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    Malinovskyi, Muriel, Zapata e forse Musso: Gasp prepara la rivoluzione per la Dea

    L’Atalanta è destinata a cambiare molto e ad abbassare l’età media: diversi i nodi da sciogliere, a cominciare dal portiere L’Atalanta ha acceso i motori la scorsa estate per un nuovo ciclo. Se non è l’anno zero, siamo vicini. Ora palla a Gian Piero Gasperini che dovrà ribadire due concetti. Il primo, fondamentale, è la conferma della sua felicità di allenare la Dea. Glielo chiede la proprietà, non soltanto quella storica rappresentata dalla famiglia Percassi, ma anche la nuova costola americana che vorrebbe programmare già a gennaio. Ci sono stati confronti, ce ne saranno altri. LEGGI TUTTO

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    Cordoba: “Inter, quattro centrali sono pochi. Si deve lottare per il posto”

    L’ex difensore, oggi dirigente del Venezia e socio di un ristorante colombiano a Milano, parla dei nerazzurri e del bisogno di concorrenza interna: “La strada è giusta, la squadra deve capire che serve portare a casa il risultato anche quando la giornata non è delle migliori. In Skriniar rivedo la mia voglia di ‘accanirsi’ nella caccia al pallone” Ivan Ramiro Cordoba è onnipresente, come quando si dannava per “accanirsi” (parole sue) sulle iniziative degli attaccanti avversari. Oggi si divide – o si moltiplica – tra l’incarico dirigenziale al Venezia e il ristorante colombiano a Milano (il Mitù in zona Porta Venezia) che ha aperto anche con il fratello Andres, architetto del locale. Come faceva in campo, porta orgogliosamente la bandiera della sua Colombia in Italia, ma fa conoscere il suo Paese con mezzi diversi. LEGGI TUTTO

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    Ziyech, l'uomo che visse due volte: gioventù difficile, poi è diventato il Maestro

    L’adolescenza di Hakim è stata dura, tra brutti giri e continue denunce: incendi, droghe, alcol, minacce. Poi l’amico Aziz gli tolse il cappuccio…Alla fine l’hanno salvato gli altri, l’hanno costretto a dire basta, perché quando ti palesi cinque volte in un anno davanti a un giudice vuol dire che stai andando fuori giri, oltre i binari, e che forse non riesci a salvarti da solo. A 16 anni Hakim Ziyech viveva una doppia vita, camminava su due strade differenti: la prima nel pallone, talentino irriverente dell’Heerenveen, il ‘mago’ del quartiere cresciuto a suon di calci nel sedere e strigliate forti. LEGGI TUTTO

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    Rebus Diaz: sei mesi per guadagnarsi il riscatto. E il Milan può puntare ad uno sconto dal Real

    A giugno scade il prestito biennale dello spagnolo, che ha il girone di ritorno per convincere il Diavolo a puntare su di lui: servono 22 milioni, ma si può trattare con i BlancosIn fondo, gli uno contro uno sono sempre stati il suo pane: più sono gli avversari da saltare in slalom, più Brahim Diaz si esalta. Succede sul campo — chiedete a Juventus e Monza per conferme —, ma anche dentro al Milan: lo sbarco di De Ketelaere e Adli avrebbe potuto togliergli l’aria, invece Brahim ha dribblato anche la concorrenza e si è ripreso il posto al centro del Diavolo. O ai lati, a giudicare dalla nuova veste che Pioli gli ha cucito addosso in certe partite: nel Milan “classico” lo spagnolo è la prima scelta per il ruolo di trequartista, nel Milan rimodellato con il 4-3-3 è il 10 che non fa il 10 ma l’ala destra oppure la mezzala, con risultati stupefacenti. Anche per questo, l’eventuale arrivo di un altro uomo di qualità come Ziyech non lo spaventa: i fatti dicono che Diaz la spunta sempre. Il punto, semmai, è capire se e come il piccoletto di Malaga la spunterà nella partita più complicata, quella che si giocherà a giugno e che deciderà il suo futuro: Brahim è un “veterano” del Milan di Pioli, eppure il suo destino resta appeso a un filo. LEGGI TUTTO

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    La bilancia, le intuizioni, la memoria: alle radici di Ilkhan, il genietto turco del Toro

    Da ragazzo faceva l’attaccante e aveva problemi di peso, ora è il gioiello che deve guidare la rinascita del calcio di Istanbul. Intanto c’è il Toro, dove pian piano sta trovando spazio, imparando dagli errori C’è un’immagine che per giorni è stata la più postata dai tifosi turchi sui social: Arda Guler e Emirhan Ilkhan che se la ridono in allenamento, fieri della maglia che indossano. È quella rossa della nazionale, con la luna e le cinque stelle bianche in bella mostra all’altezza del cuore. Il ct Stefan Kuntz, ex attaccante campione d’Europa nel ‘96 con la Germania, non è riuscito a qualificare la Turchia ai Mondiali in Qatar e ha deciso di ripartire dai giovani già nelle ultime amichevoli vinte contro Scozia e Repubblica Ceca: “Abbiamo la nazionale per i prossimi 10/15 anni”, ha esultato con toni tronfi il presidente federale Mehmet Büyükekşi, che lo scorso settembre ha dovuto fare i conti con un’ aggressione a mano armata durante la riunione del Consiglio (7 i proiettili sparati, uno è passato sopra la testa dell’ex Real Hamit Altintop). LEGGI TUTTO

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    Juve, non solo Vicario: tre piste made in Italy per difesa e centrocampo

    Tra il dopo-Szczesny e gli altri reparti da rinforzare, gli occhi degli scout bianconeri sulla Serie A: ecco i contatti già avviatiL’azzurro non passa mai di moda, specie in casa Juventus. Il nuovo diktat per gli uomini mercato bianconeri è “prima gli italiani”. Perché una base costruita sui talenti nostrani è stata spesso la chiave dei successi della Signora. Alcuni la Juve li sta crescendo in proprio: Fagioli e Miretti sono solo gli ultimi della lista. Altri sono stati pescati per tempo grazie a investimenti importanti: Chiesa, Locatelli, Gatti… Ma Federico Cherubini e i suoi collaboratori hanno sul taccuino diversi nomi per rinfoltire la truppa. LEGGI TUTTO

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    Inter, il piano Empoli: così può prendere Baldanzi e Parisi. E il sogno Scalvini…

    Inter, il piano Empoli: così può prendere Baldanzi e Parisi. E il sogno Scalvini… Più nazionale che internazionale. Un po’ alla volta, per indole ma sopratutto per necessità, sempre più legata ai talenti nostrani, nonostante l’esplorazione sul mercato prosegua a 360° in Europa e non solo: l’Inter cerca i Barella e i Bastoni del futuro e li cerca da queste parti. Giocatori made in Italy che possano dare identità e appartenenza, che mettano radici solide e siano in linea con i paletti economici del club che impongono investimenti solo in case di entrate. LEGGI TUTTO