunque essere mandato a giocare: la Reggina di Pippo Inzaghi lo aspetta a braccia aperte. L’ex del Catanzaro, da dove Vagnati lo ha prelevato dopo un convincente campionato in Serie C, non è stato impiegato né con lo Spezia né a Firenze, a differenza di Adopo, il match-winner di San Siro che al Franchi contro i viola ha avuto un importante ruolo da incontrista. Per la gara contro l’Empoli di sabato, e in considerazione della buona gara disputata da entrambi – da Vojvoda, autore dell’assist per il gol di Miranchuk, più ancora che da Singo – è presumibile toccherà di nuovo all’ivoriano a destra con il kosovaro a sinistra. Anche perché Ola Aina, che potrebbe tornare in campo per uno spezzone di partita, avrà bisogno di un paio di settimane, prima di trovare una buona condizione. Quella necessaria per interpretare il ruolo di esterno di centrocampo nell’atleticamente dispendioso 3-4-2-1 di Juric.

    Urgenza rinnovi

    Aina che resta intanto con il contratto in scadenza nel ’23, con Voivoda che invece in questo momento andrebbe a interrompere il rapporto con il Torino nel 2024. Una di quelle situazioni denunciate dall’allenatore croato alla vigilia della vittoria di Firenze. «Sui rinnovi e sui riscatti la situazione è complessa e difficile, ma può essere affrontata», diceva auspicando che alle parole del giovedì precedente – quello dell’incontro a Milano con Cairo e Vagnati con la condivisione delle intenzioni – seguano adesso i fatti. Ebbene il rinnovo di Voivoda, con il serio rischio di perdere Aina a parametro zero (prospettiva certa in assenza di una cessione nel gennaio in corso o di un prolungamento da qui all’estate), deve essere chiuso entro la fine della stagione. LEGGI TUTTO

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    Torino, Bayeye in 9 minuti ha convinto tutti. Non andrà alla Reggina

    TORINO – Brian Bayeye conosce i sacrifici e il sudore. Le rincorse, per guadagnarsi il calcio che conta, e la felicità racchiusa nel momento in cui l’esterno ha servito il pallone al compagno Adopo nel secondo tempo supplementare degli ottavi di Coppa Italia contro il Milan. «Ce lo siamo meritati – ha detto il francese nel post partita -. Con Adopo siamo contenti di essere qua, io sono contento dell’assist. Speriamo di arrivare fino alla fine in Coppa Italia. Ho imparato tanto da quando sono qui, arrivo dalla Serie C quindi mi ci vuole un po’ di tempo per abituarmi e inserirmi, ma siamo un bel gruppo». A San Siro ha corso più forte che poteva, il ventiduenne francese, come del resto ha fatto per tutta la sua (ancora giovane) carriera. Partenze, stop e ritorni, fino alla prestazione di Milano che gli varrà la permanenza al Torino. Dopo la vittoria di mercoledì, infatti, nel summit post partita con la dirigenza Ivan Juric ha ribadito la volontà di trattenerlo, chiudendo al prestito alla Reggina che lo aveva richiesto nei giorni scorsi e con cui c’era un’intesa di massima. E così Bayeye, che finora ha disputato solo 16 minuti in Coppa Italia, potrà giocarsi le sue carte anche in Serie A.Guarda la galleryLe pagelle di Milan-Torino: Milinkovic sembra Garella, Leao-Giroud flop

    Cosa ha detto l’agente

    «Sono molto contento per Brian – ha detto il suo agente Vincenzo Pisacane -. Ero sicuro che quando gli si fosse presentata l’occasione avrebbe dato il suo contributo. Non è stato facile stare seduto così tanto tempo a guardare gli altri giocare, ma sono sicuro che questa cosa l’abbia migliorato sotto l’aspetto caratteriale. La cosa di bella di Brian è che, anche se ha vinto alla Scala del calcio, per lui è stato come se stesse giocando al campetto sotto casa». E a proposito di campi di periferia, Bayeye ne ha calcati tanti a Parigi, dove è nato e cresciuto prima di approdare nel settore giovanile del Troyes. Nel 2019 è arrivato in Italia, in Serie C al Catanzaro: le difficoltà incontrate dal calciatore hanno convinto la società giallorossa a prestarlo al Carpi, ma il ritorno in Calabria, e il conseguente incontro con il tecnico Vincenzo Vivarini, gli hanno cambiato la vita e la carriera. «Quando sono arrivato a Catanzaro – ha detto Vivarini – veniva da un periodo in cui aveva giocato poco. Nonostante questo ho intravisto in lui le qualità tecniche, fisiche e mentali che poi ha dimostrato di avere. La prestazione contro il Milan, al cospetto di giocatori come Theo Hernandez e Leao, è un altro tassello nella sua carriera. Ha dimostrato che a quei livelli ci può stare. Mi aspettavo che potesse giocare prima, perchè è un giocatore pulito e dalla grande personalità».

