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    Juve, Cobolli Gigli: “Pirlo mi entusiasma. Sarri scelta errata, non è mai stato juventino”

    TORINO – “È ancora presto per dare giudizi. Spero non ci sia stata superficialità da parte della dirigenza bianconera. Leggo, tuttavia, di alcune intercettazioni telefoniche che condannerebbero la Juve: spero, e credo, che tali voci possano presto rivelarsi infondate ed essere smentite. Altrimenti sarebbe una macchia per la società”. Così, circa il caso Suarez, l’ex presidente della Juve Giovanni Cobolli Gigli, intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport.
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    Cobolli Gigli su Pirlo e Sarri
    “La scelta di Pirlo per la panchina? Sono entusiasta del nuovo progetto – prosegue Cobolli Gigli -. Sarri non si è mai sentito juventino e si è rivelato una scelta errata del ds Paratici e di Nedved. Pirlo, al contrario, può incarnare lo spirito giusto, anche se deve ancora dimostrare il proprio valore come tecnico. Mi aspetto riesca a motivare i propri calciatori e porti un gioco efficace in tempi rapidi. La partita di domenica (contro la Roma, ndr) darà sicuramente indicazioni importanti: entrambe le squadre, per ragioni differenti, hanno un grande bisogno di vincere”.
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    Juve, Pirlo ha tre assi nella manica

    TORINO – Sarà inevitabilmente pieno di prime volte, l’inizio di carriera da allenatore di Andrea Pirlo. Dopo il debutto assoluto in panchina di domenica all’Allianz Stadium contro la Sampdoria, domani arriverà anche l’esordio in trasferta, per giunta in uno stadio non banale come l’Olimpico di Roma e contro una rivale storica della Juventus come la squadra giallorossa. […] 

    Con calma
    Partita che probabilmente la Juventus comincerà con lo stesso attacco visto contro la Sampdoria: Cristiano Ronaldo e Kulsevski, appoggiati in fase offensiva da Ramsey centralmente, da Cuadrado a destra e da Frabotta (o De Sciglio) a sinistra. Per motivi diversi, infatti, il tecnico pare orientato a sfruttare in corsa le citate novità regalategli da dirigenza e staff medico: Alvaro Morata e Paulo Dybala, ovviamente. Lo spagnolo è in forma, ma nella rifinitura di questa mattina sosterrà il terzo allenamento in gruppo, dopo quello individuale di mercoledì, in ottemperanza alle norme anti Covid. E’ vero che gli attaccanti in genere sono i giocatori più facili da inserire in squadra dal punto di vista tattico, ma in questo momento le sue chance di iniziare da titolare la sua seconda esperienza juventina sono più o meno del 50 per cento. Molto più basse, fondamentalmente zero, le probabilità che a partire dall’inizio possa essere Dybala. La Joya è tornato ad allenarsi a pieno regime in gruppo da mercoledì, sta bene, ma è pur sempre reduce dalla ricaduta di un infortunio muscolare (26 luglio contro la Sampdoria e poi il 7 agosto contro il Lione) che lo ha tenuto ai box più di un mese. Dovrebbe essere convocato per Roma (anche se non va esclusa l’ipotesi che possa restare a Torino ad allenarsi preparandosi a rientrare contro il Napoli), ma non può avere i 90 minuti nelle gambe.
    Tre colpi da ko
    Rimandato anche l’esordio stagionale da titolare di Douglas Costa (tanto più che il mercato ferve attorno a lui, come avete letto a pagina 3), il cui fragile motore Pirlo sta collaudando con cautela: «È un giocatore forte. Stiamo cercando di riportarlo nella migliore condizione e se al top ci potrà dare una grande mano», aveva spiegato alla vigilia della sfida con la Samp. Tra condizione e mercato, non sembra proprio il momento in cui possa farlo da titolare. Così, con Morata, Dybala e Douglas Costa, Pirlo potrebbe portare vicino a sé in panchina un attacco di altissimo livello, un tridente che potrebbe essere il reparto titolare nella maggior parte delle squadre d’Italia e d’Europa.
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    Legali Juve in procura a Perugia: ascoltati come testimoni

    PERUGIA – Un esame “farsa”, così hanno definito i magistrati quello di Luis Suarez all’Università per stranieri di Perugia, per consentire all’attaccante uruguaiano di ottenere la cittadinanza Italiana. Proprio per questo motivo l’avvocato Luigi Chiappero, storico legale della Juve, e la collega Maria Turco sono arrivati in procura a Perugia per incontrare i pm che indagano sulla vicenda. 

