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    Addio Anna Cataldi, ex moglie di Cairo

    TORINO – Lutto in casa Toro. Tutta la società granata si è stretta intorno al presidente Urbano Cairo per la scomparsa della sua prima moglie Anna Cataldi (per lei fu il secondo matrimonio, dopo quello con Giorgio Falck).
    Anna Cataldi: giornalista, ambasciatrice di pace e missionaria
    Nata a Torino il 14 novembre 1939, era una giornalista e scrittrice che ha avuto l’onore di diventare ambasciatrice di pace per le Nazioni Unite nel 1998, su nomina di Koffi Annan. Le sue missioni umanitarie sono state molteplici: Bosnia, Afghanistan, Pakistan, Cecenia, Angola, Ruanda, Sudan e Somalia sono alcuni dei luoghi in cui ha lasciato tracce indelebili. La Cataldi si è inoltre dedicata anima e corpo alla lotta contro la tubercolosi nel momento in cui è diventata ambasciatrice mondiale della sanità. In questo periodo stava scrivendo un libro sul fondatore della Croce Rossa Henry Dunant. Ha avuto il merito, infine, di rivelarsi decisiva per la messa in onda del film da sette Oscar “La mia Africa” del 1985, del quale fu produttrice associata.
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    Toro, 16° anno di presidenza per Cairo: rabbia per la celebrazione

    TORINO – Il tifoso del Toro si sveglia, piglia il caffè, dà una scorsa alle notizie per vedere che nella notte non sia scoppiata la Terza Guerra Mondiale, poi parte a scandagliare il web in cerca di news granata, possibilmente confortanti. E subito ne scopre una che lo lascia di stucco: il Toro entra nelle scuole! Il club ha infatti avviato un progetto che prevede una serie di iniziative tese a farsi finalmente (ri) conoscere da bambini e ragazzini e a contenere almeno in parte i danni prodotti da anni e anni di anonimato, negatività, prese per i fondelli prima, durante e dopo le lezioni. Manco il tempo di metabolizzare la bella notizia, però, e subito la colazione va di traverso. Guarda la galleryTorino, Vagnati presenta Pjaca e Pobega
    Tifosi anti Cairo
    Ieri il presidente festeggiava (si fa per dire) i 16 anni di proprietà granata. (…) Perché intorno alle 15.30, davanti alla stessa terrazza del Comune dal quale 16 anni fa Cairo raccoglieva applausi e arringava la folla in piazza Palazzo di Città, sono stati appesi striscioni non bisognosi di interpretazione. Dal classico “Cairo vattene” allo slogan “Non contestiamo il Toro ma una società senza decoro”; dall’immancabile nanetto dileggiante alla rima “A Papa Urbano eri eletto, ora fai come Papa Benedetto”, con allusione all’auspicata uscita di scena; dal tifo per Blackstone a epiteti che fanno rima con balcone. Chiamate da qualcuno che in Municipio si era allarmato per il piccolo assembramento operativo di una trentina di persone, pensando anche alla gravidanza della sindaca, le forze dell’ordine hanno presto verificato la liceità della pacifica manifestazione. Che, a sentire i rumors, non mancherà di far germogliare a breve ulteriori semi del malcontento popolare.
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    Torino, con il colpo Brekalo c’è più qualità ma rimane incompiuto

    TORINO – Sette acquisti, la maggior parte dei quali confezionati negli ultimi quattro giorni di mercato: venerdì era arrivata l’ufficialità del prestito secco di Pobega, quindi lunedì un improvvisamente attivissimo Vagnati ha chiuso per Zima e Praet, per poi dedicare l’ultima giornata alla definizione dell’operazione Brekalo. Ingressi che si aggiungono a quelli di Berisha, Warming e Pjaca: il primo è un paracadute per Milinkovic-Savic, il secondo per ora un ufo, il terzo deve ancora rivelarsi.Guarda la galleryTorino, Brekalo firma e posa con la maglia granata

