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    Maradona e quel “gol bello” da 40 metri che oggi diventerebbe “la Gioconda del Da Vinci”

    Era l’ottobre ’85, Diego segnò da centrocampo scavalcando Giuliani e col linguaggio pacato dell’epoca lo descrisse senza le iperbole che oggi ingigantiscono ogni “impresa”, anche se tale non èLe parole raccontano il passare del tempo. Alla sobrietà di una volta si sostituisce spesso il discorso iperbolico, l’urlo, quasi ci fosse il terrore di lasciare spazio al silenzio. Che dolcezza nel silenzio, invece. Adesso si grida nel microfono, si esagera nell’aggettivazione, ci si spinge ben oltre i limiti di un equilibrio retorico che dovrebbe essere la stella polare di ogni comunicazione verbale o scritta. LEGGI TUTTO

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    Il buon senso di De Laurentiis per una Svolta. Con la S maiuscola

    Il momento a Napoli è delicatissimo: giusto ricompattare tutto l’ambiente e fare quadrato. Mettendo al centro le esigenze di tutti Spalletti era entrato in argomento subito dopo la partita con il Milan. Perché, ma questo è chiaro, il Napoli ha bisogno dell’incitamento compatto dei propri tifosi. “Spero che questa volta vengano al Maradona soltanto per incitarci, per aiutarci”. De Laurentiis, e gli va dato atto, ha fatto di più. Non si è limitato a ricordare l’importanza del pubblico – d’altronde la letteratura è piena di questo – ma ha fatto un passo in avanti, tendendo la mano, di fronte alla prospettiva di ristabilire un rapporto ideale. “Sì, certo, dobbiamo trovare una soluzione”. LEGGI TUTTO

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    Da Maradona-Caniggia a Nicola con la poliziotta: la top 10 dei baci diventati iconici

    Bacio da Boca. Bacio da Bombonera. Bacio da cinema. Bacio argentino. E comunque quel giorno aveva segnato Basualdo. Non Maradona. E nemmeno Caniggia, che però aveva fatto il cross decisivo. E dunque i due amici – sempre amici, nella buona e nella cattiva sorte – quel giorno si baciarono, appassionatamente lo fecero, come mai si era visto su un campo di calcio. Bacio di adrenalina e di gioia, per festeggiare un gol del Boca Juniors al River Plate (è la Copa Libertadores del 1996, finirà 4-1), nella sfida – il Superclassico – che in Argentina vale più di ogni altra cosa. LEGGI TUTTO

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    Calabria, partita da capitano: così ha annullato Kvara per la seconda volta

    Il rossonero ha ripetuto la grande prova vista al Maradona dieci giorni fa, ancora contro il georgiano. Con il ritorno alla difesa a quattro Pioli ha ritrovato una delle sue colonneQuando non insegue esterni estrosi in giro per il campo, capitan Calabria studia enologia, la passione di una vita ereditata dai parenti. Da piccolino, invece di giocare ai soldatini, Davide osservava il nonno durante la vendemmia con occhi rapiti. E una volta ha paragonato alcuni suoi compagni ai vini più pregiati sul mercato. LEGGI TUTTO

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    Anguissa, Calabria e i cartellini non dati: Kovacs sotto accusa, tutte le scelte

    Il giorno dopo, l’arbitraggio di Istvan Kovacs lascia strascichi e continua a far discutere i tifosi di Milan e Napoli, in vista del ritorno dei quarti di Champions al Maradona. Dalle ammonizioni mancate (e reclamate da Spalletti) all’espulsione di Anguissa, passando per il giallo a Calabria dopo il triplice fischio, ecco gli episodi contestati al “prof” romeno. LEGGI TUTTO

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    Venti milioni e un uomo con la valigia: storia e processi di una partita mai comprata

    Una lotta retrocessione complicata, un premio a vincere per una squadra che poi perde, una denuncia dai tempi sospetti, un iter giudiziario difficile. È il 1973, e va in scena un bel pasticcio sull’asse Genova-BergamoC’è un uomo che gira per le strade di Alzano Lombardo con una valigia ventiquattrore. Ha il passo svelto, conosce bene il reticolo delle vie, ha vissuto anni a Bergamo, sa come muoversi da quelle parti. Impugna la valigetta con mano così ferma che – se questo fosse un film e l’inquadratura fissasse un dettaglio – si vedrebbero le nocche della mano destra tese, bianche per lo sforzo. Se qualcuno – qualche ladruncolo – avesse strane intenzioni, farebbe molta fatica a strappargliela, quella valigia. L’uomo arriva davanti a un portone, dà una rapida occhiata intorno, suona il campanello. Non è atteso, quindi chi risponde lo fa in modo interrogativo. “Chi è?”. LEGGI TUTTO

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    Dottor Jekyll e mister Inzaghi: ecco perché l'Inter in Europa è tutta un'altra cosa

    In Champions i giocatori trovano da soli la massima concentrazione, in Serie A il tecnico non riesce a tenerli sul pezzoDal nostro inviato Sebastiano Vernazza13 aprile
    – Lisbona (Portogallo)La doppia faccia dell’Inter. Quinta in campionato, al momento fuori dalla prossima Champions, ma con un piede nelle semifinali della Champions in corso. Come è possibile che la stessa squadra ottenga risultati tanto diversi, quasi opposti? LEGGI TUTTO