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    Ramsey: “Alla Juve ci si diverte. Pirlo ha portato nuove idee”

    “Abbiamo un nuovo coach, un nuovo staff, nuove idee e nuovi giocatori. Siamo molto presi da questo, credo che la differenza è che c’è molto divertimento. Gli allenamenti sono duri ma danno grande soddisfazione”. Aaron Ramsey, protagonista nella prima uscita contro la Sampdoria, ha parlato così ai microfoni di Sky Sport. “Siamo partiti bene con il primo match, ora dobbiamo continuare in questa direzione. La Juve è sempre stata ricca di grandi giocatori e quest’anno ne ha tanti. Tutti hanno un ruolo e avrà la possibilità di giocare, sono sicuro che ognuno aiuterà la squadra a raggiungere gli obiettivi. Sono molto felice della possibilità di poter giocare insieme a chi ha così tanta qualità in attacco, credo ci sia la possibilità di giocare tutti insieme in qualche partita”. A proposito dell’Inter, il gallese ha sottolineato che “è una grande squadra, hanno comprato molti giocatori, sono una delle sfidanti per lo scudetto ma anche il Napoli è molto forte. E poi c’è il Milan, che ha finito la scorsa stagione molto bene e ha iniziato bene anche quest’anno. Penso che quest’anno la Serie A sia molto difficile e con molta concorrenza”.
    Pjanic: “Barcellona? Ecco cosa mi ha detto Cristiano Ronaldo” LEGGI TUTTO

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    Juventus, perché spunta il nome di Paratici nell'inchiesta Suarez e che rilievo ha

    TORINO – Fabio Paratici è coinvolto nella vicenda dell’esame truccato di Luis Suarez all’Università per Stranieri di Perugia? Oggi alcuni giornali e alcuni siti hanno pubblicato la notizia che il suo nome verrebbe citato in alcune conversazioni, ma non risultano telefonate di Paratici stesso con qualcuno degli indagati (che nel caso sarebbero state registrate, visto che i vertici dell’Università erano tutti intercettati). E dalla Juventus escludono che possa aver contattato qualcuno degli indagati. Al momento c’è solo la ricostruzione di Maurizio Oliviero, rettore dell’altro Ateneo di Perugia, Università Statale (non indagato), e curiosamente quasi omonimo di Simone Olivieri, direttore generale dell’Università per Stranieri (e indagato). Oliviero spiega al Corriere della Sera di aver ricevuto una telefonata da un non meglio precisato membro «dello staff della Juventus» che chiede se nella sua Università è possibile sostenere l’esame per ottenere la famosa certificazione B1 di italiano, necessaria a Luis Suarez per ottenere la cittadinanza. La risposta è no, ma Oliviero dice: «Risposi che avrei interessato i colleghi dell’Università per gli Stranieri. Chiama la collega Giuliano Grego Bolli (rettrice e attualmente indagati, ndr) e parlai pure con Simone Olivieri. Ad entrambi spiegai quali erano le richieste e girai i contatti. Qualche giorno dopo l’esame sostenuto da Suarez sono stato contattato da Paratici che voleva dirmi che l’entourage del giocatore era rimasto molto soddisfatto dell’accoglienza ricevuta e voleva ringraziarmi. Una telefonata di cortesia».
    TIFOSI E RESPONSABILITA’ – Il nome di Paratici poi ricorre nelle telefonate intercettate fra gli indagati, nelle quali si fa menzione della fretta che avrebbe la Juventus (viste le tempistiche del mercato), ma – almeno dalle carte trapelate finora – non c’è un passaggio in cui viene citata una qualche pressione da parte del club o una promessa di un qualche utile in cambio del quale facilitare l’esame di Suarez. Si nota, più che altro, una certa eccitazione da tifoso di chi, fra gli indagati, è juventino (Olivieri lo è, così come la professoressa Stefania Spina, che prepara Suarez all’esame) e lo si evince da frasi come: «Paratici è più importante di Mattarella» o «dobbiamo aiutare il nostro centravanti» o «con questo vinciamo la Champions». Non è ancora emerso, almeno pubblicamente, la prova della corruzione dei vertici dell’Università per Stranieri da parte di un dirigente o di un dipendente della Juventus o, al limite, dello studio legale Chiusano che era stato incaricato di gestire l’iter burocratico con l’Università (è di ieri la dichiarazione dell’avvocato Maria Turco che chiarisce la sua versione dei fatti a riguardo). E il punto chiave, per capire le responsabilità della Juventus e dei suoi tesserati, nella vicenda è proprio questo: al netto dell’esame truccato, infatti, è necessario provare che qualcuno di riconducibile alla Juventus abbia effettivamente spinto o pagato (non necessariamente in denaro) per truccarlo. Intorno a questo punto ruota il destino dei bianconeri anche in sede di giustizia sportiva.
    LE CONSEGUENZE – Già, la giustizia sportiva. La Procura Federale ha aperto un fascicolo, che accoglierà le carte di Perugia e che potrebbe essere arricchito da indagini autonome della Federcalcio. Perché la Juventus possa essere accusata di qualcosa, tuttavia, è necessario che ci sia la prova concreta della corruzione dei vertici o dei professori dell’Università affinché facilitassero l’esame di Suarez. A quel punto potrebbero anche procedere con un processo sportivo con pene che vanno dall’ammenda fino alla penalizzazione di punti in classifica a livello di club e l’inibizione fino a due anni per i tesserati. Il coinvolgimento di Paratici, per esempio, allo stato attuale delle cose – ovvero se non emergono ulteriori notizie – non presenta punti rilevanti ai fini penali. Da verificare, invece, chi sia il membro dello staff che chiama Oliviero per informarsi (fin qui comportamento assolutamente legale) e se questo stesso abbia poi interagito con gli indagati e in che modo. Ovvero se limitandosi a chiedere informazioni o se esercitando pressioni o promettendo un qualche utile. Solo nel secondo caso la vicenda potrebbe comportare delle conseguenze per la Juventus. Alla Juventus sono solo innervositi per la tempesta mediatica, ma tranquilli su tutto il resto.
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    Juve, Agnelli a Morata: Bienvenido a casa

