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    Fagioli, piedi d’oro: il terzo indizio in…Juventus-Inter

    TORINO – Il terzo indizio, quello che per antonomasia costituisce una prova, Allegri auspica possa arrivare già domenica sera contro l’Inter. Intanto, però, i primi due disseminati lungo il sentiero da Nicolò Fagioli valgono qualcosa più di una coincidenza. Perché non si segna per caso una rete come quella affrescata sabato scorso al Via del Mare contro il Lecce. Perché, soprattutto, non si disputa dal nulla una prestazione come quella inscenata mercoledì sera dal 21enne piacentino di fronte alla corazzata Psg. Non soltanto una questione di sensazioni a occhio nudo, di percezioni a pelle, mentre il regista sgomitava e ricamava in mezzo al campo tra un Verratti, un Messi e un Mbappé. A restituire il valore della partita dell’ex Cremonese, in campo per appena 59’ in stagione fino alla scorsa settimana, sono infatti anche i freddi numeri. Quelli che – all’indomani di una prova di squadra incoraggiante, ma pur sempre perdente – incoronano il contributo del “canterano” bianconero, maturato al sole di Vinovo fin dal 2015. Al cospetto di una delle principali candidate alla vittoria della Champions League, innanzitutto, Fagioli ha esibito una trabordante personalità, calamita in fase di costruzione della manovra al punto da toccare ben 73 palloni in 88’ in campo. E come. Già, perché il centrocampista classe 2001 ha tentato 61 passaggi e ne ha completati 59, per un clamoroso 97% di riuscita delle giocate. Mica per forza banali, mica tutte in orizzontale. Il numero 44 si è infatti reso protagonista di 3 passaggi chiave, oltre che di 7 lanci lunghi arrivati a destinazione su altrettanti tentati. E qui la media schizza al 100%, come per i cross dalla fascia e per i dribbling in mezzo al campo: 1 su 1 in entrambi i casi. Cifre che inquadrano una partita ai limiti della perfezione – con la Juventus opposta a una squadra che ama lasciar giocare l’avversaria e concede spazi, certo, ma che al contempo vive al piano di sopra rispetto alla concorrenza per tasso tecnico degli interpreti –, impreziosita dai soli 2 palloni persi a fronte dei 6 duelli vinti in mezzo al campo. Con muscoli e carattere, armi non da sempre nella faretra del ragazzo che da pochi mesi ha rinnovato con la Juventus fino al 2026.Guarda la galleryFagioli, magia alla Del Piero col Lecce: la FOTOSEQUENZA

    Juve-Inter, Fagioli verso la titolarità

    Ecco, perché l’antefatto all’ultima settimana di Fagioli – vissuta costantemente in copertina – è anche nella fiducia che il club gli ha trasmesso in estate, tra l’occasione in prima squadra e il prolungamento dell’accordo prossimo alla scadenza. E, prima ancora, nella costruttiva trafila affrontata a Vinovo. «Il merito per aver forgiato un giocatore di questo livello, attraverso un lungo percorso, è indubbiamente della Juventus – la conferma di Andrea D’Amico, procuratore di Fagioli –. E riguarda anche le tempistiche con cui è stato aggregato ad Allegri: i giovani gettati di fretta nella mischia rischiano di bruciarsi, ora invece Nicolò è pronto e ha la maturità giusta per imporsi. Dall’inizio o a gara in corso, poco importa». Il turning point della stagione del classe 2001, che ora inevitabilmente il tecnico bianconero faticherà ad escludere dall’undici titolare nel big match ancora all’Allianz di domenica con l’Inter, è arrivato in Salento. Con un gol da cineteca – decisivo ai fini del risultato, per giunta – che ha ricordato da vicino le prodezze di un vecchio assistito di D’Amico. «Il primo pensiero, sabato scorso, è andato al momento in cui ho visto sbocciare Del Piero sotto i miei occhi: in un attimo, sono ringiovanito di trent’anni – ha scherzato l’agente riavvolgendo il nastro dei ricordi –. È sempre un’emozione quando un talento italiano spiega le proprie ali, a maggior ragione se evocando un campione del mondo come in questo caso. Un momento che dovrebbe essere accolto con felicità da tutti gli appassionati, a prescindere dalla fede calcistica: Fagioli farà comodo ad Allegri e lavoriamo per restare più a lungo possibile alla Juventus, ma potrebbe rivelarsi prezioso anche per i progetti del ct Mancini…».

