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    Juve-Chiesa, ore bollenti: ecco che sta succedendo

    Quattro giorni per mettere a segno un colpo che sta già facendo ampiamente discutere, tra chi vota sì e chi si mostra scettico, ma di sicuro Federico Chiesa alla Juventus non è una delle mille ipotesi del mercato in via di conclusione: è una possibilità sempre più concreta. Anche ieri si sono rincorse indiscrezioni e notizie sulla volontà del giocatore, che domani sarà disponibile per la partita Fiorentina-Sampdoria. E poi? Non è dato sapersi con certezza se sarà l’ultima di Chiesa in viola, però non lo si può escludere perché quella bianconera – a meno di un rilancio imprevisto del Milan – è una candidatura fortissima. Il vero nodo, insomma, non è l’acquisto di Chiesa – un contratto quinquennale a 5 milioni netti d’ingaggio, più del triplo del suo stipendio attuale, è nel cassetto da settimane – ma la partenza di Douglas Costa, che anche nelle ultime ore ha continuato a dire no a tutti: al Manchester United, che nel frattempo sta parlando con il Barcellona per Ousmane Dembele (già accostato ai bianconeri nell’ambito di un ipotetico scambio con il brasiliano), e pure a due club tedeschi.

    Con il ricavato della cessione dell’ex Bayern Monaco la Juve si fionderebbe sul fantasista. Oggi sono previsti nuovi contatti incrociati tra i due club e l’entourage di Chiesa, segno del fatto che l’affare sia caldissimo. L’intesa poggerebbe su un prestito oneroso con obbligo di riscatto da saldare entro due anni per un valore complessivo di 50-55 milioni: soluzione che non ha mai entusiasmato nessuno a Firenze, ma quando è il calciatore a premere per andare via diventa dura trattenerlo. Per la sua sostituzione è scattato in pole lo svincolato José Callejon il cui agente sta lavorando senza sosta per il trasferimento del 33enne spagnolo. In serata, intanto, ha preso quota la possibilità che Juve e Fiorentina sblocchino l’affare Chiesa inserendo una contropartita tecnica: prospettiva non inedita (Luca Pellegrini è stato sondato dai toscani), mentre nel frattempo sono spuntati i nomi di Daniele Rugani e Mattia De Sciglio, ma per ora si tratta di un’idea alternativa alla cessione di Douglas Costa.
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    Agnelli ed Elkann nel CdA di FCA-PSA

    Andrea Agnelli siederà nel Consiglio d’Amministrazione della nuova società nella quale si fondono Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Peugeot (Groupe PSA) e che prenderà il nome di Stellantis. Sarà un «amministratore non esecutivo» e la decisione è nel segno della continuità, visto che Andrea era membro del Consiglio di Amministrazione di FCA. Il consiglio di amministrazione di Stellantis, come previsto nel Combination Agreement del 18 dicembre 2019, sarà composto da 11 membri, con la maggioranza degli amministratori non esecutivi che saranno indipendenti. «Gli amministratori indipendenti – sottolinea la nota – hanno background professionali differenti e portano significative prospettive ed esperienze di rilevanza per l’azienda, in linea con lo spirito dinamico e innovativo che caratterizza la creazione di questo nuovo gruppo».
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    Juve, Dybala alla riscossa in campo e fuori

    La sua immagine vale tantissimo, tanto da essere decimo nella classifica mondiale degli atleti più commerciabili, ma la rilevanza, la portata, il ritorno e la risonanza – questi i criteri utilizzati da Nielsen per elaborare l’indagine – sono elementi che Paulo Dybala vorrebbe esternare anche in campo, pronto per il debutto stagionale, anche se Andrea Pirlo frena. «Deve ritrovare la condizione» ha detto il tecnico bianconero al termine di Roma-Juventus. (…)

