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    The dark side of Spalletti: cosa c’è dietro il boom di Rrahmani

    Il centrale kosovaro, recuperato dopo il buio dell’era Gattuso, sembra un altro. Perché il Napoli non è solo Kvara e Osimhen, è anche un metodo che prende chi non brilla e lo porta a brillare Sono pochi minuti (quelli di Jack Raspadori) e tante coccole: è il futuro della Nazionale. Qualche minuto in più per Elmas (e numeri eccezionali, medie al livello dei due fenomeni Kvara e Osimhen) e addirittura c’è la confessione del senso di colpa: se mi chiede perché non gioca di più, non saprei cosa rispondere. Attimi per Gaetano e Zerbin, ma la carezza arriva: ci tengo, mi assicurano una profondità della rosa. Ci sono quelli come Simeone che invece, se gli dai 7 minuti, gli sembrano 700, vivono una partita eterna, la palla è sempre in gioco. A lui non c’è bisogno di dire niente, per lui non servono messaggi. Ogni tanto a Luciano Spalletti tocca parlare degli altri, di altro. È difficile tenere il discorso su quello che ormai è evidente, luminoso, magnifico. LEGGI TUTTO

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    Yildiz inquieto? Il piano Juve per il gioiello della Primavera

    Tra voci di un “mal di pancia” e il desiderio di entrare in pianta stabile nella Next Gen, il trequartista turco scalpita. Ma i bianconeri hanno un programma per il suo futuro Quando la Juve ha capito che c’era uno spiraglio – seppur minimo – per soffiare Yildiz al Bayern Monaco, l’estate scorsa, ha deciso di andarci dentro con tutte le sue forze. Alle prime spedizioni tedesche ne sono seguite alcune specifiche, un blitz che si è concretizzano nel giro di ore: quelle decisive per strappare il sì del ragazzo, della sua famiglia e dei suoi agenti, anticipando così la concorrenza di altri club che avevano annusato il grande colpo allo stesso modo. Kenan ha scelto la Juve perché – tra le varie opportunità prospettate per il suo futuro – a Torino avrebbe potuto sfruttare il trampolino della Next Gen. LEGGI TUTTO

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    Non solo Krunic: quando Pioli s’inventa i titolari vincenti

    Dopo la qualificazione ai quarti di Champions, Paolo Maldini lo ha ribadito anche con un pizzico d’orgoglio: “Krunic? È stato investito da polemiche i primi 2-3 anni, ma abbiamo creduto in lui ed è di livello superiore. Deve ancora fare quel salto che potrebbe fare, ma sono tanti gli esempi di giocatori che hanno dato tanto e che all’inizio sono stati criticati”. Approdato a Milanello nell’estate 2019, il bosniaco ha risolto i problemi di formazione di Pioli più di una volta. Trequartista, mezzala, esterno, incursore, playmaker, mediano di rottura e addirittura terzino. Gregario affidabile di una squadra cresciuta un passo alla volta nell’ultimo triennio, fino al G8 d’Europa. Con 20 presenze stagionali (5 volte su 7 titolare in Champions, con gol contro il Salisburgo) è l’emblema della vittoria delle idee. Non l’unico. LEGGI TUTTO

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    Cali motivazionali e gioco leggibile: naufragio Inzaghi

    L’Inter ha perso il 30 per cento della gare giocate in stagione: troppe per ipotizzare una stagione di vertice. Ecco quali sono i capi d’accusaI numeri descrivono un mezzo naufragio, l’Inter ha perso quasi il 30 per cento delle partite fin qui giocate in stagione, per la precisione il 27,78 per cento, 10 sconfitte su 36 match. Otto scivoloni in campionato e due nella fase a gironi della Champions, contro il Bayern, 2-0 per i tedeschi sia all’andata sia al ritorno. LEGGI TUTTO

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    Dal Milan di Pato alla rinascita di Siena: la nuova vita di Paloschi

    A 33 anni ha segnato 11 gol nella città del Palio. Con la stessa passione di sempre. “Per quello che lo conosco, queste partite le prepara come faceva in A”, dice di lui il suo ex compagno rossonero Brocchi Dal Siena al Siena, è il racconto di un viaggio fatto di oltre 400 partite tra i professionisti e di tanta passione. A 33 anni – sì, “solo” 33, gioca da una vita e quindi la percezione è che ne abbia di più – Alberto Paloschi è ancora lì, pur avendo cambiato dimensione. Ha segnato 11 gol in Serie C ed è a metà del suo cammino nella città del Palio, almeno guardando al contratto in scadenza giugno 2025. LEGGI TUTTO

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    Dalle manette di Inter-Samp a quelle su Instagram: i gesti iconici di Mourinho

    “Un gesto vale più di mille parole”: Josè Mourinho è uno specialista del settore. Tredici anni dopo la prima volta, l’allenatore della Roma ha tirato fuori dal cilindro l’iconico gesto delle manette, stavolta postato su Instagram per commentare la squalifica di due giornate. Il portoghese non è nuovo a reazioni di questo genere, diventate preziose basi-meme per i social network… LEGGI TUTTO