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    Nesta sfida Pirlo in Reggiana-Sampdoria

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri sera (Spezia-Bari 1-0), la 17ª giornata di Serie B prosegue oggi con 8 gare. Grande attesa a Reggio Emilia per Reggiana-Sampdoria, cioé la sfida in panchina fra due Campioni del Mondo 2006, Alessandro Nesta nei granata, Pirlo nei blucerchiati, fra i due c’è una grande amicizia fuori dal campo. E’ una gara verità per entrambi. La Reggiana di Nesta ha un solo punto di vantaggio sulla zona playout e non vince dal 26 ottobre, 11ª giornata, 0-3 a Piacenza alla Feralpisalò. Dopo Nesta ha collezionato soltanto tre pari e due ko. L’ex difensore gode della fiducia della società e della squadra. Tuttavia, un’altra prova non convincente potrebbe aprire una discussione sulla sua panchina anche se certe somme, non solo alla Reggiana, si tireranno dopo Santo Stefano quando andrà in archivio il girone d’andata e inizierà la sosta invernale. Ma è una gara cruciale anche per Pirlo. La sua Samp viene dalla convincente vittoria sul Lecco però nell’ultima trasferta c’era stato il blackout di Brescia, il bis va evitato se si vuole provare a inseguire i playoff che oggi distano 6 punti, in caso di capitombolo la classifica potrebbe farsi nuovamente pesante, visto che oggi i playout distano tre lunghezze. Per la capolista Parma, reduce dal 3-3 strappato in extremis domenica scorsa al Tardini contro il Palermo, test a Cosenza, partita che può decidere il futuro del tecnico dei calabresi, Caserta. Il Venezia secondo, a -1 dal Parma, riceve il Sudtirol ancora guidato dal traghettatore Valente con gli altoatesini che hanno raccolto un solo punto nelle ultime 5 uscite mentre i lagunari di Vanoli devono riscattare il ko di una settimana fa a Cremona e vincere per tenere a bada il Como terzo, impegnato in un complicato derby lombardo a Brescia. Fabregas, chiamato sulla panchina dei lariani in sostituzione di Longo per portare un’impronta più “giochista”, sta facendo tanti punti, 10 sui 12 a disposizione con lo spagnolo alla guida. Il Catanzaro, quarto in classifica, ha una trasferta da prendere con le pinze in casa dell’Ascoli dove Castori, un punto nelle sue tre uscite, non riesce a risollevare i marchigiani, mentre i calabresi di Vivarini inseguono la quarta vittoria di fila. Dopo aver battuto sabato scorso il Venezia, la Cremonese di Stroppa, che con quella vittoria ha riaperto la corsa ai primi due posti che valgono la A diretta, non può fallire la trasferta di Piacenza, campo della Feralpisalò, ultima in classifica dove continuano le riflessioni sul tecnico Zaffaroroni che sta andando anche peggio di Vecchi, non si esclude il suo ritorno. Il Modena di Bianco, in zona playoff al 7° posto, riceve il Cittadella di Gorini, avanti di due punti e reduce da 5 vittorie di fila, risultato che i veneti non conseguivano dal 2017, autentico spareggio per la conquista dei playoff anche se non era detto a inizio stagione che entrambe potessero lottare per questo traguardo. Il Palermo di Corini invece, dopo il 3-3 di Parma, prova a riconquistare il pubblico del Barbera contro il Pisa di Aquilani. Entrambi gli allenatori sono al di sotto delle aspettative, guai a perderla, soprattutto per Aquilani, visto che il Pisa ha solo due punti di margine sui playout mentre il Palermo a -8 dalla A diretta, per ora deve accontentarsi di consolidarsi in zona playoff, visto che oggi occupa l’ultimo posto utile, l’ottavo. Il turno si chiude domani con Lecco-Ternana. LEGGI TUTTO

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    Samp: a Brescia l’esame di maturità

