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    Il Genoa di Gila a Como: missione 1° posto

    TORINO – Lunedì di Pasqua con tutta la B in campo, si gioca la 32ª giornata, si va in campo dalle 12.30 a sera. La capolista Frosinone, a +4 sul Genoa e a +10 sul Bari terzo, ospita l’Ascoli (ore 15) per fare un altro passo verso la Serie A che per la squadra di Grosso pare in tasca da mesi (gli scommettitori da tempo non accettano più puntate sulla promozione dei ciociari). Ma attenzione all’Ascoli: con la vittoria sul Brescia nell’ultimo turno, ha fatto un bel passo avanti verso la salvezza (ora è +4 sui playout), dovesse sbancare lo Stirpe (come è accaduto al Cosenza nell’ultima uscita interna dei ciociari), potrebbe fare un pensierino ai playoff, che ora distano 5 punti. Il Genoa secondo in classifica è di scena a Como (ore 15). I rossoblù di Gilardino viaggiano col vento in poppa, vengono da 4 vittorie di fila sono la squadra che ha fatto più punti nel girone di ritorno (27). Danno l’impressione di volere provare a prendersi il 1° posto per garantirsi almeno il secondo, l’ultimo buono per la promozione diretta. Per il Como, vale lo stesso discorso dell’Ascoli, visto che hanno gli stessi punti in classifica, in più c’è da riscattare il ko di Venezia dell’ultimo turno. Genoa che guarderà con interesse alla sfida più importante della giornata, Sudtirol-Bari (ore 15), cioè quarta contro terza in classifica, rispettivamente a -6 e -7 dai liguri. Come minimo, allo stadio Druso di Bolzano, esaurito da una settimana, ci si gioca il miglior piazzamento possibile alla griglia playoff (chi chiude al 3° posto teoricamente sale in A con 4 pareggi). L’altro big match si gioca a Pisa, dove sbarca il Cagliari (ore 18), anche qui siamo in ambito playoff, la sesta in classifica ospita la quinta. Test probante per i sardi di Ranieri che nell’ultima trasferta hanno vinto la loro prima gare esterna sotto la sua gestione (0-4 alla Reggina). Di fronte, c’è un Pisa reduce dal ko di Cosenza e che nel girone di ritorno ha concesso qualche punto di troppo in casa, anche se dal ritorno di D’Angelo in panchina la squadra ha fatto una rimonta straordinaria, passando dall’ultimo al 6° posto. Curiosità intorno alla Reggina che alle 15 ospita il Venezia. Mercoledì scorso gli amaranto di Pippo Inzaghi hanno vinto il recupero di Perugia, un 3-1 favorito dagli errori clamorosi di Gori, il portiere degli umbri. I 3 punti però, hanno restituito serenità a una squadra che nel 2023 è stata sconfitta 9 volte. Ora la Reggina potrebbe ritagliarsi un posto nei playoff (è settima) anche se pende la vicenda dei mancati pagamenti dell’Irpef alla scadenza di febbraio: il 17 si terrà l’udienza al Tribunale Federale Nazionale, c’è il rischio di un -4 ma poi partirà una battaglia legale dall’esito incerto, pur succedere di tutto. Attenzione però al Venezia: i ragazzi di Vanoli vengono da due vittorie di fila e nell’ultima trasferta avevano vinto ad Ascoli. Per il Parma all’8° posto (cioè l’ultimo buono per disputare i playoff) c’è una gara tignosa a Cittadella (ore 15). Gli emiliani di Pecchia vengono dalla vittoria sul Palermo ma spesso, dopo ogni exploit, hanno raccolto figure barbine e anche loro mettono in preventivo un -1 in classifica, come minimo, per un pagamento avvenuto in ritardo. E il Cittadella, oggi un punto sopra la zona playout, cerca una vittoria che manca da 5 giornate. Alle 20.30, il Palermo ospita il Cosenza con l’obiettivo di riprendersi la zona playoff, anche perché si giocherà sapendo i risultati delle altre. Sfida meno scontata di quanto appaia: intanto perché il Cosenza è una delle squadre più in forma (tre vittorie di fila e quattro successi nelle ultime cinque uscite che però non bastano a lasciare la zona playout). E poi perché, se si va a vedere la classifica del 2023 (cioè del girone di ritorno), si scopre che Palermo e Cosenza si equivalgono, hanno raccolto entrambe 18 punti. La Ternana, a -4 dalla zona playoff, alle 15 è di scena a Brescia, coi lombardi soli all’ultimi posto, reduci da 2 ko di fila e sulla strada per la C (i playout distano 6 punti, la salvezza diretta 8). Il Modena, a quota 39, cioè con gli stessi punti di Como e Ascoli, ha una trasferta delicata a Perugia, praticamente uno spartiacque: vincendo, gli emiliani avrebbero la salvezza quasi in tasca e potrebbero pensare a qualcosa di più. Con un ko invece, i canarini finirebbero nella bagarre salvezza e rilancerebbero un Perugia che oggi disputerebbe i playout col Cosenza. Il turno si apre alle 12.30 con Benevento-Spal, cioè il confronto fra le penultime: chi la vince può ancora sperare di riagganciare i playout ma nulla di più, la situazione è grave per entrambe e la C è dietro l’angolo. LEGGI TUTTO

