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    Il Benfica rende omaggio al Grande Torino: “Amicizia eterna”

    TORINO – Una delegazione del Benfica, a Torino per l’impegno di stasera, contro la Juventus, valido per la seconda giornata della fase a gironi di Champions League, è salita questa mattina sul Colle di Superga per rendere omaggio al Grande Torino. Su Twitter il club portoghese ha pubblicato una serie di foto, in cui si vedono i dirigenti porre una corona di fiori dinanzi alla lapide che ricorda la squadra granata scomparsa il 4 maggio del 1949, di ritorno proprio da una trasferta in Portogallo per giocare una partita amichevole contro il Benfica, e recitare una preghiera assieme ai rappresentanti del Torino. “Amicizia eterna”, è il messaggio sui social del club lusitano.  LEGGI TUTTO

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    Vasco Rossi conquista il Grande Torino. E Del Piero esulta: «Eccezionale»

    TORINO – Alla conquista dell’Olimpico Grande Torino, in quarantamila. L’incredibile energia di un intramontabile Vasco Rossi travolge tutto e tutti nel concerto che segna il ritorno alla vita comune, in città, dopo la pandemia. E con il Blasco c’è anche Alessandro Del Piero, ex capitano della Juventus, uno di loro per una serata speciale, indimenticabile. E sul palco sale pure l’amico comunque, Don Ciotti, per un messaggio universale contro le armi, per la pace.
    UNITI A Torino, Vasco Rossi ha concluso il suo tour “Finalmente insieme”. In migliaia sono rimasti fuori, comunque sintonizzati sul concerto e partecipi. Un incontro fra generazioni. Tutti insieme, appunto. E il Dieci della Juve che fu racconta: «Di solito in uno stadio ci sono due tifoserie contro, qui è una sola ed è questa la forza di Vasco, sempre eccezionale: rappresenta molto, per tutti, un’emozione unica». Le parole di Del Piero, entusiasta come quando andava in gol, su questo stesso campo. «Ci vediamo alla prossima», il saluto di Vasco. Sempre insieme.  LEGGI TUTTO

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    Grande Torino: al Fila acclamati Juric e Belotti

    TORINO – Il Filadelfia torna a spalancare i propri cancelli e lo fa nella data più iconica per il popolo granata. Oltre mille tifosi, infatti, hanno oggi gremito la tribuna principale di quello che fu il teatro delle imprese del Grande Torino, per assistere all’allenamento dei ragazzi di Juric e per omaggiare gli Invincibili in occasione del 4 maggio.

    Lo striscione

    Nel piazzale antistante l’ingresso è stato affisso lo striscione “Grande Torino lo squadrone patrimonio eterno di questa nazione”, mentre all’interno anche una delegazione di sostenitori del Genoa ha reso omaggio a capitan Valentino Mazzola e compagni. Il tecnico croato e Andrea Belotti i più acclamati fin dal riscaldamento. LEGGI TUTTO

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    Grande Torino: eroi più lontani nel tempo, sempre più vicini nei cuori

    TORINO – Quel giorno di pioggia è oggi. Anche se c’è il sole. Anche se non piove, piove nei nostri cuori. Nell’anima c’è burrasca. Solo lo spirito, il nostro, è terso. Lucente. È la doppia, all’apparenza contraddittoria, potenza di Superga. Il buio caliginoso, tetro, del giorno oscurato dalla morte; la luce che squarcia l’oscurità, quella che da essa, dalla tenebra, come per miracolo, nasce e illumina la vita.

    Il 4 maggio di settantadue anni fa, sul colle guardiano di Torino, che la città domina e protegge dalla Basilica juvarriana, in un tuono scomparve il Grande Torino. Squadrone di calcio, somma entità ludica di un’Italia piegata dalla dittatura e piagata dalle guerre; e potente essenza sociale, il collante che di quell’Italia diroccata ma in rincorsa s’è fatta simbolo, vessillo assieme a Bartali, a Coppi, all’energia che ogni italiano sprigiona per rinascere. Una voglia, un bisogno, la ricerca della felicità. Tifo, passione per il calcio, e fame di vita, sete di libertà, desiderio di desiderare, di soddisfare i desideri non solo propri, bisogno di potersi di nuovo guardare nello specchio della ricostruenda identità nazionale. Nazionale la tragedia, gli italiani ripiombano nel clima di guerra, la ferita riapre le tante, le troppe mai in realtà rimarginate. Il 6 maggio 1949, quei pietrificanti funerali in una Torino tombale e composta sono il saluto ai ragazzi del Filadelfia, agli uomini del velivolo Fiat G.212 I-Elce, ma, assieme a loro, una moltitudine di italiani seppellisce anche la guerra e i cari perduti che nessuno aveva potuto esequiare.

    Il 4 maggio è il lutto collettivo, è il giorno del rito e del ricordo istituzionale per noi innamorati di Toro e per chiunque ami il sentimento, l’emozione. Un giorno potente, un gigante, emblema del legame inscindibile: tributo di affetto e ancor più di riconoscenza che ci avvinghia al Grande Torino. Un legame che con l’allontanarsi del tempo – per assurdo, ma assurdo non è: è solo un altro dei prodigi di Superga – si avvicina e ci avvicina sempre più. È sempre più corto, sempre più forte, intenso, vero. Però, il 4 maggio è soprattutto plurale: sono 31, personali tragedie moltiplicate per cinque, per dieci, per cento. Sono trentuno famiglie abbattute su quell’aereo. Trentuno sinfonie di affetti e di amori, un concerto di note diventate di schianto una sola, muta, perenne, eternamente dolente. Questo, ahinoi, l’abbiamo dimenticato troppo, troppe volte, troppo lo dimentichiamo.

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    Guarda la galleryTorino, il toccante striscione dedicato agli ‘Invincibili’ LEGGI TUTTO