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    Leao e il nodo rinnovo: quanto guadagnano i top nel ruolo?

    Martinelli dell’Arsenal, con un rendimento simile, percepisce circa 3 milioni, mentre Son circa 12. Il portoghese chiede 7,5 nettiIl momento no apre agli interrogativi. L’ultimo squillo di Leao risale a metà gennaio e al 2-2 del Via del Mare contro il Lecce. Poi, folate sparse e poca continuità. Negli ultimi due mesi si è rivisto il Rafa delle prime due stagioni in rossonero, spesso fuori dal gioco e presente solo a sprazzi. Le sue 10 gare consecutive senza gol arrivano nel periodo più importante della stagione, con il Milan proiettato ai quarti di Champions (e invischiato nella corsa al quarto posto) e un rinnovo di contratto che tarda ad arrivare per confronti su più di qualche punto. LEGGI TUTTO

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    Dzeko compie 37 anni, nessuno come lui in Europa: tutti gli “over” più prolifici al mondo

    Il bosniaco è l’unico “vecchietto” che si misura ancora ad alti livelli. Per lui, alla seconda stagione in nerazzurro, la bellezza di 11 reti (e cinque assist) nelle 37 presenze collezionate finora. Un rendimento perfettamente in linea con quello della scorsa annata per il “Cigno di Sarajevo”, rivelatosi preziosissimo anche nell’attuale stagione segnata dalla lunga assenza e dalla scarsa vena di Lukaku. L’anno scorso per Dzeko furono ben 27 contributi diretti (17 gol e 10 assist) in 49 uscite ufficiali, numeri raggiungibili e persino migliorabili di questo passo nell’infuocato finale di stagione che attende i nerazzurri tra Champions, campionato e coppa Italia. Per il bosniaco c’è sempre in ballo la questione contratto, e il rendimento garantito finora rappresenta un ottimo argomento in vista del decisivo faccia a faccia con la dirigenza. LEGGI TUTTO

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    La Grande Inter contro Eusebio: quando col Benfica valeva la Coppa dei Campioni

    27 maggio 1965, i nerazzurri campioni in carica sfidano la Perla Nera: diapositive da una notte che ha fatto la storia di San Siro Milano 27 maggio 1965, l’Inter di Herrera – campione d’Europa in carica – affronta il Benfica delle meraviglie, che ha centrato la quarta finale in cinque anni. Ha diluviato tutto il giorno, il campo di San Siro è fradicio. Tutti si aspettano una finale memorabile – perché non c’è niente in giro di paragonabile a Inter e Benfica – ma ne esce invece una partita singhiozzante, spezzettata nelle ambizioni, decisa da una circostanza fortuita. E’ il trionfo della Grande Inter, la squadra più sensazionale degli anni 60. Scrive Jack Kerouac in “On the road”: “Poi venne la primavera, il periodo più bello per viaggiare”. Quella – nella primavera del 1965 – è la Route 66 dell’Inter del Mago. LEGGI TUTTO

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    Salvate il soldato Micky: 21 gare di fila da titolare, ecco perché Inzaghi non può farne a meno

    Il centrocampista dell’Inter non comincia un match dalla panchina dal 1° ottobre: 19 volte dal 1′ in nerazzurro e due con la nazionale armena, nonostante i 34 anni di età”Prima o poi riposerà”, pensano ciclicamente tifosi e addetti ai lavori. E invece no, Henrikh Mkhitaryan è sempre lì in campo a mettere a disposizione dei compagni la sua esperienza, la sua qualità e la capacità di sapersi calare in ogni situazione di gioco trovando sempre il modo di rendersi utile alla squadra. Se il suo nome venisse annunciato tra i titolari anche domenica sera prima del posticipo serale contro la Juventus, il centrocampista raggiungerebbe addirittura la 22esima partita consecutiva iniziata dal primo minuto di gioco, tra Inter e nazionale dell’Armenia. LEGGI TUTTO