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    Bari: come ripartire dopo la botta?

    TORINO – La botta è stata fortissima e non sarà semplice assorbirla. Una settimana fa il Bari, nonostante i 58mila del San Nicola, vedeva la A svanire al 94’ nella finale di ritorno dei playoff contro il Cagliari. Poco prima del gol di Pavoletti che ha riportato in paradiso i sardi, c’era stato il clamoroso palo di Folorunsho a portiere battuto, fosse stato gol la A era certa. E comunque, anche senza quella clamorosa occasione, la massima serie sembrava in tasca: dopo l’1-1 dell’andata, il pari del ritorno stava garantendo la promozione ai pugliesi, in virtù del miglior piazzamento in campionato. E invece no, un’annata meravigliosa rovinata da una rete incassata nel recupero dell’ultima uscita. No, non sarà semplice ripartire dopo una botta simile. Anche perché sul futuro del Bari pesano parecchie incognite. A iniziare da quelle del futuro degli uomini guida. La conferma dell’allenatore Michele Mignani non è scontata, anzi. L’attuale allenatore del Bari s’è preso un po’ di tempo per riflettere ma se l’è preso anche la società. Nell’ambiente barese non è piaciuto l’atteggiamento che la squadra ai playoff ha tenuto per due partite su quattro. S’è detto che nella finale di ritorno il Bari ha avuto un fare troppo attendista, che alla lunga non ha pagato. Ma era lo stesso atteggiamento tenuto dal Bari all’esordio dei playoff: anche al Druso di Bolzano, contro il Sudtirol, i galletti giocarono per il pari e come contro il Cagliari furono puniti nel recupero, salvo poi riscattarsi nel ritorno al San Nicola con una prova superlativa nella ripresa, andando a vincere in inferiorità numerica. Comunque Mignani ha fatto un gran lavoro. Club come lo Spezia lo corteggiano e fanno capire di essere pronti ad assumerlo. Fra l’altro, Mignani è genovese e dopo gli esordi da calciatore nella Sampdoria, non ha mai giocato né allenato nella sua regione, sta girando l’Italia da trent’anni. Ci sta poi, che sia corteggiato: Mignani in due anni ha portato dalla C a un passo dalla A un Bari che un anno fa non era certo considerato la terza forza della B, come ha poi detto il campionato, normale che ci sia interesse per lui. Ma almeno, la permanenza del ds Ciro Polito non dovrebbe essere più in discussione. Se Giuntoli lascerà il Napoli per approdare alla Juventus, da più parti si sosteneva che i De Laurentiis potessero portare Polito sotto il Vesuvio. Ipotesi che ora sembra tramontata, anche se sarebbe stata una promozione strameritata, Polito a Bari ha fatto un lavoro straordinario. Ha costruito la squadra che ha dominato la C nel 2021/22 con un budget inferiore a quello che c’era nei due anni precedenti, quando la promozione non arrivò, nonostante il Bari fosse già la squadra da battere nel girone C della Lega Pro. L’operazione Cheddira, prelevato dal Parma per un tozzo di pane, è stata un capolavoro. Ma sono tanti i giocatori da lui scoperti e valorizzati, Caprile su tutti, scovato in C alla Pro Patria, che proprio nella partita maledetta contro il Cagliari con le sue parate ha tenuto a galla il Bari fino all’ultimo, confermando di essere il miglior portiere italiano sotto i 23 anni. Per non parlare del talentuoso Gregorio Morachioli, l’ultimo colpaccio di gennaio, anche lui prelevato in C (dal Renate), diventato una delle rivelazioni più belle degli ultimi mesi del campionato. Tuttavia, la A sfumata, non obbliga i De Laurentiis a cedere il Bari. Finché il club pugliese giocherà in una categoria diversa da quella del Napoli, gli attuali padroni di entrambi i club avranno tempo fino al 2028 per disfarsi di una delle due società. Certo, riconquistare quella A che a Bari manca dal 2011 sarebbe stato il completamento di un gran lavoro iniziato nel 2018 con la ripartenza dalla Serie D. Ma è vero anche che con la promozione era reale il rischio di rivedere il film andato in scena nel 2021, protagonista la Salernitana, con Lotito, già proprietario della Lazio, che riusciva a cederla solo l’ultimo giorno dell’anno e a un prezzo molto più basso di quello sperato. Ora invece, la prospettiva di vivere un’altra stagione di B e soprattutto il fatto che i De Laurentiis non sono più obbligati a vendere il club, avrebbe fatto scemare l’interesse per il club. Ma, paradossalmente, potrebbe anche essere un bene, si potrà ripartire con una tranquillità che non ci sarebbe stata se fosse scattato l’obbligo di vendere. Tuttavia, a una settimana dal “San Nicolazo” vissuto col Cagliari, tante nubi s’addensano sul futuro del Bari. Tre dei protagonisti del bel film girato dai De Laurentiis (Mignani, Cheddira e Caprile), sembrano destinati a salutare. Per non parlare di Folorunsho, altro uomo chiave, dotato di una duttilità unica: il suo praticantato in B sembra finito, il  suo cartellino è del Napoli, col quale potrebbe iniziare il ritiro e a Garcia un giocatore come lui può piacere molto. Insomma, all’orizzonte, al momento, non si intravede come e da chi ripartire. La prossima settimana, dopo l’incontro fra Polito e Mignani, ne sapremo di più. LEGGI TUTTO

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    Stasera Cagliari-Bari: chi si prende la A?

    TORINO – Ci siamo: stasera, fischio d’inizio alle 20.30, va in scena Cagliari-Bari, finale d’andata dei playoff, il ritorno domenica alla stessa ora, quando sapremo quale delle due salirà in A dopo Frosinone e Genoa, promosse direttamente. Difficile stabilire chi sia la favorita. Per quel che si è visto in questi playoff, il Cagliari sembra avere qualcosa in più a livello tecnico e il manico di Ranieri si è fatto sentire (più di quello di Mignani nel Bari). Però, il pronostico resta incerto perché il regolamento dei playoff riequilibra tutto. Il Bari, che ha terminato il campionato al terzo posto (il Cagliari ha chiuso quinto), dispone di alcuni vantaggi sui sardi: va in A con due pareggi (non si disputano i supplementari in caso di parità dopo la gara di ritorno, conta il miglior piazzamento in campionato); nella gara di ritorno potrà fare affidamento sulla spinta unica che offrirà il San Nicola, lo stadio più capiente della B e già esaurito, già in semifinale contro il Sudtirol erano quasi in 52mila. Certo, anche stasera ci sarà un clima caldo alla Unipol Domus, già decisiva nel pazzesco 3-2 sul Parma nella semifinale d’andata. Ma sold out per sold out, quello sardo non avrà neanche un terzo di spettatori di quelli che ci saranno domenica sera al San Nicola. Per la finale di ritorno si dovrebbe battere il primato del club di 55.490 spettatori che risale alla stagione 1990/91, in un Bari-Inter di A. Inoltre, rispetto al Cagliari, la squadra pugliese ha avuto un giorno in più per preparare la partita e ha disputato una gara in meno dei sardi che a differenza dei pugliesi hanno iniziato i playoff dal turno preliminare. Questi ultimi due fattori solo apparentemente pesano meno dei primi due. Perché di fatto per tutta la stagione in B si sono preparate le partite sui 7 giorni e dunque c’è poca abitudine da parte dei giocatori a scendere in campo in maniera ravvicinata. Ma ci si gioca la A e si dovrebbe andare oltre la fatica. Ranieri ha bisogno di vincere la sfida di stasera per levare a Mignani il vantaggio dei due pareggi che varrebbero la promozione. Molto dipenderà dalla buona vena della coppia d’attacco Lapadula-Luvumbo, capaci in semifinale di ribaltare il Parma, andato all’intervallo sullo 0-2 ma capovolto nella ripresa dalla doppietta dell’angolano e dalla rete su rigore dell’italo-peruviano, a 3 reti nei playoff e già capocannoniere della B con 21 gol. Ma la variabile impazzita può essere Luvumbo: al Parma ha segnato due reti da cineteca (e procurato il rigore), era praticamente imprendibile. Se replica quella partita, per il Bari si fa dura. Tuttavia Luvumbo, classe 2002, è un ragazzo ancora in formazione. Certo, dotato di mezzi tecnici e atletici fuori dal comune ma è da verificare che possa ripetere quella strabordante prestazione, visto che in precedenza, nell’arco della stagione, non è che avesse incantato. Attenzione poi, a come finì in campionato la sfida all’Unipol Domus fra le due squadre. Era il 17 settembre, i ragazzi di Mignani, con una partita tatticamente perfetta, sbancarono Cagliari con una rete al 77’ dell’italo-marocchino Walid Cheddira. Ma quasi nove mesi dopo, sono cambiate tante cose. Quello era il Cagliari di Liverani, una squadra piuttosto fragile, nulla a che vedere con quella plasmata da gennaio da Sir Claudio Ranieri, il quale ha portato innanzitutto grande solidità (solo 2 ko da quando è in sella, e su quelle sconfitte pesarono gli arbitraggi sfavorevoli). Però anche lo stesso Cheddira è un po’ diverso da quello che furoreggiava ad inizio stagione: a settembre era gasatissimo per la convocazione nel Marocco col quale in seguito avrebbe vissuto l’avventura al Mondiale. Di ritorno dall’esperienza in Qatar, Cheddira ha mostrato un po’ di stanchezza, E non è ancora andato a segno in questi playoff, dopo i 17 gol in campionato e i 5 in Coppa Italia (capo cannoniere del torneo). Ma chissà, l’aria di Cagliari potrebbe suscitargli bei ricordi e sbloccarlo… Mentre Lapadula stasera riceve da Mauro Balata, numero 1 della Lega B, il Premio Pablito, intitolato alla memoria di Paolo Rossi, riservato al vincitore della classifica cannonieri del campionato, succede a Massimo Coda che vinse il trofeo con la maglia del Lecce. Probabilmente squadre speculari schierate col 4-3-1-2. Uno squalificato per parte, sono anche gli unici assenti: Dossena nel Cagliari, Ricci nel Bari, saranno rilevati da Goldaniga e Mazzotta. LEGGI TUTTO

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    Cheddira vs Mulattieri: è Bari-Frosinone

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Cagliari-Ascoli 4-1), la 29ª giornata di Serie B prosegue oggi con 6 gare, rinviata a data da destinarsi Perugia-Reggina per lo sciame sismico che sta colpendo l’Umbria, troppo rischioso giocare nel fatiscente Curi in caso di scossa. Il clou alle 16.15, quando al San Nicola si gioca Bari-Frosinone. I ciociari di Grosso sono quasi il Napoli della B. Hanno da almeno un mese la promozione in tasca, altre tre vittorie e potranno festeggiare il ritorno in A. Scendono insomma in campo al San Nicola per chiudere i conti, in casa di un Bari, a -12 dal Frosinone, in lotta con Genoa (avanti di un punto) e Sudtirol (dietro di due) per la conquista del 2° posto, l’ultimo buono per la promozione diretta. I pugliesi di Mignani vengono da tre vittorie di fila, con un successo scavalcano temporaneamente il Genoa che scenderà in campo solo domani (in casa con la Ternana). Si sfidano anche due dei principali bomber della B: nei pugliesi, il capo cannoniere della B Walid Cheddira, italo-marocchino 25enne, a quota 15 reti in campionato; nei ciociari, Samuele Mulattieri, 23 anni, scuola Inter, salito a quota 10 con la doppietta di domenica scorsa al Venezia. Coi problemi offensivi che abbiamo in azzurro, potrebbero far comodo entrambi a Mancini: solo che Cheddira, pur nato nelle Marche, dopo aver giocato il Mondiale per il Marocco, non può più cambiare Nazionale (fece l’esordio quando Mancini faceva giocare in azzurro Gabbiadini….). Mulattieri invece, è in grande crescita, seguito da club di A, sembrerebbe pronto per l’Italia. San Nicola gremitissimo, si supereranno le 40mila presenze ma non si dovrebbe raggiungere il record stagionale stabilito a Santo Stefano contro il Genoa, quando si contarono 48387 spettatori. Le altre cinque gare alle 14. La rivelazione Sudtirol è di scena a Parma, l’altro scontro d’alta quota coi padroni di casa, settimi in classifica e a -7 dagli altoatesini, chiamati a non fallire per l’ennesima volta il risultato dopo una prestazione convincente (hanno appena battuto la Reggina al Granillo), nonostante la pesante assenza del Mudo Vazquez per squalifica. Sudtirol che invece ha gettato la maschera, la favola di questo campionato va vissuta fino all’ultimo, il sogno A ora è apertamente coltivato. Il Pisa, quinto in classifica, ha una trasferta non agevole a Modena, gli emiliani vengono da tre ko di fila e in caso di ulteriore caduta rischiano di essere risucchiati nella zona calda della classifica. Il Palermo di Corini gioca a Cittadella, gara chiave per capire se i siciliani hanno i mezzi per inserirsi in zona playoff e per sapere se i veneti possono salvarsi in anticipo. Completano la giornata due sfide salvezza. Il Benevento, da 5 turni a guida Stellone con 5 punti conquistati, riceve il Como che dopo il successo sul Modena è più vicino alla zona playoff che a quella playout. Da brividi Venezia-Brescia: i lagunari oggi disputerebbero i playout, non vincono da 4 giornate e hanno perso le ultime due gare; i lombardi, che oggi sarebbero retrocessi, con Gastaldello in panchina vengono da due pari di fila che hanno frenato la caduta libera degli ultimi mesi, oggi saranno seguiti al Penzo da duemila tifosi. Domani, oltre a Genoa-Ternana, alle 16.15 è in programma anche Cosenza-Spal, le due gare che chiuderanno il turno, in attesa che si formalizzi la data del recupero Perugia-Reggina. LEGGI TUTTO

