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    Inter, ecco il tesoretto di Marotta per dare l'assalto a Scamacca e Frattesi

    Tra risultati sportivi, botteghino e taglio agli ingaggi, la dirigenza nerazzurra pensa di trovare le risorse necessarie per finanziare i prossimi colpi di mercato Se le risorse scarseggiano, come accade un po’ a tutti in tempi di pandemia, diventa fondamentale saper lavorare di fantasia. Lo è soprattutto quando si parla di mercato, ambito in cui l’Inter ha dimostrato di sapersi muovere con destrezza grazie al lavoro dell’attuale dirigenza (non a caso in procinto di rinnovare fino al 2025). LEGGI TUTTO

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    Zaccheroni: “Milan favorito. Ma se la Juve non va sotto a centrocampo…”

    Il doppio ex sul big match: “I rossoneri ci metteranno più iniziativa, i bianconeri maggior equilibrio. Da Tonali-Locatelli a Ibra-Chiellini, quanti duelli decisivi” Ex allenatore di Milan, Juve ed Inter fra le altre, Alberto Zaccheroni è alla vigilia di una nuova esperienza. Stavolta è stato lui ad essere convocato: la Fifa lo vuole nello staff dei suoi analisti per il Mondiale per Club 2021, e così è in partenza per gli Emirati Arabi Uniti, dove la competizione si terrà fra il 3 e il 12 febbraio 2022. Prima però c’è una sfida che per forza di cose per lui, che nel frattempo ha fatto il giro del mondo diventando tra l’altro il primo tecnico italiano a vincere un trofeo internazionale (la coppa d’Asia 2011) alla guida di una nazionale straniera (il Giappone) non è come le altre. LEGGI TUTTO

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    Juve, è caccia al 9. Vlahovic in testa e intanto Allegri si aggrappa a Morata

    Alvaro viene apprezzato ma non in area dove ha calciato in porta solo 18 volte, al contrario di Ronaldo che nel suo primo campionato di Juve toccò quota 51 Nove mesi per un numero 9. In pratica, un parto. La Juventus e Massimiliano Allegri hanno capito presto che la squadra, senza Cristiano Ronaldo, aveva un grande punto debole: il centravanti. Il centrocampo ha tanti difetti ma è là davanti, in area, che per la Juve si fa la storia. È così da settembre. E allora, il centravanti è stato un grande argomento di discussione nelle riunioni alla Continassa e rischia di continuare a esserlo fino all’estate. LEGGI TUTTO

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    Capello: “Zlatan? Alla Juve chiesi subito di prenderlo. Volevo solo lui”

    Se oggi Ibra è Ibra, molto merito è del primo allenatore che ha avuto in Italia, che nel 2004 lo volle in bianconero: “Ibra doveva progredire nei fondamentali: calciare in porta, perché non lo sapeva fare, e staccare di testa. Ma i fuoriclasse apprendono immediatamente”Il “mister” è Fabio Capello, Ibra è Ibra e tanto basta. Si sono incrociati nella stessa squadra, la Juventus appunto, nel 2004: Capello ci arrivava da Roma, carico di gloria e vittorie, lo svedese dall’Ajax, ed era alla sua prima volta in Italia. Da allora sono passati diciotto anni, l’età in cui si diventa maggiorenni: per questo e perché domani sera è in programma un Milan-Juve in cui si saldano l’inizio e la fine (?) della sua avventura in Serie A, per parlare di Zlatan Ibrahimovic c’è niente di meglio dell’allenatore che lo ha svezzato, plasmato e infine lanciato sul serio nel grande calcio. LEGGI TUTTO

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    Leao: “Aiuto di Ibra e fiducia di Pioli, così sono cambiato. Milan pronto per vincere”

    L’attaccante del Milan racconta la stagione della svolta: “Riesco a fare la differenza perché sono diventato concreto e conosco meglio la Serie A: il club mi ha protetto e l’allenatore mi dà libertà. Ma voglio diventare un grande, posso segnare di più. Rispetto a un anno fa siamo più forti e più maturi, per questo possiamo farcela”Rafael Leao sta imparando a surfare sempre meglio sulle onde del calcio italiano. Dopo ogni gol, dopo ogni vittoria con il Milan, posta sui social l’emoji del tizio sulla tavola e scrive “We go!”, “Andiamo!”. LEGGI TUTTO

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    Nuove regole sui prestiti: ecco come cambieranno le rose di Serie A

    La durata dei trasferimenti sarà di 6 mesi o di un anno. Ogni società non potrà accogliere o cedere più di 6 giocatori (esclusi gli Under 21 e i membri del vivaio). Tra i club che oggi ne risentirebbero ci sono Atalanta, Sassuolo e Verona. Rischi anche per Juve e Milan Crescita dei giovani, equilibrio competitivo e prevenzione di spostamenti di massa di calciatori in un unico club: sono stati questi i criteri che hanno guidato la Fifa nella stesura delle nuove regole sui prestiti. Si tratta di limitazioni per evitare l’abuso di questo tipo di formula, che entreranno in vigore dal 1° luglio. La durata sarà di 6 mesi o di un anno, non di più, e non sarà consentito cedere a titolo temporaneo più di tre giocatori alla stessa squadra né riceverne. Nel complesso, una società non potrà avere o cedere più di 6 giocatori in prestito, ma in questo conteggio non saranno considerati gli Under 21 e i calciatori cresciuti nel proprio settore giovanile. Quest’ultima disposizione sarà introdotta in modo graduale: dalla prossima stagione il tetto sarà fissato a 8 giocatori, poi nel 2023 si passerà a 7 e nel 2024 si raggiungerà l’obiettivo fissato. Infine un calciatore già in prestito ad un terzo club non potrà essere ceduto a sua volta con questa formula. Cambiamenti importanti, dunque, che sconvolgeranno le dinamiche abituali del calciomercato: diminuiranno radicalmente, ad esempio, i trasferimenti in prestito con obbligo di riscatto che condizionano o semplicemente ritardano un acquisto a titolo definitivo. LEGGI TUTTO