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    Laurienté: “Mi ispiro a Juninho. Mbappé? Diverso da come sembra…”

    L’esterno neroverde: “Somiglio un po’ a Boga. A Sassuolo adattamento rapido, sono felice”Che la vita sia imprevedibile e che tutto possa cambiare in un attimo, Armand Laurienté l’ha imparato da piccolino, in modo tragico: “Io sono nato a Gonesse, avevo un anno e mezzo quando proprio lì, a poche centinaia di metri da casa mia, si schiantò il Concorde. In quella zona non si può costruire né coltivare la terra. E’ come se quella vicenda drammatica fosse un monito”. LEGGI TUTTO

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    Il prof Benetti e i suoi allievi: “Pioli era già leader, Allegri più leggero”

    L’ex Milan e Juve è stato docente dei due tecnici a Coverciano: “Stefano ha avuto pazienza, Max in rossonero è maturato. Sono ancora da scudetto”Romeo Benetti non è stato solo un grande centrocampista nel Milan di Nereo Rocco, nella Juventus di Giovanni Trapattoni e nella Roma di Nils Liedholm. È stato anche un apprezzato docente alla scuola del centro tecnico di Coverciano, in cui per 25 anni ha esaminato 2500 aspiranti allenatori, alla media di 250 all’anno, tra i quali Stefano Pioli e Massimiliano Allegri. LEGGI TUTTO

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    Ambrosini: “Il mio Milan era speciale. Leao come Henry. Pioli? Un allenatore moderno”

    Ha ideato un film per celebrare le tre finali di Champions dal 2003 al 2007. Su Sportweek racconta “i finti crampi di Inzaghi, gli sfottò di Pirlo, le forchettate di Gattuso”. E su Milan-Juve dice… Capitano nel dopo-Maldini (e già questo dice parecchio sullo spessore del calciatore e dell’uomo), 489 presenze con la maglia del Milan, quattro scudetti, due Champions, più tutto il resto vinto col club, oggi talent di Dazn, Massimo Ambrosini è la persona giusta per parlare del Milan-Juve in programma stasera a San Siro. LEGGI TUTTO

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    Retroscena Bellingham: era quasi fatta con la Juve, ora lo vogliono tutte le big

    Fascia bella stretta al braccio, Jude Bellingham non se la perderebbe per nulla al mondo. A 19 anni è capitano del Borussia Dortmund, in Bundesliga e in Europa. Ieri gol e assist in Champions, con i riflettori delle big costantemente puntate su di lui. Lo vuole il City di Pep Guardiola, ma in Inghilterra ci sono anche Chelsea, Liverpool e Manchester United. Poi? Ah sì, l’ha puntato il Real Madrid. 

    IL PIANO DEL DORTMUND – Già in estate qualche club si era fatto avanti ricevendo un no secco: “Untouchable”. Intoccabile. Era l’unica parola che i dirigenti del Dortmund ripetevano a ogni società che si avvicinava. E il messaggio arrivava forte e chiaro: “Credo non sia sul mercato – aveva detto Kurgen Klopp tempo fa – è questo  l’unico problema”. Tra qualche mese però il Dortmund potrebbe cambiare piano. Sa che non può tenerlo per sempre, di fronte a un’offerta importante potrebbe esserci un’apertura. Di cifre ancora non ne parlano, vogliono aspettare il Mondiale per capire se il valore del giocatore può salire ancora di più. 

    RETROSCENA JUVE – Oggi lo vogliono quasi tutte le big d’Europa, ma due anni fa il club più vicino a prenderlo è stata la Juventus. Estate 2020, Fabio Paratici tratta Bellingham col Birmingham, trova una base d’intesa e il giocatore va anche qualche giorno a Torino. È fatta. O quasi, perché poi Jude sceglie il Dortmund e tanti saluti alla Juve. Sliding door, scelte di vita. Ieri come oggi, quando fuori dalla porta del Dortmund già già la fila per lui. Bellingham nel mirino delle big, per un mercato da protagonista.  LEGGI TUTTO

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    Viaggio nella Belgrado di Vlahovic: quando Dusan era per tutti “il nuovo Batistuta”

    La madre lo immaginava laureato e in ospedale, ma il futuro centravanti della Juve mostrava doti speciali in campo già da ragazzino. Per Sportweek abbiamo parlato con allenatori e dirigenti del Partizan che, prima di tutti, quando Dusan aveva ancora 15 anni, erano sicuri di aver scovato un fenomenoDal nostro inviato Marco Guidi8 ottobre
    – Belgrado (SER)A Belgrado li chiamano i figli della guerra. Sono i nati nella prima metà del 2000, concepiti sotto le bombe della Nato. Il piccolo Dusan, per sua fortuna, non le ha mai viste. Forse solo sentite nella pancia di mamma Sladjana, che gli diede la luce 28 giorni dopo che il mondo aveva smesso di preoccuparsi per il Millennium Bug. LEGGI TUTTO

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    Infortuni, scelte e mercato: (quasi) mai Milan-Juve era stata così poco italiana

    In campo Tonali e probabilmente Gabbia per il Diavolo, Bonucci e Locatelli per la Signora: solo altre due volte la quota azzurra era stata tanto bassaL’Italia chiamò, ma pure gli infortuni, le strategie di mercato e ovviamente le scelte di Pioli e Allegri. Risultato: un probabile pareggio, con un punteggio da minimi storici. Perché stasera a San Siro gli italiani titolari di Milan-Juventus si conteranno sulle dita di una mano, anzi meno: le ultime proiezioni dicono che si balla tra i tre e i quattro giocatori in campo dal primo minuto. Tonali è la certezza del Milan, mentre le quotazioni di Gabbia, in forte ascesa nelle ultime ore, potrebbero alzare la presenza italiana nella formazione di Pioli. Dall’altra parte guida il solito Bonucci, con Locatelli favorito su Paredes per affiancare Rabiot in mezzo al campo. LEGGI TUTTO

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    Boniek: “Pioli allenatore già a 18 anni. La Juve? Che coppia Milik-Vlahovic!”

    Il vicepresidente Uefa condivise lo spogliatoio bianconero con il tecnico del Milan nell’84-85: “Freddo, bravo ed equilibrato. Non mi stupisce la sua carriera. De Ketelaere va aspettato. I bianconeri hanno grande qualità” Da un lato un vecchio amico conosciuto in spogliatoio a Torino. Dall’altro i colori con i quali – al netto di qualche incomprensione in tempi più o meno moderni – ha vinto cinque titoli in tre stagioni. Milan-Juve per Zibì Boniek non è una partita qualunque e per il vicepresidente Uefa è bello partire proprio da quel vecchio amico. LEGGI TUTTO

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    Riscatto De Vrij: sembrava perso, poi ha annullato Lewa. E Inzaghi vuole blindare la difesa

    Dopo la doppia rete inviolata in Champions League i nerazzurri devono ritrovare l’imbattibilità in campionato: contro il Barcellona l’olandese è stato tra i migliori in campo, la speranza dell’allenatore è che sia l’inizio di una rinascitaA leggere in sequenza i voti di Stefan De Vrij pare di trovarsi di fronte a un alunno in difficoltà che si deve dannare per evitare un’insufficienza sulla pagella del primo quadrimestre. La media è ancora insufficiente come per tutti i difensori dell’Inter – Acerbi escluso -, ma il 7,5 meritato contro il Barcellona ha proprio il suono del segnale che dà speranze ai professori. Insomma, l’impegno non manca e le potenzialità nemmeno. LEGGI TUTTO