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    Inter, Conte non ha dimenticato: vuole garanzie o sarà addio

    MILANO – C’è un filo rosso che lega tre degli ultimi quattro trofei vinti dall’Inter, la Coppa Italia firmata Leonardo, il Mondiale per Club di Rafa Benitez (che vinse pure la Supercoppa di Lega) e, naturalmente, la Champions conquistata da José Mourinho. Il fatto che, a Coppa ancora calda, chi sedeva in panchina ha deciso di salutare. Lo Speciale, ha scelto la via più hollywoodiana possibile (se n’è andato dal Santiago Bernabéu a bordo di una berlina messa a disposizione da Florentino Perez), Rafa ha rotto tutti i piatti che c’erano, mentre Leonardo ha nascosto a Massimo Moratti la volontà di andare a fare il dt al Paris Saint-Germain e, quando glielo ha comunicato, ha lasciato una voragine alla Pinetina per mancanza sul mercato di allenatori che dessero garanzie ad alto livello.
    Inter, Zhang carica i tifosi
    Conte: “L’Inter vuole fare la storia”

    È Allegri il salvagente
    Non è detto che la storia possa ripetersi stasera, dopo la finale con il Siviglia, ma chi pensa che Antonio Conte abbia dimenticato le parole pronunciate a Bergamo, si sbaglia di grosso. La bonaccia figlia della marcia, sin qui trionfale, in Europa League non deve trarre in inganno e le frasi pronunciate nel giorno di vigilia, sulla volontà da parte dell’allenatore di porsi come unico orizzonte la partita, hanno fatto suonare nuovamente l’allarme. Il fischio finale dell’arbitro olandese Danny Makkelie sarà antipasto per un’altra partita, quella tra l’allenatore e Steven Zhang, spedito in grande fretta al capezzale dell’Inter da papà Jindong dopo il terremoto di Bergamo. Le vittorie hanno cementato la tregua ma, non va dimenticato come questo faccia parte del patto “siglato” con la proprietà il giorno successivo all’attacco di Conte. Il quale, oggi, ha più che mai il pallino in mano. Nella campagna tedesca ha definitivamente portato dalla sua parte i giocatori e i tifosi, persuasi che solo i suoi metodi possano riportare l’Inter là dove merita. Questo rende ancor più difficile, da parte di Suning, un eventuale esonero. […]
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    Moratti: “Juve ti prendiamo!”

    MILANO – Un tempo si chiamava Coppa Uefa, oggi è Europa League. Ma per l’Inter, vincerla, può essere ugualmente un nuovo inizio. La parabola vincente di Massimo Moratti è partita da Parigi, 6 maggio 1998 con il 3-0 alla Lazio griffato dai gol di Ivan Zamorano, Javier Zanetti e Ronaldo “Il Fenomeno”, stella polare di quell’Inter allenata da Gigi Simoni, scomparso proprio in questo nefasto 2020. Venerdì il Gruppo Suning a Colonia può riportare il club a vincere (anche) grazie all’acquisto di Romelu Lukaku, che – in questo magico gioco di coincidenze – segnando un gol al Siviglia raggiungerebbe i 34 gol realizzati dal brasiliano, come il collega alla prima stagione italiana. Massimo Moratti, se non ci fosse stato il Covid, lunedì sarebbe stato a Düsseldorf, invece ha vissuto la mattanza sullo Shakhtar dal suo buon ritiro di Forte dei Marmi. E, finita la festa, ha ricevuto il messaggio di Steven Zhang. L’Inter, a dieci anni da Madrid, può alzare al cielo un’altra Coppa che la riporterebbe definitivamente nell’aristocrazia del calcio continentale. «È stata una partita esaltante – racconta al telefono il presidente del Triplete con il trasporto da primo tifoso dell’Inter quale è – che ha dimostrato come questa squadra stia vivendo una crescita costante. Prima il Getafe, poi il Bayer, quindi gli ucraini: in ogni partita l’Inter ha dato sempre di più. E questo è quello che spinge a essere davvero ottimisti anche per la finale con il Siviglia».

