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    Il contatto col Milan, il ruolo di Campos, il rifiuto: ecco cosa c’è dietro le parole di Mou

    Il tecnico portoghese ieri ha ricordato un suo no al club rossonero nel 2019. Fra indiscrezioni e gioco delle parti, abbiamo provato a ricostruire quella estateLe parole di José Mourinho hanno fatto tornare le lancette rossonere indietro di due anni e mezzo. Mou, uno che non si tira indietro quando si tratta di fornire retroscena su faccende ormai chiuse da tempo, dopo la sconfitta con il Milan ha detto molto chiaramente: “Tre anni fa la proprietà rossonera mi voleva a Milano e dopo tre giorni ho deciso di no, e mi fa un piacere tremendo aver preso quella decisione. Tornando indietro, dopo quello che è successo oggi, sono doppiamente contento di quello che ho risposto. Loro sono venuti ma ho detto ‘tornate a casa, io non vado’”. LEGGI TUTTO

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    Milan, ecco perché il tuttocampista Tonali assomiglia soltanto a Tonali

    Spesso paragonato, tra gli altri, a Pirlo o Gattuso, Sandro sa essere regista, incursore e grande interditore. Il neo dei pochi gol e le prospettive in azzurro Fate un favore: non chiedete più a Tonali se si senta un Pirlo o un Gattuso dai piedi buoni. A parte che la domanda gliel’hanno già fatta mille volte, la questione è mal posta e andrebbe piuttosto rovesciata così: chi, e cosa, sente oggi di essere, Sandro Tonali? Perché il giocatore visto ieri sera contro la Roma merita di essere accostato solo a se stesso, ipotizzando la sua evoluzione prossima e quella, eventuale, a più lungo termine. LEGGI TUTTO

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    Inter, Zhang è a Milano: definirà le strategie estive tra rinnovi, stadio e mercato

    Il presidente nerazzurro è atterrato a Malpensa a mezzogiorno: ritrova la squadra dopo la festa scudetto di fine maggio. Tante le questioni da affrontare, a partire dai nuovi contratti dello staff dirigenziale. Ma anche il progetto del nuovo impianto e i rinforzi nel breve-medio termine La strada è tracciata da tempo, ma adesso è ora di prendere le prime decisioni, suggellare accordi già virtualmente raggiunti (o in via di definizione) e pianificare nei dettagli le prossimo tappe del viaggio interista. Tutto ciò avverrà nei prossimi giorni in casa nerazzurra grazie all’arrivo in Italia del presidente Steven Zhang, atterrato a Malpensa a mezzogiorno dopo un’assenza di sei mesi dovuta alle restrizioni sanitarie imposte dalla pandemia. Come promesso in occasione degli auguri natalizi inviati alla squadra lo scorso 20 dicembre, Zhang torna in tempo per inaugurare il tour di force che attende la truppa di Inzaghi fino alla sosta di fine mese. Tanto gli obiettivi della visita, a partire dalla voglia di osservare dal vivo la macchina costruita dal tecnico nel giro di pochi mesi. Ma il soggiorno italiano di Zhang, di cui ancora non si conosce la durata, servirà per definire una serie di priorità. LEGGI TUTTO

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    Taider: “Io, Pioli, la cresta, Belfodil più forte di Icardi e lo stipendio che non vedo da un anno”

    L’ex Bologna e Inter si racconta: “All’Al Ain mi chiamavano dieci volte al giorno, poi sono spariti. Non è vero che non ho i soldi per l’affitto, ma da gennaio non mi pagano. Anche Pioli a Bologna mi telefonava spesso per motivarmi. Insigne? In Canada ho giocato, è bello ma…” Il primo punto lo mette lui. “Ora vi spiego un po’ di cose”. E se la ride. Saphir Taider risponde dalla Francia, sta in famiglia, in sottofondo si sente una telecronaca. “Sto guardando Lazio-Empoli, bella partita. Pensi che i biancocelesti mi volevano”. Storia di anni fa, quando l’algerino giocava nell’Inter con Zanetti, Icardi, Kovacic, Milito e Mazzarri in panchina, preso dopo un paio di belle stagioni a Bologna con Pioli. “Impossibile rifiutare un’offerta simile”. Ora ne sta cercando un’altra, soprattutto dopo la brutta esperienza all’Al-Ain in Arabia Saudita, chiusa da poco: “Non ho visto un euro”. LEGGI TUTTO

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    Mauro: “Attacco imbarazzante, se Dybala e Chiesa non svoltano…”

    Il doppio ex era all’Allianz per Juve-Napoli: “Fase offensiva evanescente, il solo Chiesa ha provato a fare qualcosa. Ma Allegri deve osare di più””Il problema principale della Juve? Un fase d’attacco evanescente – è il parere del doppio ex Massimo Mauro, ieri sera all’Allianz Stadium per seguire da vicino Juve-Napoli -. Morata si dà da fare, ci mette un impegno encomiabile, ma non gli riesce quasi niente. Secondo me la Juve deve affidarsi a Dybala e Chiesa, e sperare che giochino il resto della stagione da fenomeni”. LEGGI TUTTO

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    Morata ha cambiato tanto per non cambiare nulla: non sarà mai diverso da questo

    La sua carriera ricca di trasferimenti è un continuo ripetersi di aspettative, buoni momenti iniziali e di ripartenze obbligate. A 30 anni non gli si può chiedere di essere ciò che non è stato Lo hanno fermato mentre si allontanava, dopo aver sperato che camminasse, anzi corresse lontano e in fretta, lasciando in cambio i risparmi del suo costo: “Ehi, Alvaro, resta ancora un po’ qua”. LEGGI TUTTO

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    E se il Mourinho comunicatore avesse soffocato l'allenatore?

    Il tecnico della Roma resta un maestro della polemica (ma perché irridere la proposta del Milan?). La squadra però rende poco. E le uscite dello Special One mettono nel mirino gli arbitri. Ma anche la società… La premessa è scontata, ma è sempre meglio ribadirla per non essere equivocati: Josè Mourinho è un allenatore, da tanti punti di vista, indiscutibile. Ha vinto e trionfato in ogni angolo d’Europa, ha fatto calcio ad altissimi livelli, ha allenato i più grandi calciatori, ha fatto la Storia del pallone. Impossibile negarlo. LEGGI TUTTO

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    Emergenza Covid, ora soluzioni condivise a tutela del calcio

    Il governo del pallone non ha sfruttato il vantaggio di una situazione pandemica migliore (nelle scorse settimane) e le esperienze di altri Paesi e campionatiSe la gestione della nuova emergenza Covid nel calcio fosse una partita, sarebbe come essere stati in vantaggio 3-0 per 75 minuti, essersi rilassati nell’ultimo quarto d’ora senza immaginare il prevedibile forcing avversario e ritrovarsi dopo svarioni e cambi non effettuati sul 3-3. Col rischio addirittura nel finale ancora da giocare di perdere la partita. Saltati marcature e schemi, bisogna ritrovare in fretta gli equilibri. LEGGI TUTTO