    TORINO – La 15ª giornata di B si chiude oggi con tre gare, fischio d’inizio alle 16.15. Esame di maturità per la Sampdoria, impegnata in una trasferta-verità in casa del Brescia, da due partite sotto la guida di Maran. Pirlo torna a casa sua, l’ultima volta fu col Milan nel 2011, oggi però è squalificato e in panchina va il vice Baronio, un altro dei 7 bresciani presenti in tutto nella truppa sampdoriana. I blucerchiati vengono da tre vittorie di fila, quattro nelle ultime cinque partite, passo d’alta quota, che permette di mettere nel mirino la zona playoff, dimenticando gli incubi di classifica che si sono vissuti a inizio stagione. Il futuro della SamPirlo è assolutamente impronosticabile, può accadere di tutto: ha dimostrato, anche a se stessa, di essere una delle forze della B mentre se in questo mese arriveranno novità societarie, con ingressi importanti nel capitale del club, ci sarebbe la possibilità di fare un mercato di livello alla finestra di gennaio, da permettere il miglior piazzamento possibile ai playoff che anche nella precedente esperienza in B, nel 2012 con Iachini, furono acciuffati in extremis, prima di vincerli. Ma attenzione al Brescia che dà qualche segnale di risveglio, pur restando in una situazione difficile: Maran ha ereditato una squadra che con Gastaldello era in picchiata (5 ko di fila, compreso quello col traghettatore Belingheri) e sta provando a raddrizzarla, confortanti i punticini conquistati a Pisa nell’esordio e contro il Sudtirol. (a Bolzano in inferiorità numerica per un tempo), con la squadra tutto sommato in crescendo. Oggi prima panchina in trasferta per Cesc Fabregas, il suo Como è impegnato in casa del Sudtirol, dopo aver conquistato 4 punti nelle due precedenti uscite dei lariani sotto la sua guida: vittoria per 2-1 (maturata nel recupero e in superiorità numerica) sulla Feralpisalò ultima, 0-0 nel derby del Lario col Lecco, recupero della 3ª giornata, disputatosi martedì. Certo, ci vuole tempo per capire se la stella iberica diventerà un grande allenatore. Nel frattempo però, maggior sportività e obiettività nell’analisi post gara, non guasterebbe. Dopo il pari col Lecco, Fabregas ha parlato di vittoria mancata, quando le occasioni per vincere la gara erano state tutte degli avversari, parole da cui hanno preso le distanze anche tifosi del Como che continuano ad avere riserve (e non solo loro) sull’esonero di Longo, defenestrato dopo la vittoria di Ascoli e con la squadra potenzialmente terza in classifica. Oggi Fabregas si misurerà con il Sudtirol di Bisoli che tanto bene non se la passa: non vince da quattro gare nella quali ha conquistato un solo punto, quello di martedì in casa col Brescia, perdere colpi anche oggi vorrebbe dire per gli altoatesini veder tramontare la possibilità di replicare la scorsa formidabile annata, chiusa in semifinale playoff, per questa stagione resterebbe da preoccuparsi di mettere in sicurezza il campionato. Intrigante anche Lecco-Bari. I blucelesti, dopo l’ottimo derby disputato a Como, confermano di avere tutti i mezzi per lottare per la salvezza, certezza che non c’era prima dell’avvento di Bonazzoli. Per il Bari invece, c’è da capire se con Marino in panchina si è imboccato la strada giusta. Prima di cedere 0-3 dal Venezia capolista nell’ultimo turno, col tecnico di Marsala la squadra aveva messo assieme 8 punti in 4 gare e sentiva aria da playoff, ammesso e non concesso che questo Bari abbia i mezzi per conquistarli, vista anche la folta e qualificata concorrenza. LEGGI TUTTO

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    Frosinone, Grosso: “Fabregas, Cerri, Cutrone: Como di qualità internazionale”

    Il Frosinone torna in campo dopo la vittoria dell’utima giornata taragata Borrelli contro il Benevento. Fabio Grosso non vuole fermarsi e sta continuando a martellare i suoi ragazzi per proseguire su questa strada. Il primo posto non è in discussione visto gli otto punti che separano i ciociari dal Genoa. L’allenatore, però, vuole continuare a tenere alta la concentrazione visto che le inseguitrici non danno segni di cedimento. La sfida contro il Como èuna partita importante per il Frosinone e proprio di questa ha parlato in conferenza stampa Grosso.
    Frosinone, le parole di Fabio Grosso sul Como
    Fabio Grosso ha analizzato la partita contro il Como: “Insidie? Possono essere grandi, le conosciamo. Ci siamo preparati per affrontarle. Loro arrivano da una sconfitta nelle ultime undici partite giocate, quindi vengono da ottime prestazioni. Hanno grande qualità e sappiamo di dover affrontare una partita contro una squadra che era stata costruita per altri obiettivi. In attacco hanno una batteria molto interessante con giocatori di caratura internazionale e nazionale (Fabregas, Cutrone, Cerri n.d.r.). Conoscendo le insidie abbiamo l’intenzione di fare una partita vera, sappiamo che molto probabilmente ci verranno ad aggredire forte. Dovremo essere presenti a ribattere colpo su colpo”. LEGGI TUTTO