    Non ha potuto allenarsi ieri con i suoi nuovi-vecchi compagni, Alvaro Morata, ma mentre lavorava a parte come prescritto dal protocollo Covid, pensava già a come riannodare il filo bianconero che si era interrotto il 21 maggio 2016 all’Olimpico di Roma, al 120’ della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Un minuto prima aveva firmato l’1-0 che aveva evitato i rigori e regalato la coppa alla squadra bianconera, prima di lasciarla per tornare al Real Madrid: «Sarebbe molto bello realizzare nello stesso stadio il primo gol – ha raccontato a Juventus Tv riferendosi alla sfida di domenica sera in casa della Roma – ma non penso a questo. Penso a mettermi a disposizione della squadra e sono molto contento». Anche perché, non fosse stato per il diritto di riacquisto del Real, lui probabilmente da Torino non si sarebbe mai mosso. Non a caso Andrea Agnelli ieri gli è andato incontro nei corridoi della sede dicendogli «Bienvenido a casa», prima di abbracciarlo. «È una sensazione bellissima tornare qua, sono sempre stato legato a questo club e sono felicissimo – ha raccontato ancora Morata -. La gente e l’atmosfera sono speciali. Sono stato in tanti posti e mi hanno trattato bene, ma qua è diverso. Quando la Juve mi ha chiamato ho visto un’immagine dei miei figli con la maglia bianconera e penso che domani (oggi, ndr) sarà la seconda cosa che farò». La prima, al mattino, sarà allenarsi alla Continassa, stavolta con i compagni: «Non vedo l’ora. Ero in contatto con quasi tutti e avevamo un rapporto bellissimo, da amici. La prima epoca qua è stata bellissima e ora sono convinto di essere un giocatore migliore. Dovrò ripagare in campo tutto l’affetto della gente, ma penso che ne sarò in grado».

    In campo Morata dovrà riannodare un altro filo, oltre a quello bianconero: quello con Cristiano Ronaldo, del quale il neobianconero è stato compagno nel 2013- 14, quando passò in pianta stabile dal Castilla (la squadra B) alla prima squadra del Real e poi nel 2016-17, proprio dopo il ritorno dalla Juventus e prima di lasciare Madrid per il Chelsea. Compagno soprattutto in allenamento, però, perché in partita il partner di CR7 era Karim Benzema. Più che da riannodare, il filo tra Ronaldo e Morata è dunque da tessere quasi in toto: almeno in campo, perché fuori il feeling è ottimo, complice l’amicizia tra Georgina e Alice, compagna di Cristiano e moglie di Alvaro. Di legare i due in campo se ne occuperà Andrea Pirlo, che lanciava lo spagnolo in alla sua prima stagione bianconera: «E’ stata una delle più belle esperienze della mia carriera giocare in quella squadra – ha ricordato Morata – Se Andrea sarà un 50% di quello che era con la palla al piede credo che ci sarà da imparare e la squadra giocherà bene. Ho visto la prima partita l’altro giorno e penso che si senta tanto la sua mano e non vedo l’ora di mettermi a sua disposizione. Non so quanti gol farò ma posso promettere tanto lavoro. Ho voglia di correre dappertutto e dare una mano perché bisogna continuare a vincere».
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    Morata, i gol più belli con la maglia della Juve

