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    Sei italiane nelle coppe: l'obiettivo è non essere più derisi ma temuti

    La primavera del calcio italiano: la miglior risposta a chi lo ritiene in crisi irreversibile Negli ultimi anni il calcio italiano è stato criticato, deriso, vituperato, e non si può dire che mancassero i motivi. Tra un anno la Nazionale festeggerà un decennio senza Mondiali. Russia 2018 e Qatar 2022 li abbiamo guardati da lontano. L’ultima partecipazione risale al 2014 in Brasile e non ne conserviamo grandi ricordi, eliminazione al primo turno. Come in Sudafrica nel 2010. Così Germania 2006, la Coppa del Mondo vinta, rappresenta l’ultima volta in cui l’Italia è entrata nella fase a eliminazione diretta di un Mondiale. Se ci qualificheremo, rimedieremo forse nel 2026, tra Usa, Canada e Messico, vent’anni dopo. Quanto ai club, l’Inter è stata l’ultima italiana a vincere la Champions League. La Juventus è stata per due volte finalista, nel 2015 e nel 2017, ma ha perso e la cosa non conta. Materiale sufficiente per gridare alla regressione o alla recessione, in fondo la stessa cosa. LEGGI TUTTO

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    Parla il protagonista della partita contro il Benfica del 1965 che regalò ai nerazzurri di Herrera la seconda Coppa dei Campioni consecutivaSono passati quasi 58 anni da quella mitica serata: era il 27 maggio 1965 e l’Inter di Herrera conquistò la seconda Coppa dei Campini consecutiva. Contro il Benfica, bastò un gol di Jair, che adesso dal Brasile farà il tifo per Simone Inzaghi e i suoi ragazzi, pronti a giocarsi un posto nelle semifinali. LEGGI TUTTO

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    Juve, rivoluzione esterni: da Holm a Carlos Augusto, tutti gli obiettivi

    Con Cuadrado in uscita e Alex Sandro “dirottato”, il club bianconero è alle soglie di un ricambio generazionale sulle corsie esterne, un tema non più rimandabileLa Juve è già al lavoro per individuare gli innesti migliori da aggiungere alla rosa durante il prossimo mercato estivo. Le esigenze più impellenti dovrebbero emergere sulle corsie esterne, non a caso i dirigenti bianconeri è proprio lì che da tempo provano a fare delle riflessioni su cosa può saltare fuori come opportunità. LEGGI TUTTO

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    Maschere, torte e senzatetto: viaggio nella Napoli di Osimhen

    Il nuovo idolo degli azzurri è il nigeriano. Dai gadget ai dolci che lo raffigurano, dal ristorante dove cena in incognito alla villa sul golfo: a spasso nei luoghi dell’attaccante di SpallettiDal nostro inviato Fabrizio Salvio18 marzo
    – napoli Napoli è una città in maschera, e non è quella di Pulcinella. Quella della tradizione e della iconografia ammuffita e banale persino, che fa tutt’uno con le case sgarrupate e i panni stesi ad asciugare, con la gente “che si arrangia” e le contraddizioni eterne di una terra bonaria e amara allo stesso tempo. No, la maschera che oggi impazza nei vicoli dei quartieri come nelle strade del centro è la maschera dell’eroe moderno, dell’Uomo chiamato Gazzella, come, mutuando con felice intuizione il titolo di un vecchio film western, un tifoso identifica Victor Osimhen. LEGGI TUTTO