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    Lazio-Juventus 0-1, nel primo tempo prevale l'ordine Juve

    ROMA – La Juve in vantaggio meritato all’Olimpico in una partita combattuta, ma nel controllo dei bianconeri.
    LA JUVE ORDINATA – La Juventus è schierata con due esterni puri (Cuadrado e Frabotta), Kulusevski che parte da destra per accentrarsi dietro le punte e Bentancur e Rabiot mediani. L’uomo chiave è Cuadrado, devastante sulla sua fascia, dove fa soffrire dannatamente Fares e Radu, in difficoltà sulle sue accelerazioni. Buono il lavoro di Rabiot che cerca l’inserimento di prepotenza. Morata più di sciabola che di fioretto. Ronaldo è invece il solito killer.
    IL GOL DI CR7 – E’ CR7 a sbloccare il risultato: al 15′ Cuadrado salta Fares, scambia con Bentancur, guadagna il fondo, mette in mezzo e trova Ronaldo che la butta dentro dall’area piccola. E al 43′ colpisce la traversa. Mentre al 45′ batte una punizione che richiede una paratona di Reina.
    LA LAZIO VOLITIVA – La Lazio reagisce con buona volontà, ma tanta imprecisione e un po’ di disorganizzazione dalla trequarti in poi, dove le azioni biancocelesti si sfarinano un po’. L’occasione migliore è al 21′ con un assist di testa di Radu che Muriqi non aggancia di un soffio, mancando un facile appoggi in rete. Luis Alberto è chiaramente fuori condizione e questo limita molto la Lazio. LEGGI TUTTO

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    Lazio-Juve, Paratici: “Chi non rispetta il protocollo va punito. Morata? È un ragazzo speciale”

    ROMA – Il ds della Juve Fabio Paratici ha parlato ai microfoni di Dazn nel prepartita della gara contro la Lazio e commenta così la vicenda tamponi in casa biancoceleste: “La vicenda non ci coinvolge perché coinvolge un altro club. Il nostro umore è di essere qui con la testa e giocare una grande gara”. Poi continua: “Ci sono regole, normative, protocolli. Se qualcuno non li rispetta è giusto che le autorità competenti accertino e nel caso puniscano. Il protocollo è la strada che dobbiamo seguire”.
    Paratici su Chiesa e Morata
    Il ds dei bianconeri parla dell’infortunio rimediato da Federico Chiesa: “Ha avuto un risentimento muscolare ieri mattina, abbiamo provato a vedere come reagiva ma non è a disposizione”. Tra i più in forma al momento c’è sicuramente lo spagnolo Alvaro Morata, autore di sei gol in sette gara fin qui nella sua seconda avventura alla Vecchia Signora: “Ci aspettavamo questo perché lo conosciamo bene, da quando aveva 20/21 anni – commenta Paratici -. È un ragazzo speciale, abbiamo seguito la sua carriera. La sua abitudine a giocare in grandi squadre è un plus per giocare alla Juve. Ci aspettavamo che, con la sua maturità, diventasse un giocatore migliore di quello che era da noi in passato, che era già un grandissimo calciatore”. LEGGI TUTTO

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    Juventus, per Chiesa problemi muscolari: non è in panchina

    ROMA – Federico Chiesa si è aggiunto all’ultimo momento alla lista degli indisponibili della Juventus. L’attaccante azzurro, infatti, non compare nella distinta di Lazio-Juventus e la ragione è riconducibile a qualche fastidio muscolare accusato ieri e che questa mattina non era del tutto scomparso. Niente di serio, a quanto pare, ma Pirlo non ha voluto rischiare l’utilizzo. Da verificare, a questo punto, la sua disponibilità per la Nazionale. LEGGI TUTTO

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    Juventus, la formazione ufficiale: c'è Frabotta a sorpresa

    ROMA – Andrea Pirlo sceglie Frabotta per la fascia e lascia fuori McKennie che sembrava destinato a sostituire Ramsey. La formazione della Juventus, dunque, vedrà una difesa con i soliti noti: Cuadrado (che scatta in avanti in fase di possesso) Bonucci, Demiral e Danilo; di fatto ci sarà un centrocampo a 4 con Kulusevski a destra, Rabiot e Bentnacur centrali e Frabotta a sinistra, ovviamente Morata e Ronaldo di punta.
    LAZIO (3-5-2): Reina; Luis Felipe, Acerbi. Radu; Marusic, Milinkovic, Cataldi, Luis Alberto, Fares; Correa, Muriqi.
    JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, Demiral, Danilo; Kulusevski, Rabiot, Bentancur; Frabotta; Morata, Ronaldo LEGGI TUTTO

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    L’analisi degli esperti: “Un tridente? No… Ne servono due!”

    TORINO – Tridente offensivo sì o tridente offensivo no? Questo è il dilemma, dunque.
    Da risolvere tenendo ben presente il contesto bianconero. Ergo il fatto che l’obiettivo numero uno – Boniperti insegna – è vincere: vincere il decimo scudetto consecutivo e possibilmente anche quella Champions Legaue che sotto la gestione Andrea Agnelli è formalmente passata dall’essere un sogno all’essere un obiettivo ma che nei fatti – finora – sempre tabù è rimasta.
    Ma ancora non basta. Perché nei piai di Andrea Pirlo (e di chi lo ha scelto) c’è/ci sarebbe anche la speranza di divertirsi e divertire previa un gioco aggressivo e spumeggiante al punto giusto, tracimante di emozioni e soprattutto gol.
    E dunque – quantomeno in linea teorica – l’idea di schierare al contempo Cristiano Ronaldo, Alvaro Morata e Paulo Dybala può risultare decisamente intrigante. Fino a che punto possa anche essere sostenibile, lo abbiamo chiesto a chi sa cosa vuol dire giocare a calcio e sa cosa vuol dire farlo alla Juventus. Perché ci ha giotcato, appunto, e perché continua a seguirla abitualmente.

