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    Pirlo, due solidi nel calcio liquido: Bonucci e Danilo

    TORINO – Anche la Juventus dinamica e intercambiabile che Andrea Pirlo, partita dopo partita, sta modellando ad immagine e somiglianza del proprio credo calcistico ha i suoi punti… fermi. Due in particolare. Danilo e Bonucci, infatti, sono gli unici bianconeri ad essere sempre partiti titolari fino a questo momento: otto su otto, tra campionato e Champions League. Un ristretto novero, quello dei sempre presenti, di cui fanno parte anche Cuadrado e Rabiot, che però in stagione hanno già sentito il fischio d’inizio dalla panchina. Sull’azzurro e sul brasiliano, invece, si è finora fondata senza eccezioni la camaleontica linea difensiva del Maestro. Che beneficia delle qualità in fase di prima impostazione del viterbese, addirittura libero di sganciarsi fin sulla mediana nella gara col Verona e decisivo nel verticalizzare il gioco anche in occasione del lancio ad imbeccare Cuadrado per la prima rete contro il Ferencvaros mercoledì sera. E che ha garantito all’ex Real Madrid e Manchester City un habitat nel quale muoversi con insospettabile disinvoltura. A tal punto da risutare, assieme ai tre interpreti del ruolo di esterno/trequartista – Ramsey, Kulusevski e McKennie – uno dei perni concettuali della nuova intelaiatura bianconera.

    Il fitto calendario della Juventus, con impegni ogni tre giorni senza soluzione di continuità, strizzerebbe ora l’occhio ad una piccola sosta per i novelli Stakanov agli ordini di Pirlo. Ma il lunch match di domani contro la Lazio impone la massima attenzione, per chiudere col sorriso il ciclo di partite prima della sosta per le Nazionali e per trovare finalmente quella continuità di risultati che ha finora viaggiato a singhiozzo. Per questo, nonostante tutto, anche di fronte ai negativi al tampone del gruppo di Simone Inzaghi potrebbero esserci ancora loro.
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    Per la Juve del Maestro Pirlo esame d’italiano con la Lazio

    TORINO – Il Maestro al primo esame di italiano. Detto che ogni partita finisce con l’essere un esame, più che mai per un allenatore alla prima stagione in panchina, quello di domani all’Olimpico per Andrea Pirlo è un esame di quelli tosti: con la Lazio la sua Juventus affronta il primo scontro diretto del suo campionato, contro una squadra che come quella bianconera disputa la Champions League e che ha iniziato la stagione con l’ambizione di provare a contrastare l’assalto della Juventus al decimo Scudetto consecutivo.

    Del resto l’anno scorso la formazione di Simone Inzaghi era stata la rivale principale dei bianconeri nella corsa al nono. Conta relativamente che alla fine seconda si sia piazzata l’Inter, recuperando sei punti nelle ultime due partite a campionato già aritmeticamente chiuso fino ad arrivare a -1: a rendere incerta la Serie A, finché è stata incerta e cioè fino al dopo lockdown, è stata la Lazio. Che si era candidata ad anti Juve non solo alternandosi con i bianconeri in vetta alla classifica, ma anche battendo la squadra di Maurizio Sarri il 7 dicembre in campionato e il 22 in Supercoppa.
    Quella stagione straordinaria fino al lockdown ha posto di diritto la Lazio tra le aspiranti a interrompere l’egemonia bianconera sul campionato, diritto non scalfito da un mercato da cui Inzaghi avrebbe avuto bisogno di ricavare qualche alternativa in più, né da una partenza imperfetta. Peraltro la Lazio è solo a due punti dalla Juventus e se domani riuscisse a batterla la supererebbe, rilanciandosi con un risultato di grande peso psicologico.
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    La Lazio prepara la sfida alla Juve con l'incognita Covid: cosa sta succedendo