    Aspetta l’esordio in campionato

    Da dicembre 2021 a giugno 2022, in 6 mesi al Catanzaro l’allenatore ha plasmato l’esterno, permettendogli di diventare tra i migliori della categoria, con tanto di soprannome “Frecciarossa”. «Bayeye è bravissimo negli spazi e lo ha fatto vedere a San Siro, ma se la cava bene anche nello stretto. Quello che mi ha sorpreso contro il Milan è stata la qualità nell’assist ad Adopo: si vede che è migliorato rispetto alla scorsa stagione. Lo sento spesso al telefono, ci confrontiamo e io gli dico sempre che si trova in una grande società, con un grande allenatore come Juric, e che deve avere pazienza. Gli manderò un messaggio per complimentarmi». Bayeye, dunque, aspetta ancora di esordire in campionato, ma la permanenza blindata al Torino e il recente infortunio di Lazaro potrebbero spalancargli presto le porte della Serie A. «Ogni allenatore ha le sue prerogative nel ruolo – ha concluso Vivarini. Se fossi il tecnico del Torino il mio vice Singo sarebbe Bayeye. Ma se Juric non lo ha mai schierato in campionato magari lo vede ancora un po’ acerbo. Sono valutazioni personali. Conosco bene il ragazzo e so che merita quello che sta facendo. Mercoledì ha dimostrato anche a Juric che quel ruolo lo può fare anche in campionato». LEGGI TUTTO

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    Bava: “Adopo vale 7 milioni”

    TORINO – L’azione è di quelle destinate a rimanere impresse, a essere guardate e riguardate dai tifosi granata: il Toro a San Siro è in inferiorità numerica ed è messo a protezione di Milinkovic-Savic per puntare ai calci di rigore. A 6’ dal 120’, però, ecco arrivare il contropiede dei protagonisti che non ti aspetti – ma che non sorprendono – e che lancia ai quarti di finale il Torino: Bayeye scatta sull’out destro e centra un pallone perfetto per Adopo che, seguita l’azione, da pochi passi infila Tatarusanu. Milan eliminato davanti a 40mila spettatori e granata che ai quarti se la vedranno contro la vincente di Fiorentina-Sampdoria.

    Cairo ringrazia Bava

    Di Adopo parla il suo scopritore, Massimo Bava. Qui proponiamo un concetto espresso dall’ex responsabile del settore giovanile e poi direttore sportivo del Torino (il resto dell’intervista sull’edizione cartacea di domani di Tuttosport): «Se trovi l’amante del pezzo la valutazione può anche essere più alta, ma comunque Adopo ora come ora vale non meno di 6, 7 milioni. Nel 2018 lo presi dal Torcy per 150 mila euro», ricorda Bava. LEGGI TUTTO

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    Toro, Cairo: “Vi racconto perché ho abbracciato così Juric”

    TORINO – Il Toro vince, coltiva e firma un’impresa a San Siro, elimina dalla Coppa Italia i campioni d’Italia del Milan (sconfitti per la seconda volta in stagione dai granata), si qualifica ai quarti di finale e all’improvviso Urbano Cairo torna a parlare. Lo ha fatto alla trasmissione “Tutti Convocati” su Radio24: “E’ stata una grande gioia, ieri siamo stati troppo contenti tutti. Dopo la partita sono andato nello spogliatoio e ho fatto i complimenti a tutti. In 10 ci siamo un po’ abbassati, ma non rinunciando a giocare. Abbiamo avuto varie occasioni e abbiamo strameritato il passaggio del turno. Siamo felici. Con il Milan abbiamo fatto buone cose nel passato recente. A partire da quando vincemmo due volte in campionato quando c’era ancora Mazzarri. Anche con l’Inter qualche buon risultato lo abbiamo fatto”.

     

    L’AUTOELOGIO – Noi abbiamo fatto dei buoni campionati, siamo in A dal 2012-2013, quindi ininterrottamente da dieci anni, mentre nei dieci anni precedenti prima di me il Toro era stato 6 anni in B e 4 in A con 3 retrocessioni. Da quando ci sono io, invece, sono arrivati tanti noni e decimi posti. Non male. Adesso siamo nelle condizioni in cui ci piacerebbe fare qualcosa in più, abbiamo un mister bravo che riesce a ricavare il massimo da tutti e dai giovani soprattutto. Su Bayeye ieri si sono visti i risultati del lavoro di questi mesi: è lui che ha fatto l’assist per il gol di Adopo, altro giovane che è con noi da anni e che proprio a San Siro vinse la Coppa Italia con la Primavera”.

