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    Maxi Lopez: “Milan, il mio rimpianto. Il Toro uno dei miei tre top club. E che scintille con Sinisa…”

    Il doppio ex: “Un’avventura intensa ma troppo breve. In futuro sogno mio figlio in maglia rossonera, è centravanti come me. Ibra è lo stesso di allora. Mihajlovic ce la farà anche stavolta” Prima o poi tornerà, perché l’ha promesso innanzitutto a se stesso. “Se penso al domani, visto come mi sono trovato in passato, il posto che ho scelto con la mia famiglia è l’Italia”. Ovvero Milano, dove ha ancora casa. L’oggi, invece, per Maxi Lopez è Londra, dove si è trasferito assieme alla compagna Daniela (Christiansson, 30enne modella svedese, che si occupa di sostenibilità ambientale) dopo aver smesso di giocare e dove “sto iniziando la seconda parte della mia vita. In Italia ci sono stato dodici anni, prima di tornarci voglio fare altre esperienze all’estero e qui sto finalizzando un bel progetto legato al calcio inglese”. A 38 anni Maxi è esattamente com’era a 25: un giramondo curioso e intraprendente, tanto da aver vestito le maglie di quattordici club diversi spaziando dal Sud America alla Russia. L’unico club con cui lungo la carriera ha rinnovato un contratto è il Torino, che domenica accoglierà il Milan, altra squadra in cui ha giocato, sebbene per soli sei mesi: “Come si dice in questi casi, un’avventura breve ma intensa…”. LEGGI TUTTO

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    Mou e il rumore dei nemici: si scontrava coi più grandi, ora insegue se stesso

    Un tempo i nemici di Mourinho erano Ferguson, Wenger, Guardiola, Messi, Ronaldo. Ora sono Bodo Glimt, Knutsen e l’erba finta Il rumore dei nemici, lo spessore dei nemici. La Roma è stata sconfitta per la seconda volta in stagione al Circolo polare artico in Norvegia, a Bodo, e José Mourinho se l’è presa con arbitro e guardalinee, un classico, e con il campo sintetico, da lui definito campo di plastica, probabilmente la causa primaria dell’infortunio capitato a Mancini. Al conto va aggiunta la lite da taverna tra il preparatore dei portieri romanista, Nuno Santos, e l’allenatore norvegese Knutsen. LEGGI TUTTO

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    Juve: Raspadori il dopo Dybala? Ecco perché è l’uomo giusto

    Tecnica e istinto, piedi fantastici e visione di gioco: il 22enne del Sassuolo è ancora in evoluzione e ha i numeri per essere l’uomo ideale accanto a Vlahovic Ma Raspadori può essere, davvero, l’alternativa a Dybala? Detta così – ed è il caso in cui il ragionamento non può essere sostituito da una risposta secca, sì o no – verrebbe quasi spontaneo rispondere con un sorriso. Ma davvero vuoi mettere un grande giocatore già affermato, che non a caso chiede otto milioni netti di ingaggio, con un giovane di ottime prospettive che deve però ancora dimostrare tutto? LEGGI TUTTO

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    Una squadra con la valigia: scudetto o no, ecco gli 11 che potrebbero lasciare l'Inter

    Con Handanovic diretto verso il rinnovo, resta nutritissimo il gruppo di sicuri partenti e giocatori a caccia di conferma: prima, però, tutti uniti per la seconda stellaSi potrebbero schierare in campo, con un 4-3-3 tutto esperienza. In casa Inter sono infatti 11 i giocatori che stanno per affrontare quelli che potrebbero essere gli ultimi 9 impegni (o 10, in caso di finale di Coppa Italia) della propria esperienza in nerazzurro. LEGGI TUTTO

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    Milan, Napoli o Inter? Ecco quanto vale vincere lo scudetto

    Le risorse dei diritti tv Serie A e Uefa vengono distribuite anche in base al piazzamento in classifica. Ci sono poi il gettone della Supercoppa e i bonus degli sponsor. Si sveliamo tutte le cifre in ballo Milan, Napoli e Inter si giocano lo scudetto, cioè la gloria e un gruzzolo di soldi. Quanti? Non un’enormità perché nel calcio globalizzato dei nostri tempi la differenza, economicamente parlando, la fa la Champions League. E, con i quattro posti assegnati all’Italia, tutte e tre le pretendenti al titolo 2021-22 hanno messo un’ipoteca sulla partecipazione alla prossima coppa. LEGGI TUTTO

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    Benitez: “Scudetto, il Napoli può farcela. Ho lasciato qualcosa di mio”

    L’ex allenatore dei partenopei: “Koulibaly, Insigne e Mertens sono giocatori importanti. All’Inter invece ho avuto meno tempo per legarmi”Rafa Benitez è arrivato in Italia nel 2010 per raccogliere un’eredità pesante: il Triplete dell’Inter. I suoi sono stati pochi mesi, agitati, in un complesso momento di transizione. Poi c’è stato il biennio al Napoli, dove i risultati ottenuti non si fermano ai trofei. Ha cambiato la dimensione del club, rendendolo credibile ai vertici della Serie A e in Europa. LEGGI TUTTO

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    Setti: “Il mio Verona è uno spettacolo. E con l’Inter non tremeremo”

    Il presidente:”Tudor è straordinario, Caprari e Simeone li volevamo da tempo. Il sogno? Vincere una Coppa. Lo scudetto? Io dico Napoli…”dal nostro inviato Fabio Bianchi8 aprile
    – VERONAGiorno frenetico e contradittorio nella sede del Verona, tra il dolore per la scomparsa della bandiera Emiliano Mascetti e la soddisfazione per la nascita della fondazione. Ma Maurizio Setti trova il tempo per parlare di calcio. “Credo che questa stagione sia la prima o la seconda – dopo il debutto in A – più bella della mia gestione. Come organizzazione di gioco, spettacolarità e risultati, di certo è la squadra più bella. Siamo molto contenti perché l’obiettivo l’abbiamo raggiunto molto prima della fine”. LEGGI TUTTO

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    Volata scudetto all'ultimo guizzo: Spalletti ha svoltato. Ora tocca a Inzaghi e Pioli

    Il tecnico del Napoli ha cambiato atteggiamento tattico per adeguarsi alle forze a disposizione, vedi Mertens “falso 9” in assenza di Osimhen. Ora tocca ai due rivali fare altrettantoTre squadre in cinque punti (o forse due se l’Inter vince il recupero con il Bologna) e soltanto sette partite alla fine. Se la Champions è la coppa dei dettagli, neanche questa volata scudetto scherza in quanto a particolari decisivi. Un passo falso può essere letale, un gol in più l’apoteosi. Le energie cominciano a mancare, gli infortuni si moltiplicano e sempre più spesso entrano in campo gli allenatori. LEGGI TUTTO