    Juve, gli avvocati a Perugia
    I due avvocati Chiappero e Turco vengono ascoltati come persone informate sui fatti. Nel dettaglio la Turco è l’avvocato che ha materialmente seguito la pratica con il direttore generale dell’università Olivieri (che è invece indagato). Chiappero, invece, è presente in quanto ha assistito ad una delle telefonate tra la collega e lo stesso Olivieri.  LEGGI TUTTO

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    L’avvocato Di Cintio: “Se non ci sono prove la Juve non rischia”

    L’articolo 32 contempla i casi in cui vengano falsificati o si provi a falsificare documenti per il tesseramento di un giocatore e rimanda all’articolo 8 del Codice di giustizia della Figc per le sanzioni. Scorrere l’elenco può essere agghiacciante per un tifoso juventino perché si va dall’ammenda fino alla retrocessione in una serie inferiore. «Sì il ventaglio è molto ampio, quindi bisognerebbe capire e pesare la gravità delle condotte per capire la forza della pena, ma adesso è assolutamente prematuro parlarne. L’inchiesta sul caso Suarez è ancora aperta e, parliamoci chiaro. da quello che è emerso finora la Juventus non rischia proprio nulla».

    Cesare Di Cintio è uno degli avvocati più esperti in diritto sportivo e sta seguendo con grande attenzione la vicenda di Perugia. «Se non c’è una chiara azione di un tesserato, i fatti non sono nella giurisdizione della giustizia sportiva. E qui di tesserati che agiscono non ce ne sono ancora. Saurez è teserato per una federazione straniera, l’avvocato Turco non è tesserata e, inoltre, non commette niente di rilevante se è vera la sua ricostruzione, perché chiedere informazioni e instradare l’entourage di Suarez nella burocrazia non rappresenta reato. Anche la telefonata del dirigente bianconero Federico Cherubini al rettore dell’Università Statale, Maurizio Oliviero, sembra essere solo a titolo di raccolta delle informazioni. Insomma, o c’è una prova chiara della corruzione e, quindi, si risale anche al corruttore, oppure non ci sono margini perché la giustizia sportiva intervenga in questa storia».
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    Maurizio Oliviero esclusivo: “Juve, mai nessuna pressione”

    TORINO – “Sono amareggiato e sorpreso: non so darmi una spiegazione su come io sia diventato la notizia. Sono finito nel tritacarne mediatico per aver dato informazioni burocratiche, per una semplice cortesia istituzionale. Manco conosco Paratici, l’ho sentito per sei secondi in viva voce durante una telefonata…». Il rettore dell’Università Statale di Perugia, Maurizio Oliviero, vuole fare chiarezza sul suo coinvolgimento nella vicenda Suarez e sui rapporti intercorsi con la Juventus.

    Rettore, tutto parte da una telefonata.«Da parte di un mio conoscente che fa parte dello staff della Juventus (sul nome Oliviero è irremovibile “se qualche autorità me lo chiederà sono pronto a farlo, solo a loro”, ma in serata è emerso che è stato contattato da Federico Cherubini, ndr) il quale mi chiede se alla Statale c’è la possibilità di sostenere l’esame per la certificazione di conoscenza della lingua italiana: ha bisogno di questa informazione su richiesta dell’entourage di un giocatore. Io gli rispondo che si è confuso, che non è la Statale ad avere questi corsi, ma che posso metterlo in contatto con l’altra Università di Perugia. Chiamo la rettrice e poi Olivieri (direttore generale dell’Università per Stranieri, ndr), che conosco da anni, al quale dico che è una buona occasione per dare lustro alla città. E li metto in contatto».
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    Ramsey: “Alla Juve ci si diverte. Pirlo ha portato nuove idee”

