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    Pioli e Giroud, ci siamo. Entro l’anno i rinnovi per rivincere insieme

    È un Milan grandi firme: entrambi prolungheranno fino al 2024. Il tecnico a novembre durante la pausa, l’attaccante dopo il QatarEntrambi nati sotto il segno della Bilancia, Stefano Pioli e Olivier Giroud, hanno avuto un’influenza positiva sul Milan: migliore anche di quanto potesse inizialmente prevedere l’oroscopo rossonero. Pioli, arrivato dopo l’esonero di Giampaolo in un momento di negatività diffusa, ha riallineato tutti gli elementi del pianeta Milan: ora per lui si può facilmente pronosticare un rinnovo del contratto. Avverrà a breve, già a novembre, stavolta sotto il segno dello Scorpione. Lo stesso si può leggere nel futuro di Olivier Giroud: le carte dell’estate del 2021 erano sbagliate. Olivier doveva essere un semplice vice Ibra e invece si è rivelato molto di più. Un protagonista dello scudetto 2022 (anche quello non pronosticato) e un senatore dello spogliatoio. L’anzianità rossonera crescerà: il contratto di Giroud, in scadenza in estate, sarà probabilmente esteso dopo il Mondiale. Un altro evento che ha sorpreso anche le stelle: la storia tra Olivier e la Francia sembrava ormai avviarsi alla conclusione, per poi ripartire di slancio. Dopo aver conquistato spazio nell’area del Milan, è ora facile scommettere che lo farà anche in Qatar con la nazionale. LEGGI TUTTO

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    Frattesi: “La Roma, i sogni e nonno Carmine: così mi sono perso e ritrovato”

    Le voci di mercato, un’estate difficile e la ripresa a suon di gol del centrocampista del Sassuolo: “Cacciato dall’allenamento perché non ero io. Ma io mi porto dentro dei valori importanti ed era il momento di tirarli fuori. Meglio restare qui” Dal nostro inviato G.B. Olivero28 ottobre
    – SASSUOLO (Mo) Una sera di agosto Davide Frattesi tornò a casa, si fissò allo specchio e non si piacque: “Vedevo la brutta copia di me stesso. Avevamo appena perso con il Modena in Coppa Italia, ero stato inguardabile. Mi sono fatto un esame di coscienza, mi stavo esponendo a tante brutte figure e mi dispiaceva anche per società, allenatore e compagni. Ripensavo a nonno Carmine che da piccolo faceva le pagelle a ogni mia partita e mi veniva il magone. Io mi porto dentro dei valori importanti ed era arrivato il momento di tirarli fuori”. LEGGI TUTTO

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    Agnelli, Nedved, Bonucci, Pogba…: cosa è rimasto della Juve di Conte

    In bianconero per tredici anni calciatore e tre allenatore, in panchina ha dato il via al ciclo scudettato che è durato quasi dieci anni. Ed ora…Tutto cambia nella vita. Ma sì, in fondo alcuni legami restano. Quello tra Antonio Conte e la Juventus è stato un rapporto d’amore profondo per un lungo periodo, che si è poi trasformato in rabbia e forse a tratti in odio – nel periodo di tradimento all’Inter – ma che non è mai caduto nell’indifferenza. E così, ai primi sussurri di un possibile ritorno a casa dell’ex capitano, alzano le antenne un po’ tutti, specie quelli che gli riconoscono una grande leadership. LEGGI TUTTO

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    Diaz, il Milan e la trattativa con il Real: quanto costa a Maldini tenersi il Diez

    In estate scadrà il prestito biennale con il Real: fissata la cifra per il riscatto, i blancos hanno una recompra. Ma si può trattare…Di equilibrio, come spesso capita nel calcio, ce n’è pochino. Facile, molto facile passare da fenomeno a inadeguato – e percorso inverso – nel giro di poche settimane. Brahim Diaz è uno degli esempi “migliori” in questo senso, passato dalla nutrita schiera di haters di inizio stagione a una folla adorante prontamente risalita sul carro adesso che lo spagnolo serve piatti da cucina stellata. LEGGI TUTTO

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    Agnelli-Conte, le vittorie, la lite e la pace: cosa è cambiato in 8 anni

    L’attuale allenatore del Tottenham e il presidente della Juventus sono uniti da un legame altalenante, dal ritorno agli scudetti alle frizioni da avversari. Ma il futuro potrebbe riavvicinarliLa prima volta fu lui a corteggiare la Signora. Nella vita di tutti i giorni una cosa normale. Nel calcio meno. Di solito è il club a chiamare il tecnico: nel 2011 andò diversamente. Fu Antonio Conte, all’epoca appena 42enne e reduce dall’esperienza a Siena a chiamare il presidente Andrea Agnelli, giovanissimo anche lui (36 anni), e ad offrirsi. Lo convinse che era lui, l’ex capitano, juventino dalla nascita, l’uomo giusto per riportare il club a vincere dopo i difficili anni post Calciopoli. Mentalità vincente, voglia, ambizione, perfetta conoscenza del mondo bianconero: Agnelli si fidò, forse trascinato anche un po’ da quella sana voglia di rischiare che hanno i giovani, anche quando ricoprono cariche così prestigiose. LEGGI TUTTO

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    Di fronte alle difficoltà, alla Continassa si inizia a pensare al futuro. Vediamo, reparto per reparto, su chi possono puntare i bianconeri È tempo di cominciare a pensare al futuro alla Continassa. L’uscita di scena anticipata della Juve dalla Champions potrebbe rivedere in corsa il cammino stagionale e anticipare i primi segnali di rinnovamento della rosa, tra il mercato di gennaio e l’estate prossima. Servono novità un po’ ovunque, anche perché molti top si avvicinano alla scadenza del loro contratto e difficilmente rinnoveranno. Ecco una prima ipotesi di revisione, reparto per reparto, con una certezza da tenere di riferimento, un acquisto da mettere a segno e una scommessa da fare per ottenere il miglior risultato nel minor tempo possibile. LEGGI TUTTO

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