consigliato per te

  • in

    Tra Iling e la Juventus spuntano… Conte e Paratici

    TORINO – Il percorso di Samuel Iling Jr nella Juventus ha avuto una accelerazione improvvisa nel mese di ottobre, uno scatto da Ferrari: da zero a cento in una manciata di secondi, anche se non sarebbe corretto dire che l’esterno bianconero partisse proprio da zero. Perché Iling Jr aveva già l’anno scorso cominciato a seminare, mettendosi in luce nella formazione Primavera ai tempi allenata da Bonatti, assieme in alcune uscite (specialmente in Youth) ad altri ragazzi ora stabilmente con Allegri come Miretti e Soulé. Ma se gli ultimi due hanno cominciato in estate già in prima squadra dal ritiro precampionato, l’inglese è partito dal gradino inferiore, cioè da un posto stabile nella Next Gen, nel Girone A della Serie C. Una palestra di primo livello per il classe 2003 che in C ha raccolto in stagione 6 presenze con 3 gol e un assist, a dimostrazione dell’impatto in un campionato competitivo e difficile. Ma c’è di più, perché Iling ha colpito Allegri, che lo ha più volte aggregato alla prima squadra per gli allenamenti: Iling poi ci ha messo del suo, sfruttando i tanti infortuni che hanno colpito la Juventus per dimostrare di avere l’X Factor.Guarda la galleryLecce-Juventus, Iling infortunato: il brutto fallo di Di Francesco

    Iling e la notte di Lisbona

    I tifosi bianconeri, almeno quelli meno attenti, si sono accorti di lui prima in uno scampolo di gara con l’Empoli e poi, soprattutto, nella notte di Lisbona: infausta, perché costata l’eliminazione dalla Champions, ma brillante per l’inglese che ha dimostrato di avere lo spessore per reggere l’impatto al piano di sopra. Sensazione che si è ripetuta a Lecce, anche se solo per uno spezzone: passaggio a innescare la magia di Fagioli, prima dell’intervento duro di Di Francesco che l’ha messo ko e lo renderà indisponibile sia domani con l’Inter sia, presumibilmente, nelle prossime due partite di campionato, a meno di un recupero lampo. La Juventus se lo godrà con la Next Gen durante il Mondiale, considerando che poi Allegri lo chiamerà per gli allenamenti della prima squadra nella sosta per inserirlo ancora di più nel sistema. Ma nel frattempo la società ha fretta di portare avanti e possibilmente chiudere il prima possibile la trattativa per il rinnovo di contratto.

    Quante big su Iling!

    Perché tanti si sono accorti di Iling e sanno che l’accordo tra la Juventus e il calciatore è in scadenza a giugno: così il rinnovo diventa una priorità anche per evitare pericolosi inserimenti di altri club interessati all’esplosivo e talentuoso esterno, capace di incidere sulla sinistra, ma anche di disimpegnarsi egregiamente sulla corsia opposta. Il Chelsea lo ha cresciuto, poi è arrivata la Juve (che ha pagato i 130 mila euro di indennizzo di formazione), ma adesso qualcuno vorrebbe riportarlo in Premier League dalla prossima stagione: sulle sue tracce ci sarebbero il Brighton di De Zerbi (che ha già preso il trequartista argentino Buonanotte per gennaio) e il solito Tottenham di Conte (del resto Paratici era il ds che avvallò l’operazione per portarlo a Torino nel 2020). E poi Iling Jr ha estimatori in Bundesliga, in particolare nel Red Bull Lipsia. Insomma, la fila si allunga e di questo è andato a parlare uno dei suoi manager nei giorni scorsi alla Continassa, membro della stessa agenzia che cura gli interessi di Bremer e Cudrig (che ha rinnovato fino al 2026). Di sicuro il potenziale c’è e alla Juventus lo sanno, infatti il lavoro sul rinnovo è già cominciato da tempo e si respira un certo ottimismo sulla buona riuscita dell’affare. Anche perché il club bianconero resta la priorità del ragazzo, che a Torino si trova bene e si sente valorizzato: di sicuro l’exploit lo ha proiettato in una nuova dimensione e anche il suo entourage si aspetta garanzie sull’impiego e sulla considerazione nei riguardi dell’inglese nell’ottica di un consolidamento della sua posizione all’interno della prima squadra bianconera.
    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Juventus, Barzagli: “Giovani? La maglia pesa, ma stanno dando tanto”. E su Fagioli…

