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    Toro, un filo di preoccupazione: Juric chiede garanzie a Cairo

    TORINO – Domanda secca: è preoccupato di perdere tanti protagonisti? Risposta di Juric, venerdì notte: «Sì, c’è sempre un po’ di preoccupazione. Quando allenavo il Verona avevo visto che i giocatori possono migliorare in modo fantastico solo col tempo, lavorandoci assieme per almeno due anni. Ma fin dall’inizio qui al Toro sapevo che avremmo avuto gente in scadenza e diversi prestiti con riscatti molto alti. Tuttavia abbiamo ugualmente disputato un campionato a ottimi livelli, molto bello. Tutto l’ambiente ha cambiato clima e atmosfera», dopo i precedenti due anni da incubo.Sullo stesso argomentoToro, le 10 richieste di Juric a Cairo: in ballo c’è il futuro granataTorino

    «I ragazzi sono andati oltre le mie aspettative, sono stati splendidi, hanno sempre dimostrato tanta voglia di migliorare. Lunedì», quindi oggi, «mi vedrò con Cairo e Vagnati e si faranno bene tutte le valutazioni. Abbiamo fatto tanti progressi in questa stagione, ma molto bisogna ancora fare. In molti andranno via e altri non verranno riscattati. Io vorrei puntare all’Europa, vorrei provarci, i tifosi lo chiedono e fanno bene: dopo un anno così bello non si può che cercare di migliorare per forza, se sei il Toro. Ma adesso la società dovrà decidere quale strada intraprendere. Per crescere servono rinforzi giusti, di maggiore qualità: dieci. Sì, dieci. Su questo io ho le idee chiarissime. Voglio conoscere l’opinione della società, a questo punto». Dall’alfa all’omega, in queste dichiarazioni c’è tutto il decisionismo di Juric. La sua lucidità di pensiero. I proponimenti, le ambizioni, ma anche i dubbi, i timori.

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    Sullo stesso argomentoSegnale Toro, Juric prepara il ritiro estivo: i dettagliTorino LEGGI TUTTO

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    Belotti? Aspetta Juric! Il Gallo si prende qualche giorno in più

    TORINO – Si è preso qualche giorno in più, Belotti, per decidere: Toro sì o Toro no? Ma non immaginatelo come un Amleto scespiriano del 2022, che di notte vaga per le vie di Torino con un teschio in mano, mentre si pone quesiti esistenziali. «Tra un paio di giorni il Gallo ci darà la sua risposta finale e finalmente sapremo tutto», diceva Juric venerdì sera, dopo la Roma. Parole assolutamente simili le aveva già dettate il giorno prima, alla vigilia della partita. Ordunque, le speranze del tecnico andranno deluse: a meno di sorprese in mattinata, sulla carta non escludibili a priori ma a ieri sera davvero inattese, Juric oggi a Milano si siederà davanti a Cairo e Vagnati senza avere in tasca l’esito della Belotteide. Un dubbio in più, una problematica aperta in più: inevitabilmente, piaccia o non piaccia.Sullo stesso argomentoTorino, Vagnati: “Belotti? Non mi espongo, ma ha il cuore granata”Torino

    Ma perché Belotti ha deciso di procrastinare la sua risposta? Si fa banalmente sospirare da primadonna o forse attende surrettiziamente un’offerta in particolare da altri club? No, il motivo principe, la chiave va ricercata in primo luogo in una riflessione fin semplice, per quanto a lungo elaborata, studiata, dibattuta nel cuore e con la moglie: il Gallo si fida pressoché ciecamente di Juric («Nella scorsa settimana ci siamo parlati a lungo», aveva rivelato Ivan nei giorni scorsi), per cui preferisce attendere per l’appunto l’esito dell’incontro odierno tra il tecnico, il presidente e il direttore sportivo del Torino. Soltanto dopo riterrà di avere le idee sufficientemente chiare.

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    Sullo stesso argomentoBelotti, quella faccia un po’ così di chi non sa che cosa fareCalciomercato Torino LEGGI TUTTO

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    Ezio Rossi: “Juric l'allenatore più da Toro dell'era Cairo”

    Se sei cresciuto a pochi metri dal Filadelfia, entrandoci per la prima volta a 8 anni e militando nel vivaio, essere del Toro è una scelta di vita. Per Ezio Rossi – 192 presenze con 12 reti da giocatore e due stagioni (dal 2003 al 2005) nelle vesti di allenatore – ci sono valori che le trasformazioni del calcio non hanno intaccato: appartenenza e identità. Gli stessi che quest’anno, anche grazie al lavoro di Ivan Juric, il Torino ha riproposto in campo per la gioia dei suoi tifosi.