    TORINO – Alvaro Morata è ufficialmente un giocatore della Juventus. L’attaccante torna a Torino in prestito “a fronte di un corrispettivo di 10 milioni di euro, pagabili interamente nel corso di questo esercizio”, con diritto di riscatto per la società bianconera. “Giocare per l’Atletico di Madrid è stata una delle cose più belle che mi siano successe nella mia vita. Chi mi conosce sa che avrò sempre il mio pass in metropolitana. Voglio ringraziarvi per questi due anni incredibili in cui ho vissuto momenti che non dimenticherò mai e in cui mi sono sentito uno in più dal momento in cui sono arrivato”. Con queste parole su Instagram, Morata ha salutato i tifosi dell’Atletico prima di diventare un giocatore della Juventus. 
    I gol più belli di Morata alla Juventus
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    Roma-Juve, la probabile formazione di Pirlo: Frabotta, prove di bis

    TORINO – Smettetela di scambiarlo per un atto di coraggio: Andrea Pirlo ci stava pensando da giorni e quando ha deciso di schierare il “piccolo” (classe ’99) Gianluca Frabotta – cooptato dall’Under 23 – domenica sera allo Stadium contro la Sampdoria, l’ha fatto perché credeva fermamente nelle qualità del giocatore, al netto del mercato che sta coinvolgendo i suoi pari ruolo. «L’ho scelto perché si sta allenando bene, non ho avuto alcun problema a puntare su di lui. Altro che un rischio, Frabotta ha giocato molto bene». Il Maestro è fatto così e magari l’opzione giovane sarà ripetuta, in perfetto stile Bayern Monaco, club abilissimo nel forgiare giovani da utilizzare senza indugiare troppo. Perché non è dato sapere se il laterale di origini romane sarà l’Alphonso Davies della Juventus (glielo auguriamo tutti), ma di sicuro se giocasse con continuità potrebbe forse sognare di diventarlo a gioco lungo. Osare non è verbo peccaminoso nel vocabolario di Pirlo e in vista della partita di domenica a Roma contro i giallorossi il “sospetto” di un bis cresce. Del resto, tra Alex Sandro (ai box), Luca Pellegrini (prestato al Genoa) e Mattia De Sciglio (sul mercato), non ce n’è uno disponibile in rosa e le risposte fornite dall’ex Bologna sono state particolarmente incoraggianti. In parallelo viaggiano spediti i contatti tra i dirigenti bianconeri e l’entourage di Frabotta, lo stesso di Nicolò Zaniolo e diversi altri talenti già seguiti a più riprese dalla Juve: il terzino, costato 2.5 milioni nell’estate 2019, ha già un contratto rassicurante (scadenza 2023), ma sono in corso valutazioni propedeutiche a un’ulteriore firma. LEGGI TUTTO

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    Juve, ripresa degli allenamenti in vista della Roma

    TORINO – La Juventus ha intrapreso oggi la propria marcia di avvicinamento al prossimo impegno di campionato, contro la Roma, in programma domenica sera alle 20.45 allo stadio Olimpico. Dopo il successo interno contro la Sampdoria, i bianconeri si sono ritrovati nel pomeriggio di oggi al JTC, per dare vita a una seduta che è iniziata con del lavoro atletico ed è poi proseguita con esercizi di possesso palla e una partitella finale. Per la giornata di domani è in programma la seconda seduta settimanale, con un allenamento mattutino.  LEGGI TUTTO

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    Juve, lettera di Agnelli agli azionisti: “Vogliamo vincere tutto”