    L’ultima uscita risale a quasi due mesi fa, quando è entrato durante la sfida contro il Lione di Champions, poi ha dovuto recuperare dall’infortunio, è tornato ad allenarsi con la squadra e domenica è rientrato nella lista dei disponibili, ma all’Olimpico contro la Roma è rimasto in panchina. Così ora scalpita per il big match di domenica contro il Napoli. Eppure Pirlo lo vede ancora indietro di condizione. «Si è allenato con noi, ci vorrà tempo. Deve solo migliorare la forma fisica». Forse questa settimana di allenamento può essere sufficiente e sperare nel debutto, ovviamente non da titolare. Il suo rientro, però, ripropone la variabile Dybala e riaccende i riflettori sulle scelte dell’allenatore bianconero, che dovrà fare a meno dello squalificato Adrien Rabiot (al suo posto dovrebbe giocare Rodrigo Bentancur, mentre Arthur Melo dovrebbe sostituire Weston McKennie), e sulla posizione della Joya in campo. LEGGI TUTTO

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    Juve, Morata è di nuovo papà: è nato Edoardo

    Fiocco azzurro in casa Morata: l’attaccante della Juventus è diventato papà per la terza volta. Un altro maschietto dopo i gemelli Leonardo e Alessandro. “Edoardo Morata Campello 29-9-20. Benvenuto al mondo figlio mio. La mamma e il piccolo stanno bene. Alice, sei incredibile, grazie per avermi reso ancora una volta l’uomo più felice del mondo. Vi amo” ha scritto Alvaro sul suo profilo Instagram, postando le foto post parto di lui, Alice Campello, la moglie del calciatore, e il figlioletto appena nato. Tanti i commenti di ex e attuali compagni di squadra per Morata. 
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    Ronaldo con Pirlo è ancora più forte: salta, segna e corre

    TORINO – Sua eccellenza Cristiano Ronaldo continua a dare l’esempio. Nell’applicazione, come se ogni volta fosse il suo primo giorno di lavoro, nella costanza, nella professionalità. Nei gol, essenzialmente. Tempo una settimana e in due sole partite ufficiali ha tirato l’ennesima linea di confine tra chi fa girare il pallone e chi lo fa cantare. Tre reti a bilancio, e che reti: a parte la prima della serie – il diagonale contro la Samp a partita sigillata – la doppietta dell’Olimpico risalta in tutta la sua preponderante influenza sulle sorti juventine. Il rigore dell’1- 1 è un lampo nel buio di un primo tempo in cui la Roma sembrava già avere la gara in pugno. Quello del 2-2 è un regalo pazzesco confezionato da CR7 a chi ha la fortuna di poterlo ammirare. E’ vero, la difesa giallorossa non c’era, ma il salto a 228 centimetri con capocciata dopo torsione innaturale per chiunque vale unicamente applausi. Sono ora 450 i gol segnati nei Top 5 campionati europei: cifra tonda per un asso a tutto tondo.

    CR7, contro la Roma salto a 228 centimetri
    Ventotto centimetri, appena 28 in meno della vetta toccata nella Marassi sampdoriana il 18 dicembre 2019: quella sì, una cima da primato, in Italia. Nel mezzo, ecco altri storici salti in alto di Ronaldo con zuccata incorporata: vedi i due metri e 42 toccati in Portogallo-Galles all’Europeo 2016 poi conquistato. E attenzione ai 247 centimetri raggiunti nello stacco che consentì a Cristiano di agguantare il Toro avanti nel derby del 3 maggio 2019 allo Stadium. In assoluto resiste il record dei 293 centimetri d’altezza, fin dove si sollevò CR7 per beffare il Manchester United: nella Champions 2012- 13 il portoghese segnava gol a raffica per il Real Madrid (12 complessivi in 12 partite) e quella sera al Bernabeu freddò gli inglesi restando in sospensione per 73 centesimi di secondo: erano gli ottavi, Ronaldo firmò l’1-1 e in tutto il mondo si celebrò la straordinarietà del gesto tecnico.
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    Pirlo ai giocatori: “Fate come Ronaldo”

    TORINO – Tra i vantaggi di essere Andrea Pirlo c’è anche quello di poter essere sostanzialmente sempre sincero e diretto. Perché, essendo Pirlo, non ha bisogno di arrampicarsi sugli eufemismi o di giocare a nascondino con le frasi fatte. Dal benservito a Gonzalo Higuain raccontato senza neanche un giro di parole fino all’ammissione, che per altri sarebbe suonata un filo arrogante, di «aver solo certezze», passando per le trattative di mercato commentate con trasparenza (Suarez o Dzeko, per esempio), il tecnico della Juventus ha sempre scelto la strada più corta e, nei limiti del possibile, sincera.

