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    L’anno prima di andare al Milan, il Cigno firmò per la Viola. Ecco il contratto e i retroscena di quella vicenda Sbocciavano i tulipani – perché quella era la stagione – come da contratto si offrivano allo schiaffo del vento i mulini, affumicate erano tutte le aringhe. Olanda, Amsterdam, stadio De Meer. Era di domenica, il 23 marzo del 1986. All’entrata principale del vecchio impianto campeggiava una scritta rossa – “ajax”, in minuscolo: gli olandesi rifuggono l’enfasi e si distinguono per la loro sobrietà – con un pallone quale puntino della lettera “j”. LEGGI TUTTO

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    Inter, la Sampdoria in pressing su Sensi: lui ci pensa

    I primi contatti sono andati in scena qualche settimana fa ma Stefano Sensi non era convinto di lasciare l’Inter e così aveva detto no a priori al tentativo della Sampdoria, che nonostante tutto non si è fermata al primo rifiuto da parte del centrocampista nerazzurro. Il corteggiamento blucerchiato va avanti, così come i dialoghi con l’Inter, e nel frattempo Sensi sta maturando sempre più l’idea di lasciare Milano per andare a giocare con maggiore continuità. LA SAMP CI PROVA – E allora ecco che l’ipotesi Sampdoria prende nuovamente forma, con il calciatore che inizia a pensarci seriamente, dopo i colloqui con Inzaghi e la sempre più ferma consapevolezza che una nuova esperienza possa aiutarlo a mettersi nuovamente in mostra. La Sampdoria ci prova con forza, l’Inter promuove il trasferimento in Liguria, Sensi ci pensa.  LEGGI TUTTO

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    Quando avere le visioni porta a scoprire talenti: viaggio tra i segreti degli scout

    Ieri gli osservatori andavano allo stadio a scovare nuovi calciatori. Oggi sfruttano startup, software e social. Guadagnano 2-2.500 euro al mese e hanno un mercato anche loro Alexis Saelemaekers, il ragazzo col cognome strano, spuntava sempre nelle classifiche di rendimento del campionato belga. Il Milan la prima volta prese nota, la seconda si stupì, la terza mandò un osservatore a vederlo. Dopo approfondimenti, decise: comprato, anche se un giocatore da due gol in 64 partite con l’Anderlecht non sembra disegnato per il nobile rossonero. Due anni dopo, si può dire: Saelemaekers non sarà mai un acquisto epocale, però in Italia fa la sua figura. LEGGI TUTTO

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    Inter-Atalanta 3-3. Nel '50 il pareggio batticuore deciso dagli uomini degli eccessi

    Cinque reti su sei siglate da stranieri e dalle loro storie atipiche. Nyers amava i tavoli verdi dove si giocava d’azzardo, le belle donne e la vita notturna. Soerensen “beveva parecchio”. Una gara rocambolesca per i diecimila spettatori sugli spaltiUna partita di calcio è come una specie di isola del tesoro. Vi si nascondono storie preziose, personaggi incredibili e talvolta grotteschi, che starebbero benissimo dentro un romanzo, e poi dettagli che, portati alla luce, diventano tessere fondamentali per formare il puzzle, un po’ come le miniature medievali che abbelliscono le chiese. Persino nella sfida più insignificante, nello 0-0 più squallido e noioso che si possa ricordare, senza neanche un tiro in porta, vivono avventure che, alimentate dalla memoria, riaffiorano a pelo d’acqua e si mostrano in tutta la loro meraviglia. Nelle partite di pallone, che per molti versi sono duelli medievali, c’è un universo di emozioni e di passioni, dal comico al tragico, che tiene gli spettatori con gli occhi fissi sulla scena, e spesso con la bocca spalancata per lo stupore. Prendiamo Atalanta-Inter del 10 dicembre 1950. L’Inter si presenta a Bergamo da prima della classe, l’Atalanta è a metà classifica. La partita è combattuta, esaltante. I diecimila spettatori si divertono e applaudono. LEGGI TUTTO

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    Alla Juventus serve Icardi per riempire il vuoto di gol

    I bianconeri potrebbero offrire all’attaccante argentino del Psg una buona opportunità di riscatto. Perché è un uomo d’area e a segnare poi ci penserebbe lui Il senso della Juve per il gol è migliorato nell’ultimo mese e mezzo, dopo l’ultima sconfitta in campionato con l’Atalanta. Il calendario ha offerto alla squadra di Allegri la possibilità di incontrare, uno dopo l’altro, gli ultimi della classe – Salernitana, Genoa, Venezia, Cagliari – e di esibirsi all’Olimpico contro Mourinho in una rimonta non banale che aggiunge quattro reti pesanti sulla bilancia della stagione. LEGGI TUTTO

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    Leao e Theo, altro che Ibra: il Milan ha una nuova “dipendenza”

    Crescita esponenziale, impreziosita dalle chiamate in nazionale: il Milan si ritrova una corsia sinistra devastante, che va blindata al più presto. Dei 55 gol rossoneri, tra reti e assist i due hanno ne hanno propiziati 22Da quella parte il Milan non vola soltanto: è proprio un decollo verticale, come un razzo che parte da Cape Canaveral o Bajkonur. Ricordate i lanci dello Shuttle, con i due propulsori che sgasavano e lanciavano lingue di fuoco? Ecco, quei due propulsori a Milanello si chiamano Rafael Leao e Theo Hernandez. LEGGI TUTTO

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