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    Coppa Italia Primavera, che secondo tempo! Fiorentina-Genoa 3-2

    Fiorentina-Genoa Primavera, secondo tempo pirotecnico
    Tutto nella ripresa al Paolo Magnolfi di Calenzano. In dieci minuti tre gol dei padroni di casa: al 46′ l’1-0 firmato da Amatucci, due giri di lancette più tardi il raddoppio di Kayode e al 56′ il tris calato da Krastev. Gara finita? Macché! Il Genoa ha accorciato le distanze al 66′ con Papadopoulos e rimesso tutto in discussione con Bornosuzov all’82’. Gli uomini di Aquilani hanno, però, tenuto botta e al triplice fischio finale hanno potuto esultare per la qualificazione all’ultimo atto della kermesse tricolore di categoria. LEGGI TUTTO

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    Genoa, Martinez è il miglior portiere della B

    TORINO – Non ci sono più dubbi: il miglior portiere della Serie B è lo spagnolo Josep Martinez: e chi l’avrebbe detto a inizio stagione? L’1 luglio 2022 era sbarcato al Genoa e il popolo rossoblù s’era subito diviso in due fazioni. Da una parte gli entusiasti per il fatto che arrivasse, seppur in prestito, un giocatore del Lipsia, con una presenza nella nazionale spagnola. Dall’altra i difensori del suo collega di reparto, il croato Adrian Semper, 24enne come lui, di proprietà Genoa, considerato una garanzia in B visti gli ottimi campionati disputati nel Chievo. Il partito pro Semper poi, faceva notare che Martinez aveva raggiunto la nazionale spagnola soltanto per il covid, che aveva falcidiato le Furie Rosse poco prima di un’uscita, obbligando a giocare con l’Under 21 promossa in blocco, Martinez compreso. Inoltre, andava considerato il fatto che lo spagnolo, in due stagioni di Bundesliga al Lipsia, non aveva quasi mai giocato, era insomma il portiere di riserva, normale avere qualche dubbio. E le prime giornate stavano dando ragione al partito pro Semper. Martinez mostrava tutta la ruggine di chi è rimasto a lungo in panchina, spesso insicuro, non solo nelle uscite. Ma Blessin lo schierava titolare e il fatto che insistesse nel dargli fiducia, contribuiva a fargli perdere consensi fra i tifosi, anche se l’esonero di dicembre sarebbe arrivato per altri motivi, perché la squadra non lo seguiva più. Tuttavia, lo stesso Blessin già a fine ottobre, dalla gara interna col Brescia, promuoveva Semper: prima per un’indisponibilità di Martinez, poi il croato restava a tutti gli effetti il titolare. Finché si arriva all’ultima giornata d’andata, a Santo Stefano, quando il Genoa è di scena a Bari e con Gilardino in panchina la squadra ha svoltato. Semper alla vigilia finisce a letto con l’influenza. Che colpisce anche Martinez, il quale però sta un po’ meglio e va in campo: il Genoa vince 2-1 anche grazie a una paratona nel finale di Martinez. Che da quel giorno è rimasto titolare, mettendo insieme grandi prestazioni, un crescendo irresistibile, culminate venerdì scorso nella vittoria sulla Reggina, arrivata grazie a una sua strepitosa parata all’ultimo minuto del recupero, uno splendido colpo di reni a sventare un velenoso pallonetto di Canotto che pareva già in rete. A fine gara, tutta Marassi era per Martinez, quell’intervento è stato decisivo quanto il gol-partita di Coda e offre numeri notevoli all’imbattibilità del Genoa. I ragazzi di Gilardino non solo vincono da quattro partite di fila ma non incassano gol da 574’, anche perché Martinez non sbaglia un colpo. Certo, davanti a lui, il trio difensivo Bari-Vogliacco-Dragusin concede poco o nulla. Ma le poche volte che Martinez è chiamato in causa, la risposta è sempre impeccabile. Al punto che il Genoa, dall’arrivo di Gilardino, non ha ancora incassato un gol al Ferraris, 858’ d’imbattibilità (numero che va condiviso con Semper, titolare nelle vittorie senza subire reti con Sudtirol e Frosinone). Resta il fatto che nel frattempo Martinez ha conquistato tutti e la rivalità con Semper d’inizio stagione è sepolta. Non è mai semplice avere due portieri potenzialmente titolari ma alla lunga al Genoa sta pagando, anche perché il Gila ha plasmato un gruppo di ferro, fattore che facilita le cose. Come ha lasciato intendere lo stesso Martinez, dopo la vittoria sulla Reggina. “Stiamo lavorando di squadra e molto bene, sia in difesa sia in attacco e dobbiamo continuare così – ha raccontato in un ottimo italiano -. A volte non va tutto per il verso giusto, ma il mister ha cambiato l’atmosfera intorno alla squadra. Ora siamo compatti e si vede partita dopo partita. I tifosi? Non ho mai visto un pubblico così nella mia vita, sono troppo importanti per noi quando giochiamo in casa”. Già, la mitica Gradinata Nord, oltre a saper trascinare la squadra, storicamente è molto esigente in fatto di portieri, non è facile passare il suo esame, ne sanno qualcosa tanti illustri portieri della storia rossoblù, anche loro faticarono prima di diventare idoli. Però, se ora a Marassi e dintorni sono tutti pazzi per Martinez, vuol proprio dire che il ragazzo ci sa fare. LEGGI TUTTO

