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    La Grande Inter contro Eusebio: quando col Benfica valeva la Coppa dei Campioni

    27 maggio 1965, i nerazzurri campioni in carica sfidano la Perla Nera: diapositive da una notte che ha fatto la storia di San Siro Milano 27 maggio 1965, l’Inter di Herrera – campione d’Europa in carica – affronta il Benfica delle meraviglie, che ha centrato la quarta finale in cinque anni. Ha diluviato tutto il giorno, il campo di San Siro è fradicio. Tutti si aspettano una finale memorabile – perché non c’è niente in giro di paragonabile a Inter e Benfica – ma ne esce invece una partita singhiozzante, spezzettata nelle ambizioni, decisa da una circostanza fortuita. E’ il trionfo della Grande Inter, la squadra più sensazionale degli anni 60. Scrive Jack Kerouac in “On the road”: “Poi venne la primavera, il periodo più bello per viaggiare”. Quella – nella primavera del 1965 – è la Route 66 dell’Inter del Mago. LEGGI TUTTO

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    Salvate il soldato Micky: 21 gare di fila da titolare, ecco perché Inzaghi non può farne a meno

    Il centrocampista dell’Inter non comincia un match dalla panchina dal 1° ottobre: 19 volte dal 1′ in nerazzurro e due con la nazionale armena, nonostante i 34 anni di età”Prima o poi riposerà”, pensano ciclicamente tifosi e addetti ai lavori. E invece no, Henrikh Mkhitaryan è sempre lì in campo a mettere a disposizione dei compagni la sua esperienza, la sua qualità e la capacità di sapersi calare in ogni situazione di gioco trovando sempre il modo di rendersi utile alla squadra. Se il suo nome venisse annunciato tra i titolari anche domenica sera prima del posticipo serale contro la Juventus, il centrocampista raggiungerebbe addirittura la 22esima partita consecutiva iniziata dal primo minuto di gioco, tra Inter e nazionale dell’Armenia. LEGGI TUTTO

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    Volata Champions: 6 squadre per 3 posti. Il punto a 12 giornate dalla fine

    Stato di forma: Serviva la continuità, invece è arrivata l’ottava sconfitta in Serie A, sul campo dello Spezia. Troppi passi falsi, per la squadra di Simone Inzaghi. Perdere così tanti punti potrebbe rappresentare un problema da non sottovalutare con una classifica così corta. Calendario:Dopo la conquista dei quarti di Champions, il ciclo di gare ad alta tensione prosegue: prima della sosta c’è il derby d’Italia con la Juve, al rientro i nerazzurri riceveranno la Fiorentina. Poi ancora i bianconeri a Torino, per le semifinali d’andata di Coppa Italia. LEGGI TUTTO

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    Ribery: “Alla Salernitana studio da allenatore. Vlahovic e Chiesa, ci vuole fame…”

    Dal ritiro all’impegno nello staff del club di Iervolino, l’ex Bayern pensa al futuro: “Ho sempre stimato Lippi, è stimolante lavorare con Sousa. Pogba non si discute, ha ancora tanto da dare”Dal nostro inviato Filippo Cornacchia16 marzo
    – Friburgo In Germania, ai tempi del Bayern, ha regnato per dodici stagioni a suon di assist (132), gol (124) e trofei (24). I colpi di magia sono sempre stato il suo forte. Adesso in campo non si vede (più), ma c’è. E si sente. Franck Ribery ha lasciato il calcio giocato, ma è rimasto alla Salernitana da collaboratore tecnico. Prima con Davide Nicola in panchina e adesso con Paulo Sousa. Troppo forte il legame con Salerno e con il club del presidente Danilo Iervolino. LEGGI TUTTO