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    Longo e il Como, sfida complicata

    TORINO – Si tende a sottovalutare il lavoro che sta facendo Moreno Longo al Como, solo perché la squadra è “appena” in zona playout. In realtà, domenica scorsa, con la vittoria larga di Terni (0-3), l’ex tecnico di Torino e Alessandria ha messo insieme 16 punti in 11 uscite, non poco, considerato che alla 7ª giornata aveva ereditato il Como al penultimo posto con 3 punti e zero vittorie, allo sbando per i problemi di salute di Giacomo Gattuso, con la squadra scesa in campo senza la sua guida per sei turni. Certo, in questa B ultra competitiva, la classifica resta infelice ma almeno adesso il Como è in lizza, pare in grado di dare un altro volto alla stagione, anche perché con Longo si viaggia alla media di 1.33 punti a partita, con cui ci si salva . Il problema della piazza sono le alte aspettative che si erano create in estate con un mercato che appariva scintillante: la stella Fabregas, certo, ma anche Cutrone, Baselli, Mancuso e Faragò, tutti elementi di un certo nome, soprattutto per la B, ma poco si è riflettuto su come tutti e cinque venissero da stagioni come minimo non positive. E meno male che dalla vecchia guardia, reduce dallo scorso buon campionato in B da matricola, nel momento più difficile sono arrivati contributi preziosi, come la vittoria sul Perugia griffata Arrigoni, o quella sul Venezia risolta da Bellemo. Nel frattempo, giornata dopo giornata, la squadra sta trovando un’identità, si avvicina la fusione fra vecchi e nuovi giocatori, figli di due filosofie diverse, anzi opposte, di fare mercato. Questo ha detto la vittoria di Terni, la prima stagionale in trasferta, peraltro in casa di una squadra che sta facendo ben altro campionato, seppur favorita dai due pali e dagli errori sottoporta della squadra di Andreazzoli. Fra i marcatori, 1° gol in Serie B per il baby attaccante Giuseppe Ambrosino, classe 2003, uscito in estate dal vivaio del Napoli con numeri ottimi e finora poco utilizzato da Longo: a Terni ha segnato giocando per 23’,  prima ne aveva raccolti 15’ nelle precedenti due uscite. La sensazione diffusa è che il ragazzo meritasse più spazio già prima, visto anche quanto stavano deludendo i big.  Senza dimenticare che il Como ha qualcosa da recriminare a livello arbitrale. Giustamente Longo si è lamentato per il rigore concesso alla Reggina, nella sfida interna di due turni fa, che ha fatto la differenza: l’interpretazione sul braccio in area di Bellemo non sembra in linea coi dettami arbitrali ma va anche detto che i lariani prima avevano fallito un’occasione colossale con Mancuso che sbagliava un gol già fatto, poteva dare un’altra classifica non solo al Como, ma a tutta la B. Comunque sia, la squadra adesso è carreggiata, a patto che a Santo Stefano non fallisca l’impegno in casa col Cittadella in crisi, reduce da tre sconfitte di fila e falcidiato dalle assenze. Poi arriverà la sosta e sul mercato si cercherà nuova linfa, non c’è reparto che non ne abbia bisogno. Da vedere con quale filosofia: elementi funzionali alla B, in crescita, o nomi importanti ma in cerca di rilancio? Ma forse, la lezione impartita dal mercato estivo, è servita. E per far posto alle presunte stelle, nell’ultimo giorno di mercato si cedette Ettore Gliozzi al Pisa, autore già di 7 reti, a Como lo si rimpiange non poco, anche perché il Pisa è stato alle spalle dei lariani e ora è in zona playoff. LEGGI TUTTO

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    Grosso, Gila e i Campioni del Mondo in B