    TORINO – In un collegamento su DAZN, l’ex difensore della Juventus Andrea Barzagli ha commentato la svolta verso i giovani messa in atto da Allegri nell’ultimo periodo: “C’è da capire che un ragazzo ha bisogno anche di fiducia, di giocare e sentirsi dentro il gruppo. Quindi, a volte, quando hai pochi minuti non è semplice. Però sono lì alla Juve, ce l’hanno”.Guarda la galleryJuve, in campo contro l’Inter con una maglia speciale
    Juventus, Barzagli e la svolta dei giovani
    Proseguendo nel suo ragionamento Barzagli è entrato più nello specifico: “Io ho conosciuto Fagioli, Miretti no. Ha una grande tecnica e sa giocare a calcio. Normale che giocare nella Juventus a questa età non sia semplice, è un peso, perché ci sono tante aspettative in questo momento in cui le cose non vanno come ci si aspettava. Lanciare questi ragazzi, vedere questa energia, sicuramente sta dando tanto”.
    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Juve-Inter a Doveri. E i tifosi bianconeri mugugnano: scopriamo perché

    TORINO – Premesso che non serve sforzarsi più di tanto, trattandosi di un evento accaduto il 12 gennaio di quest’anno, chi ha buona memoria non dimentica. E quando a metà settimana il nome dell’arbitro Daniele Doveri è stato abbinato a Juventus-Inter, beh, più di un tifoso bianconero si sarà fatto un’amara risatina oppure avrà sbuffato. Già, perché quasi undici mesi fa a San Siro ci si giocava la Supercoppa tra i nerazzurri allora campioni d’Italia e la Juve che, con Andrea Pirlo al timone, una Coppa Italia se l’era portata a casa. Ebbene, alla fine di quella partita gli sconfitti, dentro e fuori dal campo, non la presero benissimo.

    Quel precedente

    Il trofeo in mano ad Alexis Sanchez (autore del gol partita in coda al secondo tempo supplementare) e compagni fu diretta conseguenza di un 2-1 marchiato dalle reti di Weston McKennie, Lautaro Martinez su rigore e, appunto, il Niño Maravilla. Ma per Tuttosport la direzione di gara di Doveri non meritò più di un misero 5 in pagella. Il penalty assegnato all’Inter per fallo di Mattia De Sciglio su Edin Dzeko non scatenò le polemiche che sarebbero scaturite dagli altri episodi, tali da giustificare il voto di cui sopra. Quali? Detto che anche i tifosi nerazzurri se la presero in avvio con Doveri per un presunto rigore non fischiato dopo contatto Chiellini-Barella, gli juventini urlarono per una mancata sanzione a carico di Alessandro Bastoni, reo di aver rifilato una manata in faccia a McKennie: gesto involontario, ma danno chiaramente procurato. E rigore netto per gli ospiti, non assegnato né da Doveri né tantomeno su consiglio di un Var particolarmente silenzioso. Era il minuto 93, non esattamente un dettaglio, quella sera.

    La probabile formazione di Allegri per Juve-Inter

    Dubbi e domande

    Proteste a parte, l’Inter strappò la Supercoppa alla Juve soprattutto perché Alex Sandro al 121’ incappò in quelle giornate in cui il brasiliano gradisce fare regali all’avversario di turno (nel caso, si trattò di un controllo di palla nettamente sbagliato e che favorì la rete del 2-1 finale), ferma restando un’onesta prova da parte dei bianconeri a quell’epoca indietro di undici punti in classifica in campionato rispetto ai rivali. Ciò non toglie che Doveri più di un dubbio l’avesse lasciato, specialmente nei ricordi degli sconfitti. Ed ora? Quello di domenica per il fischietto della sezione di Roma sarà il primo derby d’Italia a casa della Juventus, perché per il resto aveva avuto il privilegio di dirigere altre due sfide dirette, sempre a San Siro e sempre in campionato: il 16 maggio 2015, 2-1 per i bianconeri, reti di Mauro Icardi, Claudio Marchisio su rigore (e ti pareva…) e Alvaro Morata nel finale; il 17 gennaio 2021, netto 2-0 nerazzurro sui bianconeri trafitti dall’ex Arturo Vidal e da Nicolò Barella in uno dei derby d’Italia più sbilanciati di questo secolo, per la soddisfazione dell’allora tecnico interista Antonio Conte. Allo Stadium la prossima “sentenza”, mentre sui social già circolano commenti di sostenitori juventini sicuri di come andrà. C’è chi ha scritto: «Sarà la 200ª direzione di Doveri: come la festeggerà?». Del resto, che derby d’Italia sarebbe senza almeno una polemica che duri il più a lungo possibile?

    Guarda la galleryJuve, in campo contro l’Inter con una maglia specialeSullo stesso argomentoJuve a Doveri: il pestone di Dzeko a De Sciglio trasformato in rigore per l’InterSerie AIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Juventus, chi ai playoff di Europa League? Il calcolo delle probabilità svela tutto

    Impazza il totosquadra sulla possibile avversaria della Juve in Europa League. Tra i tanti che si affidano a sensazioni e presentimenti c’è chi ha effettuato matematicamente un milione di simulazioni possibili per calcolare in percentuale le probabilità di accoppiamento delle terze dei gironi di Champions con le seconde dei gironi di Europa League per gli spareggi che daranno accesso agli ottavi di finale.