    Non sembrano aver fine le brutte notizie in casa Lazio. Il club biancoceleste è ancora in ansia per i tamponi. Oggi era il giorno degli esami molecolari necessari per capire chi potrà scendere in campo in vista del match di domenica contro la Juventus, in programma allo stadio Olimpico alle ore 12:30. I test di questa mattina, effettuati non tramite il solito laboratorio di Avellino, ma presso il Campus Biomedico di Roma, hanno lasciato ancora dei dubbi.
    Il caso tamponi
    Tamponi Covid 19 negativi per tutto il gruppo squadra dal laboratorio di Avellino, ma tre casi di positività sono stati rilevati tra i giocatori, al gene E ed N, al tampone rapido effettuato a Roma, presso il campus Biomedico: è questo il punto in casa Lazio, apprende l’ANSA da fonti bianconcelesti Dopo le differenze di risultato tra i test effettuati per il campionato e quelli Uefa, la società si è rivolta a un secondo laboratorio.
    Luis Alberto torna in campo
    Luis Alberto, isolato negli ultimi giorni per la positivita’ al Covid-19, e’ pronto a tornare in campo dopo aver annunciato via social di essere risultato negativo all’ultimo tampone effettuato. Dagli esami odierni, pero’, sarebbero emersi alcuni dubbi su altri elementi della rosa biancoceleste. In ogni caso, domani il presidente Lotito sottoporrà i giocatori a nuovi tamponi.

    L’indagine va avanti
    Nel frattempo, va avanti l’indagine della procura federale della Figc guidata dal pm Giuseppe Chiné in merito a quanto accaduto nelle ultime due settimane. Il procuratore della Federcalcio ha acquisito, nei giorni scorsi, tutti i risultati degli esami effettuati dal club biancoceleste prima della gara contro il Torino e anche di quelli effettuati dalla Uefa prima dei due impegni di Champions League contro Bruges e Zenit. La procura, inoltre, sta effettuando le valutazioni sulle comunicazioni avvenute negli ultimi giorni tra la Lazio e la Asl Roma 1 e l’impiego del bomber Ciro Immobile nell’allenamento di martedì scorso, alla vigilia dell’incontro di Champions contro lo Zenit San Pietroburgo, a dispetto dei test effettuati dalla Uefa che avrebbero dato per l’attaccante napoletano un esito debolmente positivo. Nell’allenamento di questa mattina al centro sportivo di Formello, Inzaghi ha dovuto fare a meno di Strakosha, Vavro, Lazzari, Leiva, Escalante, Luis Alberto, Djavan Anderson e Immobile.
    Assente Lulic
    Assente anche Lulic, che ieri nella seduta pomeridiana aveva svolto un allenamento facoltativo sul terreno di gioco. Unica nota positiva è stata la presenza di Radu, che ha partecipato all’intera sgambata e sembra pronto a tornare in campo. Domani durante la rifinitura si capira’ chi potra’ avere il via libera e rimettersi a disposizione del tecnico piacentino per domenica. Per questo, le prove tattiche sono rinviate alla vigilia della gara contro i bianconeri. LEGGI TUTTO

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    Juve, perché Pirlo può fare quello che Sarri non poteva

