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    Ranocchia: “Luce spenta ormai da mesi. Lascio soddisfatto e orgoglioso”

    Il difensore che ha rinunciato a 2 milioni dal Monza e chiuso col calcio giocato: “Problemi personali dietro all’addio. Da capro espiatorio a campione con l’Inter, il top. Spalletti decisivo”Traslucido, con la testa un po’ tra le nuvole. Soddisfatto ma bisognoso di staccare prima di iniziare una nuova vita. Dal suo feudo di Assisi, la mosca bianca (trovarne un altro che lascia sul tavolo 2 milioni) Andrea Ranocchia accetta di raccontarci cosa lo ha portato a risolvere il contratto col Monza e a lasciare il calcio giocato. LEGGI TUTTO

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    Varane sul caso Pogba: “Siamo preoccupati”

    Le parole di Varane in conferenza stampa:”Non siamo insensibili a ciò che sta accadendo intorno a noi. Ci sentiamo anche preoccupati in un certo modo. Cerchiamo di restare concentrati sul campo. Come giocatore, è quello che deve avere la precedenza, ma noi non siamo insensibili a ciò che sta accadendo intorno a noi. Dall’interno, però, viviamo molto bene. Siamo concentrati sul nostro obiettivo e vogliamo essere professionali”.                                                                                 LEGGI TUTTO

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    La verità di Lukaku: Inter, mai più Chelsea. Resto qui

    Il belga punta a giocare dal via con la Roma e vuole il nerazzurro anche il prossimo anno. Intanto carica i tifosi pure al supermarket… Vanno bene gli incontri in seduta plenaria, gli scambi vivaci di opinioni tra allenatore e dirigenti, la necessità di scelte nette per restare a galla, ma l’Inter tutta sa che esiste un’unica medicina per guarire da questo strano malessere. Da Simone Inzaghi alla coppia Marotta-Ausilio tutti sono consapevoli che sia Romelu Lukaku l’uomo del destino. Il belga, dopo un mese di infortunio per colpa di un flessore ballerino, con la Roma tornerà nel suo amato mondo, nel San Siro nerazzurro. LEGGI TUTTO

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    Zanetti: “Inzaghi nel mirino? No, il problema è di tutti. Inter, ora servono i fatti”

    Il vicepresidente scuote i nerazzurri:“È nei momenti decisivi che una squadra diventa forte. La squadra del Triplete vinse la Champions proprio perché rischiò di uscire ai gironi. La nostra partita chiave? Col Barça in casa” Dal nostro inviato Davide Stoppini24 settembre
    – TRENTOPalazzo Roccabruna, Trento. Vai a capire chi è più emozionato. Se il bambino che rincorre Javier Zanetti fin sulle scale e poi lo abbraccia fino a stritolarlo. Oppure lo stesso Pupi, che ha ancora negli occhi (umidi) le lacrime di Roger Federer della notte prima: “Mi sono un po’ rivisto in lui, anch’io piansi nel giorno del mio addio al calcio. Ma è un pianto di gioia: lì dentro c’è tutta la soddisfazione per il percorso fatto, ancor più che per i trofei”. LEGGI TUTTO

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    Gullit: “Bravo Pioli, è un Milan all’attacco. Ma per lo scudetto ho un’altra favorita…”

    L’ex Pallone d’oro si racconta: “In Champions serve esperienza, e quella arriva solo giocando. Leao fuoriclasse istintivo, De Ketelaere non ha paura, deve adattarsi”dal nostro inviato G.B. Olivero24 settembre
    – TrentoTrascinante come quando giocava. Ruud Gullit ha 60 anni, ma l’entusiasmo è ancora quello del ragazzo che conquistava l’Europa a forza di gol e di scatti. Sul palco del Festival dello Sport, insieme ad Arrigo Sacchi, ha ricordato l’epopea del grande Milan. Poi ha anche allungato lo sguardo sul momento attuale dei rossoneri. LEGGI TUTTO

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    Milan, ti serve il Tomori dello scudetto: le differenze con quello di adesso

    Il centrale inglese è una delle colonne rossonere, ma finora in Serie A ha una media-voto insufficiente e sul gol di Simeone è apparso in ritardo La colpa è sua: ha abituato tutti troppo bene. Da quando è arrivato in Italia, Fikayo Tomori non ha mai dato l’impressione di soffrire l’impatto con un calcio molto diverso da quello inglese, né ha avuto bisogno di tempo per offrire prestazioni al livello richiesto dal Milan. Se in un anno e mezzo i suoi errori difensivi si contano sulle dita di una mano, però, in questo avvio della stagione 2022-23 “Fik” è stato protagonista di qualche amnesia inattesa. LEGGI TUTTO

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    Lautaro, la medicina Argentina che cura il mal di gol

    L’albiceleste è stata spesso la cura dei passaggi a vuoto che soffre il Toro di tanto in tanto a Milano. E l’impegno part time deciso dal ct argentino non dovrebbe lasciare scorie per la sfida con i giallorossi C’è un Toro in salsa albiceleste e un Lautaro a tinte nerazzurre. Due bomber che convivono nella stessa persona come identità parallele, o almeno questo sembra a giudicare dal cambio di pelle che l’attaccante di Bahìa Blanca sperimenta a seconda della maglia che indossa. Sì perché da una parte c’è il Toro che timbra puntualmente il cartellino nella Seleccion, a prescindere da condizione, umore e grado di difficoltà del rivale. Poi c’è il Toro che trascina a intermittenza l’Inter, alternando periodi di gol a raffica e lunghi digiuni. La notizia positiva per Inzaghi e per i tifosi nerazzurri è che la Seleccion ha un effetto tradizionalmente rigenerante per il bomber argentino, (quasi) sempre a segno al rientro dagli impegni con la propria nazionale. LEGGI TUTTO