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    Juve, Chiellini esulta sui social: “Partitella vinta!”

    TORINO – Allo Juventus Training Center si è chiusa la prima settimana di lavoro agli ordini del neo tecnico Andrea Pirlo con una partitella a ranghi misti che ha generato le reazioni social dei protagonisti. Soprattutto di quelli che hanno fatto parte della squadra vincitrice, come Giorgio Chiellini.

    Il difensore bianconero ha pubblicato uno scatto su Instagram che lo vede mostrare i muscoli (insieme, tra gli altri, ad Arthur, Higuain, Demiral, Rabiot e Alex Sandro) e la didascalia win a testimoniare il “successo”. Anche Danilo “Prima settimana di lavoro conclusa, nuove idee e tutta l’energia in azione per migliorare” e Federico Bernardeschi “Training mood” hanno commentato sui loro profili l’ultimo allenamento settimanale. LEGGI TUTTO

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    Juve, nodo Higuain: gli scenari possibili

    Un altro giorno è andato e Gonzalo Higuain resta un giocatore «messo da parte». Andrea Pirlo ha parlato, Pipita ha preso atto della situazione e il fratello Nicolas si sta guardando intorno a caccia della migliore destinazione possibile. Un club, cioè, che punti con decisione su un attaccante da 66 reti in 149 partite in tre stagioni di Juventus, con punte di goduria piena condivise con la tifoseria bianconera – non solo nei due leggendari incroci con l’Inter in campionato – e un calo evidente palesato nel corso dell’ultima stagione. Generoso sì, l’argentino, quanto alla partecipazione alla manovra, ma molto meno perforante nel tentativo di riempire l’area di rigore.

    Lo scenario
    E ora che succede? Accade che il mercato attorno a Higuain non sia fermo, però fatichi terribilmente a decollare. E’ vero, qualcosa s’intravede in Premier League (West Ham e Newcastle hanno sondato il terreno, anche se la breve esperienza al Chelsea non è precedente che invogli a un eventuale bis) ma un po’ la mancata insistenza dei club coinvolti e un po’ la resistenza del Pipita a lasciare Torino senza avere in cambio un adeguato riconoscimento dal punto di vista economico impediscono che la sua cessione subisca un’accelerata. Si esclude, fosse solo per le intenzioni del calciatore, un ritorno a casa, al River Plate che fu suo, né le piste statunitensi sembrano gradite a Gonzalo. In Italia la Fiorentina ha coltivato un pensierino, ma l’ingaggio da 7,5 milioni netti più bonus è un freno. Con la Juve si discuterà della rescissione del contratto annuale, mentre Pipita continua a chiedere una consistente buonuscita. LEGGI TUTTO

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    Juve, il bivio di Douglas Costa: né incedibile, né escluso

    La chiamata di Pirlo, diventata in poco tempo un tormentone sottoforma di meme sui social media nei giorni scorsi, lui non l’ha ricevuta. Perché Douglas Costa non è uno di quei giocatori che non rientrano nel progetto tecnico della Juventus 2020-21 e che di ciò hanno ricevuto comunicazione direttamente dal nuovo allenatore bianconero: Blaise Matuidi, Gonzalo Higuain e quasi certamente Sami Khedira (per quanto sul tedesco Pirlo abbia detto pochi giorni fa in conferenza che una decisione sarà presa al suo rientro dall’infortunio). Il brasiliano però non è neppure uno di quei giocatori che della Juventus di Pirlo rappresentano pilastri intoccabili: da Cristiano Ronaldo ai leader storici passando per giocatori come Bentancur, De Ligt e Demiral, per i quali la società bianconera ha rifiutato anche di iniziare qualsiasi trattativa.
    Juve-Higuain, cosa è successo

    Douglas Costa non intoccabile
    Douglas Costa è in mezzo ai due estremi. La Juventus sarebbe pronta a sedersi a trattare per il suo cartellino, ma solo a determinate condizioni. Che finora nessuno ha prospettato, anche se il nome dell’attaccante brasiliano è sull’agenda di diversi club importanti, a cominciare dal Manchester United che si è visto chiudere la porta in faccia dal Borussia Dortmund per Jadon Sancho e cerca un’ala con quelle caratteristiche. Difficile che l’interesse porti all’apertura di un canale per Paul Pogba (come ha detto di recente Mino Raiola lo United non è intenzionato a cederlo e la Juventus dovrebbe inserire altri giocatori per trovare una quadra), ma per un’offerta attorno ai 40 milioni i bianconeri potrebbero di privarsi del brasiliano, a bilancio per circa 20 e nel cui ruolo ci sono comunque Federico Bernardeschi (pure lui toccabile) e il nuovo arrivato Dejan Kulusevski.
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    Juve, Locatelli per Pirlo: Ramsey la chiave?

