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    Teocoli: “Pioli lo vedo vestito da prete. E se arriva la seconda stella attraverso la Manica a nuoto”

    Il comico racconta il Milan scudettato: “Ibra in campo fino a 43 anni, poi dirigente-motivatore. Theo? Ha preso il nome da me…” È un calciatore, ma si chiama Brigitte (Lampion di cognome) perché i genitori volevano una femmina. A 7 anni era alto 1.70 e le scarpe gliele confezionava un maniscalco. A 40 giocava in Primavera e a 70 ha fatto la partita d’addio. Benvenuti fra le pagine surreali (ma non del tutto) di “El piede de Dios”, scritto da Teo Teocoli con la nostra Gabriella Mancini (Solferino editore), in libreria a partire dal 27 maggio. Per Teocoli sono giorni particolari, una specie di piccolo incubo: a casa da un po’ con il Covid (“Non ho dubbi, me l’ha attaccato Morgan negli studi Rai…”), fortunatamente da asintomatico, ma proprio nei giorni in cui il “suo” Milan ha conquistato e festeggiato lo scudetto. LEGGI TUTTO

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    La tragedia di San Valentino e l'ultimo volo del portiere

    È il 14 febbraio 1965: durante il derby tra Samb e Ascoli, Roberto Strulli si scontra con l’amico-avversario Alfiero Caposciutti e non si rialza più La morte sta in agguato dentro una fase di stanca della partita, quando mancano cinque minuti all’intervallo e i giocatori pensano a tornare negli spogliatoio, per rimettere in ordine le idee e tonificare i muscoli. Tutto quello che sta per succedere – l’inattesa piega degli eventi – si nasconde nell’ombra di una traiettoria banale e dimenticabile, come ce ne sono a decine dentro ogni domenica di calcio. LEGGI TUTTO

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    Ibra-Milan, e ora? Tra 7-8 mesi, se starà bene, un contratto a gettone

    Intervento a Lione di ricostruzione del crociato. Tra 10 giorni l’incontro con il club: potrà tornare disponibile a gennaio. Accordo legato ai risultatiIbra che ribalta il tavolo dello spogliatoio nella festa scudetto, Ibra che megafono in mano esalta la folla chiamando il coro contro l’ex compagno ed ex amico Calhanoglu, o ancora Ibra che si prende le copertine scudetto a braccia larghe, arrampicato sul pullman scoperto che ha permesso al Milan di raccogliere il tributo della città. LEGGI TUTTO

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    L'azienda Juve vale quanto Inter e Milan messe assieme. Ma il Diavolo cresce più di tutti: +35%

    Lo studio di Football Benchmark sul valore d’impresa dei club: Real, United e Barcellona sul podio. I rossoneri sono quelli migliorati di più nell’ultimo anno. L’élite europea resta lontana per l’Italia Real Madrid, Manchester United e Barcellona sono sul podio mondiale delle società calcistiche più quotate, la Juventus è l’unica italiana nella top ten e vale quanto Inter e Milan messe assieme. Ecco l’istantanea della settima edizione del “Football Clubs’ Valuation: The European Elite”, lo studio annuale di Football Benchmark che calcola la valutazione aziendale (enterprise value) dei principali club di calcio. LEGGI TUTTO

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    Milan, ecco il piano d'attacco: avanti con Scamacca, ma con lo sconto

    Per l’azzurro proposte contropartite. E Origi resta fedele: rilancio Villarreal, lui dice noUn nuovo centravanti per Stefano Pioli. L’agenda di Paolo Maldini e Ricky Massara ha da tempo questo dossier in evidenza, a prescindere dal pesante verdetto clinico (arrivato ieri) per Zlatan Ibrahimovic. Il nome di Gianluca Scamacca ovviamente cattura le maggiori attenzioni, anche se il dialogo con il Sassuolo sinora ha portato solo dei piccoli passi avanti, ma ora si entra nella fase decisiva. LEGGI TUTTO

