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    Oggi sfida l’Inter, domani può sposarla: viaggio nel mondo del Tucu Pereyra

    Dall’infanzia povera alle proteste della madre, dalla vendita dei limoni a Esnaider che lo scopre, dall’avventura alla Juve al pentimento: chi è l’osservato speciale di staseraDa Juan Bautista Alberdi e San Miguel, per un’oretta abbondante di auto tra campi e prati verdi, quando la stagione lo permette. Sono 109 i chilometri che dividono un Tucu dall’altro, la città natale di Joaquin Correa da quella di Roberto Pereyra. Stessa nazionalità, stessa provincia argentina, quella che di fatto dà origine al soprannome con cui entrambi vengono chiamati. L’attaccante dell’Inter non farà parte della sfida all’Udinese, ma i due si sono già affrontati una manciata di volte – sempre in Italia – e hanno condiviso una convocazione con la Seleccion nel settembre del 2019. Oltre a questo, in comune potrebbero avere proprio i colori nerazzurri: il 32enne in forza ai friulani è a fine contratto e il club di viale della Liberazione sta valutando se affondare il colpo per il capitano di Andrea Sottil, prossimo avversario in campionato. LEGGI TUTTO

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    Marchisio: “Vi racconto Torino, la Russia, James Bond. La Juve? Qualcosa cambierà”

    L’ex centrocampista della Juve si apre a Sportkweek: “A San Pietroburgo ho conosciuto gente splendida che mai avrebbe voluto la guerra. Le mie scelte nella vita? Mi hanno aiutato i libri”Francesco Maletto Cazzullo18 febbraio
    – Milano Claudio Marchisio non è stato solo un fenomenale centrocampista della Juventus, ma è anche un torinese doc. Quando parla della sua città si infervora: sorride, si arrabbia, si commuove. L’amore e la passione per la terra dove è cresciuto quasi si toccano con mano, tanto che ha voluto rivelarci i suoi posti del cuore. E questo orgoglio, la rivendicazione delle radici, è anche il suo modo di reagire alla crisi che la Juve sta attraversando. LEGGI TUTTO

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    I 90 anni di Humberto Maschio, l’ultimo angelo con la faccia sporca

    Sportweek racconta: li chiamavano così perché gli avversari non li prendevano, dovevano picchiarli e loro finivano nel fango. Lunedì il compleanno dell’asso che con Sivori e Angelillo infiammò l’Argentina e la Serie A Humberto Dionisio Maschio ha novant’anni. Vive ad Avellaneda, Buenos Aires. È l’ultimo “angelo dalla faccia sporca”. Omar Enrique Sivori si è spento a San Nicolas de los Arroyos, Argentina, nel 2005. Antonio Valentin Angelillo è scomparso a Siena cinque anni fa. Maschio è del ’33, il più anziano del trio, guarda ancora il calcio in tv. Un po’ di tempo fa gli hanno chiesto: “Maestro, meglio Messi o Maradona?”. E lui con un filo di ironia: “Il mio amico Sivori”. LEGGI TUTTO

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    Un cuore coi baffi nerazzurri: Mazzola nella Hall of Fame c’era già entrato nel 1961

    Finalmente l’Inter ha colmato il vuoto inserendo nel suo Pantheon uno dei suoi campioni più iconici. Che segnò in una delle partite più strane del calcio italiano, e poi continuò a lungo… Hall of Fame, la Galleria dei Campioni. “Un’istituzione che ha il compito di custodire il patrimonio sportivo e la memoria dei giocatori che hanno indossato la maglia dell’Inter”, spiega l’atto costitutivo del club nerazzurro, tifosi un po’ dappertutto, sponsor, abbonati speciali. Esiste dal 2018, siamo alla quinta stagione. Nelle precedenti avevano fatto entrare Matthäus e Stankovic, Cambiasso e Sneijder. Sono incredibilmente rimasti fuori Luisito Suarez e Lele Oriali, Armando Picchi e Mario Corso. E Boninsegna e Altobelli. Il leggendario Giuseppe Meazza ha fatto il suo ingresso solo al secondo turno. Il grande Baffo, Sandro Mazzola, è stato accolto al quinto round. Bravi, ma lenti i votanti e i sondaggisti. Colpevole ritardo? Diciamo così, cose di questo tipo. LEGGI TUTTO

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    Galeone: “Allegri nervoso? Ha tutta la Juve sulle spalle!”

    Il maestro del tecnico bianconero: “Adesso Max non sta facendo solo l’allenatore… Gli servirebbe Marotta e un d.s. come Giuntoli o Massara. Però io lo vedrei pure in Premier””Ho sentito Max prima della Fiorentina, ma non alla vigilia dell’Europa League. A questo punto lo chiamerò per lo Spezia”, racconta Giovanni Galeone, ex allenatore, maestro e soprattutto grande amico di Massimiliano Allegri. LEGGI TUTTO

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    Quando il Monza era “il Borussia della Brianza”

    Vinsero l’angloitaliano, lanciarono giovani fortissimi, sfiorarono a lungo la Serie A. Che poi è arrivata l’anno scorso, grazie a un giovane dirigente di quei tempi… Quando i sogni non erano in HD e Ugo Tosetto dribblava anche le margherite, l’Europa a Monza significava una gita-premio in Inghilterra in un posto di mare che era l’equivalente della nostra Jesolo, solo con più freddo, meno ombrelloni, più sale bingo e al largo della costa una battaglia navale in atto, con tanto di ammiragli che ordinano l’attacco, però per finta: era una ricostruzione storica e alla fine si andava tutti insieme al pub. E allora oggi che il Monza di Berlusconi e Galliani – due che l’Europa l’hanno conquistata a più riprese – un pensierino al viaggio oltreconfine magari lo sta facendo; queste storie di quasi cinquant’anni fa ci offrono l’innesco per raccontare la realtà di quel Monza che negli anni 70 visse la sua età dell’oro. LEGGI TUTTO

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    Amori, critiche, reazioni da ritrovare: la corsa Champions passa dal sabato milanese

    Cinque squadre in 5 punti per la volata Champions. L‘Atalanta ha più gamba. La Lazio ha ritrovato l’oro Ciro. C’è Roma senza Dybala? Il traguardo è lontano, il gruppo alle spalle dell’imprendibile Napoli è compatto: 5 pretendenti a un posto Champions in 5 punti. Due resteranno escluse. Giornata senza scontri diretti che, a rigor di classifica, insidia le milanesi, chiamate a incrociare oggi le avversarie con più punti: l’Udinese (30) e il Monza (29). Milan e Inter si sfioreranno, nel tempo e nello spazio. Giocheranno una dopo l’altro, a una ventina di chilometri di distanza. Per Stefano Pioli e Simone Inzaghi la stessa urgenza: tenere alta la soglia d’attenzione perché s’intravvedono trappole nascoste nel prato. LEGGI TUTTO