    “Abbiamo un nuovo coach, un nuovo staff, nuove idee e nuovi giocatori. Siamo molto presi da questo, credo che la differenza è che c’è molto divertimento. Gli allenamenti sono duri ma danno grande soddisfazione”. Aaron Ramsey, protagonista nella prima uscita contro la Sampdoria, ha parlato così ai microfoni di Sky Sport. “Siamo partiti bene con il primo match, ora dobbiamo continuare in questa direzione. La Juve è sempre stata ricca di grandi giocatori e quest’anno ne ha tanti. Tutti hanno un ruolo e avrà la possibilità di giocare, sono sicuro che ognuno aiuterà la squadra a raggiungere gli obiettivi. Sono molto felice della possibilità di poter giocare insieme a chi ha così tanta qualità in attacco, credo ci sia la possibilità di giocare tutti insieme in qualche partita”. A proposito dell’Inter, il gallese ha sottolineato che “è una grande squadra, hanno comprato molti giocatori, sono una delle sfidanti per lo scudetto ma anche il Napoli è molto forte. E poi c’è il Milan, che ha finito la scorsa stagione molto bene e ha iniziato bene anche quest’anno. Penso che quest’anno la Serie A sia molto difficile e con molta concorrenza”.
    Pjanic: “Barcellona? Ecco cosa mi ha detto Cristiano Ronaldo” LEGGI TUTTO

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    Juventus, perché spunta il nome di Paratici nell'inchiesta Suarez e che rilievo ha

    TORINO – Fabio Paratici è coinvolto nella vicenda dell’esame truccato di Luis Suarez all’Università per Stranieri di Perugia? Oggi alcuni giornali e alcuni siti hanno pubblicato la notizia che il suo nome verrebbe citato in alcune conversazioni, ma non risultano telefonate di Paratici stesso con qualcuno degli indagati (che nel caso sarebbero state registrate, visto che i vertici dell’Università erano tutti intercettati). E dalla Juventus escludono che possa aver contattato qualcuno degli indagati. Al momento c’è solo la ricostruzione di Maurizio Oliviero, rettore dell’altro Ateneo di Perugia, Università Statale (non indagato), e curiosamente quasi omonimo di Simone Olivieri, direttore generale dell’Università per Stranieri (e indagato). Oliviero spiega al Corriere della Sera di aver ricevuto una telefonata da un non meglio precisato membro «dello staff della Juventus» che chiede se nella sua Università è possibile sostenere l’esame per ottenere la famosa certificazione B1 di italiano, necessaria a Luis Suarez per ottenere la cittadinanza. La risposta è no, ma Oliviero dice: «Risposi che avrei interessato i colleghi dell’Università per gli Stranieri. Chiama la collega Giuliano Grego Bolli (rettrice e attualmente indagati, ndr) e parlai pure con Simone Olivieri. Ad entrambi spiegai quali erano le richieste e girai i contatti. Qualche giorno dopo l’esame sostenuto da Suarez sono stato contattato da Paratici che voleva dirmi che l’entourage del giocatore era rimasto molto soddisfatto dell’accoglienza ricevuta e voleva ringraziarmi. Una telefonata di cortesia».
    TIFOSI E RESPONSABILITA’ – Il nome di Paratici poi ricorre nelle telefonate intercettate fra gli indagati, nelle quali si fa menzione della fretta che avrebbe la Juventus (viste le tempistiche del mercato), ma – almeno dalle carte trapelate finora – non c’è un passaggio in cui viene citata una qualche pressione da parte del club o una promessa di un qualche utile in cambio del quale facilitare l’esame di Suarez. Si nota, più che altro, una certa eccitazione da tifoso di chi, fra gli indagati, è juventino (Olivieri lo è, così come la professoressa Stefania Spina, che prepara Suarez all’esame) e lo si evince da frasi come: «Paratici è più importante di Mattarella» o «dobbiamo aiutare il nostro centravanti» o «con questo vinciamo la Champions». Non è ancora emerso, almeno pubblicamente, la prova della corruzione dei vertici dell’Università per Stranieri da parte di un dirigente o di un dipendente della Juventus o, al limite, dello studio legale Chiusano che era stato incaricato di gestire l’iter burocratico con l’Università (è di ieri la dichiarazione dell’avvocato Maria Turco che chiarisce la sua versione dei fatti a riguardo). E il punto chiave, per capire le responsabilità della Juventus e dei suoi tesserati, nella vicenda è proprio questo: al netto dell’esame truccato, infatti, è necessario provare che qualcuno di riconducibile alla Juventus abbia effettivamente spinto o pagato (non necessariamente in denaro) per truccarlo. Intorno a questo punto ruota il destino dei bianconeri anche in sede di giustizia sportiva.
    LE CONSEGUENZE – Già, la giustizia sportiva. La Procura Federale ha aperto un fascicolo, che accoglierà le carte di Perugia e che potrebbe essere arricchito da indagini autonome della Federcalcio. Perché la Juventus possa essere accusata di qualcosa, tuttavia, è necessario che ci sia la prova concreta della corruzione dei vertici o dei professori dell’Università affinché facilitassero l’esame di Suarez. A quel punto potrebbero anche procedere con un processo sportivo con pene che vanno dall’ammenda fino alla penalizzazione di punti in classifica a livello di club e l’inibizione fino a due anni per i tesserati. Il coinvolgimento di Paratici, per esempio, allo stato attuale delle cose – ovvero se non emergono ulteriori notizie – non presenta punti rilevanti ai fini penali. Da verificare, invece, chi sia il membro dello staff che chiama Oliviero per informarsi (fin qui comportamento assolutamente legale) e se questo stesso abbia poi interagito con gli indagati e in che modo. Ovvero se limitandosi a chiedere informazioni o se esercitando pressioni o promettendo un qualche utile. Solo nel secondo caso la vicenda potrebbe comportare delle conseguenze per la Juventus. Alla Juventus sono solo innervositi per la tempesta mediatica, ma tranquilli su tutto il resto.
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    Juve, Agnelli a Morata: Bienvenido a casa

