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    Atalanta-Juve, le regine dei giovani. Due modelli a confronto

    Una volta era la Signora che prendeva spunto dal modello della Dea, ora a Bergamo hanno iscritto in C la seconda squadra come a Torino

    Atalanta-Juventus vedrà contro due giovani che sono pionieri di un nuovo modo di pensare il calcio in Italia. Entrambi classe 2003: da una parte Scalvini, dall’altra Miretti. Sono frutto del lavoro di tutta la trafila giovanile, con qualche distinzione che potrebbe nascondere l’evoluzione di alcune scelte fatte dai club in sede di programmazione. Se a Torino nell’ultimo decennio hanno provato a rivedere alcune dinamiche interne per cominciare a costruire in casa i giovani del futuro, prendendo spunto dalla tradizione della Dea, a Bergamo l’estate scorsa hanno deciso di seguire le orme della Vecchia Signora che dal 2018 offre una tappa intermedia ai propri ragazzi in rampa di lancio nel calcio professionistico: ovvero la seconda squadra, l’Under 23, che milita nel campionato di Serie C.      LEGGI TUTTO

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    Inter, il rosso diminuisce. E per il 2024 già 70 milioni di plusvalenze

    Gli addii di Onana e Brozovic sono stati fruttuosi. E Zhang cerca di rifinanziare il debito con Oaktree

    L’Inter guarda avanti. E si cautela, perché non sempre di finale di Champions League possono vivere le casse del club. E allora così si spiega l’accordo con Paramount+ che vale 15 milioni di euro più bonus. Ancor di più, le cessioni già effettuate la scorsa estate che hanno fruttato circa 70 milioni di euro di plusvalenze e che finiranno nel risultato 2024. Così il futuro, in termini di bilancio, non preoccupa. È il cuore del momento Inter, il cui CdA ha appena approvato i numeri del 2022-23, con un passivo di 85 milioni, in netto miglioramento rispetto al -140 della stagione precedente, e un fatturato da 425 milioni. Il -85 di rosso, appunto, è figlio soprattutto del cammino straordinario in Europa, con la finale raggiunta di Istanbul, i 90 milioni incassatati dalla Uefa di soli diritti tv, totale che supera ampiamente quota 100 se si considera il botteghino. Per il bilancio del 2024 l’Inter si è già portata avanti, appunto, con le cessioni sopra citate.  LEGGI TUTTO

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    Il percorso di Cardinale: ricavi record e un bilancio in utile che non si vedeva dal 2006

    Il 31 dicembre 2006, il Milan di Berlusconi semifinalista di Champions chiudeva il bilancio con un utile di 2,48 milioni e un fatturato di 293 milioni, record ai tempi. Il 30 giugno scorso, il Milan di RedBird semifinalista di Champions e con lo scudetto sul petto ha chiuso il bilancio con un utile di 6 milioni e un fatturato da oltre 400 milioni, potenziale primato assoluto nella storia dei ricavi del club (le cifre non sono ancora ufficiali, lo diventeranno nella prossima assemblea dei soci di fine ottobre). Sembra una scena da Ritorno al futuro, è il presente scintillante del Diavolo di oggi: dopo quasi 17 anni di rossi in bilancio, il Milan è tornato ad apporre il segno più sui conti e il bello di questa storia è che, mentre Gerry Cardinale modella il club seguendo i principi della sostenibilità, rivoluzionando il modo di fare il mercato e integrando sempre di più calcio, altri sport e intrattenimento, Pioli e i suoi inseguono scudetto e seconda stella dal tetto della Serie A.  LEGGI TUTTO

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    Kvara il sindacalista: “A noi piace tener palla”. E il Napoli torna alle origini

    Dopo la splendida prestazione e il gol con l’Udinese ha raccontato: “Abbiamo parlato con Garcia e gli abbiamo detto che ci piace giocarla, la palla. Noi giochiamo in questo modo”. E buonanotte ai lanci lunghi

    K hvicha Kvaratskhelia è doppio, non solo quando pensa con i piedi. C’è un Kvara sindacalista e un Kvara bambino infinito. Per avere il secondo c’è bisogno del primo. Per capire il primo bisogna aspettare l’intervista dopo la partita a suo nome contro l’Udinese. Dopo aver procurato il rigore, dopo aver colpito due pali, dopo aver sombrerizzato il portiere friulano Marco Silvestri per segnare e dopo aver pescato la testa di Giovanni Simeone per fargli ritrovare il gol, ha anche spiegato, a fine partita, il cambiamento del Napoli. LEGGI TUTTO

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    Beltran-Nzola senza gol: Fiorentina, 40 milioni di dubbi

    La Viola ha fatto un investimento pesante ma nell’ambiente c’è già chi rimpiange Jovic e Cabral