     

    L’ELOGIO DI JURIC – Poi le parole specifiche su Juric: il presidente vorrebbe che l’allenatore rinnovasse il contratto in scadenza nel 2024, ma il tecnico prende tempo in attesa di garanzie (ambizioni, mercato).“Juric ha carattere e quando si ha un certo tipo di carattere è qualcosa di importante. Gli ha consentito di creare un buon clima, una bella squadra vogliosa, che lotta per recuperare palla e lo fa nella metà campo avversaria. Con lui c’è un bel rapporto, ieri ci siamo abbracciati con un abbraccio affettuosissimo. L’imprenditore spinge i suoi collaboratori a fare meglio, ma è bello anche avere collaboratori che spingono sempre di più a loro volta. Juric lo seguivo da quando era a Verona, avevo provato a prenderlo già dopo il primo anno lì, ma lui volle rimanere per ultimare il progetto che aveva costruito a Verona. Mi piaceva molto il tipo di gioco di Juric e quindi gli ho fatto la corte per un anno, alla fine l’ho preso. Adesso ci godiamo questa vittoria, ma poi dobbiamo pensare subito a domenica contro lo Spezia, è una partita importante per poter dare continuità”. LEGGI TUTTO

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    Torino, contro il Monza ballottaggio Bayeye-Adopo

    TORINO – Per il debutto in campionato, sabato a Monza, Ivan Juric dovrà fare i conti con una situazione di emergenza in difesa. Alessandro Buongiorno, schierato centrale contro il Palermo, deve infatti scontare un turno di squalifica che si porta dietro dalla scorsa stagione. In un ruolo dove l’allenatore non ha più Bremer e dove non c’è neppure Izzo – per il momento fuori dal progetto tecnico insieme con Simone Verdi, Simone Zaza, Simone Edera, Vincenzo Millico e Krisztofer Horvath – le uniche soluzioni possibili sono rappresentate da Brian Adopo e Michel Bayeye. Juric sta valutando se schierare Adopo centrale con Koffi Djidji a destra oppure puntare sul nuovo acquisto arrivato dal Crotone (provato in questa posizione dieci giorni fa nell’amichevole di Nizza) lasciando l’ivoriano in mezzo. La sola certezza, al momento, è rappresentata da Ricardo Rodriguez a sinistra. LEGGI TUTTO

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    Toro: più giocatori che tifosi a Bad Leonfelden

    Primo giorno di ritiro a Bad Leonfelden per il Toro di Juric. Con più giocatori – 32, 8 dei quali senza esperienza in A (compresi Radonjic e Bayeye) cui si aggiungono i tanti con le valigie in mano – che tifosi: una decina in tutto, i medesimi. Un po’ malinconico, pensando alla dispersione di un affetto che era smisurato e che ora va ritrovato. Certo, anche la distanza non aiuta: Bad Leonfelden non è nella parte austriaca prossima all’Italia, ma quasi al confine con la Repubblica Ceca. Dopo una fase di attivazione muscolare in palestra, i granata si sono dedicati a una serie di esercitazioni sul campo secondario, seguite da lavori su possesso palla, uscita dalla difesa e scambi al limite dell’area, chiusi con conclusioni in porta. Da segnalare che Zaza, per il quale si cerca squadra, non si è allenato con il resto del gruppo. Domani la seconda giornata di allenamenti: a porte chiuse la mattina (a meno di nuove, differenti decisioni), quando Juric si dedicherà alle prove tattiche in vista del test di venerdì contro l’Eintracht Francoforte, aperto al pomeriggio. LEGGI TUTTO

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    Bayeye: «Toro, sono pronto»

    TORINO – Dopo l’intensa giornata di lunedì – quando è arrivato a Torino, si è sottoposto alle visite mediche e ha firmato il contratto che lo lega al Torino per quattro anni – Brian Bayeye si racconta svelando il grande entusiasmo con cui inizia questa nuova e importantissima avventura: «Sono felicissimo di essere qui. Non vedo l’ora di scendere in campo e mettermi a disposizione. Io ho cominciato a giocare a calcio a dieci anni, poi sono andato nella Serie B francese e successivamente al Catanzaro, dove sono rimasto per tre stagioni con una parentesi al Carpi. È stata una bella esperienza: la squadra era forte (ha perso la semifinale dei playoff con il Padova, n.d.r.) e io sono riuscito a fare bene». Il francese nel 3-5-2 del Catanzaro di Vivarini giocava esterno destro di centrocampo: «La mia migliore dote è la corsa, ma penso di avere anche un po’ di tecnica. Sono un esterno e amo percorrere tutta la fascia. Juric mi piace perché vuole giocare con gli esterni alti e quindi le sue squadre sono sempre portate ad attaccare. Forza Toro!». LEGGI TUTTO