    La partita con gli andalusi, a dieci anni dal Triplete, rappresenta un po’ un cerchio che si chiude?«Beh, non dimenticherei però la Coppa Italia vinta l’anno seguente e quanto fatto da Leonardo in quel campionato che era nato male per i motivi che tutti sanno. E Leo è stato bravissimo a rimettere le cose a posto. Però, devo ammettere che è interessante il fatto che questo cammino compiuto in Europa sia arrivato esattamente dieci anni dopo il trionfo di Madrid e credo che, al di là di quanto succederà con il Sivilgia, sia davvero iniziato un nuovo percorso».
    Cosa glielo fa dire?«Lo vedi da come la squadra è stata strutturata, dall’impostazione che le è stata data, dal gioco espresso in campo: tutti fattori che inducono a essere molto ottimisti».
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    Inter, con Lukaku e Lautaro fa più paura

    MILANO – Erano i più attesi e non hanno deluso. Lautaro e Lukaku hanno griffato anche la semifinale di Europa League a suon di doppiette: quattro gol sui cinque rifilati allo Shakhtar portano la firma degli affiatatissimi bomber nerazzurri. Questo poker ha permesso al belga e all’argentino di fare un deciso salto in avanti nella classifica delle coppie più prolifiche d’Europa. Si sono issati a quota 54 raggiungendo Cristiano Ronaldo/ Dybala e Sterling/Gabriel Jesus. In una sera hanno staccato Messi/Suarez (52), Mbappè/Icardi e Werner/ Sabitzer (50). Davanti, irraggiungibili, restano solo Lewandowski e Gnabry con 75 reti. I due nerazzurri cercheranno di migliorarsi ulteriormente in finale con il Siviglia.
    Conte-Inter, sempre più voglia di continuare

    E il fenomeno…
    Lukaku ha davanti un obiettivo prestigioso. Realizzando il 34° gol stagionale raggiungerebbe Ronaldo che arrivò alla stessa cifra nell’annata 1997-98. Curiosamente il Fenomeno brasiliano raggiunse quel numero proprio nella finale dell’allora Coppa Uefa a Parigi con la Lazio. Con la doppietta allo Shakhtar, Lukaku si è portato a 33, lasciando il segno in Europa League per la decima partita consecutiva. Per Lautaro invece sono stati i primi centri nella competizione dove era ancora a secco dopo aver segnato cinque reti nella prima fase di Champions entusiasmando in quasi tutte le partite. L’argentino, insieme a D’Ambrosio, ha contribuito anche a lanciare l’Inter in vetta a una classifica statistica. La squadra di Conte è quella, dei cinque campionati principali d’Europa, ad avere segnato più gol di testa in questa stagione. Da lunedì sera è stato superato l’Eintracht Francoforte (24) e staccato il Liverpool (23).
    Inter su Tonali e Kumbulla LEGGI TUTTO

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    Marotta: “Conte? È tutto dimenticato. Suo lavoro all'Inter straordinario”

    DUSSELDORF (Germania) – “La finale? Avrebbe grande significato, il giusto riconoscimento al grande lavoro di squadra ed allenatore. Ci collocherebbe nel posto consono al blasone della squadra”. Giuseppe Marotta, dg dell’Inter che si appresta a sfidare lo Shakhtar Donetsk con in palio la finale di Europa League, si è concesso ai microfoni di Sky: “La presenza di Zhang? Ciò che è successo fa parte di normali dinamiche ed è tutto già dimenticato – prosegue il dirigente nerazzurro in riferimento alla famosa sfuriata di Conte al termine del campionato -. La sua presenza è importante, porta stimoli, siamo vicini ad un traguardo importante e stasera faremo una grande partita. Rappresentare l’Italia in un contesto del genere è gratificante ed è il riconoscimento per quanto fatto in una stagione anomala come questa. Arriviamo in condizione eccellente, che conferma il grandissimo lavoro svolto da tutti. Abbiamo fatto un’impresa straordinaria, non dimentichiamo l’avvicendamento tecnico da Spalletti a Conte”.
    Tutto su Inter-Shakhtar Donetsk
    Marotta: “L’Inter sta continuando a crescere”
    “Continuare a crescere è un segnale molto positivo per il gruppo, ciò significa che i dettami tecnici, tattici e motivazionali sono stati ben impressi dall’allenatore ai giocatori, poi valuteremo sul mercato qualche elemento da inserire. L’anomalia è che stasera si gioca la qualificazione in gara secca anziché andata e ritorno. Ad ogni modo, quando si arriva a questi livelli, il blasone e la forza delle squadre sono altissimi. Ognuna ha meritato di essere qui. Nuovi innesti? I nostri giocatori, molti dei quali sono giovani, sono alle prime esperienze in campo internazionale. Ma c’è un grande spirito d’adattamento. Alcune partite, come col Dortmund e col Barcellona che ci siamo fatti rimontare dopo essere stati avanti, sono servite per dare esperienza e far crescere molti dei nostri calciatori”. LEGGI TUTTO