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    Juve, con l'Europa League cambiano i conti: perché si va in pari solo vincendola

    La qualificazione agli ottavi di Champions, per gli introiti che porta, era fissata dal club come obiettivo minimo stagionale, esplicitato nel piano di programmazione finanziaria. Punto per punto, così l’unico modo per rimediare è il più difficile: partecipare alla nuova coppa per conquistarla Non è per caso che il passaggio dalla fase a gironi a quella a eliminazione di Champions League sia scritta nero su bianco, nel piano economico pluriennale, come uno degli obiettivi minimi stagionali della Juventus, insieme a uno dei primi quattro posti in campionato che garantisce la qualificazione alla Champions successiva: perché sono risultati sul campo che portano introiti a cui il club conta con certezza. LEGGI TUTTO

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    Dia e Doig, Ferguson e Laurienté : le 4 perle del mercato di Serie A

    Pochi li conoscevano, ora sono tra i protagonisti del campionato: Salernitana, Verona, Bologna e Sassuolo si godono 4 ragazzi in rampa di lancioTi punta e va via. Mica lo conoscevano in tanti. Ora sì, in tantissimi. Il Sassuolo ha “scommesso” scientemente su Armand Laurienté per 10 milioni di euro più 2 di bonus. Ed è stata una “puntata” giusta, azzeccata, come spessissimo succede dalle latitudini del Mapei Center. Il francese che è ala e fulmine arriva in neroverde alla fine di agosto: Rossi e Carnevali c’erano sopra da tempo ma l’accelerazione – necessaria e giusta – si è avuta quando Dionisi era già passato nelle proprie esercitazioni al 4-3-3 e nei momenti in cui Traoré ci metteva più del previsto a recuperare dall’infortunio e Berardi incorreva in uno stop inatteso. Così, le svariate osservazioni sono diventate acquisto. Strappo e concretezza, velocità e intuizione, misura nel fare e nel vedere la porta: fino ad oggi Armand (squalificato per la gara di Empoli) ha collezionato 7 presenze, realizzato 2 gol (a Verona e Salernitana) ma più che questo ha espresso quel che serve nel gioco moderno fatto di duelli e preventive: la scintilla. Per il Sassuolo è imprescindibile perché la qualità allegata a rapidità d’esecuzione vale. Media-voto Gazzetta: 6,5. LEGGI TUTTO

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    Juve, serve un direttore tecnico? La lezione del percorso di Fagioli

    Il centrocampista “imbastardito nel ruolo” durante la sua crescita, secondo Allegri: manca una figura di raccordo che guidi le scelte di avvicinamento dei giovani alla prima squadra Il calcio si evolve e la cura dei dettagli richiede sempre più attenzione e competenze verticali all’interno di una struttura societaria. La Juve da un po’ di anni a questa parte ha investito molto sulla valorizzazione dei giovani, tirando su una filiera che nel giro di qualche anno è diventata competitiva e non ha nulla da invidiare ai top club che hanno da sempre un certo appeal internazionale sui talenti in rampa di lancio. La seconda squadra ha dato una marcia in più e, col cambio di denominazione della scorsa estate, la Next Gen è da ritenere un modello consolidato che può diventare a tutti gli effetti un asset del piano strategico del club. Le ultime parole di Max Allegri su Nicolò Fagioli, uno dei giovani più promettenti che la società ha cresciuto in casa, richiedono però una riflessione e palesano probabilmente una nuova esigenza nei quadri dirigenziali. LEGGI TUTTO

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    La Champions ti fa ricco. Bayern record con 90 milioni, il Napoli già a quota 62,5

    Tedeschi mattatori nella classifica degli incassi della fase a gironi. Inter e Milan ne hanno già incassati oltre 57. E chi vince la Coppa supera quota 100 Vince il Napoli in tutti i sensi. In campo e nei bilanci. Primo nel gruppo, testa di serie al sorteggio e club italiano che fin qui ha incassato di più dalla campagna di Champions: la fase a gruppi, con la qualificazione agli ottavi, vale già 62,5 milioni. In questa speciale classifica seguono Inter e Milan (57,6), quindi Juve (53,6). LEGGI TUTTO

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    Scalvini: “Napoli, Klopp ha ragione, ma l'Atalanta vuole fermarti”

    Il difensore atalantino: “La nostra specialità è fermare i grandi. Il loro è un gran calcio. Ma noi ci proviamo: è prima contro seconda, no?”Dal nostro inviato Andrea Elefante3 novembre
    – ZINGONIA (Bg) Quel giorno, sette mesi fa esatti, fu uno dei pochissimi a salvarsi: 3 aprile, Atalanta-Napoli 1-3. Per Giorgio Scalvini era l’11a partita in Serie A, solo la quarta da titolare: stava sbocciando il ragazzo che era andato in panchina in una gara di Champions a 16 anni, aveva debuttato in campionato a 17 e a 18 avrebbe messo la prima maglia azzurra. Oggi le presenze sono 27, 15 dal primo minuto, le ultime sei consecutive. LEGGI TUTTO

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    Storia di un tifoso in trasferta morto due volte

    La triste fine di un supporter della Roma morto a 18 anni sul piazzale di San Siro dopo un pestaggio. Una morte senza giustizia Morire a diciotto anni, una domenica di giugno, sul piazzale di San Siro. Morire ammazzati di botte, morire di paura col cuore che si spezza. Morire due volte, perché dopo la morte giustizia non c’è. Il 4 giugno 1989 Antonio De Falchi arriva allo stadio di San Siro col 24, il tram che ferma al capolinea di Piazzale Axum. È insieme ad altri tre amici, tutti di Roma. LEGGI TUTTO

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    Mezzo secolo da Figo, l'uomo che ha reinventato il ruolo di ala destra. E che all'Inter ha fatto 4 su 4

    Il portoghese virtuoso del dribbling, fuoriclasse e simbolo del Portogallo, festeggia il mezzo secolo. Protagonista in patria e in Spagna, lampi di classe in Serie A in chiusura di carriera Virtuoso del dribbling, fuoriclasse assoluto della banda derecha, la fascia destra, il suo territorio di caccia, il piedistallo su cui ha costruito una carriera prestigiosissima. Tecnica di base sopraffina, velocità di esecuzione, colpo d’occhio, feeling col gol di un buon attaccante, resistenza fisica di un mediano: Figo ha reinventato il ruolo dell’ala destra, tanto che a relegarlo in quella definizione gli si fa un torto. LEGGI TUTTO