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    Manchester United in vendita: i Glazer hanno deciso di lasciare il club

    MANCHESTER (Regno Unito) – Dopo 17 anni di proprietà statunitense, il Manchester United potrebbe essere ceduto. La famiglia Glazer, infatti, ha annunciato ufficialmente – per mezzo di un comunicato – la propria intenzione di valutare eventuali offerte per la cessione dello storico club inglese. Alcune banche, inoltre, sarebbero già state incaricate di svolgere un ruolo di consulenza in quella che potrebbe essere una vera e propria asta internazionale. 
    I Glazer vendono lo United: i possibili scenari
    Nel giorno in cui è arrivata l’ufficialità sulla separazione con Cristiano Ronaldo, una nuova bomba sconvolge l’ambiente Red Devils: i Glazer, ad ogni modo, sono da tempo oggetto della contestazione dei tifosi (“Love United, hate Glazer” è uno dei motti degli ultras), che rimproverano loro l’inesorabile declino della squadra – che non vince il titolo in Premier dal 2013 – dall’addio di Alex Ferguson in poi. La famiglia statunitense acquistò il Manchester United nel 2005 per oltre 910 milioni di euro: secondo Sky Sports Uk, un’opzione al vaglio sarebbe quella di non privarsi del 100% delle quote della società – il cui valore ammonterebbe a circa 2,5 miliardi di euro – e di utilizzare una parte del ricavo per la riqualificazione dell’Old Trafford. Sui possibili successori, impazza il toto-nome: i riflettori sarebbero al momento puntati su Jim Ratcliff, che non ha mai nascosto il proprio amore incondizionato per il club, con il consorzio Red Knights, un consorzio guidato dall’ex dirigente dello United Lord O’Neill, in seconda fila.
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    Dove andrà Cristiano Ronaldo? Intanto c'è chi ha già preso posizione…

    Sarà che Joao Mario ha appena dato in pasto ai media la sua interpretazione del caso («Bruno Fernandes e Cristiano Ronaldo? Non c’è niente, era solo uno scherzo»), ma la forte sensazione è che nessuno creda alle parole dell’ex interista. A parte la famiglia di CR7, naturalmente. Sarà che il Mondiale imminente rischia di fagocitare gossip, indiscrezioni e tracce concrete di mercato, però il tema resta caldissimo, tanto più dopo le ultime dichiarazioni rilasciate dal dottor – nel senso di medico di professione – Frederico Varandas, per tutti il presidente dello Sporting: «Non c’è mai stato nulla». Parole, snocciolate ai media portoghesi, che trasudano convinzione da parte del diretto interessato, e probabilmente anche una certa delusione per chi pensava che sì, questa sarebbe stata sul serio la volta buona per il ritorno del fenomeno portoghese nella sua Lisbona.
    Problemi (tanti)…
    Ciò non toglie che, prima o poi, Cristiano rientrerà nella sua casa (è il suo volere, da sempre), dove l’hanno svezzato, cresciuto e coccolato prima che facesse il grande salto in un top club. Ma il presente racconta di un campione inevitabilmente spento, nonostante i sorrisi di facciata, inutilmente condivisi con compagni di squadra e di Nazionale che evidentemente la sanno lunga. Come Scott McTominay e Harry Maguire che secondo fonti accreditate si sarebbero fatti portavoce di una vera e propria cordata anti-CR7, escludendo il diretto interessato dalla chat Whatsapp del Manchester United e facendosi promotori – altro rumour fresco fresco – di una volontà plausibilmente condivisa da un ampio clan di Diavoli Rossi. Della serie: se la famiglia Glazer non si libera di Ronaldo ora, quando? Avrebbero fatto capire, insomma, a chi comanda che il momento giusto è adesso e che non bisogna aspettare un secondo in più. Il tutto mentre l’entourage del 37enne portoghese, a meno di clamorose novità che al momento non risultano, non è che si stia impegnando più di tanto per approfondire la questione e contattare eventuali club interessati.
    …e soluzioni (poche)
    Il Chelsea in Inghilterra e il Bayern Monaco in Germania non sembrano così propensi ad accollarsi il maxi-ingaggio di un fuoriclasse che però non è più la freccia di un tempo. Qualcosa come 25 milioni netti più bonus – l’attuale stipendio di CR7, peraltro senza giocare – ereditando tuttavia un contratto a costo zero. Nell’accordo tra Ronaldo e lo United, infatti, è prevista una clausola di rinnovo annuale (2024) alla quale nessuno dà credito, nel senso che nessuno è disposto a scommettere un pound su una firma del genere. Così, in assenza di novità fuori dall’ordinario, Cristiano lascerà Manchester – dopo aver “vomitato” tutto il proprio disgusto per il club che lo paga profumatamente – per la seconda volta in carriera e a parametro zero se accetterà di restare da panchinaro di lusso alla corte di Erik ten Hag fino a giugno, oppure si dovrà trovare un’intesa economica con un club alla finestra (già, ma chi?) per liberarsi sei mesi prima. È l’ipotesi più verosimile, anche se ad oggi nessuna società seppur facoltosa pare disposta a fare uno sforzo per portarsi in casa un problema più che una soluzione. Gli arabi ci stanno pensando, ok. Ma il portoghese nel caso accetterebbe?
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