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    Serie B, Gilardino batte Inzaghi: il Genoa vola grazie a Coda

    Il Genoa si avvicina al Frosinone di Grosso in testa alla classifica portandosi a -3. Nel match valevole per la 31ª giornata di Serie B, la squadra di Gilardino si è imposta al Ferraris sulla Reggina con il risultato finale di 1-0. Il match, che al 12′ ha visto Bani costretto ad uscire per un brutto infortunio alla testa dopo un contrasto con Strelec, è stato sbloccato nel primo tempo grazie al gol di Coda al 36′ su assist dell’ex Juventus Sturaro, poi espulso al 91′. I rossoblù ottengono dunque la quarta vittoria consecutiva senza subire gol, mentre per la squadra di Filippo Inzaghi la situazione è completamente opposta: quarto ko di fila con il Parma e il Palermo che si avvicinano sempre di più in classifica. LEGGI TUTTO

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    Stasera Genoa-Reggina: la carica dei 30mila

    TORINO – La 31ª giornata di Serie B inizia stasera con un anticipo di prestigio: Genoa-Reggina, fischio d’inizio alle 20.30. Per l’occasione, a Marassi ci saranno circa 30mila spettatori (di cui 1500 per i calabresi), si stabilirà  il record stagionale di presenze al Ferraris, sarà il risultato dell’appello a riempire lo stadio fatto dalla società rossoblù che considera cruciale la sfida: con 3 punti il Genoa rafforzerebbe il 2° posto (l’ultimo buono per andare direttamente in A) e, in attesa di Perugia-Frosinone (in programma domani), provare a insidiare la capolista ciociara, al momento avanti di 6 punti (ma un mese fa ne aveva 12 di vantaggio). Sarebbe una sfida d’alta quota, visto che la Reggina è settima in classifica. Ma se si guarda alla graduatoria del 2023, cioé quella del girone di ritorno, si scopre che la sfida è quasi un “testa-coda”, col Genoa che nel nuovo anno ha fatto il quadruplo dei punti della Reggina, 24 contro 6. Già, il rendimento degli amaranto calabresi è diametralmente opposto a quello del girone d’andata, quando la squadra di Pippo Inzaghi veleggiava nelle primissime posizioni, sembrava potesse anticipare i tempi sul piano triennale sottoscritto da patron Saladini col tecnico per il ritorno in A della Reggina. E invece, da gennaio un blackout che non è semplice spiegare, in cui gli amaranto hanno perso 8 partite su 10 (il 5 aprile alle 20.15 recupereranno la sfida di Perugia della 29ª giornata rinviata per rischio sismico). Tuttavia, il Genoa non si fida. Il ricordo della sconfitta dell’andata (al Granillo finì 2-1) è ancora vivo, da quel ko nel clan rossoblù s’iniziò a capire che il Grifone faticava a volare sotto la guida di Blessin, all’epoca, era il 7 novembre, la squadra non si era ancora calata nella realtà della B. Adesso però, è un altro Genoa, che con Alberto Gilardino, in sella dal 6 dicembre, viaggia alla media di 2.27 punti a gara, viene da tre vittorie di fila (4 nelle ultime 5 gare) che hanno