    Alessio Taccinardi non ha dubbi: «Ha ragione Pirlo quando dice che ora è presto, ma è giusto lavorare per provare a far giocare i tre insieme in futuro. Sono così forti che è un delitto tenerne fuori uno… Ma la chiave secondo me è questa: se dietro ci sono De Ligt, Chiellini e Bonucci allora davanti puoi metetre chi vuoi. Una dfesa così non ce l’ha nessuno, in Europa. E dunque puoi sfruttare questo vantaggio: potresti giocare con il 3-4-1-2, con Dybala dietro le due punte. Però, lo sottolineo: ci si arriva gradualmente. In questa stagione condensata, quasi senza precampionato, gli esperimenti sono stati fatti nelle prime partite. Nelle ultime due partite ho iniziato a vedere una identità di gioco, contro la Lazio ci sarà un nuovo esame in cui veramente si capirà se la squadra è sulla strada giusta. Dunque ora bisogna andare avanti così. Quando invece la squadra troverà condizione e fiducia, certezze e feelingallora, non ci sarà nessun problema ad azzardare di più. Non mi stupirei se Pirlo avesse in mente una formazione super offensiva con i tre dietro e poi Kulusevsky quinto a destra, Chiesa dall’altra parte, due mediani e Dybala dietro le punte”.
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    Pirlo, due solidi nel calcio liquido: Bonucci e Danilo

    TORINO – Anche la Juventus dinamica e intercambiabile che Andrea Pirlo, partita dopo partita, sta modellando ad immagine e somiglianza del proprio credo calcistico ha i suoi punti… fermi. Due in particolare. Danilo e Bonucci, infatti, sono gli unici bianconeri ad essere sempre partiti titolari fino a questo momento: otto su otto, tra campionato e Champions League. Un ristretto novero, quello dei sempre presenti, di cui fanno parte anche Cuadrado e Rabiot, che però in stagione hanno già sentito il fischio d’inizio dalla panchina. Sull’azzurro e sul brasiliano, invece, si è finora fondata senza eccezioni la camaleontica linea difensiva del Maestro. Che beneficia delle qualità in fase di prima impostazione del viterbese, addirittura libero di sganciarsi fin sulla mediana nella gara col Verona e decisivo nel verticalizzare il gioco anche in occasione del lancio ad imbeccare Cuadrado per la prima rete contro il Ferencvaros mercoledì sera. E che ha garantito all’ex Real Madrid e Manchester City un habitat nel quale muoversi con insospettabile disinvoltura. A tal punto da risutare, assieme ai tre interpreti del ruolo di esterno/trequartista – Ramsey, Kulusevski e McKennie – uno dei perni concettuali della nuova intelaiatura bianconera.

    Il fitto calendario della Juventus, con impegni ogni tre giorni senza soluzione di continuità, strizzerebbe ora l’occhio ad una piccola sosta per i novelli Stakanov agli ordini di Pirlo. Ma il lunch match di domani contro la Lazio impone la massima attenzione, per chiudere col sorriso il ciclo di partite prima della sosta per le Nazionali e per trovare finalmente quella continuità di risultati che ha finora viaggiato a singhiozzo. Per questo, nonostante tutto, anche di fronte ai negativi al tampone del gruppo di Simone Inzaghi potrebbero esserci ancora loro.
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    Per la Juve del Maestro Pirlo esame d’italiano con la Lazio

    TORINO – Il Maestro al primo esame di italiano. Detto che ogni partita finisce con l’essere un esame, più che mai per un allenatore alla prima stagione in panchina, quello di domani all’Olimpico per Andrea Pirlo è un esame di quelli tosti: con la Lazio la sua Juventus affronta il primo scontro diretto del suo campionato, contro una squadra che come quella bianconera disputa la Champions League e che ha iniziato la stagione con l’ambizione di provare a contrastare l’assalto della Juventus al decimo Scudetto consecutivo.

    Del resto l’anno scorso la formazione di Simone Inzaghi era stata la rivale principale dei bianconeri nella corsa al nono. Conta relativamente che alla fine seconda si sia piazzata l’Inter, recuperando sei punti nelle ultime due partite a campionato già aritmeticamente chiuso fino ad arrivare a -1: a rendere incerta la Serie A, finché è stata incerta e cioè fino al dopo lockdown, è stata la Lazio. Che si era candidata ad anti Juve non solo alternandosi con i bianconeri in vetta alla classifica, ma anche battendo la squadra di Maurizio Sarri il 7 dicembre in campionato e il 22 in Supercoppa.
    Quella stagione straordinaria fino al lockdown ha posto di diritto la Lazio tra le aspiranti a interrompere l’egemonia bianconera sul campionato, diritto non scalfito da un mercato da cui Inzaghi avrebbe avuto bisogno di ricavare qualche alternativa in più, né da una partenza imperfetta. Peraltro la Lazio è solo a due punti dalla Juventus e se domani riuscisse a batterla la supererebbe, rilanciandosi con un risultato di grande peso psicologico.
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