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    Dimarco e l’importanza per l’Inter di avere un tifoso in campo

    In panchina coperto da un asciugamano per la tensione, la gioia incontrollata, le parole senza filtri: l’esterno dell’Inter “sanguina” nerazzurro. E non ha mai reciso il legame tra tifo e professionismoLa carriera di Federico Dimarco non è fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni. È stata costruita giorno dopo giorno e allenamento dopo allenamento, prova su prova e cross su cross: in più, gol in quantità da adolescente che con il professionismo sono diventati diminuiti in numero crescendo per qualità e importanza. Ad amalgamare il tutto ci sono passione, determinazione e quello stimolo fondamentale ma intangibile che è l’amore per la maglia che indossa. LEGGI TUTTO

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    La banda del leasing e le auto fantasma. E il campione ci casca sempre

    False occasioni, leasing fantasma, sconti inventati, concessionarie ombra: da Cassano a Higuain, da Rincon a Mexes, da Recoba a Vucinic, i truffati sono moltissimiSi sa, sono due le passioni dei calciatori. E la seconda riguarda le auto di lusso. Ci sono centravanti di rinomata fama o mediani da combattimento che farebbero qualsiasi cosa per schiacciare la frizione di una supercar. All’iban non si comanda, al cambio automatico nemmeno. Succede da sempre. LEGGI TUTTO

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    Super premio Pioli: la Champions vale mezzo milione, Milan felice di pagargli il bonus

    Il tecnico è stato il primo a crederci chiedendo di inserire il premio lo scorso ottobre al rinnovo del contrattoIl 31 ottobre scorso, con il Milan terzo nella classifica del campionato (Napoli già in fuga a +6, Atalanta avanti di un punto) e secondo nel girone di Champions (appena battuto in casa e fuori dal Chelsea), Pioli lo sapeva. Sapeva che la sua squadra sarebbe potuta diventare una delle prime quattro d’Europa, con possibilità di conquistare la finalissima Champions e magari avere chance di vittoria. LEGGI TUTTO

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    I voti di Prandelli: “Thiago ha visione, Palladino studia, eleganza Dionisi”

    L’ex c.t. dell’Italia: “Noi restiamo i più bravi. I giovani non sono radicali, esaltano i loro giocatori e non copiano: elaborano le idee”Due anni che Cesare Prandelli non allena più, dopo l’ultima esperienza con la Fiorentina: della sua personalità, della sua visione, della sua cultura educata e mai urlata si sente la mancanza. Ha deciso che con la panchina è finita, “allenerà” soltanto i nipotini, ma il suo sguardo sul calcio è ancora attento. LEGGI TUTTO

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    Il bello della diretta: quella volta che Ameri dette del cogl…. a Ciotti

    Era il 27 aprile 1975, stanco delle tante interruzioni, la prima voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” apostrofa il collega. Ma il microfono era rimasto aperto e lo sentono 20 milioni di italianiVentisette aprile 1975, domenica, primo pomeriggio, 27ª giornata del campionato di Serie A, la quartultima. A Radio Rai va in onda “Tutta la parolaccia minuto per minuto”, cioè no, scusate, un lapsus, ecco, va in onda “Tutto il calcio minuto per minuto”, parapapà-papparapà e vai con le trombe e i fiati. Però è una parolaccia – una sola, secca, definitiva, con il punto esclamativo – a tenere banco quel giorno. LEGGI TUTTO

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    Miliardi, brillantina e bella vita: ascesa e caduta del Vampiro che stregò Moratti

    Giocava ad Eindhoven con Ronaldo, doveva essere l’asso del centrocampo nerazzurro ed è finito nella top 10 dei bidoni. E quel soprannome un po’ inquietante e un po’ alcolico… Ai tempi dell’Inter Moratti gli fece un contratto di tre anni per quattro miliardi di lire a stagione. C’erano ancora le lire, sì. Rimase il tempo di una barzelletta ben raccontata, una sola presenza in campionato e tanti saluti. Ma quei soldi li intascò, insieme a tanti altri, nel corso della più sopravvalutata carriera degli ultimi trent’anni. Oggi scopriamo che il suo conto in banca è stato prosciugato. Gli sono rimasti 610 euro. Soldi che – al netto del cambio di valuta da lire a euro – stanno lì a ricordarci quanto effimera sia la gloria di un calciatore e quanto facile sia dilapidare un patrimonio, soprattutto se ti chiami Vampeta – così venne ribattezzato Marcos André Batista Santos – e devi tenere fede al tuo soprannome, che significa Vampiro. LEGGI TUTTO

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    2006, l’ultima finale Primavera tutta italiana

    Nell’anno in cui l’Italia alzava la Coppa del Mondo a Berlino, Fiorentina e Juventus si giocavano il trono delle giovanili con 22 calciatori italiani in campo. Tra questi Brivio e Lanzafame, che ci raccontano… Criscito in difesa, Marchisio e De Ceglie a centrocampo, Paolucci, Lanzafame e Giovinco trascinatori dell’attacco. A occhio, potrebbe essere la Juve di Ranieri o Delneri, invece è la formazione che ha vinto il campionato Primavera nel 2006. Dall’altra parte c’era la Fiorentina di D’Ambrosio, Brivio e Di Carmine, sconfitta 2-0 a Rimini in finale: segnarono Criscito e Paolucci, in campo, in quel match c’erano soltanto calciatori italiani. Un mese più tardi Cannavaro avrebbe alzato la Coppa a Berlino, mentre oggi la Nazionale è reduce da due mancate qualificazioni ai Mondiali. Sarà un caso, ma quella tra Juve e Fiorentina è stata l’ultima finale Under19 senza stranieri in campo dal 1’. LEGGI TUTTO