    Ajax, le possibili avversarie in Europa League

    L’Ajax non potrà affrontare il connazionale Psv (0% di possibilità) mentre rischia seriamente di incontrare Roma e Union Berlin (15,8%). Più indietro, al 13,7% ci sono Manchester United, Midtjylland, Nantes e Monaco. Chiude il Rennes al 13,6%. LEGGI TUTTO

  • in

    Fagioli, piedi d’oro: il terzo indizio in…Juventus-Inter

    TORINO – Il terzo indizio, quello che per antonomasia costituisce una prova, Allegri auspica possa arrivare già domenica sera contro l’Inter. Intanto, però, i primi due disseminati lungo il sentiero da Nicolò Fagioli valgono qualcosa più di una coincidenza. Perché non si segna per caso una rete come quella affrescata sabato scorso al Via del Mare contro il Lecce. Perché, soprattutto, non si disputa dal nulla una prestazione come quella inscenata mercoledì sera dal 21enne piacentino di fronte alla corazzata Psg. Non soltanto una questione di sensazioni a occhio nudo, di percezioni a pelle, mentre il regista sgomitava e ricamava in mezzo al campo tra un Verratti, un Messi e un Mbappé. A restituire il valore della partita dell’ex Cremonese, in campo per appena 59’ in stagione fino alla scorsa settimana, sono infatti anche i freddi numeri. Quelli che – all’indomani di una prova di squadra incoraggiante, ma pur sempre perdente – incoronano il contributo del “canterano” bianconero, maturato al sole di Vinovo fin dal 2015. Al cospetto di una delle principali candidate alla vittoria della Champions League, innanzitutto, Fagioli ha esibito una trabordante personalità, calamita in fase di costruzione della manovra al punto da toccare ben 73 palloni in 88’ in campo. E come. Già, perché il centrocampista classe 2001 ha tentato 61 passaggi e ne ha completati 59, per un clamoroso 97% di riuscita delle giocate. Mica per forza banali, mica tutte in orizzontale. Il numero 44 si è infatti reso protagonista di 3 passaggi chiave, oltre che di 7 lanci lunghi arrivati a destinazione su altrettanti tentati. E qui la media schizza al 100%, come per i cross dalla fascia e per i dribbling in mezzo al campo: 1 su 1 in entrambi i casi. Cifre che inquadrano una partita ai limiti della perfezione – con la Juventus opposta a una squadra che ama lasciar giocare l’avversaria e concede spazi, certo, ma che al contempo vive al piano di sopra rispetto alla concorrenza per tasso tecnico degli interpreti –, impreziosita dai soli 2 palloni persi a fronte dei 6 duelli vinti in mezzo al campo. Con muscoli e carattere, armi non da sempre nella faretra del ragazzo che da pochi mesi ha rinnovato con la Juventus fino al 2026.Guarda la galleryFagioli, magia alla Del Piero col Lecce: la FOTOSEQUENZA

    Juve-Inter, Fagioli verso la titolarità

    Ecco, perché l’antefatto all’ultima settimana di Fagioli – vissuta costantemente in copertina – è anche nella fiducia che il club gli ha trasmesso in estate, tra l’occasione in prima squadra e il prolungamento dell’accordo prossimo alla scadenza. E, prima ancora, nella costruttiva trafila affrontata a Vinovo. «Il merito per aver forgiato un giocatore di questo livello, attraverso un lungo percorso, è indubbiamente della Juventus – la conferma di Andrea D’Amico, procuratore di Fagioli –. E riguarda anche le tempistiche con cui è stato aggregato ad Allegri: i giovani gettati di fretta nella mischia rischiano di bruciarsi, ora invece Nicolò è pronto e ha la maturità giusta per imporsi. Dall’inizio o a gara in corso, poco importa». Il turning point della stagione del classe 2001, che ora inevitabilmente il tecnico bianconero faticherà ad escludere dall’undici titolare nel big match ancora all’Allianz di domenica con l’Inter, è arrivato in Salento. Con un gol da cineteca – decisivo ai fini del risultato, per giunta – che ha ricordato da vicino le prodezze di un vecchio assistito di D’Amico. «Il primo pensiero, sabato scorso, è andato al momento in cui ho visto sbocciare Del Piero sotto i miei occhi: in un attimo, sono ringiovanito di trent’anni – ha scherzato l’agente riavvolgendo il nastro dei ricordi –. È sempre un’emozione quando un talento italiano spiega le proprie ali, a maggior ragione se evocando un campione del mondo come in questo caso. Un momento che dovrebbe essere accolto con felicità da tutti gli appassionati, a prescindere dalla fede calcistica: Fagioli farà comodo ad Allegri e lavoriamo per restare più a lungo possibile alla Juventus, ma potrebbe rivelarsi prezioso anche per i progetti del ct Mancini…».