    TORINO -“Cari Campioni d’Italia, è con grande orgoglio che uso questo appellativo nei vostri confronti per la nona volta consecutiva. Il dibattito calcistico tende a consumare rapidamente ogni notizia, ogni partita, ogni stagione, ma è importante sottolineare che una striscia così lunga di successi non ha precedenti nelle grandi leghe europee (Serie A, Premier League, La Liga, Bundesliga e Ligue1)”. Si apre così la tradizionale lettera del presidente Andrea Agnelli agli azionisti della Juventus, in vista della prossima assemblea del 15 ottobre. La lettera del presidente bianconero è stata pubblicata sul sito ufficiale della Juve.
    Agnelli, la lettera integrale
    Cari Campioni d’Italia, è con grande orgoglio che uso questo appellativo nei vostri confronti per la nona volta consecutiva. Il dibattito calcistico tende a consumare rapidamente ogni notizia, ogni partita, ogni stagione, ma è importante sottolineare che una striscia così lunga di successi non ha precedenti nelle grandi leghe europee (Serie A, Premier League, La Liga, Bundesliga e Ligue1). La Juventus sta scrivendo un nuovo record nella storia del calcio, un record che potrà essere valutato compiutamente solo quando i canoni della storia prenderanno il sopravvento su quelli della cronaca. Il traguardo del decimo scudetto consecutivo è una vetta da scalare e non un dato scontato, così come il nostro desiderio di giocare per vincere ogni competizione cui partecipiamo, dalla Supercoppa Italiana alla Champions League, dalla Serie A alla Coppa Italia.
    Il documento nelle vostre mani rappresenta l’occasione per fare una sintesi della stagione 19-20, da poco conclusa: non la dimenticheremo per gli eventi inaspettati e dolorosi che l’hanno contraddistinta. Il Covid-19 ha avuto un impatto terribile in tutto il mondo. Il nostro settore industriale è stato, ed è tuttora, tra quelli che hanno subito maggiormente l’impatto della crisi, da ogni punto di vista. Se questa stagione, una delle più difficili nella storia dello sport, ha avuto il suo completamento è solo grazie al lavoro e alla collaborazione tra tutti gli stakeholders, i Governi centrali e locali, la UEFA, l’ECA, le Federazioni, le Leghe ed i Club da un lato, gli sponsor e i broadcaster dall’altro, i quali hanno lavorato incessantemente nei mesi primaverili per individuare tutte le opportune soluzioni per completare la stagione 2019/20 e iniziare la stagione 2020/21. Ultimi ma non ultimi i giocatori, chiamati a una nuova preparazione e a giocare in condizioni surreali per riportare speranza e gioia a chi fa del nostro sport il più bello sport del mondo: i Tifosi! Vorrei qui ringraziare i nostri giocatori che, insieme con lo staff tecnico, hanno dimostrato un grande senso di responsabilità verso l’azienda e i tifosi; vorrei ringraziare tutte le donne e gli uomini della Juventus, capaci di adattarsi rapidamente al nuovo contesto lavorativo; i nostri partner, che hanno condiviso con noi le strategie per affrontare insieme le difficoltà comuni. Inoltre, vorrei ringraziare le istituzioni nazionali e internazionali, sportive e non, le cui decisioni hanno permesso lo svolgimento di tutte le competizioni per club. A tutti loro va il mio più sentito GRAZIE.
    Le scadenze contabili, correttamente, non devono tenere in considerazione elementi dirompenti quali la pandemia di Covid-19, i drastici tagli (temporanei o definitivi) su alcune voci di ricavo o la riduzione di alcuni costi, in larga parte temporanei. Esse segnano una linea di demarcazione temporale che consegna l’esercizio 2019-2020 agli archivi. E la fotografia che ne risulta è un chiaroscuro di complessa interpretazione.
    Gli ultimi dieci anni, sono stati contraddistinti da grandi investimenti, supportati da tutti i nostri azionisti, a cominciare dal nostro socio di riferimento, EXOR, che hanno generato una straordinaria crescita nei ricavi. Essi sono più che triplicati passando dai 172 milioni del 10/11 ai 573 milioni di euro del 19-20. Nello stesso periodo la Juventus ha saputo riconquistare centralità e rilevanza sia sul campo, sia fuori dal campo.
    L’equilibrio economico, raggiunto nel periodo 2014-2017, ha rallentato il suo percorso a causa di alcune poste specifiche. La nostra posizione finanziaria, a causa dei continui investimenti per garantire quella competitività sportiva necessaria per accedere ai maggiori flussi di ricavo è invece elemento di forte attenzione. La messa in sicurezza è stata dalla scorsa primavera una nostra priorità e lo sarà nel prossimo futuro.
    L’impegno di questi anni è stato rilevante e ha saputo garantire risultati di crescita sempre in linea con le aspettative. Tutte le voci di fatturato hanno registrato incrementi in doppia cifra percentuale ad eccezione di una: i diritti televisivi, sia delle competizioni italiane sia di quelle europee. È bene ricordare che tali introiti non vengono trattati direttamente dai club, ma sono licenziati, per leggi e regolamenti, collettivamente attraverso la Lega di Serie A e la Uefa.
    Da tempo, in questa ed altre sedi, abbiamo segnalato l’asimmetria di un sistema che pone il rischio imprenditoriale sui club, i quali sostengono tutti i costi del sistema, ma assegna ad altri soggetti una parte rilevante del controllo e, quindi, della generazione degli introiti. Non si tratta di una critica o di una sorpresa ma di uno spunto di riflessione per il futuro: il sistema è costruito in questo modo per garantire meccanismi di mutualità dal vertice della piramide calcistica verso la base. Tuttavia, i segnali di contrazione e qualche inefficienza gestionale, già evidenti negli anni scorsi, rischiano oggi di trasformarsi in un danno evidente per coloro che vogliono contribuire all’evoluzione di tutto il movimento calcistico e, al contempo, garantire un’adeguata remunerazione del capitale investito. Il principio cardine dell’impresa moderna è il controllo delle risorse per le quali si assumono oneri e rischi. La separazione di questo bilanciamento è percepita come innaturale, forzata. È un tema di governance, che gli effetti della pandemia stanno mettendo a durissima prova, minacciando la stessa sopravvivenza dei club, che quei rischi affrontano, senza disporre degli strumenti che consentirebbero loro di mitigarli.
    Juventus intende contribuire a questa riflessione in modo attivo, nella consapevolezza del proprio dovere di porre correttivi sul modello di sviluppo della Società, anch’esso da adattare alla nuova realtà di un settore che ha subito una forte discontinuità, ma con la determinazione di trovare all’interno del comparto calcistico una modalità di gestione più efficiente e in grado di affrontare il mercato dei consumatori con formule più adatte allo scenario con il quale, d’ora in avanti, il calcio dovrà entrare in relazione.
    Il calcio sta cambiando con l’arrivo di una nuova generazione di atleti e di consumatori. Il mondo, che troverà una soluzione per gestire la pandemia, è già cambiato e in evoluzione. La Juventus saprà stare al passo.
    Fino Alla Fine…Andrea Agnelli LEGGI TUTTO

