consigliato per te

  • in

    Dalle valigie per La Spezia alle parate scudetto a San Siro: così Meret si è preso il Napoli

    Un’estate con la valigia in mano, l’ombra di Navas sul suo futuro, un rinnovo complesso e rimandato. Sembrava tutto finito e invece…Maurizio Nicita
    @manici50
    19 settembre
    – Milano Dal trasloco pronto, a rimettere i guanti a Napoli è stato un attimo. Fuggente per Alex Meret che non si è lasciato scappare l’occasione e si è ripreso il Napoli e tutto quello che nei primi quattro anni aveva solo sognato. LEGGI TUTTO

  • in

    Milan, il muro dello scorso anno è caduto: tutti i motivi per cui la difesa si sgretola

    La retroguardia rossonera è la decima del torneo, l’ultima partita senza gol presi risale ad agosto. Eppure gli uomini sono gli stessi di un anno fa, anche se Tomori…Bisogna riconoscere che i primi segnali inquietanti erano arrivati già lungo il percorso estivo. E il filo conduttore in fondo è rimasto grossomodo lo stesso anche ora: bel gioco, spesso gran gioco, ma anche incertezze difensive che la scorsa stagione non eravamo abituati a vedere. Diciamo che fino a ieri sera gli scricchiolii davanti a Maignan erano quasi sempre annegati nella ricchezza della fase offensiva. Ma le amnesie c’erano, come avevano dimostrato per esempio i tre gol presi – nell’unica sconfitta estiva – in Ungheria dallo Zte. In quella circostanza, a essere sinceri, più che di amnesie si era trattato di una galleria degli orrori senz’altro viziata anche dai carichi di lavoro e da un grado di attenzione non eccelso, ma anche nelle altre uscite la difesa non aveva mai timbrato prestazioni immacolate. LEGGI TUTTO

  • in

    Nervi tesi, infortuni, un calcio diverso: non è il Di Maria che voleva la Juve

    L’argentino ha finora deluso le aspettative, e dopo Monza si avvia verso un lungo stop: perché il Fideo e la Juve sono ancora corpi estranei tra loroDa una lunga attesa a un’altra. Angel Di Maria è una stella che per adesso non brilla. Si accende a sprazzi, poi si spegne. E con lui tutta la Juve. Le premesse erano altre, non solo per le aspettative legate a una delle trattative più lunghe e asfissianti della scorsa estate. Con le sue prime giocate contro il Sassuolo l’argentino aveva illuso, prima di fermarsi a causa di una lesione muscolare. LEGGI TUTTO

  • in

    L'ombra di Parigi, il nodo rinnovo, le prestazioni giù: l'Inter deve ritrovare il vero Skriniar

    Il difensore è rimasto a Milano dopo un’estate di tira e molla, ma la sua situazione contrattuale è ancora da definire e la forma fisica non è invidiabile: in una squadra in evidente difficoltà, gli stenti dello slovacco fanno particolarmente rumoreL’autogol di domenica è uno spunto, non un caso di studio. Ma sopra Milan Skriniar aleggia una nuvoletta fantozziana da quando è cominciata la stagione, una sorta di cocktail shakerato composto da forma fisica non invidiabile e sfortuna, con una serenità latente come aggiunta finale che dona il sapore amaro a questo inizio di stagione. Se negli uffici si giocherà la delicata partita del rinnovo contrattuale, è in campo che l’Inter di Simone Inzaghi ha bisogno del suo pilastro, quel giocatore che ha indotto allenatore e dirigenza a chiedere con forza a Steven Zhang di rinunciare ai milioni francesi. LEGGI TUTTO

  • in

    Da Perin, Onana, Provedel e gli altri: la rivolta dei numeri 12

    Sono diversi ormai, i portieri nel nostro campionato che hanno ribaltato le gerarchie di inizio stagione, altri invece, potrebbero farlo a breve. Una tendenza rovesciata rispetto agli ultimi anni C’era una volta la spina dorsale. Si puntava su un portiere e su un difensore, poi su un regista e su un grande goleador. La squadra girava intorno a loro, impermeabili al turnover e a ogni tipo di “scelta tecnica”. Un tempo era prassi, oggi non è così. L’inversione di tendenza passa dal Covid e dal suo impatto sul calcio, con le cinque sostituzioni e un calendario sempre più fitto. LEGGI TUTTO

  • in

    La Juve affonda senza il capitano: perché Bonucci a Monza non ha giocato

    Landucci l’ha spiegata come scelta tecnica: “Pensavamo che Gatti fosse la soluzione giusta, ma Leo era a disposizione”. Ma se c’è uno che non ha mai rifiatato è Bremer… Déjà-vu, ma fino a un certo punto. Come quattro giorni prima con il Benfica, da capitano Leonardo Bonucci ha guidato il gruppo sotto la curva con lo sguardo contrito, apparentemente stavolta fermandosi prima delle lacrime. Quello che è cambiato è quanto successo prima: non il risultato del campo, tristemente analogo, ma il fatto che a Monza Bonucci è stato capitano non giocatore. In panchina, neanche entrato. Mentre la nave affondava. LEGGI TUTTO