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    Da zero a cento, la favola di Gatti: ora inamovibile (con gol) e adorato dai compagni

    Con lo Sporting è stato l’uomo partita ma è un mese che non esce dal campo, ormai titolare fisso di Allegri. Che ne esalta la crescita e anche il capitano Danilo lo omaggia: dalla B all’Europa in pochi mesi, è la fine di un percorso da film iniziato in Promozione. E ancora pronto a nuovi traguardi Il primo gol con la maglia della Juventus, l’1-0 allo Sporting nell’andata dei quarti di Europa League, ha l’importanza che si conquista per definizione una rete decisiva in una partita a eliminazione a livello internazionale. Finora solo vicino ma mai a segno, non sono una notizia gli istinti offensivi di Federico Gatti, che di gol ne segna da quando era in Promozione e in Eccellenza al Pavarolo fino ai 5 dell’anno scorso in Serie B. Ma se il difensore di Rivoli, arrivato in estate dal Frosinone, è oggi l’uomo copertina del momento della Juventus, è soprattutto perché da sei partite non esce dal campo, inamovibile di Allegri ormai da un mese, titolare fisso a completare la difesa a tre con Bremer e Danilo. LEGGI TUTTO

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    Angelillo-Ilya Lopez, il centravanti e la Mantide: amore senza lieto fine fra gol e dicerie

    Nel 1957 la storia fra l’attaccante argentino dell’Inter e la ballerina non piacque all’Italia perbenista: lui era l’idolo dei tifosi, ma l’arrivo del tecnico Helenio Herrera fece finire tutto Lui era un centravanti argentino di vent’anni, sguardo triste e profondo, immalinconito dal freddo e dalla nebbia. Lei era una cantante-ballerina che si esibiva in un night-club dalle parti di Via Larga, a Milano: il Rayito de Oro. Una sera, accompagnato da due compagni di squadra, lui entrò in quel locale e, all’improvviso, incontrò l’amore. LEGGI TUTTO

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    Venticinque anni fa il Fenomeno ballò il samba sul ghiaccio

    Il 14 aprile 1998 Ronaldo segnava un incredibile gol in Coppa Uefa in casa dello Spartak Mosca: il racconto Per pattinare sul ghiaccio ti spiegano che bisogna piegare leggermente le ginocchia e ovviamente rimanere sciolti, le spalle morbide, il busto che asseconda il movimento della spinta. Governare l’equilibrio è una questione di testa, ti ripetono dopo che sei caduto e che provi – maledizione, non è mica facile – a rialzarti. Quelli bravi – quelli che ne sanno a pacchi – disquisiscono sulla conservazione della velocità orizzontale e di quella verticale. Ti squadernano un sacco di regole, se ti iscrivi a un corso di pattinaggio. LEGGI TUTTO

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    Pioli e il Milan-2: da Thiaw a Origi, cosa si giocano a Bologna

    La Champions chiama, a gran voce, e non si può far finta di nulla. Non davanti alla possibilità di entrare nel salotto lussuoso delle prime quattro d’Europa. E così Pioli, con tre partite in sei giorni, a Bologna in campionato dovrà mettere mano pesantemente all’undici di partenza. Per quanto sta arrivando da Milanello, molto pesantemente: si parla addirittura di dieci undicesimi, ovvero tutti i giocatori di movimento. Un Milan-2 totale. Vediamo allora situazione e prospettive di chi potrebbe giocare dall’inizio al Dall’Ara (andando per ordine di ruolo nel 4-2-3-1). Florenzi è il nome buono per la corsia destra in difesa. L’unica incognita – e non è cosa da poco – riguarda la condizione atletica dal momento che Alessandro è stato fermo sei mesi per infortunio e si è riaffacciato al campo meno di un mese e mezzo fa: 41 minuti nelle ultime sette partite sono poche briciole, quindi valutazioni in corso. Il ballottaggio con capitan Calabria – che però avrebbe bisogno di risparmiare energie in vista di Kvara – è aperto. L’opzione Dest al momento non pare attuale. LEGGI TUTTO

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    Manovre stipendi: ecco come si difenderà la Juventus