    Le spese e gli incassi di Cairo

    Per riepilogare la formula delle varie operazioni, Pobega è arrivato in prestito secco (una operazione che potrà avere, anzi visto il mancato arrivo di Amrabat dovrà avere un importante peso tecnico, a centrocampo, ma che dal punto di vista strategico ha urtato non poco Juric. Il tecnico potrà farlo rendere al meglio, ma a beneficiarne a fine stagione sarà esclusivamente il Milan). Warming è invece stato prelevato dal Lyngby per 800 mila euro, mentre un investimento della metà (0,4 milioni) è servito per prendere Berisha dalla Spal. Pjaca, per chiudere, è approdato pure in prestito con diritto di riscatto (accordo con la Juve a 6,5 milioni). In definitiva il conto – se circoscritto a questa sessione di mercato, quindi a prescindere dai diritti che Cairo (ieri nuovamente contestato attraverso uno striscione sotto la sede del club) potrà o meno esercitare al termine della prossima stagione – porta il totale delle spese a 7,2 milioni. A fronte di incassi per 16,5 milioni. Il mercato in entrata può ritenersi abbastanza positivo, con l’eccezione della mancanza di un centrocampista di sostanza da affiancare a Mandragora (…). Così non si può dire per le uscite. (…)

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    Guarda la galleryGonzalez e Vlahovic affondano il Torino: vince la FiorentinaTuttosport League, iscrizioni aperte: schiera la tua formazione, vinci viaggi in Europa e buoni Amazon. Partecipa, è gratis! LEGGI TUTTO

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    Toro, la resa dei conti: Juric anti Cairo per i tifosi in tilt

    TORINO – Ma guarda un po’: la stragrande maggioranza dei tifosi si è scoperta completamente rapita e in parte appagata dalle denunce (calcisticamente, concettualmente inappuntabili) di Ivan Juric in merito alle sconcertanti politiche societarie di Urbano Cairo e all’imbarazzante mercato di Davide Vagnati. L’avreste mai detto? Eppure, a leggere i giornali di proprietà del presidente/editore, va sempre tutto ben madama la marchesa di Masio. Vero, ci sono anche quelli poco convinti dagli sfoghi del croato – di colpo caduto dal pero granata dopo un avvio all’insegna delle larghe intese e degli ammiccamenti verso la società che lo aveva ingaggiato per due milioni l’anno («non ero abituato a tutto questo lusso»: do you remember?) e che temono si tratti dell’ennesimo teatrino degli orrori – ma dall’altra notte una cosa è certa: il re Urbano adesso è nudo, al di là dei suoi ricorrenti selfie in stile tipo da spiaggia.Guarda la galleryGonzalez e Vlahovic affondano il Torino: vince la Fiorentina

    La resa dei conti

    La verità è che siamo alla resa dei conti. Da un lato viene da dire GIÀ, stante che Juric è arrivato da tre mesi, dall’altro FINALMENTE, considerato che Cairo è Cairo da 16 anni. Ora, pretendere – come molti vorrebbero – che l’allenatore si dimettesse è obiettivamente troppo, in questo calcio e in questo mondo. (…) Pensare invece che sia Cairo a licenziarlo per insubordinazione è poco plausibile: per via dello stipendio che percepisce (e a libro paga c’è ancora Giampaolo, eh) e perché, ricordando gli sbrodolamenti di elogi presidenziali di tre mesi fa, vien da pensare che ci sia un limite anche alla faccia di bronzo. Ma forse no, vai a sapere. Sensazione è che vi sia la speranza/convinzione – in questi ultimi giorni di mercato, quando le situazioni e i prezzi spesso cambiano – di colmare in qualche modo carenze e appianare divergenze. (…)Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport

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    Toro-Cremonese, ai fischi Cairo scappa via

    TORINO – Afosissima, umidissima serata di Ferragosto. Un Toro insulso anche in 11 contro 10 per un’ora di gioco è riuscito a effettuare il primo vero tiro pericoloso in porta soltanto verso il 90’, incontrando poi un Carnesecchi in versione Superman (pure un rigore preso a Mandragora nell’extra time), ma soprattutto denunciando una pochezza di gioco e di ferocia agonistica spaventose: con, sabato, l’Atalanta in arrivo per il campionato, tra l’altro. Nel gioco non si è salvato nessuno. Anzi, sì, Rauti, il giovane attaccante, per come si è sbattuto al posto dell’infortunato Belotti (evanescente fino a quel momento) e pure per il suo rigore segnato, al dunque. E Singo, ma soltanto in alcune proiezioni offensive, perché dietro ne ha combinate parecchie anche lui. Non tre passaggi di fila azzeccati, e questo vale per tutti, contro una Cremonese (media Serie B) al contrario lucida, manovriera. (…)Guarda la galleryToro, Belotti ko in Coppa Italia esce sconsolato

    Cairo scappa via

    Cairo è scappato subito via, post qualificazione. «Ci sentiamo dopo al telefono»: a Vagnati nell’antistadio, salendo in auto. Ripetuti cori contro di lui, «vattene», «vendi» e via urlando. Di incitamento invece per Juric e i giocatori, con però anche fischi davanti a errori veramente… incredibili (e all’intervallo).