spedito Sudtirol e Bari, le più dirette concorrenti per la A diretta, rispettivamente a -5 e -6 punti. La sosta per le nazionali poi, ha consentito al Genoa di recuperare giocatori importanti, Coda su tutti (ma anche Aramu), out da quasi un mese: l’ex bomber del Lecce stasera si gioca il posto con Puscas, possibile una staffetta fra i due. Il Gila i problemi maggiori li ha sulla fascia sinistra per le assenze da infortunio di quasi tutti gli interpreti: out Pajac, il giovane Boci, Cyzborra e Haps, resta disponibile solo la bandiera Criscito o, in alternativa, si può adattare Sabelli (con l’inserimento di Hefti a destra). Per il resto, il Gila ha ampia scelta in mezzo mentre la difesa a tre Bani-Vogliacco-Dragusin non si tocca (ma sul romeno c’è qualche dubbio, dopo gli impegni con la nazionale), è diventata la miglior retroguardia della B. Inzaghi comunque, cercherà di dare filo da torcere. Dopo l’ultimo tonfo (lo 0-4 rimediato dal Cagliari), la Reggina è andata in ritiro, mentre le altre squadre si concedevano qualche giorno di stacco, vista la sosta. Non convocato il promettente Pierozzi, tornato acciaccato dall’Under 21, situazione analoga per la mezzala Fabbian, capo cannoniere della squadra con 8 gol, potrebbe partire dalla panchina. Per gli amaranto, si preannuncia un finale di stagione complicato: serve una riscossa, perché col passo attuale si perde la zona playoff ma non solo: martedì scorso la Reggina è stata deferita per i mancati versamenti dell’Irpef (scadenza di febbraio) e può arrivare un -4 di penalizzazione che rischia di far precipitare gli amaranto a ridosso della zona calda della classifica. Tuttavia, la società di Saladini è convinta di aver operato correttamente: i versamenti richiesti non sono stati effettuati perché bloccati dal Tribunale di Reggio Calabria, questo perché la società ha aderito a una legge dello Stato, entrata in vigore nello scorso agosto, sulla ristrutturazione del debito ereditato dalla precedente proprietà, nella quale un commissario ad hoc del Tribunale stabilisce cosa la Reggina può pagare e cosa no. E oltre a bloccare i versamenti Irpef di febbraio, ha detto no anche a quelli Inps di marzo, per i quali è atteso un secondo deferimento (in questo caso però, l’eventuale penalizzazione potrebbe ricadere sulla prossima stagione). Una vicenda intricata, un caso destinato a fare giurisprudenza, nel quale il club calabrese è convinto di dimostrare l’assenza di dolo. Ma è anche un nodo da sciogliere a livello federale: altre società potrebbero in futuro aderire alla stessa legge che di fatto non è stata ancora recepita a livello Figc, nonostante il Coni ne consigli l’utilizzo a chi ne ha i requisiti. Resta il fatto che, coi tempi non celeri della giustizia sportiva, considerati tutti i gradi di giudizio, il “caso Reggina” rischia di condizionare il finale di stagione della B con possibili rinvii delle gare di playoff e playout. LEGGI TUTTO

