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    Dagli chef ai giardinieri, dal podologo alla security: dietro le quinte del Milan scudettato

    Intorno alla squadra campione d’Italia, tra Casa Milan e Milanello, operano decine di professionisti. Vi raccontiamo il mondo che lavora per mettere la squadra nelle condizioni migliori Maignan, Leao e Tonali, ovviamente. Paolo Maldini, è chiaro. Pioli, ça va sans dire. Ma celebrare il Milan che luccica è troppo facile, gli attori principali hanno i riflettori puntati addosso da mesi ed è difficile non accorgersi di loro. Però, come dice sempre l’allenatore, supportato con forza dalla filosofia dell’a.d. Gazidis, questo Milan non è soltanto i soliti noti. Ma un apparato complesso mandato avanti da decine e decine di persone. Perché dietro uno scudetto c’è, appunto, anche un dietro le quinte. Un manager combina poco se i dipendenti fanno male il loro lavoro. E allora andiamo a scoprirlo, questo “dietro”. LEGGI TUTTO

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    Kostic piace in Premier, ma occhio alla Juve: i bianconeri ci sono

    Il serbo dell’Eintracht Francoforte, a un passo dalla Lazio la scorsa estate, è nel mirino di diversi club, anche in Premier League. Ma a Torino ci stanno pensandoFilip Kostic è reduce da una stagione eccellente, ha vinto l’Europa League con l’Eintracht Francoforte. Il serbo ha staccato il tagliando di totale affidabilità e ha dimostrato di essere uno dei migliori interpreti del ruolo in Europa, esterno sinistro capace di sfornare gol e assist senza soluzione di continuità. Il suo anno è stato molto complicato: la scorsa estate è stato a un centimetro dalla Lazio, trattativa naufragata a 48 ore dalla chiusura della sessione di mercato dopo una telenovela durata circa tre mesi. LEGGI TUTTO

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    Anarchia Juve: è l’anno zero. E anche l’Atalanta non è più così Dea

    Tutta la Juve deve cambiare e non sarà soltanto l’arrivo di Pogba a invertire la tendenza. Servirà molto di più. Nei nomi. Nella mentalità. Negli orizzontiLunedì scorso era stato Dybala a piangere a dirotto per il dispiacere di lasciare la Juve. Ieri sera invece è sembrato Vlahovic, entrato da poco e subito anima in pena, il più vicino a versare qualche lacrimuccia. E non perché, al contrario dell’argentino, lui aveva detto sì alla Juve: non siamo così perfidi da insinuarlo. Ma perché qualche brutto pensiero sul suo futuro dev’essergli passato davanti agli occhi. Prima di arrivare in bianconero a gennaio, con un altro investimento “monstre”, Vlahovic era considerato uno dei giovani centravanti top d’Europa, il più vicino al fenomeno Haaland nella lotta per la successione a Lewandowski e Benzema. LEGGI TUTTO