    Rossi, Juric è riuscito a far rinascere il Toro. A Verona il settore ospiti era gremito di torinisti. Se lo aspettava?

    «Per il tifoso è importante lo spirito della squadra e della società, che negli ultimi anni si era perso. Al popolo granata basta poco per ravvivarsi e dimostrare quello che ha sempre dimostrato nella storia. Sicuramente la figura di Juric è la migliore che possa esserci per riaccendere questa fiammella. Speriamo che tutto quello che c’è intorno lo segua e che la società si faccia delle domande. Chiaro che i risultati aiutano, ma bisogna riuscire ad avere uno zoccolo d’oro che si identifichi anche nella società, e tutto questo negli anni non c’è stato. Mi rendo conto quanto il calcio sia cambiato, ma bisognerebbe recuperare la gente delusa».

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    De Biasi: “Progetto Toro? Ne parlavo già io 17 anni fa”

    TORINO – Pochi possono dire di conoscere il primo Toro di Urbano Cairo come Gianni De Biasi. Ora ct dell’Azerbaigian, GDB ha vissuto a più riprese l’epoca iniziale del presidente granata. E non si perde, anche da lontano, le partite di Serie A, Torino compreso.

    De Biasi, partiamo però da Belotti: con il Napoli lo abbiamo visto molto presente nonostante sia in scadenza e la sua situazione non sia definita. Che impressione le ha fatto? Non sembra un calciatore con la testa già altrove. “Sicuramente non ha la testa da un’altra parte anche perché la sua stagione è stata altalenante e credo che in questo momento voglia dimostrare di essere un giocatore per come è stato conosciuto al Toro e in Nazionale, ha la voglia di riscattare un’annata non bellissima da parte sua. Il Toro invece sta finendo la stagione nel modo migliore e ha posto le basi per un futuro senza patemi, un futuro di crescita. Se sarà insieme al Torino o altrove questo lo decideranno le parti in causa, ovviamente”.

    Di crescita parlava Juric, dicendo in modo diretto che il Toro “non deve galleggiare”. Lei conosce bene Cairo, quale può essere il futuro granata, quali sono le possibilità di fare passi di crescita e consolidamento? “Questo anno di esperienza è servito a Ivan per conoscere i giocatori a disposizione e capire la realtà Toro, credo che lui abbia fatto gran parte del lavoro, è uno che cerca di cambiare la mentalità di alcuni giocatori. Credo che a fine stagione darà le proprie linee guida se si vuol crescere sapendo anche dove il Toro è chiamato a recitare, non può permettersi investimenti da Real Madrid. Il Toro non può rischiare tracolli economici per inseguire chissà quali sogni, è un progetto che deve essere proiettato nel tempo e si parte con 17 anni di ritardo. Era quello che avevo suggerito di fare al presidente già allora anche se erano i grandi nomi quelli che attiravano in quel periodo. Diciamo che anche ai tempi i discorsi erano quelli, ma ora la situazione è diversa” […]

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    Serie A, piace il Multigol 2-4 in Torino-Napoli

    Serie A, terz’ultima giornata di campionato. Il Napoli dopo aver liquidato senza troppi problemi la pratica Sassuolo (6-1 al “Maradona”) si appresta a giocare in trasferta sul campo del Torino.
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    Nelle ultime settimane il Torino ha dimostrato di essere in gran forma, Belotti e compagni non hanno mai perso nelle precedenti sei partite disputate (3 vittorie e 3 pareggi). Osservando il ruolino di marcia dei granata si nota subito come l’undici di Juric in questa stagione abbia conquistato la maggior parte dei suoi punti in casa. Il “Toro” davanti al proprio pubblico con 29 gol fatti e 17 subiti ha fatto registrare 8 vittorie, 5 pareggi e soltanto 4 sconfitte, da sottolineare poi come ben 13 di queste 17 partite siano terminate con un numero di reti compreso fra 2 e 4. 
    Il Napoli in trasferta viaggia a una media di 1,94 gol realizzati e 0,88 subiti. Può starci il Multigol 2-4, esito centrato già in 12 occasioni dai partenopei fuori casa, al novantesimo. LEGGI TUTTO

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    Grande Torino: al Fila acclamati Juric e Belotti

    TORINO – Il Filadelfia torna a spalancare i propri cancelli e lo fa nella data più iconica per il popolo granata. Oltre mille tifosi, infatti, hanno oggi gremito la tribuna principale di quello che fu il teatro delle imprese del Grande Torino, per assistere all’allenamento dei ragazzi di Juric e per omaggiare gli Invincibili in occasione del 4 maggio.