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    Gilardino al Genoa: un po' Prandelli, molto Bagnoli

    TORINO – Gilardino? Si dice che abbia il pragmatismo di Prandelli, che fu suo allenatore. No, si ribatte, assomiglia a Bagnoli, perché fa le cose semplicii e il calcio è una cosa semplice. Soprattutto, il Gila non ha dogmi tattici, il modulo non è un totem che viene prima delle caratteristiche dei giocatori e può cambiare di partita in partita ma anche nel corso della gara. Insomma, il terzino fa il terzino e il mediano fa il mediano, come predicava oltre 30 anni fa, proprio al Genoa, Osvaldo Bagnoli, portando il Genoa ai massimi storici del Dopoguerra, 4° posto in A nel 1991, semifinale (sfortunata con l’Ajax) di Coppa Uefa l’anno dopo. Di sicuro, non è sbagliato scomodare paragoni illustri per Alberto Gilardino, 40 anni, il più promettente allenatore lanciato in Italia in questa stagione, non solo in B. Un’ascesa, la sua, nel segno dell’umiltà. Quando smise di giocare, il Gila andò a imparare il mestiere di allenatore in Serie D nel Rezzato. Eppure, come certi altri Campioni del Mondo 2006 che si sono dati alla panchina, avrebbe potuto far valere il suo nome importante e cercarsi qualcosa di più nobile per cominciare. Ma la gavetta, alla lunga, paga sempre. E dopo un apprendistato in C per Pro Vercelli e Siena, Gilardino è arrivato con la preparazione giusta all’occasione della vita, quel Genoa che in estate doveva dominare in lungo e in largo la B e che invece, col suo predecessore, il tedesco Alexander Blessin, era arrivato a un passo dal naufragio. Già, il Gila il 6 dicembre scorso aveva ereditato una situazione piuttosto complicata. Blessin aveva perso il controllo dello spogliatoio quando dopo il ko di Perugia (in cui il volpone Castori gli aveva impartito una memorabile lezione tattica) aveva dato dei “dilettanti” ai giocatori che il turno successivo addirittura cadevano a Marassi col Cittadella. C’era insomma, innanzitutto, da rimettere insieme i cocci della squadra. E il Gila l’ha fatto in tempi rapidissimi: a due giorni dall’insediamento piegava 2-0 il Sudtirol che scendeva a Marassi imbattuto da 12 giornate (e in seguito, la rivelazione altoatesina di Bisoli, ha perso solo un’altra partita, col Modena). Già lì il Gila faceva intuire che aveva i mezzi per risollevare la squadra, nonostante la società, inizialmente, gli avesse dato solo una fiducia ad interim e avesse temporeggiato troppo nella sostituzione di Blessin, con la situazione che nel frattempo s’era incancrenita. Insomma, le condizioni di partenza erano tutt’altro che semplici. Ma il Gila s’è buttato anima e cuore sul Grifone e lavorando h24 per il Genoa ha capovolto la prospettiva stagionale, portando la squadra ai livelli che si prevedevano in estate. Con lui, il Genoa fa in media 2.27 punti a partita, un passo formidabile che ora permette di mettere nel mirino anche il 1° posto del super Frosinone, negli ultimi turni il Genoa ha dimezzato lo svantaggio dai ciociari da 12 a 6 punti. Dopo il 3-0 di Brescia di prima della sosta, il Gila ha spiegato l’ottimo momento dicendo che ora, nella squadra, c’è un senso di appartenenza, fattore fondamentale per portare il pubblico dalla propria parte. E la tifoseria unica del Genoa sa come fare la differenza, specie se in panchina c’è un ex giocatore rossoblù come lui, già amato a suo tempo da bomber e ora ancora di più da allenatore. Anche perché il Gila sa come superare le sconfitte. Sotto la sua gestione, ne ha persa una sola, a Parma. Dopo quel ko, il Gila si presentò in sala stampa prendendosi tutte le responsabilità (altro che dare dei dilettanti ai giocatori) e iniziando un minuto dopo a lavorare per ripartire più forti di prima. Infatti dalla gara successiva a quel ko del Tardini, il Genoa ha un passo ancora più impetuoso, da allora viaggia alla media di 2.42 punti a partita. Nel frattempo, la proprietà della 777 Partners manda segnali d’amore verso il Gila per il futuro: quando la A sarà in tasca (gli scommettitori pagano quasi nulla, 1.05, in ritorno nella massima serie del Grifone), il rinnovo sarà automatico. E probabilmente andrà così, anche se il “calcio del buonsenso” predicato dal Gila piace molto (non solo in Italia) e continuando di questo passo a fine stagione potrebbero arrivare diverse proposte allettanti per lui. Ma ad oggi, la storia fra il Genoa e Gilardino sembra piuttosto quella di un grande amore che è soltanto all’inizio. LEGGI TUTTO