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    Manaj: “All'Inter Mancini mi cacciò dal campo. Il Barça? Un sogno. Su Messi non entravo mai”

    Se quella della Salernitana che si è salvata all’ultima giornata è una grande impresa (QUI la nostra intervista al presidente Iervolino), non è da meno la stagione dello Spezia: la squadra di Motta ha centrato l’obiettivo permanenza in Serie A con qualche giornata d’anticipo ma superando mille difficoltà e con il blocco del mercato invernale per problemi legati alla vecchia proprietà. Tra i protagonisti della salvezza dello Spezia c’è anche Rey Manaj, attaccante classe ’97 cresciuto nell’Inter e arrivato in prestito con diritto di riscatto dal Barcellona. Cinque gol quest’anno, e le idee già chiare per il futuro: “Qui sto bene e sarei felice di restare – ha detto nella nostra intervista – so quello che voglio, ma il club dovrebbe fare un sacrificio sia in termini di cartellino che per lo stipendio. Per andare avanti insieme bisogna essere tutti d’accordo”. Soddisfatto per la salvezza? “Sì, ovviamente sono molto contento per l’obiettivo raggiunto. Poteva sembrare difficile perché siamo il gruppo più giovane del campionato e quest’anno abbiamo avuto tante difficoltà, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.Come giudichi la stagione a livello personale? “Non è semplice segnare tanto in una squadra che lotta per la salvezza, ma penso di aver fatto una stagione positiva. Speriamo di aumentare il numero di reti il prossimo anno”.In cosa ti ha migliorato Motta?”Ho imparato a essere più decisivo in campo, anche senza fare gol. Mi ha insegnato alcuni movimenti, a creare situazioni per i compagni e a rallentare il gioco quando ce n’è bisogno”.Il difensore più difficile da superare?”Ve ne dico due, Chiellini e Skriniar. Il primo ha esperienza e un gran fisico, a livello di marcatura è un passo avanti agli altri; Skriniar è sempre concentrato, non si distrae un attimo”. Per festeggiare la salvezza Verde si è fatto la barba bionda, te hai previsto qualcosa?”No, non ho scommesso nulla e non mi dipingerò niente. Mi limito a festeggiare la salvezza”.  23 agosto 2015 debutto in Serie A in Inter-Atalanta.”Ringrazio Mancini per l’opportunità che mi ha dato di debuttare e giocare qualche partita. Adesso sarebbe un sogno tornare all’Inter”.Che allenatore è Roberto Mancini?”Ha fatto la storia vincendo molto. Riusciva sempre a tirare fuori qualcosa in più dai giocatori, e anche tatticamente era molto preparato. In quel periodo mi ha aiutato a gestire diverse situazioni”.Ce ne racconta una?”Verso la fine del campionato eravamo tutti rilassati e poco concentrati, un giorno mi ha mandato negli spogliatoi perché non mi stavo allenando bene. Lì per lì ero molto arrabbiato, poi ho capito che l’aveva fatto per il mio bene e ho imparato la lezione”. LEGGI TUTTO

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    Talento, lavoro, olio e il sogno Bleus: Milan, cosa aspettarti da Adli

    Retrocesso con il Bordeaux ma sempre titolare, classe e qualche rimprovero, gli occhi di Deschamps addosso e un programma personalizzato in vista della Serie A: la stagione del neorossonero ai raggi x Il diavolo è salito in paradiso, mentre lui è sceso in inferno. Anche se poi ci sarà redenzione, perché Yacine Adli è comunque pronto per il Milan. E l’annata a Bordeaux, retrocesso dopo 31 anni, non potrà che servirgli da lezione per il futuro in Serie A. Adesso però l’aspetta il club rossonero dove dovrà guadagnarsi il posto in un centrocampo già ben rodato, cancellando le scorie dell’ultima esperienza in Ligue 1. LEGGI TUTTO

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    Lo scudetto di Calha e la risata di Ibra: è derby su TikTok

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