    TORINO – Grosso, Gila e poi gli altri. Nella Serie B dei tanti Campioni del Mondo, nel giorno dell’Immacolata loro due hanno brillato, mentre per gli altri è un po’ più dura. Certo, anche Fabio Cannavaro, vincendo da spietato ex a Parma, ha avuto una bella soddisfazione ma il suo Benevento resta attardato in classifica  e nonostante la voglia di alzare l’asticella, deve ancora raddrizzare la stagione. Stesso discorso per un altro eroe di Germania 2006, quel Daniele De Rossi che dopo 3 ko di fila, ha strappato uno 0-0 con la sua Spal a Perugia (gli umbri hanno fallito un rigore calciato sulla traversa da Melchiorri). Fabio Grosso invece, a 45 anni, dopo essere stato un allenatore discusso per tanto tempo, sta conducendo un’annata trionfale col Frosinone, avviandosi a vincere il titolo d’inverno, essendo in testa alla B con 9 punti di vantaggio sulla terza e, da ieri, 6 sulla seconda, la Reggina di un altro Campione del Mondo, Pippo Inzaghi, travolto in casa dai ciociari, un 3-0 ineccepibile, grande prova di maturità della squadra di Grosso che ha giocato la migliore partita stagionale nello scontro diretto più delicato (perderlo, voleva dire essere raggiunti in classifica dai calabresi). Il suo Frosinone sta stupendo tutti. Certo, si sapeva che la squadra era competitiva. Ma che comandasse la B alla media di 2.18 punti a partita, non l’avrebbe pronosticato nessuno. Anche perché, dopo aver mancato i playoff nella passata stagione, persi all’ultima giornata, patron Stirpe e il dg Angelozzi hanno rivoluzionato la squadra, dando a Grosso una rosa più profonda ma che era tutta da assemblare, quasi da zero, con tante scommesse giovani da verificare. E invece, fin dalla prima uscita, il Frosinone è un’orchestra che incanta a prescindere degli interpreti e dal modulo. Grosso cambia tantissimo ma l’azzecca quasi sempre. Le sue sostituzioni sono le più incisive della B e la sua squadra è la meno battuta del torneo (10 gol al passivo): su 16 uscite, 9 si sono chiuse senza incassare reti. Si pensava che molto lo si dovesse a Lucioni, capitano e leader della difesa, salito in A un anno fa col Lecce. Invece nel trionfo sulla Reggina non s’è sentita la sua mancanza per infortunio anzi, il 3° gol è andato a segnarlo il suo sostituto, il polacco Szyminski mentre la Reggina non riusciva a fare un tiro in porta. Insomma Grosso, dopo aver suscitato per anni dubbi sulle sue reali capacità di allenatore, in questa stagione sta facendo un capolavoro. Se continua così, a fine annata patron Stirpe potrebbe trovare parecchi corteggiatori per lui, perché ora Grosso è uno degli allenatori emergenti che più va tenuto d’occhio. Per il 40enne Alberto Gilardino invece, è stato un esordio sulla panchina del Genoa davvero indimenticabile. Il club rossoblù stava vivendo giorni roventi. Settimana iniziata con l’esonero (tardivo) di Blessin, con lui il Grifone stava perdendo il treno per la A diretta. E proseguita con la condanna in 1° grado a 6 anni per Manolo Portanova, centrocampista rossoblù implicato in una turpe vicenda (stupro di gruppo) anche se fino al verdetto definitivo è un uomo libero (ieri è stato convocato ma è andato in tribuna). A Marassi poi, arrivava quel Sudtirol che con Bisoli aveva messo insieme la più lunga serie positiva del torneo, 12 partite senza ko. Morale, il Genoa di Gilardino l’ha vinta 2-0 e hanno segnato due dei giocatori più discussi dei rossoblù, Puscas (alla prima rete per il Grifone) e Aramu. Così, complice la caduta della Reggina, il Genoa si è ritrovato di nuovo in corsa per la zona A diretta, che ora dista solo 3 punti. E questo anche grazie alle scelte di buon senso di Gilardino che a differenza di Blessin ha messo i giocatori al loro posto, fatto scelto logiche e soprattutto rivitalizzato una truppa depressa. Anche perché il Gila, in panchina, non è proprio di primo pelo. Prima di portare in questo inizio di stagione i ragazzi del Genoa in testa al campionato Primavera 2, s’era fatto la sua sana gavetta. Ritiratosi nel 2018, aveva iniziato dalla Serie D, nel Rezzato, come dt e assistente dell’allenatore Luca Prina, che l’aveva svezzato nei Giovanissimi della Biellese, invertendo poi i ruoli nel corso della stagione. L’annata successiva, l’esordio su una panchina di C, alla Pro Vercelli. Poi torna in D per una piazza importante come Siena che dopo il ripescaggio in C guida anche nei professionisti. Al Genoa è ufficialmente ad interim. Ma se nelle ultime tre uscite del 2022 andrà bene, nessuno più penserà ai nomi accostati nei giorni scorsi alla panchina rossoblù (Ranieri, Bjelica e Semplici), sarà automatico rinnovargli la fiducia anche per la ripresa di metà gennaio, dopo la pausa, quando inizierà il girone di ritorno. E nel frattempo gli altri due Campioni del Mondo della B che non avevamo ancora citato, Gigi Buffon a Parma e Cesc Fabregas a Como, entrambi fuori per infortunio e attesi per il 2023, prendono nota da quei colleghi-campioni che un domani potrebbero provare a emulare in panchina. LEGGI TUTTO

