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    Juventus-Psg, per la sfida contro i big c’è l’esaurito all’Allianz

    TORINO – Molti, diciamo pure la gran parte, avevano deciso di assicurarsi lo spettacolo per tempo, scommettendo sulla possibilità di vedersi i tre Mostri del Paris Saint Germain nella speranza di giocarsi l’accesso agli ottavi di finale. In realtà la partita di mercoledì, destinata a registrare l’esaurito con la vendita che ha superato così i 40 mila biglietti venduti, non vedrà sul rettangolo i tre extraterrestri in quanto Neymar è squalificato ma, soprattutto, non potrà permettere alla Vecchia Signora di giocarsi il passo successivo in Champions League. In realtà sarà una partita comunque chiave per la Juventus che ad attuale parità di punti, tre, con il Maccabi, in questo momento è terza, quindi certa di proseguire perlomeno in Europa League. Ma molto dipenderà dai risultati delle partite della Juventus con i francesi e degli israeliani che ospiteranno il Benfica.

    Juventus e Psg presenteranno la sfida domani con le classiche conferenze stampa

    Dunque in ogni caso emozioni in serie da vivere sugli spalti per spingere la squadra dei giovani di Allegri a una impresa che potenzialmente può aprire un cammino meno importante rispetto a quello prefissato ma in teoria comunque intrigante in quanto, alla fine, c’è sempre in palio una coppa internazionale. Juventus e Psg presenteranno questo ritorno della sfida che apri la fase a gironi il sei settembre (2-1 per i francesi con doppietta di Mbappè e rete di McKennie) domani con le classiche conferenze stampa dei due allenatori, Allegri e Galtier, accompagnati da un loro giocatore.
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    Emergenza Juve-Psg: Allegri pensa al 3-5-1-1. Con Rugani e Fagioli

    TORINO –  Sempre più difficile o paradossalmente sempre più facile per Massimiliano Allegri scegliere la formazione della Juventus che mercoledì sera scenderà in campo all’Allianz Stadium contro il Paris Saint Germain di Leo Messi e Kylian Mbappé per l’ultima partita della fase a gironi di Champions League con l’obiettivo di chiudere al terzo posto e quindi garantirsi l’accesso all’Europa League. LEGGI TUTTO

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    Juventus, McKennie ko dopo Iling: attesa per gli esami

    TORINO – Piove sul bagnato in casa Juventus. Dopo Samuel Iling-Junior, Massimiliano Allegri potrebbe infatti dover fare a meno anche di Weston McKennie. Il centrocampista statunitense è stato costretto a lasciare il campo al 45′ dell’ultima sfida di campionato contro il Lecce di Baroni a causa di un fastidio muscolare e con il Mondiale in Qatar ormai alle porte, Allegri potrebbe rischiare di ritrovarlo a disposizione solo nel 2023.

    Juve, attesa per McKennie: domani gli esami strumentali

    Nella giornata di domani McKennie effettuerà gli esami strumentali di rito che serviranno a stabilire l’entità dell’infortunio e i potenziali tempi di recupero. Lo statunitense e Iling-Junior sono solamente gli ultimi bianconeri di una lista piuttosto lunga di giocatori indisponibili dopo Vlahovic, Di Maria, Bremer, Pogba, Chiesa, Aké, Kaio Jorge e Paredes.
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     Un'altra Juventus è possibile

    Un’unica cosa bella. Davvero solo una. Ma così bella da valere la pena (è il caso di dirlo) di una partita ancora troppo brutta per la Juventus. Dentro il meraviglioso gol di Nicolò Fagioli si stringe tutta la speranza del popolo bianconero di sfuggire al grigio sconforto del presente, rifugiandosi in una Juventus diversa, più giovane, più bella, più juventina. Le lacrime di Nicolò valgono più della vittoria, perché la sua commozione restituisce sentimento a una squadra che sta inaridendo il suo rapporto con i tifosi e ritrova speranza proprio grazie al tifoso Fagioli. Juventino nato, cresciuto nel mito di Alessandro Del Piero, che ieri ha emulato con un tiro a giro identico a quello di Alex contro la Steaua Bucarest nel settembre del 1995 e ha pianto dopo il gol che sognava da tutta la sua vita. Servono i sogni per scacciare gli incubi e ricongiungendo l’ultimo quarto d’ora di Lisbona al gol di Lecce si intravede una lucina nel buio di una stagione storta e deludente. Allegri non è un allenatore per giovani, ma dovrebbe iniziare a crederci, se non altro perché i giovani sembrano gli unici a crederci. Fagioli, Soulé, Miretti, Iling hanno rinfrescato l’aria viziata di una squadra che ha bisogno di trovare un’anima prima ancora che la forma fisica e un gioco. Non possono le loro giovani spalle reggere da sole il pesante destino della stagione juventina, ma sarebbe una follia prescindere dal coraggio e dalla qualità che hanno aggiunto alla sciatteria agonistica vista nei primi tre mesi.Guarda la galleryFagioli, esultanza liberatoria e bacio alla maglia della Juve

    Un’altra Juve è possibile: lezione da apprendere

    Un’altra Juve è possibile, un’altra Juve può prendere corpo perché Vlahovic e Kean hanno 22 anni, Locatelli e Gatti 24, Bremer 25. Ripartire da chi ha più fame, rigenerare un senso di appartenenza, forgiarsi i propri guerrieri invece che noleggiare costosi mercenari. Forse è proprio questa la lezione da apprendere nella settimana di tormento della Juventus, passata dall’umiliante eliminazione in Champions a una sfida contro il Lecce sofferta come una semifinale contro il Real Madrid. Perché tolto qualche fiammata dei giovani e il lampo di Fagioli, la Juventus ieri ha espresso il nulla. E lo ha espresso senza ritmo né intensità. Dell’attesa rabbia per l’eliminazione di Lisbona non v’è stata traccia, in compenso è comparso un nervosismo un po’ isterico che ha portato a quattro folli ammonizioni nei primi ventotto minuti di gara. Della Juventus di ieri, tutt’al più, si può salvare la perseveranza e lo spirito di sacrificio di qualcuno. Si può osservare il consolidarsi della leadership di Danilo. Sperare che con una prestazione del genere si possa evitare una sconfitta con il Psg mercoledì allo Stadium oltrepassa i confini dell’illusione. Ma a qualcosa si deve appigliare, la Juventus, per rimanere aggrappata alla stagione che rischia di scivolarle via troppo prematuramente. D’altronde, fino alla pausa per il Mondiale la squadra è costretta a vivere di partita in partita. Poi, nei cinquanta giorni di stop ci sarà tempo per tirare bilanci e progettare la seconda parte dell’annata e forse non solo quella. E nelle lacrime di Fagioli, forse, ci sono gocce di futuro.

    Sullo stesso argomentoJuventus, il muro difensivo regge. E Bonucci perde posizioniJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Lecce-Juventus, Allegri e il dubbio in difesa. In mezzo Miretti con Rabiot

    INVIATO A LECCE – Allo stadio di Via del Mare, dove il Lecce davanti ai propri tifosi non ha ancora vinto, quattro pareggi e una sconfitta, la Juventus di Massimiliano Allegri prova a proseguire la rimonta in campionato dopo le due vittorie di fila con Torino ed Empoli. La seconda miglior difesa del campionato, quella bianconera (col dubbio Rugani-Gatti-Bonucci), contro il secondo peggior attacco della Serie A sono le premesse statistiche più evidenti di un match che la squadra torinese non può sbagliare dopo l’eliminazione in Champions a seguito della sconfitta a Lisbona con il Benfica. LEGGI TUTTO

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    Juventus, il retroscena: Allegri e il discorso alla squadra. La frase detta ai suoi

    Al di là dei discorsi pubblici, ci sono quelli da dietro le quinte. In questi giorni Allegri ha molto insistito su un concetto, dopo aver tenuto a rapporto la squadra. Vale a dire: siete alla Juve e dovete dimostrarvi all’altezza, non potete farvi impaurire e guai a chi perde la speranza nella rimonta. Ancora più brutalmente: «Chi non se la sente lo dica e sta fuori, ma chi c’è tiri fuori i coglioni!». Manco a dirlo, nessuno s’è tirato indietro. Peraltro pur in questi momenti di difficoltà e risultati pessimi s’è avuto modo di apprezzare la disponibilità di molti, lo spirito di sacrificio (ad esempio di Alex Sandro, che a Lisbona era acciaccato ma è comunque sceso in campo). LEGGI TUTTO

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    Juve, Vlahovic rischia anche l'Inter: ricomincia il grande tormento

    Testuale: «All’ultimo momento Vlahovic non ha recuperato da questo persistere di dolore all’adduttore/pube». Ahia. Massimiliano Allegri, ieri in conferenza stampa di vigilia del match che la Juventus disputerà questa sera contro il Lecce, ha stroncato sul nascere le speranze più rosee e ottimistiche circa le condizioni dell’attaccante serbo. E ha riportato la memoria degli astanti non soltanto a martedì scorso (ergo: al momento dell’infortunio patito da Vlahovic durante Benfica-Juventus, con annesso cambio al 25’ della ripresa), bensì anche alla scorsa stagione. Quella travagliata – assai più del previsto – proprio a causa dei fastidi ai bassi addominali, adduttori. Ecco perché l’incubo rischia di ricominciare. Un incubo fatto di dolori, di acciacchi, di difficoltà ad allenarsi oltre che di indisponibilità. Mica per niente Vlahovic era così scorato, martedì, quando s’è accorto della situazione.