    Guarda la galleryFagioli, esultanza liberatoria e bacio alla maglia della JuveIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juventus in Europa League: quanto guadagna chi la vince?

    Sulle intenzioni della Juventus, Massimiliano Allegri era stato chiaro: «Vogliamo andare in Europa League». Non basterà a cancellare il bruciore per essere usciti dalla Champions, né adesso né quando se ne giocheranno gli ottavi, ma potrebbe renderlo più sopportabile. Perché grandi sfide ne arriverebbero comunque e perché riuscire a sollevare il trofeo dell’Europa League il 31 maggio a Budapest darebbe comunque lustro a una stagione finora grigia visto che sarebbe il primo titolo europeo della Juventus dalla Supercoppa del 5 febbraio 1997. Assieme al prestigio, che di per sé ha ripercussioni importanti sul piano economico, vincere l’Europa League porterebbe poi anche soldi in cassa: intanto perché garantirebbe la partecipazione alla prossima Champions League, per giunta con quello status di testa di serie che rende meno complicato il girone. E poi perché, pur lontanissima dalla ricchezza della Champions, la seconda competizione europea garantisce comunque degli introiti. Quelli del botteghino, visto che per arrivare a Budapest ci sono da superare quattro turni andata e ritorno. E quelli dei premi: 1,2 milioni per la qualificazione agli ottavi; 1,8 per quella ai quarti; 2,8 per quella alle semifinali, 4,6 per quella alla finale e 4 milioni per la vittoria. Aggiungendo i contributi legati a ranking e market pool, vincere l’Europa League porterebbe in cassa più o meno 25 milioni. Ovvero quello che la Juventus avrebbe incassato venendo eliminata agli ottavi di Champions come è accaduto nelle ultime tre stagioni. Certo, l’obiettivo sarebbe stato andare oltre gli ottavi, e dunque incassare più, ma finire la stagione con un introito dalle coppe europee vicino al minimo previsto renderebbe meno traumatica l’uscita ai gironi di Champions, almeno economicamente.Guarda la galleryJuventus-Psg, Locatelli c’è. In campo con Allegri anche Chiesa, Di Maria e BremerIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    L'Italia in panchina alla conquista della Champions. Manca solo Allegri

    TORINO – Cinque allenatori italiani in cerca della coppa dalle grandi orecchie. Cinque allenatori italiani che dimostrano, ancora una volta, quanto la nostra scuola sia tutt’altro che superata e inaridita. Cinque allenatori italiani che abbracciano varie generazioni e che insegnano la via per l’affermazione. In un modo o nell’altro.

    Ancelotti ha raggiunto Ferguson

    Carlo Ancelotti, innanzitutto. Con il suo Real Madrid, ha raggiunto il record delle 102 vittorie in Champions League, affiancandosi al mito di Sir Alex Ferguson. Non ci sono più parole per descrivere Carletto, colui che non passa mai di moda e che sa sempre arrivare in fondo, con il gioco, con i giovani, con i campioni rivitalizzati. E con quella calma che sa trasmettere al gruppo e all’ambiente. Pacificatore. Solo alla Juventus non ci è riuscito, ma questa è storia vecchia.

    Conte: con lui tutti in battaglia

    Antonio Conte, poi. Ovvero l’affamato perenne, il tecnico che trasmette adrenalina, dettami tattici, orgoglio infinito. Con il Tottenham ha timbrato nell’ultimo match, nell’inferno di Marsiglia: roba da duri. Come l’ex capitano e tecnico della Juventus, un motivatore senza eguali al mondo. Dategli un morto, lo farà resuscitare. Son e Kane lo amano, tanto per dire.