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    La rincorsa di Longo al Como

    TORINO – La risalita non è semplice ma piano piano il Como di Moreno Longo prova a uscire dalla zona retrocessione. L’ex tecnico di Torino e Alessandria è in sella dalla 7ª giornata. Aveva ereditato una squadra che nelle prime 6 uscite aveva raccolto solo 3 punti, frutto di altrettanti pareggi. Con lui sono arrivati 11 punti in 8 partite, cioè ora il Como viaggia alla media di 1.37 punti a gara. Non male, viste le premesse, di questo passo la salvezza può arrivare, anche se la situazione sul fondo della classifica è molto incerta. Nelle altre annate, a questo punto della stagione, le indiziate di retrocessione c’erano già. Adesso, con tante big trovatesi nella zona calda, è impossibile pronosticare chi finirà in C. Certo, il Como avrebbe un organico in grado di raddrizzare una stagione iniziata male, complice i problemi di salute che avevano afflitto il tecnico Giacomo Gattuso, andato in panchina solo alla prima giornata e poi rilevato dal vice Guidetti. La società, per non mancare di rispetto a Gattuso, che è una bandiera lariana, lo ha aspettato il più possibile, sperando fino all’ultimo che potesse tornare in sella. Ma quando si è insediato Longo, la situazione si era parecchio incancrenita. Il suo stesso esordio (ko per 3-1 a Cosenza) metteva qualche brivido. Poi gradualmente la squadra si è assestata, ha vinto 3 partite di fila in casa e ora è terzultima, con le carte in regola per uscire dalla zona retrocessione. Al mercato di gennaio il club dei fratelli Hartono (la proprietà più ricca d’Italia), potrà aggiustare la rosa, servirebbe nuova linfa in ogni reparto. Anche se già la scorsa estate non erano mancati gli sforzi per provare a essere protagonisti in B dopo la salvezza agevole della passata stagione, quando il Como era una matricola. Tuttavia, per una ragione o per un’altra, i tanti nomi illustri sbarcati sul Lario, finora sono molto al di sotto delle aspettative. Non solo la stella Fabregas, giunto in ritardo di condizione e che finora ha lavorato per raggiungere il livello dei compagni. Anche da nomi del calibro di Cutrone, Baselli, Mancuso, Faragò, Da Riva, Binks e Vigorito era lecito attendersi di più. Ma nulla è perduto, visto quanto è corta la classifica, quel che conta è che ora la squadra si sia rimessa in linea di galleggiamento, in attesa di fare quel salto di qualità che le permetta di uscire dalle sabbie mobili della classifica. Domenica alle 15, il Como sarà di scena ad Ascoli, campo non certo semplice ma bisogna invertire la rotta soprattutto in trasferta, dove finora sono arrivati solo 2 punti, discorso che vale anche per la gara successiva, la sera dell’8 dicembre a Palermo. Poi, l’11 dicembre, i lariani ospiteranno la Reggina (che pur seconda in classifica, qualche rovescio in trasferta l’ha vissuto). Il 18 altra trasferta a Terni e chiusura del girone d’andata a Santo Stefano in casa col Cittadella. Dunque, in 5 uscite, di cui solo 2 in casa, il Como dovrà mettere insieme almeno 8 punti, in modo di arrivare al giro di boa a una quota che consenta loro nel girone di ritorno di mettere in sicurezza una stagione natta sotto una cattiva stella. Ma dalla quale ci si può risollevare, perché i mezzi ci sono tutti. LEGGI TUTTO

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    Genoa, assalto alla zona Serie A