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    Serie B: Grosso vince ancora, Cheddira fa sognare Bari. Prima vittoria per Oddo

    Il campionato di Serie B è proseguito con il programma delle partite di domenica 5 marzo. Poche sorprese in questa 28a giornata dopo il pari tra Pisa-Palermo e la vittoria del Parma sul campo della Reggina nel segno di Vazquez. Vince il Frosinone di Grosso e trova il primo successo anche Oddo con la Spal. Bari e Sudtirol continuano la corsa nelle zone alte della classifica.  LEGGI TUTTO

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    Bari da A con Cheddira-Esposito

    TORINO – Col Frosinone che ha almeno un piede in Serie A, al momento 4 squadre si giocano il 2° posto, l’ultimo buono per la promozione diretta: il Genoa e tre club che inseguono a 3 punti, Reggina, Sudtirol e Bari. Si parla poco delle potenzialità dei pugliesi che vanno invece tenuti d’occhio, anche perché hanno fatto un mercato che potrebbe dare qualcosa in più nella lotta per la A. Il ds Polito, dopo aver sfoltito gli esuberi in rosa, negli ultimi giorni del mercato di gennaio ha piazzato diversi colpi interessanti che daranno più scelta al tecnico Mignani. Citiamo, fra gli altri, Benali, Molina ma soprattutto Sebastiano Esposito. L’attaccante scuola Inter classe 2002, sembra tutto un altro giocatore rispetto a quello che apparve in B, da giovanissimo, nel 2020-21, giocando per Spal e Venezia. Le successive esperienze all’estero, per Basilea e Anderlecht, lo hanno formato bene, per quanto non siano state felicissime. E i risultati si sono subito visti. Seba Esposito è sceso in campo due volte col Bari, segnando in entrambe le gare, entrambe vittoriose per i pugliesi (su Spal e Cosenza). “Non faccio fatica ad ambientarmi, sono partito col botto e spero di continuare su questa strada”, ha raccontato. “Non so cosa mi è mancato finora. Se non sono all’Inter, vuol dire che in effetti qualcosa è mancato. Ma ora spero di fare bene e infiammare una piazza con una storia spettacolare. Ho molta fame di calcio e non mollo mai. Sono giovane, qualcosa magari ho sbagliato ma ho una personalità forte che in passato può aver dato fastidio. Ma alla fine sono un bravo ragazzo, mi hanno creato un’etichetta che non esiste. E sono a Bari anche per togliermi questa immagine non vera”. Il ragazzo ha anche due stimoli in più che lo possono aiutare a raggiungere la definitiva consacrazione. Salvatore, il fratello maggiore, centrocampista classe 2000, dal giugno scorso nel giro della Nazionale, nella stessa sessione di mercato ha lasciato la B per farsi finalmente strada in A, allo Spezia, la categoria dove prima o poi sbarcherà anche il fratello, dopo aver raccolto 7 presenze con l’Inter da ragazzino, nel 2019-20. E poi, ad Esposito può solo che fargli bene la vicinanza in attacco a Walid Cheddira, l’italo-marocchino capocannoniere della B con 14 reti. In campo, i due si trovano che è una meraviglia, come se giocassero insieme da una vita, una coppia ben assortita che si completa perfettamente e che potrebbe essere decisiva per le sorti del Bari. Sì, attenzione ai pugliesi nella lotta per la A diretta. Aggiungiamo un dato, che dice tutto: di fatto, nella rosa del Bari, Esposito ha preso il posto in attacco dello scontento Salcedo, passato al Genoa. Salcedo che in tutta la stagione vissuta a Bari aveva segnato 2 gol, quanti ne ha fatti Esposito in due uscite. E così a Bari ora si sogna. LEGGI TUTTO

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    Cheddira: il mondiale in Qatar col Marocco, l'esplosione a Bari e il sogno Serie A