    Legali al lavoro dopo la chiusura indagini notificata dalla Procura federale che accusa il club e gli ex dirigenti di mancata lealtà: una nota del 2020 annunciava il possibile pagamento differenziato degli stipendi e le “side letter” sarebbero stati accordi privi di valore legale per fissare le cifre da corrispondere ai giocatoriIl giorno dopo l’avviso di chiusura indagini su manovre stipendi, agenti e partnership sospette, inviato dalla Procura federale, i legali della Juventus mettono a punto le strategie difensive. Le linee guida su come rispondere alle accuse del procuratore Chiné sono piuttosto chiare da tempo, ma le violazioni contestante sono una novità: il club e gli otto dirigenti di allora (Agnelli, Paratici, Nedved, Cherubini, Manna, Morganti, Braghin e Gabasio) sono accusati soltanto del mancato rispetto dell’articolo 4 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva, quello che difende “i principi della lealtà, della correttezza e della probità” e che nel processo plusvalenze ha già portato ai 15 punti di penalizzazione, ma non è contestato l’articolo 31 che si occupa nello specifico di violazioni gestionali e (al comma 3) di compensi pattuiti illecitamente. LEGGI TUTTO

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    “Puskas, Herrera, il gol a Jascin e la mia Inter che tutti sanno a memoria”: Guarneri si racconta

    L’ex difensore nerazzurro si confessa alla Gazzetta: “Tante Inter belle e vincenti, ma sento ancora il profumo della mia. Difensori forti? Oggi ce ne sono pochi. Mi piacciono Bremer e Kim, Skriniar invece…”Aristide Guarneri ha 85 anni e una voce bellissima. Parla e parla con la sua allegra cantilena cremonese. Discorre di calcio, di tutto, racconta storie, aneddoti, momenti divertenti. Aggiornato, attento, guarda molta tv, non vive nel passato, ma è orgoglioso: “Quell’Inter dovrebbe andare tutta, di diritto, nella hall of fame. Era ammirata e rispettata anche da quelli che non erano suoi tifosi”. Era bello ed elegante, uno stopper gentiluomo. Un bel fioeu, el Riste. Ha giocato dieci anni nella Grande Inter, vinto tre scudetti con Helenio Herrera, detto il Mago. Ha perso uno spareggio contro il Bologna di Fulvio Bernardini, detto Fuffo. Poi al Bologna si è trasferito, una sola stagione, 1968, ed è diventato campione d’Europa con la Nazionale. Poi ha giocato nel Napoli con Sivori e Altafini. LEGGI TUTTO

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    Maradona e quel “gol bello” da 40 metri che oggi diventerebbe “la Gioconda del Da Vinci”

    Era l’ottobre ’85, Diego segnò da centrocampo scavalcando Giuliani e col linguaggio pacato dell’epoca lo descrisse senza le iperbole che oggi ingigantiscono ogni “impresa”, anche se tale non èLe parole raccontano il passare del tempo. Alla sobrietà di una volta si sostituisce spesso il discorso iperbolico, l’urlo, quasi ci fosse il terrore di lasciare spazio al silenzio. Che dolcezza nel silenzio, invece. Adesso si grida nel microfono, si esagera nell’aggettivazione, ci si spinge ben oltre i limiti di un equilibrio retorico che dovrebbe essere la stella polare di ogni comunicazione verbale o scritta. LEGGI TUTTO

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    Il buon senso di De Laurentiis per una Svolta. Con la S maiuscola

    Il momento a Napoli è delicatissimo: giusto ricompattare tutto l’ambiente e fare quadrato. Mettendo al centro le esigenze di tutti Spalletti era entrato in argomento subito dopo la partita con il Milan. Perché, ma questo è chiaro, il Napoli ha bisogno dell’incitamento compatto dei propri tifosi. “Spero che questa volta vengano al Maradona soltanto per incitarci, per aiutarci”. De Laurentiis, e gli va dato atto, ha fatto di più. Non si è limitato a ricordare l’importanza del pubblico – d’altronde la letteratura è piena di questo – ma ha fatto un passo in avanti, tendendo la mano, di fronte alla prospettiva di ristabilire un rapporto ideale. “Sì, certo, dobbiamo trovare una soluzione”. LEGGI TUTTO