    Lo striscione

    Nel piazzale antistante l’ingresso è stato affisso lo striscione “Grande Torino lo squadrone patrimonio eterno di questa nazione”, mentre all’interno anche una delegazione di sostenitori del Genoa ha reso omaggio a capitan Valentino Mazzola e compagni. Il tecnico croato e Andrea Belotti i più acclamati fin dal riscaldamento. LEGGI TUTTO

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    Toro, Juric: “La squadra deve continuare a crescere. Bremer in dubbio”

    TORINO- Domani a Empoli penultima trasferta per il Toro di Juric, che dopo la sfida del Castellani riceverà il Napoli, quindi andrà a Verona prima di chiudere al Grande Torino contro la Roma. «Voglio che la squadra continui a crescere sul piano del gioco e allunghi la serie di risultati positivi (arrivata a 5, ndr) – l’avvio di Juric -. Per quanto riguarda il portiere non ho ancora scelto: a Bergamo ho messo Milinkovic per il gioco con i piedi, ma in precedenza era favorito Berisha.

    Le probabili scelte di Juric

    In difesa ha un problema alla caviglia Bremer, se non ce la farà giocherà uno tra Buongiorno e Zima. A centrocampo è possibile rientri Mandragora dal primo minuto, mentre non avendo Pjaca toccherà a Brekalo. In attacco è probabile dia una possibilità a Pellegri, Sanabria veniva da un infortunio e ha giocato molto bene le ultime due gare. Non penso possa toccare a Belotti, dall’inizio. Chi calcia il prossimo rigore? Lascio sempre la scelta a chi è in campo». La prossima settima sarà celebrato il 4 maggio: «Sarà la mia prima volta, quindi non so ancora che emozioni vivrò. Sono già andato a vedere il posto, adesso vedremo quali sentimenti proverò».

    Sullo stesso argomentoIntanto, grazie JuricTorino LEGGI TUTTO

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    Cairo si gode il giovane Toro: “Bello e forte, ci divertiremo”

    Dalla Maratona cori belli per Juric, e aspri per Cairo. Ma questo non ha tolto del tutto il sorriso al presidente granata che ha comunque lasciato lo Stadio Grande Torino soddisfatto. Non solo per la vittoria che non arrivava da 103 giorni, dal 10 gennaio quando i granata sconfissero nettamente la Fiorentina (4-0), ma soprattutto per il gioco. E per il fatto che molti giovani su cui la società intende puntare anche per il futuro si sono messi in grande evidenza, confermando che le scelte fatte sono giuste. […]Sullo stesso argomentoJuric: “Bravo Torino: bella prestazione e bella vittoria”Torino

    […] E così Cairo, prima di salire in auto e lasciare lo stadio, ha voluto sottolineare questo aspetto, la bontà del gioco adottato da Juric e sviluppato da un gruppo di giocatori buoni per il presente e potenzialmente ottimi per il futuro. «Sì, sono proprio soddisfatto. I nostri giovani sono forti e stanno crescendo bene. Quella vista contro lo Spezia era una formazione con molti ragazzi e ha dimostrato di sapersi divertire. In questo modo, con questa mentalità, ha fatto divertire anche noi che lo abbiamo visto all’opera». Chiaro che sotto questo aspetto c’è da guardare avanti con ottimismo, così da puntare finalmente a qualche cosa che riempia la pancia della gente: «Direi che le prospettive sono buone», chiude il numero uno del club, soddisfatto del lavoro che Juric sta portando avanti. […] Ma di mercato il presidente non parla. «Di queste cose chiedete a Vagnati, è lui che si occupa di trattative». Il presidente gira il testimone al suo diretto[1]re tecnico, ma è chiaro che le vicende più importanti le segue in prima persona.

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