    Non ha potuto allenarsi ieri con i suoi nuovi-vecchi compagni, Alvaro Morata, ma mentre lavorava a parte come prescritto dal protocollo Covid, pensava già a come riannodare il filo bianconero che si era interrotto il 21 maggio 2016 all’Olimpico di Roma, al 120’ della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Un minuto prima aveva firmato l’1-0 che aveva evitato i rigori e regalato la coppa alla squadra bianconera, prima di lasciarla per tornare al Real Madrid: «Sarebbe molto bello realizzare nello stesso stadio il primo gol – ha raccontato a Juventus Tv riferendosi alla sfida di domenica sera in casa della Roma – ma non penso a questo. Penso a mettermi a disposizione della squadra e sono molto contento». Anche perché, non fosse stato per il diritto di riacquisto del Real, lui probabilmente da Torino non si sarebbe mai mosso. Non a caso Andrea Agnelli ieri gli è andato incontro nei corridoi della sede dicendogli «Bienvenido a casa», prima di abbracciarlo. «È una sensazione bellissima tornare qua, sono sempre stato legato a questo club e sono felicissimo – ha raccontato ancora Morata -. La gente e l’atmosfera sono speciali. Sono stato in tanti posti e mi hanno trattato bene, ma qua è diverso. Quando la Juve mi ha chiamato ho visto un’immagine dei miei figli con la maglia bianconera e penso che domani (oggi, ndr) sarà la seconda cosa che farò». La prima, al mattino, sarà allenarsi alla Continassa, stavolta con i compagni: «Non vedo l’ora. Ero in contatto con quasi tutti e avevamo un rapporto bellissimo, da amici. La prima epoca qua è stata bellissima e ora sono convinto di essere un giocatore migliore. Dovrò ripagare in campo tutto l’affetto della gente, ma penso che ne sarò in grado».

    In campo Morata dovrà riannodare un altro filo, oltre a quello bianconero: quello con Cristiano Ronaldo, del quale il neobianconero è stato compagno nel 2013- 14, quando passò in pianta stabile dal Castilla (la squadra B) alla prima squadra del Real e poi nel 2016-17, proprio dopo il ritorno dalla Juventus e prima di lasciare Madrid per il Chelsea. Compagno soprattutto in allenamento, però, perché in partita il partner di CR7 era Karim Benzema. Più che da riannodare, il filo tra Ronaldo e Morata è dunque da tessere quasi in toto: almeno in campo, perché fuori il feeling è ottimo, complice l’amicizia tra Georgina e Alice, compagna di Cristiano e moglie di Alvaro. Di legare i due in campo se ne occuperà Andrea Pirlo, che lanciava lo spagnolo in alla sua prima stagione bianconera: «E’ stata una delle più belle esperienze della mia carriera giocare in quella squadra – ha ricordato Morata – Se Andrea sarà un 50% di quello che era con la palla al piede credo che ci sarà da imparare e la squadra giocherà bene. Ho visto la prima partita l’altro giorno e penso che si senta tanto la sua mano e non vedo l’ora di mettermi a sua disposizione. Non so quanti gol farò ma posso promettere tanto lavoro. Ho voglia di correre dappertutto e dare una mano perché bisogna continuare a vincere».
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