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    Cairo su Belotti si gioca la faccia in quindici giorni. Il patron vuole 35 milioni

    SANTA CRISTINA – Adesso i tifosi, spaventati, hanno in testa una sola cosa: il futuro di Andrea Belotti. Temono che il loro capitano, campione d’Europa, possa andarsene. E perderebbero l’unico legame che al momento li tiene ancora aggrappati al Toro di Cairo. Perché l’attaccante è il giocatore che più di tutti incarna lo spirito, da sempre battagliero, di questo club. La situazione è sempre di preoccupante instabilità, non ci sono svolte chiare e sicure che facciano tirare un sospiro di sollievo a chi continua a battersi e sbattersi per questi colori. È vero che ultimamente ci sono stati ripetuti contatti tra Vagnati e l’entourage del giocatore, ma sino ad oggi non si è arrivati a niente di concreto, in tema rinnovo. E il tempo passa inesorabile: nei primi giorni di agosto il Gallo, se nel frattempo non sarà stato ceduto, è atteso per l’inizio della preparazione al Filadelfia. (…)Guarda la galleryTorino al Filadelfia: Juric studia le mosse per la prossima stagione
    Cosa vuole Cairo e cosa offre la Roma
    Resta il fatto che nei prossimi 15 giorni il presidente Urbano Cairo proprio con Belotti si giocherà quel briciolo di credibilità che gli è ancora rimasta nei confronti dei tifosi. Se il Gallo dovesse essere ceduto, con che faccia il numero uno del Toro si presenterebbe? (…) Intanto Cairo, per portarsi avanti con il lavoro, ha fissato il prezzo del cartellino: 35 milioni che, comunque, in fase di trattativa possono anche scendere. Per 25/30 milioni, considerando che tra un anno non guadagnerà più niente, il patron potrebbe anche lasciarlo andare via. Ma se non arriverà la proposta giusta, dovrà cercare disperatamente di prolungargli il contratto. La Roma su richiesta di Mourinho è arrivata a offrire 15 milioni più 3 di bonus. Proposta respinta. Dalla Capitale studiano rilanci. (…)
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    Guarda la galleryIl Torino di Juric cresce: Zaza gol in partitella LEGGI TUTTO

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    Toro, la Maratona insiste: “Cairo vattene”

    TORINO – Il glaciale silenzio della non accoglienza ha fatto da cornice al primo giorno di lavoro del Torino di Ivan Juric. E ha permesso, tutto intorno al Filadelfia, di assorbire i rumori di una macchina che inizia a muovere i propri ingranaggi. Hanno rimbombato i palloni, certo, ma giusto a corredo di una fase di riscaldamento e di attivazione muscolare dopo tanto tempo lontano dal terreno di gioco. (…) Restrizioni e sparpagliamenti vari dei giocatori non hanno aiutato, è evidente, ma la mancata accoglienza – in tutta la sua indifferenza – suona peggio anche di una sana contestazione.
    Un messaggio per Cairo
    Come quella che ieri pomeriggio il presidente Urbano Cairo ha ribadito di non vedere intorno a sé durante la conferenza stampa di presentazione di Juric («Ho visto qualche camion vela in giro: sono anche folcloristici, ma a parte quelli non mi pare ci sia tutto questo dissenso»), curiosamente nello stesso momento in cui la Maratona affiggeva un eloquente striscione nel piazzale davanti al Filadelfia: «Cairo vattene». (…) Il conciso messaggio è stato nuovamente recapitato, ieri, anche e soprattutto sulla scorta degli accadimenti delle ultime settimane: i tifosi imputano oggi all’imprenditore alessandrino di aver avviato un processo di trasformazione del Torino in una succursale della Spal, società dignitosissima, ma mestamente retrocessa in Serie B appena un anno fa. Non soltanto: irrita un mercato che – eufemismo – stenta a decollare, mentre ha creato tangibili malumori nella piazza l’allontanamento degli ultimi, riconoscibili, cuori granata – da Bava a Comi – dall’organigramma del club. (…)
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