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    Riga, tifosi con la maglia della Juve di Vlahovic provocano la Fiorentina

    RIGA (Lettonia) – La Fiorentina di Vincenzo Italiano è impegnata a Riga contro l’RFS in occasione dell’ultima giornata della fase a gironi della Conference League. Durante il primo tempo i telecronisti di Sky Sport hanno fatto notare una curiosità nella curva dei padroni di casa poi scovata dalle telecamere: due tifosi, per stuzzicare gli avversari, vestono la maglia della Juventus, storica rivale dei viola, e uno dei due veste quella della passata stagione con il numero 7 di Dusan Vlahovic che arrivò a Torino a gennaio del 2022 (proprio dalla Fiorentina) e, con la 9 non disponibile, scelse il 7 che fu fino a qualche mese prima il numero di Cristiano Ronaldo. LEGGI TUTTO

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    Paradosso Juve: scartato, Pellegrini va negli ottavi di Champions con Francoforte

    TORINO – Il paradosso Juve è servito: bianconeri eliminati ma l’ex Luca Pellegrini festeggia invece, e con pieno merito, la qualificazione agli ottavi di Champions League con l’Eintracht Francoforte. Scrive l’esterno sinistro su Instagram: «Che partita. Che serata. Che Eintracht. Fiero di noi. Il meglio deve ancora venire. Ottavi di Champions League! Abbiamo fatto la storia». Il tutto dopo la vittoria per 2-1 in casa dello Sporting. E la Juventus con i  mille problemi e i mille infortuni? Sembra lontana anni luce. Il tecnico Oliver Glasner lo elogia a tutto andare: «Che atletismo, che spinta, che tecnica».  Incredibile, davvero, che non potesse servire a Max Allegri. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Psg: in tribuna anche Tite, ct del Brasile

    TORINO – (m.s.) Per la sfida di Champios tra Juventus e Psg c’è l’esaurito allo Stadium. In tribuna vip e personaggi del mondo del calcio. Ci sarà anche il ct del Brasile: Tite più che altro parlerà con i suoi, più che vederli. In campo, infatti, ci saranno solo Marquinhos e Alex Sandro. Danilo è squalifcato come Neymar, Bremer infortunato. L’impianto della Ju opsiterà i verderoro nell’avvicinamento ai Mondiali del Qatar. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Psg: tifosi davanti all'hotel di Messi in religioso silenzio

    TORINO – Continua l’assedio all’hotel al centro della città dove alloggia il Psg. Davanti al Principi di Piemonte, infatti, stazionano centinaia di tifosi. La cosa strana è che sono in religioso silenzio, almeno nella mattinata. Forse perché di fronte agli dei del calcio serve rispetto… Aspettano l’attimo fuggente per vedere Leo Messi e Kylian Mbappé. In serata, davanti allo Stadium esaurito, il match con la Juventus di Max Allegri, purtroppo già eliminata dalla Champions League. L’obiettivo per i bianconeri dei giovani è ben figurare e conquistare punti per restare almeno in Europa League. LEGGI TUTTO

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    L'ascesa di Giovanni Ferrero, la Nutella, Facebook e la Juventus

    TORINO – (e.e.) Giovanni Ferrero, 58 anni, ha preso in mano l’azienda di famiglia alla morte del fratello Pietro. Non voleva essere catapultato in prima linea, ma il destino ha voluto diversamente. E lui si è calato molto sul serio nel ruolo, prendendo per mano la Ferrero e conducendola con saggezza verso nuove sfide. Secondo Billionaires Index di Bloomberg, Ferrero ha superato Mark Zuckerberg, proprietario di Facebook. Il produttore della Nutella è il primo imprenditore italiano nella celebre classifica, raggiungendo il ventunesimo posto con un patrimonio pari a 38,6 miliardi.Sullo stesso argomentoLa Nutella supera Facebook: la classifica degli uomini più ricchi del mondoAttualità

    Ferrero e il calcio, sponsor non proprietari

    Da anni il nome celebre di Alba (Cuneo) ogni tanto viene associato a qualche grande club, ma la Ferrero non ha mai voluto un impegno diretto nel mondo del pallone. Come sponsor sì, come proprietario no. E in famiglia, ci sono da sempre due anime, quella granata e quella bianconera. Giovanni Ferrero, per l’appunto, è tifoso della Juventus. Come rivelò in una rara intervista (su Style del Corriere della Sera): «Non ho la passione per le macchine, le moto, le barche. Mangio poco e, Juventus a parte, non seguo lo sport. Il mio lusso è prendermi del tempo per viaggiare e per scrivere. E quando gioco a calcio con i miei figli scopro che lavorare è meno faticoso». LEGGI TUTTO