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    Il Napoli si coccola il suo Haaland: Osimhen è un tesoro a tre cifre…

    De Laurentiis si gode l’acquisto più generoso della sua gestione e pensa a blindarlo ancor di più allungandogli il contratto. In Premier lo vorrebbero tutti ma il nigeriano è intoccabile Il Napoli ha il suo Haaland e se lo tiene stretto. Si chiama Victor Osimhen, ha quasi 23 anni, nessuno si pente – anzi – del grande investimento fatto nell’estate 2020. L’accordo con il Lille per una cinquantina di milioni, non 70 o 90, se pensiamo alle plusvalenze successive che hanno portato denaro fresco nelle casse azzurre. E quei soldi vanno considerati all’interno di una valutazione complessiva dell’operazione. LEGGI TUTTO

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    Quando Roma e Lazio si unirono. E tutta la Capitale applaudì

    Un omicidio insensato, quello di Vincenzo Paparelli, e un moto di solidarietà che unì due club arcirivali: nacque così la RomaLazio, che 42 anni fa disputò un’amichevole mitica Lo battezzano il Derby dell’Amicizia. Roma è ancora scossa e vuole dare un segnale, a se stessa e al resto dell’Italia. Tre settimane prima all’Olimpico, il 28 ottobre, poco prima di Roma-Lazio, è morto Vincenzo Paparelli, ucciso da un razzo che ha attraversato il campo, circa 160 metri da una curva all’altra, e lo ha colpito mentre è seduto in Curva Nord e sta mangiando un panino con la frittata che si è portato da casa. LEGGI TUTTO

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    La Juve da Sarri a Sarri: dalla rivoluzione alla restaurazione

    Nel tentativo di cercare una via diversa, puntando nel 2019 sul tecnico oggi alla Lazio, la Signora ha finito per perdere se stessa: scelte tecniche e svolte societarie, ambizioni e realtà, aumenti di capitale e sconfitte di due anni in bianco e in neroC’eravamo tanti amati. Ehm, no, tra la Juve e Maurizio Sarri non è andata esattamente così. Non si sono nemmeno capiti, a dire il vero: altro che amarsi. E adesso che stanno per rivedersi all’Olimpico, vale la pena di riavvolgere il nastro per raccontare una storia molto strana, che prometteva programmazione e invece ha mostrato improvvisazione, che faceva intuire svolte epocali e invece è stato solo un maldestro tentativo di sovvertire un ordine costituito in oltre 120 anni di storia bianconera. Dalla rivoluzione alla restaurazione, in fondo, è un attimo. LEGGI TUTTO

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    La trattativa per il rinnovo di Bernardeschi è tutta da rifare?

    E poi Federico Bernardeschi lascia Mino Raiola per entrare nell’agenzia di Federico Pastorello. Una decisione che sorprende per i tempi in cui è stata comunicata, ma non per la scelta in sé. Già, perché già da qualche mese circolava la voce di un rapporto non proprio ai massimi termini tra Bernardeschi e Raiola, il giocatore si immaginava fin dall’inizio di poter ottenere qualcosa in più dal super agente. D’altronde quando aveva deciso di lasciare lo storico manager Beppe Bozzo, semplicemente fondamentale per concretizzare il trasferimento di Bernardeschi alla Juve nonostante tutte le difficoltà del caso sull’asse Firenze-Torino, l’obiettivo era quello di dare una svolta alla propria carriera che però non poteva dipendere da altro che dal proprio rendimento. Poco più di un anno fa il passaggio da Bozzo a Raiola, rifiutando altre proposte come quella dello stesso Pastorello. Ora il nuovo cambiamento.SI CAMBIA – Nella passata stagione Bernardeschi ha rifiutato ogni ipotesi di cessione, quando per la Juve era ormai un giocatore assolutamente cedibile. Ha rifiutato tutto perché dalle sue parti non era arrivato nessun club di primo livello, solo l’ipotesi Milan avrebbe potuto convincerlo ma alla fine dello scambio con Alessio Romagnoli non si fece più nulla anche a causa dei rapporti tesi del club rossonero con lo stesso Raiola. Probabilmente ritenuto responsabile anche dello scorsa appeal sul mercato di Bernardeschi, nelle scorse settimane tornato protagonista di un primo approccio da parte della Juve in ottica rinnovo: ma solo al ribasso, la dirigenza bianconera aveva prospettato un ingaggio da 2,5-3 milioni (bonus inclusi) rispetto a quello attuale da oltre 4 milioni. Dati i tempi e il contesto, una proposta accettabile dal punto di vista di Raiola, anche perché il mercato continuava tutto sommato a latitare nonostante i recenti segnali di crescita sul campo di Bernardeschi. Che al contrario sente di meritare di più, anche a costo di cambiare tutto. Prima l’agente, di nuovo. Poi la squadra, con ogni probabilità a fine anno. La trattativa per il rinnovo, comunque appena abbozzata, è infatti tutta da rifare, da più parti l’annuncio del passaggio all’agenzia di Pastorello è stata già interpretata come il primo passo per un’avventura all’estero da definire entro fine stagione. “Di rinnovo parleremo al momento giusto”, ha dichiarato poco tempo fa Bernardeschi. Tempo al tempo dunque, ma questo cambiamento allontana ancora un po’ il rinnovo e avvicina almeno un po’ l’addio alla Juve. LEGGI TUTTO

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    Inter-Sanchez, i conti non tornano: il rendimento cala e il costo aumenta

    In casa nerazzurra prende corpo l’ipotesi di una separazione dal cileno a gennaio: il rapporto tra stipendio e minuti giocati è secondo solo a quello dello juventino Ramsey, che percepisce 35.000 euro per ogni minuto in campo contro i 16.000 del NinoNuovo infortunio per Alexis Sanchez e nuovi sentori di addio anticipato all’Inter dopo un’estate trascorsa in bilico. Il settimo stop forzato del cileno negli ultimi due anni e tre mesi, vale a dire da quando veste la maglia nerazzurra, ripropone inevitabilmente i soliti dubbi sulla sua fragilità fisica. LEGGI TUTTO

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    Henry e quella doppietta alla Lazio: un lampo nella notte bianconera

    Arrivato alla Juve nel ‘99 a 21 anni, pagato 30 miliardi di lire, fallì miseramente, non solo per colpa sua. Dei 3 gol nelle 16 gare con la Vecchia Signora, due li segnò alla Lazio nel 3-1 dell’Olimpico Nella stagione più storta della sua straordinaria carriera, con addosso una maglia bianconera inzuppata di pessimismo e ostaggio di numerosi equivoci tattici. Il giovane e non ancora favoloso Thierry Henry vive nel nostro campionato una sola giornata di gloria, attraversando un sabato romano insolitamente grigio con il suo celebre passo di uccellino che la mattina sul davanzale cerca qualche briciola per fare colazione. Lazio-Juventus 1-3. LEGGI TUTTO