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    Zico e quella lucida follia dell’Udinese che fece arrabbiare persino… la Cgil

    La storia dell’arrivo del campione brasiliano in Italia e le mille polemiche a lui legate Udine sembrava Hollywood. Alle 18.53 di domenica 31 luglio 1983 Arthur Antunes Coimbra detto Zico apparve in tutto il suo splendore, salutando la folla con la mano da una Torpedo blu del 1924 targata Taranto 2748. Erano in ottomila, per le vie della città; cinquemila in delirio solo in Piazza XX Settembre, dove ad attenderlo c’era una carrozza bianca con una coppia di cavalli dal mantello nero. Alle 19.24 Zico venne – letteralmente – incoronato, con una corona di fiori in testa, ringraziò in portoghese e disse – in un italiano meno stentato di quanto fosse possibile immaginare – che “anche io mi sento un po’ friulano”. Fu amore a prima vista. Un uomo salì sul palco, si impossessò del microfono e chiese alla folla se era d’accordo che quella piazza – dedicata ai bersaglieri friulani che nel 1870 erano entrati a Roma attraverso la Breccia di Porta Pia – fosse intitolata al campione brasiliano. Il boato fu così fragoroso che i cavalli, imbizzarriti, cominciarono a scalciare senza pace, certi dell’apocalisse che sarebbe arrivata di lì a poco. E infatti l’apocalisse arrivò, ma a ritmo di samba. LEGGI TUTTO

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    Rinnovo Leao, tutto tace. Tra una clausola fuori mercato e pretendenti solo presunte

    La possibilità che il portoghese lasci il Milan a fine stagione si fa sempre più concreta: il tempo passa e le variabili aumentano Nessuna nuova, buona nuova? Magari. Il silenzio attorno al rinnovo di Rafael Leao è invece una sorta di resa all’evidenza dei fatti. È trascorso anche il mese di febbraio senza che le parti si siano di fatto incontrate. E la sensazione è che anche marzo scivolerà con un sostanziale nulla di fatto. E ormai la stazione del mercato estivo è alla curva successiva, con la sempre più concreta possibilità che il portoghese traslochi a fine stagione. LEGGI TUTTO

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    Vieri e le montagne russe interiste: 123 gol, la causa per spionaggio e ora la Hall of Fame

    È il nono di sempre del club come numero di reti segnate, ma se n’è andato nel 2005, ricevendo una buonuscita, per firmare con il Milan. Alla società nerazzurra (e alla Pirelli) ha fatto causa per complessivi 21 milioni, ma ha anche chiesto alla Figc la revoca dello scudetto 2005-06 assegnato a tavolino a Moratti Bobo Vieri è nella Hall of Fame dell’Inter. Un riconoscimento meritato per un attaccante che, pur avendo vinto solo la Coppa Italia 2004-05 nelle sei stagioni nerazzurre, ha realizzato 123 reti, 24 delle quali in un 2002-03 nel quale è stato Re dei bomber della Serie A. LEGGI TUTTO

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    Il metodo Cardinale: perché è a Milano per lo stadio e non lo vedremo (mai) per Leao

    Il numero uno di RedBird si muove in prima persona soltanto nelle circostanze più delicate o urgenti. Tutto il resto è demandato al management, che a fine stagione sarà valutatoIn termini pratici è stata una toccata e fuga, ma basarsi soltanto sul tempo come parametro sarebbe un errore. Il blitz di Gerry Cardinale a Milano per parlare di stadio – del nuovo stadio – ha un’alta rilevanza, e non solo a livello simbolico. Il numero uno di RedBird in una sola ora – fra le 18 e le 19 di mercoledì – ha chiarito a tutti gli interlocutori che intende muoversi in prima persona, se occorre, per accelerare la pratica del nuovo impianto rossonero. E per farlo ha incontrato la prima carica cittadina e regionale. LEGGI TUTTO

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    Fagioli oltre gli elogi di Allegri: ecco perché è diventato insostituibile

    Il giovane centrocampista è concentrato sugli aspetti da migliorare. Un messaggio per l’allenatore, che lo elogiato ma ha anche detto di volerlo tenere coi piedi per terra?“Credo sia stata la migliore partita della stagione di Nicolò Fagioli”. Max Allegri ha consacrato con queste parole la prova del centrocampista nel derby, una partita che aveva giocato tante volte nel settore giovanile e che gli aveva già trasmesso grandi soddisfazioni da protagonista. Per il classe 2001 è stata un’altra tappa che segna il percorso di maturazione al suo primo anno di Juve in pianta stabile, di Serie A non solo come aggregato, dopo aver vinto il campionato di B giocando in prestito con la maglia della Cremonese. La misura del calciatore e tutta la sua ambizione si fanno evidenti quando gli si chiede di commentare i complimenti del suo allenatore: “Sono sempre d’accordo con lui, ma nel primo tempo ho fatto qualche errore di troppo e non trovavo la posizione migliore; nel secondo sono stato più a mio agio sia a livello tecnico che sul piano dell’intensità”. Lucido e con i piedi per terra, insomma. Concentrato sugli aspetti da migliorare. LEGGI TUTTO