    Care amiche e cari amici di Tuttosport
    Andrea Pirlo tira dritto, decisamente più tenace di Maurizio Sarri nel difendere il suo progetto tattico. Mentre ha quasi sempre cambiato gli uomini, per necessità (infortuni, Covid, squalifiche), non ha mai mutato il sistema di gioco con cui ha schierato la sua Juventus. Non ha cercato aggiustamenti di fronte ai segnali di fragilità difensiva, non ha cercato compromessi per ovviare a certe difficoltà di interpretazione. Serafico, come da personaggio, ha sempre giustificato gli errori con il poco tempo avuto per provare i nuovi sincronismi tattici, ma non arretrato su nulla. La sua Juventus continua ad avere una difesa rotante che passa dalla linea a tre in fase di costruzione a quella a 4 in fase di non possesso, con uno dei due esterni (finora quasi sempre Cuadrado) che si abbassa. Due mediani, due uomini sulle fasce con il compito di dare ampiezza e dai quali passa molto del gioco (il già citato Cuadrado da una parte e il sempre più fondamentale Chiesa dall’altra) e tre attaccanti, di cui due vere e proprio punte (Ronaldo e Morata finora sembrano essere i due titolari) e un terzo uomo che, sia esso Ramsey, McKennie o Kulusevski, non deve far mancare il suo apporto in fase di recupero della palla. Recupero che, nei pensieri di Pirlo, deve avvenire il più in alto possibile.
    Il copione, nelle prime otto partite ufficiali (ma anche nell’unica amichevole, contro il Novara) è sempre stati questo, anche se ovviamente gli interpreti possono aver dato sfumature differenti (McKennie schierato trequartista a Cesena contro lo Spezia ha dato l’idea di un centrocampista in più, situazione della quale ha, per esempio, giovato molto Arthur, maggiormente protetto), ma la sostanza è quella. Il che significa due cose. Primo: Pirlo ha le idee molto chiare e la personalità per portarle avanti. Secondo: le rivoluzioni non partono mai dal campo, ma dallo spogliatoio e dagli uffici della dirigenza. Perché il calcio di Pirlo non si discosta molto da quello di Sarri quanto a filosofia generale, soprattutto su alcuni aspetti – vedi l’aggressione portata molto alta e certe idee sulla fase difensiva – che, un anno fa, avevano riscontrato una certa diffidenza da parte della squadra, con la quale Sarri si era affrettato a trovare un compromesso, anche per non perdere troppo terreno nella prima parte della stagione. Pirlo non incontra le stesse difficoltà perché il carisma del suo personaggio gli ha spianato la strada nello spogliatoio, dove ha trovato certamente più credibilità e amici di quanti ne avesse trovati Sarri. E lo stesso approccio ha avuto, evidentemente, più successo.
    E’ presto per dire se Pirlo sia meglio di Sarri, certamente è percepito in modo diverso dal gruppo squadra e questo cambia, e di molto, lo scenario in cui si muove. L’investitura che arriva direttamente dal presidente, poi, ha un suo peso specifico nel dare solidità al governo Pirlo. Attenzione, anche Sarri aveva l’appoggio della dirigenza, anzi se ha portato a termine la missione scudetto è proprio per il lavoro di Nedved e Paratici, ma Pirlo ha una sua storia all’interno del club e un rapporto con il presidente che non è certo nato adesso con la nomina ad allenatore: ha, quindi, fondamenta più profonde. E, infine, anche la critica tratta Pirlo con maggiore garbo rispetto a Sarri e senza lo scetticismo che potrebbe suscitare un esordiente assoluto a cui hanno affidato la squadra più titolata d’Italia.
    Tutto questo è giusto o ingiusto? E’ giusto. Intorno a Pirlo non si respira aria di raccomandazione, Pirlo non sta rubando niente. E’ stato uno dei più grandi giocatori della storia del calcio italiano (e non solo) e ha deciso di riscuotere subito una grossa quota della credibilità calcistica accumulata. Gli è dovuto. Non solo per quello che ha compiuto, ma per come lo ha compiuto, unendo garbo al talento, intelligenza alla classe. Se i compagni lo seguono con più convinzione di quanto facessero con Sarri, per esempio, è un merito di Pirlo, non un regalo del destino. Tanto il mondo del pallone, soprattutto dalle nostre parti, è troppo spietato per garantire l’immunità perenne. La strada di Pirlo l’hanno percorsa i Platini e i Cruyff, i Maradona e i Beckenbauer: solo chi era veramente bravo anche in panchina è andato avanti, gli altri si sono scontrati con la realtà piuttosto velocemente. Pirlo lo sa e sta giocandosi le sue carte consapevolmente.
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    Morata convocato dalla Spagna. Luis Enrique: “Alla Juve è esploso”

