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    Ballardini: “Cremonese mia, ora inizia un'altra storia”

    Il tecnico dopo l’impresa con la Roma in Coppa Italia: “La mia squadra ha una sola faccia: la vittoria dell’Olimpico è stata bella, ma penso già al Lecce”In quattro partite alla guida della Cremonese, Davide Ballardini ha eliminato il Napoli e la Roma dalla Coppa Italia, vincendo in trasferta, e ha conquistato un punto in due gare di campionato, dove però la squadra si trova all’ultimo posto senza aver mai vinto. LEGGI TUTTO

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    Diaz, il cambio modulo per aiutarlo. E per togliere un “ma” dal suo talento

    Il cambio modulo, da 4-2-3-1 a un eventuale 4-3-3, potrebbe anche aiutare lo spagnolo. In passato ha già giocato da esterno, soprattutto nel primo anno rossoneroPer stregare di nuovo il Milan dovrà tornare alle origini. Ai tempi in cui il signor Ghubn batteva i pugni sul tavolo di casa Diaz con fare autoritario. Il vice presidente del Malaga si palesò dal miglior talento delle giovanili con due macchinoni e le guardie del corpo: “Vostro figlio non si muove da qui”. Si parlava di Brahim ovviamente, bassino e tecnico, estroso e creativo, un fuscello specializzato in uno contro uno. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi, le due facce dei sei derby milanesi. E un conto in sospeso…

    La prima stracittadina di Inzaghi sotto la Madonnina è una sfida d’alta classifica, con i nerazzurri terzi e i rossoneri secondi. Ma il più atteso della serata è Calhanoglu, al primo derby sulla sponda opposta del Naviglio: il turco sblocca il risultato dopo 11′ dal dischetto, frutto di un rigore procuratosi, per poi esultare davanti ai suoi ex tifosi. L’Inter parte con buon piglio, tuttavia la serata non è di quelle propizie e lo si intuisce presto. Perché sei minuti dopo arriva un’autorete di De Vrij e, di lì a poco, i nerazzurri falliscono un secondo rigore con Lautaro. Le conferme dei cattivi presagi arrivano negli ultimi 20′ di gara, quando Inzaghi deve rimpiazzare Barella, Darmian e Dzeko per acciacchi vari, con il bosniaco costretto ai box per due settimane. LEGGI TUTTO

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    Il mistero del centravanti ammazzato a due mesi dal matrimonio

    Era al telefono con la fidanzata quando un’auto lo affianca, “Mi stanno ammazzando” le ultime parole. Una convocazione in Questura, una pistola nota agli inquirenti, una pista che non convince, un delitto con risvolti inattesi È la notte del 18 marzo 2006. Vincenzo Cotroneo è in auto, sta guidando la sua Golf sulla statale che da Reggio Calabria risale verso il Mar Jonio. È stato ad una festa di compleanno e sta tornando a casa, a Bianco, la cittadina della Locride dove vive, quando una vettura lo affianca e lo costringe a rallentare, a poche decine di metri dalla sua abitazione. Il guidatore abbassa il finestrino, Cotroneo non capisce. È strano, così, con le due auto in corsa, forse vuole dirgli qualcosa. Allunga appena il collo, ma non tanto, perché ha il telefonino incastrato tra la spalla e l’orecchio: sta parlando al telefono con la fidanzata, tra due mesi si sposano, hanno già fissato il matrimonio. Poi ha un attimo di esitazione. LEGGI TUTTO