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    Nella Juve fantasia non c'è solo Di Maria: Yildiz e Compagnon crescono bene

    Mentre la prima squadra si affida all’argentino, Next gen e Primavera coltivano già i fantasisti del futuro In fin dei conti il calcio è fantasia. La Juve ne è ben consapevole e, pur volendo rimanere fedele al suo pragmatismo, come da tradizione concede almeno a un giocatore chiave la libertà di fare un calcio “diverso”. Almeno così Max Allegri ha definito Angel Di Maria, quel fuoriclasse che l’estate scorsa ha voluto fortemente in squadra affinché ne diventasse il nuovo leader tecnico. LEGGI TUTTO

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    Quando Zigoni preferì il convento alla bella vita

    Su Sportweek il “giallo” del calciatore anticonformista per antonomasia: per un breve periodo la punta del Verona andò in ritiro con i frati Accelera tentando un sorpasso, all’improvviso gli compare davanti un trattore che gli taglia la strada, così per non finirci addosso sterza bruscamente. Si sente lo stridore delle gomme sull’asfalto, poi la Porsche finisce in un fosso. È di ritorno da una cena con i compagni dell’Hellas Verona, come sempre ha ingaggiato una gara e si è involato in solitudine. LEGGI TUTTO

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    Milan-Atalanta, Donadoni diviso tra un Diavolo e una Dea

    “Che orgoglio vedere la mia città e l’Atalanta da anni a questi livelli, ma io sono anche un vecchio cuore rossonero…”. L’ex c.t. ripercorre una carriera straordinaria“Tel chi el Dunadun”. Eccolo qua Donadoni. Lo aspettavano ai cancelli di Milanello e del Meazza e gli battevano le mani e poi lo sfioravano e lo accarezzavano. Era molto amato dal popolo rossonero, Roberto Donadoni. Era, negli anni Ottanta, nella Milano da bere, la “luce di San Siro”. LEGGI TUTTO

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    Luigi Meroni, storia di un mito: l'ala anticonformista del Torino che indignava l'Italia pre '68

    Giocava sulla fascia. Avrebbe compiuto 80 anni il 24 febbraio: morì a 24 investito per strada. E i granata e la Nazionale persero uno dei calciatori più eleganti, più fantasiosi e più geniali di quei tempi Viveva dentro una mansarda. Dipingeva, portava al guinzaglio una gallina, teneva i capelli lunghi. Amava una donna sposata, uno scandalo intollerabile nell’Italia del tempo. LEGGI TUTTO

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    Così Inzaghi ha creato il miglior Calhanoglu di sempre

    Dalle telefonate nell’estate 2021 all’evoluzione in regista, passando alle parole di stima reciproca: l’asse tra Simone e Hakan ha prodotto il centrocampista completo. E il precedente di Luis Alberto…Il miglior Calhanoglu di sempre nasce al telefono. Quello di Hakan, nell’estate 2021, squilla spesso. Dall’altra parte Simone Inzaghi, da poco diventato il nuovo allenatore dell’Inter. Il tecnico è in vacanza a Ponza – in provincia di Latina – con famiglia e amici, ma pensa già a costruire la sua nuova squadra. Non vuole, non può perdere tempo: c’è da trovare il sostituito di Christian Eriksen dopo il malore al danese nella sfida contro la Finlandia agli Europei, il 13 giugno. “Dopo un paio di giorni abbiamo pensato subito a Calhanoglu. Ho trascorso più tempo al telefono con Hakan che con i miei familiari”, il racconto di Inzaghi nel dicembre 2021 a Gazzetta. LEGGI TUTTO

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    Milan, attacco da irrobustire: dipende tutto dalla Champions. Okafor in cima alla lista

    Con Ibra all’addio, l’incognita Origi e Rebic incerto, per la prossima stagione occorre un nuovo centravanti. Determinante per il budget l’esito della corsa europea: piace lo svizzero, in alternativa profili da sgrezzareCertezze: il reparto è destinato a cambiare. Su questo non c’è discussione. Il problema è che quando si parla dell’attacco rossonero le certezze si concludono qua. Può sembrare paradossale per un club che ha ambizioni di crescita costante perché è adesso, quando non è ancora finito l’inverno, che occorre progettare e seminare. LEGGI TUTTO

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    Mazzocchi: “La Salernitana si salva con lo spirito dell’anno scorso. E poi Mancini…”

    Era in ascesa, aveva anche conquistato l’azzurro poi si è bloccato per tre mesi. Ora un finale di stagione per il rilancio Correva forte Pasquale Mazzocchi: un rendimento molto alto, i primi gol in Serie A, la convocazione in Nazionale, il debutto in azzurro. Poi… “Poi ho dovuto cliccare stop. L’infortunio al legamento collaterale mediale del ginocchio destro mi ha fermato nel momento più bello: indossando la maglia dell’Italia, tra l’altro come primo giocatore della storia della Salernitana, avevo realizzato il sogno più grande. Era novembre, sono stato operato, ma adesso eccomi qui. Sono pronto a cliccare play e a ripartire: per aiutare la mia squadra a salvarsi e chissà, magari anche a tornare nel gruppo di Mancini”. LEGGI TUTTO