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    Juve-Allegri, dietro le parole di Arrivabene: il club è preoccupato, gli scenari per la panchina

    I conti del piano pluriennale si fondano anche sul passaggio alla seconda fase di Champions. Il tecnico sul banco degli imputati mai come ora: le sue valutazioni, le alternative sul mercato e la questione della tempistica Al di là dello spirito di voler fare una battuta più che dichiarare una presa di posizione del club, il giudizio su Allegri espresso dall’a.d. della Juventus Maurizio Arrivabene nel pomeriggio prima di Juve-Benfica – “lo paghi tu quell’altro che viene?” a un tifoso che chiedeva l’esonero – ha colpito per ragioni di opportunità, distante dall’atteso voto di fiducia al tecnico e per questo apparentemente maldestra. “Apparentemente” perché è altrettanto superficiale pensare che Arrivabene non conosca le leve della comunicazione e quando parla fuori dal canovaccio l’unica spiegazione possa essere l’ingenuità. La proprietà che lo ha messo in quel ruolo ne conosce le caratteristiche anche dialettiche. Ed è già successo, vedi gestione del rinnovo di Dybala, che Arrivabene decida di ricoprire il ruolo scomodo di quello che per la prima volta mette sul tavolo in un certo modo argomenti meno piacevoli, col rompendo il ghiaccio sulle questioni più delicate. LEGGI TUTTO

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    Più minuti ma ragionati: così Barella punta a tornare al top

    Confronto decisivo tra il centrocampista dell’Inter e Simone Inzaghi: pure lui riposerà per… volareDa circa una settimana Simone Inzaghi ha iniziato con successo una complessa operazione di soccorso: si è calato con una corda nel pozzo buio in cui era precipitata la sua Inter dopo Milan e Bayern e la sta riportando alla luce un metro alla volta. Ci vorrà tempo ancora per rivedere definitivamente il sole, per giocare con la testa sgombra e le gambe agili, serviranno anche partite più insidiose di quella di Champions, vinta due giorni fa contro i tenerissimi cechi del Viktoria Plzen. Ma servirà, soprattutto, la definitiva accensione del motore interista: Nicolò Barella. LEGGI TUTTO

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    Dessers: “Cremonese, farò come in Olanda. Parto lento, ma poi…”

    L’attaccante della neopromossa è stato capocannoniere di Conference League con il Feyenoord nella scorsa stagione: “Alvini è un tattico super. Contro la Lazio per vincere”Felice come un bambino davanti all’albero di Natale. Così si è sentito Cyriel Dessers appena arrivato in Italia il 10 agosto. Un’iniezione di stima per la Serie A perché il nuovo centravanti della Cremonese non è proprio il primo arrivato. Capocannoniere di Conference con il Feyenoord e di Eredivisie con l’Heracles nel 2019-20, 104 gol in 257 partite da professionista. LEGGI TUTTO

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    Carcere, risse e fughe infinite: la triste fine del nuovo Thuram

    La strana storia della meteora Lassissi tra finti matrimoni, improbabili rapimenti e un infortunio fatale Fu quando il suo procuratore Antonio Caliendo disse “Non so neppure se sia vivo o morto” che l’inattesa piega degli eventi trasformò la storia di un calciatore – uno fra i tanti stranieri arrivati in Serie A in quegli anni – in un romanzo d’avventura. LEGGI TUTTO

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    Juve-Benfica, un ospite d'eccezione allo Stadium: Leclerc in posa con Pogba

    Tifoso d’eccezione questa sera all’Allianz Stadium per Juve-Benfica. Sugli spalti dell’impianto torinese, infatti, è stato avvistato anche Charles Leclerc, pilota della Ferrari, che non ha voluto perdersi la possibilità di assistere al match di Champions League. Stando alle immagini pubblicate sui social da alcuni tifosi, il monegasco si è anche intrattenuto con Paul Pogba. Ecco di seguito un post. 

    Oggi abbiamo un ospite speciale allo Stadium@paulpogba @Charles_Leclerc pic.twitter.com/iCeMApd8wh
    — JuventusFC (@juventusfc) September 14, 2022 LEGGI TUTTO

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    Vinicio fece la rivoluzione: 'il trucco' della difesa a zona. Ma non lo capirono

    ’O Lione a Napoli negli anni 70 pensò a un modo di giocare più redditizio: quattro difensori in linea con la ricerca ossessiva del fuorigioco. Ci mise tanto a convincere i vecchi, dava frutti. Poi però… Questa è la storia di un’idea che durò lo spazio di due mesi, o poco più. Troppo rivoluzionaria per l’epoca e per il Paese che avrebbe dovuto ospitarla. Finì come finiscono tutte le rivoluzioni, anche le più belle e le più giuste: ci si rifugiò nelle certezze del passato, spaventati dalla novità. Vinse il desiderio di conservazione, non il progresso. E anche chi ebbe quell’idea, per non perdere il lavoro e lo stipendio, si adeguò e chinò la testa. LEGGI TUTTO