    TORINO – La 13ª giornata di Serie B si chiude oggi pomeriggio con Genoa-Como (fischio d’inizio alle 16.15). I liguri, dopo la caduta di lunedì scorso in casa della Reggina, cercano di riprendersi la zona promozione diretta: con 3 punti riagganciano proprio la Reggina al 2° posto. Il ko del Granillo ha lasciato qualche scoria nella calda piazza rossoblù e Blessin, per la prima volta dal suo sbarco a Genova nel gennaio scorso, è stato messo in discussione da larghe fette della tifoseria. Non è piaciuto il modo in cui il Genoa ha perso a Reggio Calabria e il fatto che la squadra, pur considerata dagli addetti ai lavori come la più forte della B, fatichi ad esprimere tutto il suo potenziale, soprattutto in attacco, pur disponendo di un reparto sulla carta formidabile. Così, per ovviare anche ai problemi offensivi, oggi Blessin potrebbe schierare il Genoa col 4-4-2, con Coda in avanti affiancato da Puscas, finora piuttosto trascurato dal tecnico tedesco. Novità anche negli altri reparti: Frendrup potrebbe scalare a terzino sinistro, lasciando il suo posto in mediana a Badelj, al rientro dopo la squalifica, che giocherebbe in coppia con Strootman mentre Gudmundsson e Aramu giostrerebbero da esterni alti. Il Genoa finora ha raccolto poco a Marassi: una sola vittoria (sul Modena) e 4 pareggi (con Benevento, Parma, Cagliari e Brescia), la svolta è d’obbligo. Sull’altro fronte c’è un Como terzultimo ma che dall’avvento di Moreno Longo in panchina ha raccolto 9 punti in 6 gare, con 3 vittorie interne e altrettanti ko fuori casa, dove ha racimolato finora un solo punto, a inizio stagione, a Pisa. Nelle ultime ore, l’indisponibilità di Baselli, utilizzato da Longo come vertice basso del 4-3-1-2, potrebbe rilanciare quella che doveva essere la stella della B, lo spagnolo Cesc Fabregas, già campione del Mondo e d’Europa, ma che con Longo non è titolare e che quando l’ha utilizzato l’ha fatto giostrare sulla trequarti.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Fabregas: se ci sei, batti un colpo

    TORINO – Col Frosinone sempre più solo in vetta, la 12ª giornata di Serie B prosegue oggi con una gara alle 16.15, Como-Venezia, il turno si chiuderà domani alle 20.30 col match clou Reggina-Genoa che definirà la classifica in testa. Ma oggi invece, si gioca una gara delicatissima. Perché Como e Venezia sono fra le maggiori sorprese negative di questo primo terzo di stagione, entrambe penultime con soli 9 punti, pur avendo ben altre ambizioni. Nei lariani, verrebbe da dire: Fabregas, se ci sei batti un colpo. Sarebbe ingeneroso scaricare sullo spagnolo, già Campione del Mondo e d’Europa, tutti i problemi del Como. Però i suoi numeri sono impietosi: il 35enne centrocampista finora ha giocato per 373’ spalmati su 6 apparizioni, con un assist che risale al 17 settembre, nel 3-3 interno con la Spal. Con l’avvento di Moreno Longo in panchina, Fabregas ha giocato da trequartista nelle prime tre uscite, restando poi malinconicamente in panchina nelle ultime due, nelle quali il Como ha battuto in casa il Benevento e perso a Parma. Certo, il giocatore va anche gestito, viste le stagioni vissute in precedenza al Monaco, funestate da problemi fisici e con pochissime partite giocate. In settimana, Fabregas ha fatto sapere che a Como finirà la sua carriera da giocatore (ha firmato un biennale) e probabilmente sta già studiando da allenatore, favorito dal soggiornare in panchina, senza dimenticare che lo spagnolo, assieme a Thierry Henry, è anche diventato socio del club, il più ricco d’Italia, controllato dai fratelli indonesiani Hartono. Quanto alla gara di oggi, Longo chiede più attenzione su angoli e calci da fermo, dai quali sono arrivati 9 dei 21 gol subiti (peggior difesa del campionato assieme al Cosenza, che però ha giocato una gara in più). Sull’altro fronte, c’è molta curiosità per il Venezia, nel quale fa il suo secondo esordio in panchina Andrea Soncin, che aveva già guidato gli arancioneroverdi nelle ultime 5 uscite della passata stagione, quando la squadra in A era già virtualmente retrocessa. Rileva il croato Ivan Javorcic che aveva racimolato un solo punto nelle ultime 4 gare. Soncin comunque, è in carica ad interim: la sua permanenza è legata alla prova di oggi e a quella di sabato prossimo in casa con la Reggina. Poi ci sarà la sosta per le Nazionali (ma la B giocherà durante il Mondiale) e la società deciderà il da farsi. Per l’eventuale sostituzione, in pole c’è Alfredo Aglietti ma fino all’ultimo si cercherà di convincere Beppe Iachini, sempre molto amato dalla piazza per i suoi trascorsi da giocatore coi lagunari.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO