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    L'ex Carragher contro Cristiano Ronaldo: “Segna, ma peggiora la squadra”

    TORINO – Un ritorno amaro che adesso rischia di assumere la dimensioni di un fallimento, soprattutto a livello di immagine. Cristiano Ronaldo non è abituato alla mediocrità e le sue scelte professionali hanno sempre privilegiato l’alto profilo come quando salutò il Manchester United per abbracciare la causa del Real Madrid, oppure quando lasciò la capitale spagnola per sposare il progetto Champions League della Juventus. La scorsa stagione il primo “azzardo”, cioè la decisione a estate inoltrata di tornare allo United 12 anni dopo per dettare nuovamente legge in Premier League. Una missione fallita con all’orizzonte un’altra stagione almeno ai margini della gloria, alla luce del mercato scintillante delle rivali di sempre Manchester City, Liverpool e Tottenham, e della clamorosa assenza dello United dalle trattative di copertina. E così ora Cristiano Ronaldo cerca gloria altrove e, dopo aver incaricato il potente agente Jorge Mendes di cercare una sistemazione adeguata con vista sul “giardino di casa” Champions League, ha comunicato anche ai dirigenti United la sua voglia di fuga scatenando la reazione dei tifosi e, soprattutto, degli ex divenuti apprezzati “columnist”, vedi opinionisti, come Jamie Carragher che, come faceva in campo da difensore, è entrato a tacchetti spianati dal suo profilo Twitter: “Ha fatto quello che mi aspettavo, segna ma peggiora la squadra. La sua richiesta di trasferimento dimostra che non era vero che aveva scelto di tornare allo United, rispetto al City, per una questione di cuore”. Difficile pensare che ora le posizioni possano tornare a coincidere, nonostante CR7 vanti ancora un contratto fino al 2023, con il nuovo tecnico Erik ten Hag già lavoro a Carrington e poco propenso ad accettare chi non ha voglia di dare tutto per la causa. LEGGI TUTTO

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    Juve, relax De Sciglio: è in Perù con la fidanzata Giulia

    TORINO – De Sciglio, così come i suoi compagni di squadra, ha ancora qualche altro giorno di relax da godersi prima di riprendere a faticare agli ordine di Allegri in vista della prossima stagione. La Juve si ritroverà già dal 4 luglio con i primi rientri, dal 10 invece è fissato ufficialmente il raduno. Questi sono gli ultimi giorni di vacanze dei calciatori. Il terzino bianconero, fresco di rinnovo del contratto e fedelissimo di Max Allegri, è in Perù, precisamente a Machu Picchu, in compagnia della sia fidanzata Giulia Vesce. Su Instagram l’ex Milan ha pubblicato una foto abbracciato alla sua compagna: il panorama è mozzafiato.Guarda la galleryDe Sciglio rinnova con la Juve: le reazioni social LEGGI TUTTO

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    Vasco Rossi conquista il Grande Torino. E Del Piero esulta: «Eccezionale»

    TORINO – Alla conquista dell’Olimpico Grande Torino, in quarantamila. L’incredibile energia di un intramontabile Vasco Rossi travolge tutto e tutti nel concerto che segna il ritorno alla vita comune, in città, dopo la pandemia. E con il Blasco c’è anche Alessandro Del Piero, ex capitano della Juventus, uno di loro per una serata speciale, indimenticabile. E sul palco sale pure l’amico comunque, Don Ciotti, per un messaggio universale contro le armi, per la pace.
    UNITI A Torino, Vasco Rossi ha concluso il suo tour “Finalmente insieme”. In migliaia sono rimasti fuori, comunque sintonizzati sul concerto e partecipi. Un incontro fra generazioni. Tutti insieme, appunto. E il Dieci della Juve che fu racconta: «Di solito in uno stadio ci sono due tifoserie contro, qui è una sola ed è questa la forza di Vasco, sempre eccezionale: rappresenta molto, per tutti, un’emozione unica». Le parole di Del Piero, entusiasta come quando andava in gol, su questo stesso campo. «Ci vediamo alla prossima», il saluto di Vasco. Sempre insieme.  LEGGI TUTTO

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    Juve, guarda Chiesa: già concentrato sul gioco. E con Di Maria e Vlahovic sarà boom

    TORINO – La Juve ha… Fede. E Fede è già concentrato sulla Juve. In vacanza a Portofino con la compagna, Federico Chiesa mette nel mirino le prossime tappe: in squadra a fine agosto-primi di settembre e inserimento graduale a seconda delle risposte. Il recupero sta andando bene dopo l’operazione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro in Austria, a gennaio. Ha lavorato a lunga alla Continassa (la sala mensa era aperta per lui e per gli addetti ai lavori del centro sportivo) prima di concedersi qualche giorno di relax. La tabella è così stilata: l’idea è essere già a un buon punto con la condizione a ottobre, ma molto dipenderà dalle sensazioni che avrà il ragazzo. Certo, con Dusan Vlahovic e Di Maria l’intesa pare naturale, a base di sgroppate, assist e gol a tutta velocità. I tifosi della Juve già sognano. 

    LA PAROLE  «Quando torno? Penso di essere pronto per inizio settembre, però vediamo se riusciamo ad anticipare i tempi – ha detto nell’ultima intervista – Il mio sogno è quello di rientrare il prima possibile, ma ci sono delle tabelle da rispettare. Lo staff medico è fantastico e mi sta aiutando in tutto e per tutto. Ho iniziato a correre e a fare i primi cambi di direzione. Con Vlahovic mi trovo benissimo in campo, poi siamo amici. Non vedo l’ora di giocarci insieme e di dargli dei palloni buoni per segnare qualche gol in più. La maglia numero 10? Fa piacere a chiunque e alla Juve rappresenta qualcosa di incredibile, visto che l’hanno indossata dei campioni. A luglio saprete il numero che vestirò. Di Maria? «È un fuoriclasse. La mia posizione? Mister Allegri sa bene dove rendo al meglio, sull’esterno destro o sinistro». LEGGI TUTTO

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    Bremer: «Orgoglio Toro, Juric il top». Inter, Juve o Premier? «Tutto aperto, vado in Champions»

    TORINO – (e.e.) Tormentone? No. Ma è uomo mercato del Toro, al centro di un triangolo tra granata, Inter, Juve. Parliamo di Bremer, non a caso premiato come il miglior difensore del campionato italiano. In Brasile, lo hanno ospitato nella trasmissione Flow Sport Club, conduttore l’ex Bayern Monaco Ze Roberto. Bremer che ha prolungato col Toro fino al 2024 con la promessa di essere lasciato andare in caso di offerta di 25 milioni, ha un accordo da tempo con l’Inter, ma il club di Cairo vorrebbe ottenere di più e allora prova ad alimentare l’asta: così dentro ci finisce la Juve, che da tempo lo ha messo nella lista dei papabili se Matthijs De Ligt andasse nella Premier.Guarda la galleryBremer e il Toro in Brasile: porta la maglia granata in tv

    SI PARTE Ma riavvolgiamo il nastro. Bremer racconta degli inizi difficili, la famiglia, l’arrivo in Italia sotto la Mole. «Ero giovane e dovevo imparare, ho iniziato con Mazzarri. L’adattamento è stato graduale, anche con la lingua. All’inizio dicevo solo “ciao”. In campo? Ero destro e giocavo a sinistra. Sono rapido e così sono cresciuto con il lavoro. Un crescendo continuo, anche di testa, per non prendere troppi cartellini». Ze Roberto: «Mi parlavano di te come un grande atleta, in particolare Rincon». Bremer: «E Rincon mi aiutava, sempre, lui aveva esperienza, era stato anche alla Juve». E ancora: «Ho passato quattro anni della mia vita a Torino, passeggiando per il centro, stando molto bene. Nel derby contro la Juventus, il club top, da titolare, che emozione. Non mi conoscevano… Il sistema di gioco è sempre stato con tre centrali e due esterni e l’ordine era giocare la palla».

    IL FIUTURO Ze Roberto lo elogia: «Il miglior centrale della Serie A, non solo nelle statistiche. Tutti ne parlano, anche qui in Brasile. Oggi vogliono sapere dove andrà a giocare Bremer». Eccolo, il granata, pronto nella risposta: «Ne sto parlando con il mio agente e al momento non c’è nulla di definito. Stiamo parlando. Non so se rimarrò in Italia o andrò all’estero. L’unica cosa fondamentale è giocare la prossima Champions League e questo è importante per continuare a crescere. Si definirà tutto nei prossimi giorni, nelle prossime settimane». Quattro anni in Italia e quindi italiano? «Mia moglie ha antenati italiani e sarà naturalizzata. Automaticamente anche io dopo gli anni di permanenza». L’Italia o la Seleçao? Chiede Ze Roberto, ricordando che il gruppo verdeoro per il Mondiale è fatto: «Il mio sogno è essere convocato dal Brasile. In Italia ho fatto una carriera solida e qui c’è una possibilità aperta, vediamo». Real e Barcellona club che piacciono anche a Bremer, ovvio. «Thiago Silva un esempio. E un onore è stato essere premiato come il top del campionato italiano». Applaude Izzo e Djidji, «idoli». La partita delle partite? «Torino-Juventus». La conquista fatta e quella da fare? «Il titolo individuale di miglior difensore in A, ora sogno di vincere la coppa del mondo». Il migliore allenatore con cui ha lavorato? «Juric, il croato». L’avversario più forte mai incontrato? «Cristiano Ronaldo». Saudade? «Sì, di Bahia». E un po’ anche di Torino, dai…   LEGGI TUTTO

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    Di Maria-Cristiano Ronaldo il top, ora tocca a Di Maria-Vlahovic

    TORINO – Angel Di Maria e Cristiano Ronaldo, storia vincente al Real Madrid. Di Maria e Dusan Vlahovic, storia da inventare. Con l’arrivo del Fideo a Torino, c’è un giocatore che già esulta, a prescindere: è appunto il serbo che sogna di andare a rete lanciato dall’argentino, in campionato e in Champions. Massì, un assist al bacio e il gol è assicurato- Di Maria è infatti l’uomo che fa più passaggi vincenti anche nella massima competizione europea, dove soltanto Cristiano e Messi ne hanno di più.
    LA COPPIA Angel con il portoghese andava d’amore e d’accordo. Raccontava tempo fa: «Cristiano Ronaldo? È un fenomeno. Quello che fa in campo è evidente, ma fuori lo è ancora di più. Al mio primo compleanno al Real Madrid, erano venuti alcuni miei amici. Della squadra avevo invitato Marcelo e Pepe, che uscivano sempre con Cristiano, e ho invitato anche lui. Pensavo che non sarebbe venuto, ma mi ha mandato un messaggio e ha detto che veniva. Si è seduto fuori con i miei amici a bere birra. Calmo, come se niente fosse. La verità è che mi ha sorpreso molto. In campo vinceva sempre, pensando fosse tutto merito suo, ma fuori dal campo è un altro tipo di persona». Ecco, Vlahovic ha la stessa fame, la stessa determinazione, la stessa cultura del lavoro di CR7, ma è appena all’inizio del cammino. L’attaccante serbo in carriera ha segnato 61 gol in 156 match, con la Juve 9 in 21 gare. Cristiano in bianconero ha messo la firma 101 volte in 134 partite. Roba da fenomeno, ovvio. Ora la palla passa a Dusan. E al Fideo. LEGGI TUTTO

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    De Ligt, vita da Premier? No, preferisce l'Italia. Ma la Juve…

    TORINO – Parla bene l’italiano, gira in centro tranquillamente, porta i cani al parco o in collina, si gode la città come i tantissimi studenti che la frequentano. Però è un calciatore, famoso, e veste la maglia della Juventus. Parliamo di Matthijs De Ligt, 22 anni, pilastro della difesa bianconera peraltro orfana quest’anno del capitano Giorgio Chiellini. Il colosso ex Ajax ama Torino e il nostro Paese. A Portofino scappa appena può con AnneKee e gli amici, per non dire delle Langhe o di Venezia. In Premier, a Londra o Manchester, non sarebbe certo lo stesso, ovvio. Ma dipende dall’offerta: la clausola da 120 milioni c’è e il rinnovo ancora no.

    SUL PIATTO Così, il pressing del Chelsea si fa importante: prima con contropartite come Werner e Pulisic, ora si attende il rilancio con contanti e basta. Il club di Agnelli vuole ripartire con De Ligt e lo lascerebbe partire (a malincuore, comunque) solo per un’offerta irrinunciabile. Che si avvicini ai cento milioni. Non dovesse arrivare, si dovrebbe però ridiscutere il contratto con prolungamento, perché la scadenza 2024 è troppo “pericolosa”. Al momento, comunque, con l’entourage rappresentato dall’avvocato brasiliano Rafaela Pimenta non c’è accordo. Si lavora su ambo i fronti, attendendo il rilancio dei Blues, con lo United del suo mentore ten Hag più defilato, al momento. LEGGI TUTTO

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    Juve, Di Maria: tutto pronto per l'annuncio

    Dalla moglie di Zinedine Zidane, Veronique, che spinse il marito verso il Real Madrid perché non voleva più vivere a Torino, alla consorte di Angel Di Maria, Jorgelina Cardoso, consigliera fidata e ago della bilancia nelle scelte, anche lavorative, del marito. Se la trattativa tra la Juventus e l’argentino è durata parecchie settimane, il problema non è stato soltanto quello di limare i dettagli del contratto ma pure di convincere Jorgelina sulla destinazione. Avrebbe preferito ritornare in Spagna, sponda Barcellona, per l’ultimo anno europeo della famiglia, prima di rientrare in Argentina, ma alla fine ha accettato il trasferimento in Italia. E quasi a consacrare il suo sì insieme con quello del marito, ecco che Jorgelina ha iniziato a seguire la Juventus su Instagram.Guarda la galleryTutte le vittorie e tutti i numeri della carriera di Di Maria

    Un segnale inequivocabile

    Un dettaglio tutt’altro che marginale perché la signora Di Maria è molto attiva sui social e il nuovo follower non è passato inosservato, tanto da sembrare un chiaro segnale di una svolta decisiva, anche se l’annuncio dell’accordo tra el Fideo e la Juventus non è dato per imminente. E poi Jorgelina in passato non è stata in silenzio quando si è trattato di difendere il marito o contestarne le scelte. Come il suo passaggio al Manchester United, durato appena un anno perché in Inghilterra la signora non si è mai ambientata («Io non gli dicevo “siamo qui per colpa tua”. Gli dicevo semplicemente “amore, mi voglio ammazzare, qui alle due di pomeriggio è già notte”»). Oppure lo sfogo contro i dirigenti del Psg perché non hanno rinnovato il contratto al marito dopo sette anni a Parigi: «Trentaquattro anni non sono niente se il tuo calcio dice che sei ancora giovane, ma i dirigenti ti hanno detto addio. Un’altra squadra beneficerà dei tuoi servizi come meriti e tirerà fuori il meglio di te».

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    Le richieste del Fideo

    Un tipino tosto, la signora Di Maria, che è sempre meglio avere dalla propria parte, soprattutto se la Juventus vuole beneficiare dell’esperienza, della classe e del carisma di suo marito. Non a caso i dirigenti bianconeri hanno pazientato tanto pur di strappare il sì dell’ala argentina, in cima alla lista dei desideri di Massimiliano Allegri, che ha individuato in lui l’assist man perfetto per Dusan Vlahovic. E hanno cercato di andare incontro a tutte le richieste del giocatore per convincerlo a trasferirsi a Torino. In primo luogo la durata del contratto.

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