    Guarda la galleryFagioli, esultanza liberatoria e bacio alla maglia della JuveIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Juventus in Europa League: quanto guadagna chi la vince?

    Sulle intenzioni della Juventus, Massimiliano Allegri era stato chiaro: «Vogliamo andare in Europa League». Non basterà a cancellare il bruciore per essere usciti dalla Champions, né adesso né quando se ne giocheranno gli ottavi, ma potrebbe renderlo più sopportabile. Perché grandi sfide ne arriverebbero comunque e perché riuscire a sollevare il trofeo dell’Europa League il 31 maggio a Budapest darebbe comunque lustro a una stagione finora grigia visto che sarebbe il primo titolo europeo della Juventus dalla Supercoppa del 5 febbraio 1997. Assieme al prestigio, che di per sé ha ripercussioni importanti sul piano economico, vincere l’Europa League porterebbe poi anche soldi in cassa: intanto perché garantirebbe la partecipazione alla prossima Champions League, per giunta con quello status di testa di serie che rende meno complicato il girone. E poi perché, pur lontanissima dalla ricchezza della Champions, la seconda competizione europea garantisce comunque degli introiti. Quelli del botteghino, visto che per arrivare a Budapest ci sono da superare quattro turni andata e ritorno. E quelli dei premi: 1,2 milioni per la qualificazione agli ottavi; 1,8 per quella ai quarti; 2,8 per quella alle semifinali, 4,6 per quella alla finale e 4 milioni per la vittoria. Aggiungendo i contributi legati a ranking e market pool, vincere l’Europa League porterebbe in cassa più o meno 25 milioni. Ovvero quello che la Juventus avrebbe incassato venendo eliminata agli ottavi di Champions come è accaduto nelle ultime tre stagioni. Certo, l’obiettivo sarebbe stato andare oltre gli ottavi, e dunque incassare più, ma finire la stagione con un introito dalle coppe europee vicino al minimo previsto renderebbe meno traumatica l’uscita ai gironi di Champions, almeno economicamente.Guarda la galleryJuventus-Psg, Locatelli c’è. In campo con Allegri anche Chiesa, Di Maria e BremerIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    L'Italia in panchina alla conquista della Champions. Manca solo Allegri

    TORINO – Cinque allenatori italiani in cerca della coppa dalle grandi orecchie. Cinque allenatori italiani che dimostrano, ancora una volta, quanto la nostra scuola sia tutt’altro che superata e inaridita. Cinque allenatori italiani che abbracciano varie generazioni e che insegnano la via per l’affermazione. In un modo o nell’altro.

    Ancelotti ha raggiunto Ferguson

    Carlo Ancelotti, innanzitutto. Con il suo Real Madrid, ha raggiunto il record delle 102 vittorie in Champions League, affiancandosi al mito di Sir Alex Ferguson. Non ci sono più parole per descrivere Carletto, colui che non passa mai di moda e che sa sempre arrivare in fondo, con il gioco, con i giovani, con i campioni rivitalizzati. E con quella calma che sa trasmettere al gruppo e all’ambiente. Pacificatore. Solo alla Juventus non ci è riuscito, ma questa è storia vecchia.

    Conte: con lui tutti in battaglia

    Antonio Conte, poi. Ovvero l’affamato perenne, il tecnico che trasmette adrenalina, dettami tattici, orgoglio infinito. Con il Tottenham ha timbrato nell’ultimo match, nell’inferno di Marsiglia: roba da duri. Come l’ex capitano e tecnico della Juventus, un motivatore senza eguali al mondo. Dategli un morto, lo farà resuscitare. Son e Kane lo amano, tanto per dire.

    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Riga, tifosi con la maglia della Juve di Vlahovic provocano la Fiorentina

    RIGA (Lettonia) – La Fiorentina di Vincenzo Italiano è impegnata a Riga contro l’RFS in occasione dell’ultima giornata della fase a gironi della Conference League. Durante il primo tempo i telecronisti di Sky Sport hanno fatto notare una curiosità nella curva dei padroni di casa poi scovata dalle telecamere: due tifosi, per stuzzicare gli avversari, vestono la maglia della Juventus, storica rivale dei viola, e uno dei due veste quella della passata stagione con il numero 7 di Dusan Vlahovic che arrivò a Torino a gennaio del 2022 (proprio dalla Fiorentina) e, con la 9 non disponibile, scelse il 7 che fu fino a qualche mese prima il numero di Cristiano Ronaldo. LEGGI TUTTO