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    Reggina, Inzaghi alla ricerca di una scintilla

    TORINO – Un girone d’andata da protagonisti, con la Reggina a lungo sulla scia della capolista Frosinone e in lotta per la promozione diretta. Poi, dall’inizio di quello di ritorno, il blackout: nel 2023 la Reggina ha dovuto incassare 8 sconfitte su 10 uscite e meno male che nelle altre due ha raccolto vittorie, giusto per limitare i danni e restare ancora in zona playoff, però di questo passo, sarà dura rimanerci fino alla fine. Anche perché sugli amaranto incombono le penalizzazioni legate ai mancati pagamenti Irpef e Inps nelle scadenze federali di febbraio e marzo. Attese penalizzazioni ma attenzione, la vicenda potrebbe avere anche un lieto fine, magari dopo una lunga battaglia legale. La Reggina cercherà di dimostrare di non aver onorato le scadenze perché, dopo aver aderito alla legge sul concordato dei debiti ereditati dalla precedente proprietà, il Tribunale di Reggio Calabria impedisce loro di effettuare i pagamenti. Non ci sarebbe dolo, insomma. E mentre da più parti ci si lancia sul toto-penalizzazioni (quanti punti perderà? Potrà scontarli anche nella prossima stagione?), va registrato l’interesse degli organi federali a mettere mano su una vicenda che va sanata. Perché altre squadre in futuro potrebbero utilizzare la stessa legge dello Stato, approvata soltanto lo scorso agosto. E casi analoghi potrebbero riproporsi, finché la Figc non si “interfaccerà” con la nuova legge, di fatto ora c’è un buco legislativo fra giustizia ordinaria e sportiva che potrebbe essere colmato con l’istituzione di una commissione federale ad hoc, come si vocifera da giorni. In tal senso, a Reggio Calabria si guarda con fiducia all’incontro che ha avuto ieri, con la Procura Federale, il legale della Reggina, l’avvocato Paolo Rodella, incontro soddisfacente, filtra dal club calabrese. Nell’attesa però, c’è da risollevarsi sul campo anche per non rischiare qualcosa nel finale di stagione, dovessero arrivare pesanti penalizzazioni che cambierebbero il volto della classifica. Chissà, i tonfi della Reggina nel 2023, potrebbero essere anche figli della situazione giudiziaria, perché è difficile spiegare un crollo di queste proporzioni. Resta il fatto che dopo l’ultima caduta, le 4 sberle incassate in casa dal Cagliari di Ranieri, qualcosa s’è mosso. Mentre durante la sosta le altre squadre staccavano per qualche giorno, la Reggina andava in ritiro per preparare al meglio la sfida della ripresa, l’anticipo di venerdì a Marassi contro il Genoa, battuto 2-1 nell’andata al Granillo. Ma erano altri tempi, allora la Reggina stava stupendo tutti e pareva in grado di andare in A con due stagioni d’anticipo sul piano triennale fissato la scorsa estate dal tecnico Pippo Inzaghi e dal patron Saladini. Possibile che da gennaio la squadra abbia risentito di una certa usura, del fatto che Inzaghi abbia potuto far riposare poco i titolari, arrivati al dunque più stanchi dei giocatori della concorrenza. Ma si ha anche la sensazione che il clan amaranto abbia un po’ sottovalutato la situazione. Quando era già pesante, si tendeva a minimizzare, si nascondeva il problema e quando si fa così, poi è difficile risolvere il guaio anzi, nel frattempo s’ingigantisce. Ancora una decina di giorni fa, veterani della squadra dichiaravano che sarebbero bastate tre vittorie di fila per cambiare tutto, dimostrando poca aderenza con la realtà: la Reggina vista finora nel 2023 sarebbe davvero in grado di un exploit simile? Tre vittorie di fila le ha appena fatte giusto il Genoa che pare lanciato verso quella A diretta a lungo inseguita dagli amaranto. Resta il fatto che il tonfo interno col Cagliari potrebbe essere salutare e aver fatto scattare qualcosa. In tal senso, una sfida di prestigio come quella di venerdì sera al Ferraris contro la corazzata Genoa potrebbe dare gli stimoli giusti per ritrovarsi. Intervistato dalla Rai, Pippo Inzaghi ha provato a sintetizzare così il momento che vivono i suoi nell’anno nuovo: “Quello che stavamo facendo prima, forse era troppo. Ora stiamo facendo meno di quello che è nelle nostre possibilità. Con la sosta bisogna tirare una riga. Siamo in una posizione di classifica ottimale, abbiamo una partita da recuperare (il 5 aprile a Perugia, rinviata per il rischio terremoto, ndr). Paradossalmente avremmo quattro punti sulla zona playoff, bisogna ripartire”. Nulla è perduto, insomma, forse basterebbe una scintilla per tornare a essere quelli di fine 2022. LEGGI TUTTO