    Luis Enrique: “Morata al top con la Juve”
    “Non sono preoccupato. Convoco Morata perché da quando è tornato alla Juventus è in piena fiducia, i numeri lo dimostrano e ha un atteggiamento in fase offensiva e difensiva che mi piace molto. Il suo rendimento ci farà prendere le decisioni” ha detto Luis Enrique su Morata. 
    Morata convocato dalla Spagna: la lista
    Ecco la lista completa dei 25 convocati dalla Spagna.
    Portier: De Gea, Kepa, Unai Simon
    Difensori: Sergio Ramos, Pau Torres, Gayá, Reguilon, Jesus Navas, Sergi Roberto, Eric Garcia, Iñigo Martínez.
    Centrocampisti: Busquets, Rodri, Mikel Merino, Fabian Ruiz, Canales, Koke, Marcos Llorente. 
    Attaccanti: Morata, Gerard Moreno, Oyarzabal, Ansu Fati, Ferran Torres, Dani Olmo, Adama Traoré. LEGGI TUTTO

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    Lazio-Juve, la probabile formazione dei bianconeri: ecco il piano di Pirlo

    TORINO – Fino a domenica scorsa, con Aaron Ramsey fuori per infortunio, sarebbe stato Dejan Kulusevski a raccogliere il testimone di trequartista, dietro alla coppia d’attacco. Un ruolo che lo spilungone svedese ha interpretato più volte con caratteristiche molto simili al gallese perché entrambi hanno spiccate doti offensive e di inserimento in avanti. Dopo la gara di Cesena contro lo Spezia, invece, si è profilato all’orizzonte un altro pretendente per quel ruolo, vale a dire Weston McKennie.

    LE ALTERNATIVE – Le sperimentazioni di Andrea Pirlo continuano a stupire, come vedere il centrocampista statunitense nel doppio ruolo di esterno di centrocampo in fase difensiva e di trequartista in fase offensiva. Certo, rispetto a Kulusevski l’ex Schalke 04 è un centrocampista puro, specializzato nel recuperare palloni e all’occorrenza capace anche di giocare da difensore. E contro lo Spezia McKennie si è inserito con grandissima frequenza e ottimo tempismo, servendo l’assist del vantaggio ad Alvaro Morata e vedendosi negare il gol per un soffio da Chabot. Per assurdo, ha svolto molto meglio il lavoro in attacco che non in difesa. da parte sua, invece, il trequartista Kulusevski offre un ottima qualità, tempi di gioco, imbucate e pressione sul regista avversario: è ideale in situazioni di rapide ripartenze, garantisce più verticalità e intraprendenza, ma ha più difficoltà nel districarsi e incidere negli spazi stretti, soprattutto contro avversari chiusi a riccio che puntano sulla densità.
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    Juve, infermeria piena: gli infortunati e i tempi di recupero

    E’ un inizio novembre che per la Juventus sa molto di fine dicembre. Domenica c’è la Lazio, l’ultimo sforzo prima di una nuova sosta nazionali che Andrea Pirlo dovrà affrontare senza il pupillo Aaron Ramsey, infortunatosi a Budapest e fuori per una ventina di giorni. La pausa non coinciderà con la riapertura del mercato (per quella bisogna attendere il 4 gennaio), ma per i bianconeri l’effetto sarà molto simile. Oltre a recuperare il centrocampista gallese (obiettivo Ferencvaros, 24 novembre), dopo le nazionali Pirlo potrà contare su due innesti top: Matthis De Ligt e Alex Sandro. Pezzi da novanta e dal valore complessivo superiore ai 100 milioni. A regalarglieli sarà il responsabile sanitario Luca Stefanini e non il dg Fabio Paratici. La sostanza, però, non cambia. L’olandese e il brasiliano, zero presenze fin qui, saranno due formidabili rinforzi autunnali e aiuteranno la Juventus a compiere un ulteriore salto di qualità.
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    Coronavirus, Chiellini sul nuovo Dpcm: “Da domani si difende a zona!”

    TORINO – “Ognuno di noi ha una grande responsabilità. Anche se preferisco marcare a uomo da domani si difende a zona, vinciamo la partita! Come in una squadra, solo dopo parleremo di come è andata”. Con questo messaggio di incoraggiamento, il capitano della Juventus Giorgio Chiellini ha spronato l’Italia, divisa in zone gialle, arancioni e rosse a seconda della gravità della situazione, alla vigilia dell’entrata in vigore delle nuove norme previste nel Dpcm, volto a contenere la curva di contagi di Coronavirus.  LEGGI TUTTO