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    Weston McKennie, il nuovo Davids

    Bisogna dare i numeri per capire chi sia e di che cosa sia capace Weston McKennie, secondo migliore recuperatore di palloni under 22 nell’ultima stagione, giocata con lo Schalke 04. Contro la Samp, il neojuventino ha coperto 12 chilometri di corsa; ha vinto il 75% dei contrasti; si è aggiudicato uno su due dei duelli fisici e aerei; ha commesso soltanto due falli; ha avuto successo l’88,4 per cento dei passaggi dettati (il 90,6% nella propria metà campo, l’84,2% in quella avversaria); dei tre tiri da lui effettuati, due sono finiti nello specchio della porta avversaria. Certo, è ancora presto per dirlo, ma l’impressione è che la Juve abbia finalmente trovato il nuovo Davids, sedici anni dopo essersi congedata dal mastino olandese (sette stagioni in bianconero, 3 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe di Lega; 235 presenze e 10 gol), eletto dai tifosi uno dei 50 giocatori che hanno fatto la storia del club. La battuta più felice su McKennie l’ho letta sul suo profilo Instagram, sino a ieri sera intasato da 2.590 commenti il cui tenore oscilla fra l’euforico, l’entusiastico e il pindarico: «In 90 minuti hai recuperato tutti i palloni che la Juve aveva perso nell’ultimo campionato». E ancora: «Qualcuno può dirgli che la partita è finita e può smettere di correre?». «Sei un treno». «West, la partita è finita. Fermati». Al ventiduenne, primo americano della storia bianconera, sono bastati il test con il Novara e la grande prova con la Samp per conquistare tifosi e osservatori. L’Americano, come lo chiama Pirlo, ha iniettato energia, vitalità, dinamismo nel centrocampo dei campioni d’Italia. Era esattamente ciò di cui i bianconeri avevano bisogno. Paratici si è messo un altro fiore all’occhiello. LEGGI TUTTO