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    Salcedo, tornato al Genoa per diventare grande

    TORINO – A gennaio, quando era tornato al Genoa, non era stato accolto con tutti gli onori. Anzi, nei commenti sui social dei tifosi rossoblù più mugugnoni, prevaleva un certo scetticismo. Per essere una punta, segna poco, ci serve ben altro, era il commento prevalente che si poteva leggere sul suo arrivo. Ma il 21enne Eddie Salcedo non ci ha messo molto a conquistare tutti, anche perché Genova e il Genoa sono casa sua. Figlio di genitori colombiani ma una vita trascorsa a Sestri Ponente, quartiere operaio della città, quello dei cantieri navali, confinante con la più ridente Pegli, dove si allena il Genoa. Scovato da bambino in una squadra di quartiere, il Merlino, ha fatto una lunga trafila nelle giovanili rossoblù e in tutte le Under azzurre. Esordio precoce in Serie A, il 20 agosto 2017, quando non era ancora sedicenne, qualcosa che lo rendeva come una sorta di predestinato, tant’è che nell’estate successiva viene acquistato in prestito con diritto di opzione dall’Inter che però lo relegava alla Primavera e al massimo, con la prima squadra, faceva panchina nelle gare di Coppa Italia. Ma l’Inter decide comunque di acquistarlo, anche se valorizzarlo non è stato affatto semplice. Verona, Spezia e Bari le tappe del suo girovagare in prestito. Stagione iniziata coi pugliesi, guidati da un altro genovese, Michele Mignani, che però lo utilizza per brevi apparizioni, Salcedo non gradisce e quando si arriva a gennaio, a Bari non vedono l’ora di restituirlo all’Inter. E qui spunta il Genoa. Perché sì, nella prima parte della stagione, Salcedo s’era visto poco. Ma intanto, probabilmente aveva segnato il gol più bello di tutto il campionato, quello del 2-2 interno col Sudtirol, formidabile destro al volo da posizione non semplice, qualcosa che lascia intuire come il ragazzo abbia la stoffa per imporsi anche in rossoblù, a casa sua, per di più. Morale, se a Bari aveva segnato 2 gol in 15 frazioni di partita, nel Genoa ne ha fatti altrettanti in 5 uscite. Perché Gilardino lo vede più di Mignani e Salcedo sta ripagando alla grande: nell’ultimo turno la sua rete ha sbloccato la vittoria di Brescia, in precedenza era andato a segno in un altro 3-0, quello alla Spal. Certo, sulla carta, non è titolare, non ancora, per lo meno. Il suo maggiore utilizzo è coinciso con gli infortuni di Coda e Aramu, ormai prossimi al rientro. Ma c’è da scommettere che Eddie Salcedo, talentuoso genovese-colombiano, sia in rampa di lancio e possa dare un bel contributo al ritorno in A del Grifone. Col quale poi legarsi, magari, anche per i prossimi anni. Anche perché, particolare non da poco, il Genoa resta la sua squadra del cuore. LEGGI TUTTO