    E quando ieri gli facevano notare come il secondo gol della Roma fosse frutto di un errore di posizionamento generale «non da Juventus», lui non ha provato a zuccherare l’analisi e, con il suon tono di voce senza nessuna inflessione emotiva ha detto: «No, guarda, quel gol non è da nessuna squadra».

    Roma-Juve, Pirlo non è soddisfatto della prestazione
    Non è soddisfatto, Pirlo, della prestazione di Roma, soprattutto della prima scombiccherata ora di gioco, ma non è arrabbiato con la squadra. Sia perché la reazione caratteriale nel momento difficile lo ha confortato, sia perché è consapevole che con un numero così esiguo di allenamenti con la squadra al completo (undici) diventa tutto più difficile e ci può essere chi sbaglia il posizionamento in una transizione. Certo, un po’ più di concentrazione l’avrebbe apprezzata, soprattutto in quella circostanza, quando la Juventus che aveva appena agguantato il pareggio con il rigore di Ronaldo, non ha saputo gestire l’ultima manciata di secondi prima dell’intervallo, facendosi infilare dal contropiede concluso da Veretout.
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    Arthur, azioni in crescita: l’esordio è stato convincente

    TORINO – Mezz’ora in campo è un tempo troppo breve per dare un giudizio realistico sulle qualità di Arthur Melo, ma l’impatto del brasiliano sulla squadra di Andrea Pirlo è stato positivo: l’ex Barça ha debuttato all’Olimpico di Roma entrando al posto di un deludente Weston McKennie nella ripresa, quando i bianconeri stavano perdendo 2-1, e ha mostrato subito di essere cresciuto di condizione imponendo un buon ritmo, con una manovra più veloce e delle intuizioni convincenti. «Buon lavoro di squadra, non bisogna arrendersi mai! Felice per il mio debutto in @seriea» il post su Instagram con cui Arthur ha salutato il suo esordio con la maglia bianconera.

    Complice la squalifica di Adrien Rabiot, il brasiliano ha buone chance di partire titolare domenica contro il Napoli all’Allianz Stadium. Del resto, a fine partita lo stesso Pirlo lo ha promosso. «Arthur viene da sei mesi di inattività, non giocava a Barcellona per problemi con la società. Arrivare in un campionato diverso, in una società diversa con allenamenti diversi fa sì che ci voglia tempo». E il tecnico bianconero glielo concede per permettergli di inserirsi al meglio, anche se è rimasto ben impressionato dalla sua prestazione. «E’ giovane, sta lavorando tutti i giorni per migliorare e lo vedremo sicuramente in campo nel corso del campionato».
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    Roma-Juve alla moviola: rigori netti ma a Pellegrini manca un giallo

    TORINO – Proteste giallorosse al 29’ quando l’arbitro fischia fallo contro Dzeko che era caduto dopo un contrasto con Chiellini mentre era lanciato verso la porta: decisione giusta (e non facile) quella dell’arbitro, perché è il bosniaco che trattiene in modo prolungato il difensore, prima dello scontro. Ineccepibile anche il rigore fischiato a favore della Roma al 30’: Rabiot respinge con il braccio destro alto un tiro di Veretout. Giusto anche il giallo, come quello mostrato a Kumbulla al 34’ (fallo su Kulusevski). Al 43’ il rigore per la Juventus: altrettanto netto il fallo di mano di Pellegrini, che però non viene ammonito: scelta dubbia. Dubbio non da poco, perché all’8 st, il giallorosso viene giustamente ammonito per fallo su Ronaldo: potrebbe essere doppia ammonizione, come quella che invece tocca (giustamente) a Rabiot per fallo su Mkhitaryan al 17’. Subito giallo, giusto, per il neoentrato Frabotta al 40’.
    Serie A, Roma-Juve 2-2: Doppiette di Veretout e Cristiano Ronaldo
    Ronaldo: “La Juve di Pirlo? È più contenta e lavora meglio” LEGGI TUTTO