    Walid Cheddira sta facendo sognare Bari. L’attaccante marocchino, classe 1998, ha raggiunto il picco massimo (per ora) della sua carriera, trascinando i biancorossi nel campionato di Serie B. Sono stati mesi da incorniciare, culminati con la rete decisiva nel match col Cosenza. In mezzo il mondiale in Qatar col suo Marocco, e una continuità realizzativa mai avuta prima. Dalle Marche alla semifinale mondiale, la storia di Cheddira. LEGGI TUTTO

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    Bari, assalto al terzo posto

    TORINO – Oggi, fischio d’inizio alle 16.15, va in archivio la 24ª giornata di Serie B che si chiude col posticipo Bari-Cosenza. Dopo i risultati di ieri e venerdì, i pugliesi di Mignani, contro l’ultima in classifica, hanno una occasione unica per entrare ancora più nel vivo della lotta per la A diretta: vincere oggi vorrebbe dire riportarsi a -4 dal Genoa secondo e affiancare al terzo posto Reggina e Sudtirol. Per il Cosenza di Viali invece, sapendo che talvolta il Bari in casa concede qualcosa (nell’ultima uscita al San Nicola è stato sorpreso dal Perugia), l’opportunità di lasciare l’ultimo posto: con tre punti si farebbe un piccolo balzo dal fondo della classifica, agganciando la zona playout. Bari però determinato a chiudere l’annata con almeno il piazzamento playoff in tasca e che contende al Sudtirol il titolo di miglior matricola stagionale. Nel Cosenza, dopo la ventina di minuti finali dello scorso turno, si dovrebbe vedere Mauro Zarate, già ex Lazio, Inter e Fiorentina, più a lungo in campo, in attesa di raggiungere una forma accettabile. Nel Bari invece, la stella italo-tunisina Cheddira ha la possibilità di andare in testa da solo nella classifica cannonieri (e di aggiudicarsi il trofeo intitolato alla memoria di Paolo Rossi), visto che Brunori (Palermo), a 13 reti come lui, è rimasto a secco nell’anticipo del venerdì (ko a Genova). Bari che sarà privo, oltre a Ceter, del jolly italo-nigeriano Folorunsho: le gesta di Cheddira non devono far passare in secondo piano la sua annata, già 7 reti, alcune bellissime, giocando praticamente in qualsiasi ruolo dalla metà campo in su, il suo apprendistato in B può dirsi compiuto, Folorunsho è un giocatore da A, non a caso il suo cartellino è da tempo del Napoli. LEGGI TUTTO

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    Anche il Bari è da Serie A diretta

    TORINO – Il Bari potrebbe essere presto in lotta per la A diretta. Sabato scorso, con la vittoria per 4-3 in casa della Spal (ma i pugliesi vincevano 4-1 fino all’81’), la squadra di Mignani ha chiuso la parentesi negativa di due ko di fila (a Palermo e in casa col Perugia), rilanciando nella lotta per la promozione. E ci sono diverse buone ragioni per essere fiduciosi sul futuro, già dalla prossima giornata. Innanzitutto le possibili (per non dire probabili) penalizzazioni di 2 punti che dovrebbero colpire Genoa e Reggina, al 2° e 3° posto, 4 e 3 punti sopra il Bari. Poi, fa ben sperare il prossimo impegno che attende il Bari, impegnato domenica alle 16.15 in casa contro il Cosenza ultimo, sapendo i risultati delle avversarie, che al contrario affrontano gare tostissime: domani sera alle 20.30 il Genoa riceve il lanciato Palermo, sabato alle 14 la Reggina ospita il Pisa. Insomma, l’allarme che era scattato dopo il brutto ko interno col Perugia, è già un ricordo. A Ferrara s’è rivisto il Bari sontuoso formato trasferta, la squadra che ha il miglior attacco della B (38 gol sognati), con l’italo-marocchino Walid Cheddira che sta dando vita a un bel testa a testa con Brunori del Palermo in un continuo botta e risposta per aggiudicarsi il titolo di capocannoniere della B (entrambi sono in testa con 13 reti), intitolato alla memoria di Paolo Rossi. Va anche ricordato che il ko col Perugia era arrivato con Cheddira assente per squalifica. “Walid è grato al Bari e vorrebbe andare in A con questi colori”, ha dichiarato il suo agente Bruno Di Napoli che lo segue dai tempi in cui era in Serie D alla Sangiustese. E anche il mercato di gennaio ha portato buone nuove per il Bari. Innanzitutto i gioielli Cheddira e Caprile, nonostante le offerte arrivate da piazze importanti, sono rimasti, anche per la volontà dei giocatori di non separarsi da una piazza che li sta facendo diventare grandi, c’è insomma una certa riconoscenza. LEGGI TUTTO