    Fedele a se stessa. Se vogliamo, la Fiorentina ha trovato continuità, anche se non è esattamente quella che sognava. E’ sempre bella a metà. L’ultima sfida col Frosinone è l’esempio perfetto: un gran primo tempo, un gioco da squadra di Champions League, grappoli di occasioni non sfruttate e un secondo round timido e mediocre dove chissà come i meccanismi si inceppano e si regala campo ai rivali per la rimonta. E poi, il solito annoso problema del centravanti, che in questo avvio addirittura più grave della scorsa stagione, nonostante gli investimenti corposi. Black out a cui Vincenzo Italiano non riesce a porre rimedio e che non permettono alla Viola di fare il definitivo salto di qualità. Avesse vinto a Frosinone, ora sarebbe terza in compagnia della Juventus, a due punti dalla vetta. 

    il tabù del 9—  A conti fatti, la Fiorentina è comunque partita bene: 11 punti, una sola, sonora, sconfitta a casa Inter dopo le fatiche di coppa, e 12 gol segnati. Meno solo di Inter (15), Milan e Roma (13, ma i giallorossi ne hanno fatti 7 all’Empoli) . Il problema è che i re del gol viola sono il solito Nico Gonzalez e Bonaventura, a quota 3, e poi in aiuto sono arrivati i i difensori (Quarta, Ranieri) e i centrocampisti (Duncan). Nzola e Baltran, gli uomini che dovevano risolvere il tabù del numero 9), non pervenuti. Nzola, fortemente voluto da Italiano, è stato pagato 13 milioni, Beltran 25. Quasi 40 milioni per il momento gettati alla ortiche. Nzola non trova il gol, eppure anche a Frosinone le occasioni le ha avute, Beltran ha avuto meno minuti a disposizione, dove ha dimostrato di essere un ottimo giocatore solo lontano dall’area ma forse è ora di dargli più spazio in attesa che Nzola trovi la condizione (e la “testa”). Intanto c’è già chi rimpiange Jovic e Cabral anche se, a dirla tutta, eccetto la rete al debutto in A di Jovic, avevano cominciato a segnare solo da ottobre. In estate Jovic è stato ceduto al Milan come era stato acquistato dal Real, a zero. Su Cabral invece la Fiorentina ha fatto una discreta plusvalenza, vendendolo al Benfica per 20 milioni +5 di bonus che se avanti così la Viola non prenderà perché il brasiliano è ancora a secco e gioca poco. A proposito, un sito argentino vicino al River, Soydelmillo.com, dice che i millionarios sono preoccupati perché di quei 25 milioni, 12,5 sono bonus legati ai gol e pensano che non arriveranno mai. La Fiorentina, ne siamo certi, sarebbe ben felice di pagarli. 

    l’ora della sveglia—  Eppure Lucas nel River, in un campionato non proprio semplice, ha segnato 12 gol in 25 gare. E il suo “socio” Nzola ne ha firmati 13 in 31 con lo Spezia. Numeri da centravanti veri, che facevano sognare la società e i tifosi. Invece, con i 9 siamo alle solite. Anzi, peggio di prima. Ok, siamo ancora all’alba della stagione. L’angolano di lungo corso e il baby talento argentino avranno altre partite per cercare di sbloccarsi. Italiano è fiducioso: “I loro gol arriveranno”. Ma il tempo stringe sempre di più. Per entrare stabilmente nei quartieri alti, servono i loro gol, Nico e Bonaventura non possono sempre risolvere il problema. La Viola li aspetta con ansia, ma intanto vede gli investimenti crollare alla Borsa del calcio. LEGGI TUTTO

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    Tassotti: “Io, Leao, Sheva e Allegri che in realtà è… ultraoffensivista”

    Il grande ex: “Contro Rafa faticano tutti, è un campione. Calabria merita la Nazionale”

    E r Tasso. Cioè Mauro Tassotti, forse, e anche senza forse, il più grande terzino destro della storia del Milan. Una leggenda. Ha indossato i colori rossoneri per 36 anni, ha vissuto i momenti più brutti (Serie B) e più belli (montagne di coppe e scudetti). “Non mi sono fatto mancare niente”. Amato e rispettato, in campo e fuori. Un volta in un Milan-Bari rimprovera un giocatore, Nicola Caccia, che si era buttato davanti a lui per ottenere un fallo inesistente. “Ahò, perché fai ste’ cose?”. L’attaccante dei “galletti” pugliese si fa piccolo piccolo: “Mi scusi, signor Tassotti”. Vicino c’è Carlo Ancelotti, che assiste alla scenetta: “Me cojoni, Tasso, te danno del lei. Sei un’autorità”.  LEGGI TUTTO