    Recente passato

    Vlahovic aveva dedicato buona parte dell’estate a lavori specifici ed esercizi mirati, terapie (saltando le prime partite amichevoli negli Stati Uniti) pur di risolvere una volta per tutte questo fastidio. Lo aveva spiegato chiaramente in una intervista rilasciata durante il ritiro, commentando l’annata appena conclusa: «Non mi piace trovare alibi. Se sono uscito in campo, è perché ero pronto a giocare. Però questo problema me lo sto portando dietro da tanto tempo. Alla fine della stagione volevo recuperare al meglio possibile visto che ho anche dovuto rifiutare la Nazionale, e questa è una cosa che mi spiace molto. Ma quest’estate mi sono dedicato solo a lavorare per recuperare. Ho iniziato un percorso per essere pronto al 100 per cento per questa stagione. Ora sto finendo questo percorso: mi sento bene e sarò a breve al 100 per cento». Effettivamente l’inizio della nuova stagione è stato promettente, con gol e buone prestazioni. Poi c’è stata una flessione dal punto di vista delle marcature, ma fisicamente non c’erano problemi di sorta. Allegri ha avuto modo di insistere molto sull’ex viola. Pure troppo, forse… Vlahovic – alle spalle di Danilo – è il secondo bianconero più presente in campo: 1267 minuti suddivisi in 15 presenze. Ultimamente, ecco il nuovo fastidio.

    Guarda la galleryJuventus dimezzata: la lista dei dieci indisponibili di Allegri

    Le tempistiche

    Ovviamente la speranza di tutti, giocatore in primis, è che il problema si risolva in tempi rapidissimi e senza lasciare conseguenze. Tuttavia il rischio che Vlahovic debba/possa saltare anche la partita contro il Paris Saint Germain in programma mercoledì prossimo all’Allianz Stadium è abbastanza concreto. E c’è di più: pure il match di domenica contro l’Inter, sempre allo Stadium, è a rischio. Sfidare la sorte, peraltro, sarebbe assai pericoloso. Questo è periodo in cui non solo gli infortuni, ma anche le ricadute, sono tutt’altro che una rarità in casa Juventus. Le valutazioni del caso saranno dunque fatte di giornata in giornata, con cautela e prudenza.

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    Inchiesta Prisma, la Juventus va al contrattacco

    Dunque a partire da questa settimana, da lunedì 24 ottobre, quando alla Juventus la Procura di Torino ha notificato la conclusione della inchiesta iniziata a maggio del 2021 con le prime indagini sulle plusvalenze ritenute sospette (poi oggetto di assoluzione da parte del Tribunale federale in due gradi di giudizio tra aprile e maggio 2022), la società bianconera gioca su due tavoli: il campo, e qui la reponsabilità è di Massimiliano Allegri e il tribunale, con gli avvocati Marco Bellacosa e Davide Sangiorgio in prima fila a difendere l’operato e gli interessi del club bianconero. Due legali che parafrasando il gergo calcistico si possono definire top player visto che il primo a Roma è socio di uno degli studi legali più prestigiosi in Italia, “Severino”, mentre il secondo appartiene allo studio milanese che porta il suo nome. Proseguendo nella metafora pallonara, i due si devono dunque immaginare come una coppia d’attacco da Champions. Nel frattempo trapela la convinzione nel club juventino di non dover giocare in difesa rispetto alle accuse della Procura di Torino su plusvalenze fittizie, false comunicazioni sociali e alterazione dei bilanci dal 2019 al 2021, andando invece all’attacco, forti delle riflessioni che gli avvocati stanno maturando man mano che prosegue l’analisi delle voluminosissime carte prodotte dal pool formato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Ciro Santoriello che dopo essersi vista respinta la richiesta degli arresti domiciliari per Andrea Agnelli hanno fatto ricorso al tribunale del riesame per quanto riguarda il sequestro dei beni.

    La full immersion

    I legali della Juventus hanno dunque iniziato una vera e propria full immersion per definire al meglio il perimetro delle contestazioni ricevute e quindi definire la strategia da attuare per portare avanti le proprie ragioni. Ragioni che dovranno essere espresse verbalmente o per iscritto entro la metà di novembre poichè hanno a disposizione 20 giorni dallo scorso lunedì quando alla società bianconera è stata notificata la chiusura delle indagini. I legali devono quindi scegliere non solo i contenuti, ovvero le controdeduzioni alle accuse mosse, ma anche la forma. Si avvicina il bivio in cui si dovrà scegliere la strada: chiedere di essere ascoltati con conseguente verbalizzazione dell’incontro oppure depositare una memoria difensiva scritta, e questa ipotesi potrebbe alla fine essere quella prescelta anche se sono ovviamente ancora in corso le valutazioni del caso.

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    Le tempistiche

    In effetti le opportunità per vedersi e incontrarsi non mancheranno nei prossimi mesi. Il processo sarà lungo e sulla calendarizzazione peserà ovviamente il fatto che in Procura esiste una coda processuale non trascurabile. In teoria si può immaginare la seduta dal Gup, il giudice dell’udienza preliminare, tra febbraio e marzo che con ogni probabilità rinvierà a giudizio gli imputati per il processo di primo grado. Azzardare ora una tempistica per l’inizio vero e proprio del processo non è facile ma si può immaginare, come probabile, l’arco temporale a cavallo dell’estate. Dunque una partita lunghissima, in cui non mancheranno colpi di scena e prefigurare ora quando calerà il sipario del primo atto, ovvero la sentenza di primo grado, è al momento esercizio che appartiene alla magia.

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