    TORINO – Lo sbarco di Weston McKennie, le schermaglie sul versante attaccanti con Edin Dzeko in piena corsa, ma pure nuovi contatti sugli altri fronti caldi del mercato: Fabio Paratici e Federico Cherubini non si fermano mai. Ieri i dirigenti della Juventus erano impegnati a Milano per cercare di accelerare anche sul 22enne Manuel Locatelli che può raggiungere Andrea Pirlo indipendentemente dall’operazione McKennie e comunque a patto che il Sassuolo riceva quanto richiesto: non meno di 30 milioni sull’unghia e subito, senza indugiare in formule legate a un eventuale prestito con riscatto prefissato e obbligatorio.
    Ronaldo sposa la Juve di Pirlo: “Insieme conquistiamo l’Italia, l’Europa e il Mondo”
    In Emilia hanno intenzione di confermare il forte centrocampista a meno che non arrivi una proposta economica che perlomeno pareggi offerte già rifiutate nel recente passato dall’amministratore delegato Giovanni Carnevali. Si tratta di condizioni cui la Juve potrebbe adeguarsi solamente in caso di una cessione eccellente (Aaron Ramsey?). […]
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    Juve, Rabiot è rinato ancora: Deschamps lo ha perdonato

    Il bianconero riporta Adrien Rabiot in Bleu. L’ottimo finale di stagione del centrocampista, che ha giocato con continuità da titolare nella Juventus, prendendo il posto di Blaise Matuidi nella mediana di sinistra, ha convinto il ct della Francia Didier Deschamps a richiamarlo in Nazionale. E a cancellare i rapporti burrascosi del passato. Rabiot aveva giocato l’ultima partita con i Bleu il 27 marzo 2018, nell’amichevole in cui la Francia aveva battuto 3-1 la Russia. Poi la rottura con il ct alla vigilia del Mondiale 2018, autoescludendosi dal gruppo delle riserve che si sarebbero dovute far trovare pronte nel caso di un infortunio dell’ultima ora di uno dei 23 giocatori che erano partiti per la Russia. Il bianconero aveva scritto pure una lettera a Deschamps per spiegare la scelta di non restare a disposizione, parlando di «decisione senza logica sportiva» e negando la sua immaturità.
    Dybala è tornato

    Con la Juve ritrova la Nazionale
    Da allora, vista anche la situazione spinosa vissuta con il suo club, il Psg, che nel gennaio 2019 lo aveva messo praticamente fuori squadra perché non intendeva firmare il rinnovo di contratto, Rabiot non ha più rivisto la maglia della Francia. Con l’approdo alla Juventus qualcosa però è cambiato: la strada è stata lunga perché il centrocampista arrivava da quasi un anno di inattività, ma alla fine – grazie anche alla perseveranza di Maurizio Sarri e alla fiducia mai venuta meno della dirigenza bianconera – il ragazzo è riuscito ad affermarsi, tornando ai livelli con cui aveva incantato Parigi. E alla fine è stato premiato con il richiamo in Nazionale.
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    Cuadrado: “Dirò a Pirlo dove mi piace giocare. Messi alla Juve? Chissà…”

    TORINO – Juan Cuadrado guarda alla nuova stagione della Juve con entusiasmo e curiosità nei confronti del tecnico Andrea Pirlo: “Ancora non ho avuto l’occasione di parlare con lui, ma, quando sarà il mio turno, sicuramente gli dirò dove mi sento più a mio agio – le parole del colombiano a Espn Nexo – Pirlo è stato un grande giocatore, speriamo che, con le sue conoscenze, possa aiutare la squadra e si possano vincere molti titoli insieme”.
    Juve, obiettivo Champions League
    “La Champions? Resta il nostro obiettivo, speriamo di arrivare in finale e dare ai tifosi questa gioia che aspettano da tanto tempo – continua Cuadrado – ma sarà più difficile il campionato, anche se veniamo da nove scudetti, il prossimo anno sarà ancora più complicato”. Poi una battuta su Leo Messi e sulla possibilità che scelga l’Italia: “Eleverebbe tantissimo lo status della Serie A – commenta Cuadrado – lui alla Juve con Ronaldo? Non me lo immagino proprio. Certo, anche quando fu preso Cristiano in molti non ci credevano e poi è arrivato”, ha aggiunto ridendo.(In collaborazione con Italpress)
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    Juve, Dybala è tornato a Torino e lavora per recuperare dall'infortunio

    TORINO – Dopo due giorni interamente trascorsi al JTC, i giocatori della Juve hanno beneficiato di qualche ora di riposo supplementare al mattino. Oggi era infatti in programma un solo allenamento e la squadra si è ritrovata nel tardo pomeriggio per dedicarsi, dopo il riscaldamento, ad una seduta tattica, chiusa poi da una partitella. È tornato al JTC anche Paulo Dybala per proseguire nel suo programma di recupero dall’infortunio al retto femorale, iniziato nei giorni scorsi a Ibiza. Domani stesso copione: i bianconeri saranno in campo nuovamente nel pomeriggio. LEGGI TUTTO

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    Rummenigge: “La Juve è come il mio Bayern”

    «No, io con la Champions non ho dormito negli ultimi giorni, l’ho lasciata a Lewandowski e agli altri ragazzi. A 64 anni ho bisogno di spazio nel letto per riposare bene… (risata)». Karl-Heinz-Rummenigge, plenipotenziario del Bayern fresco campione d’Europa, inizia a riprendersi soltanto adesso dalla festa di domenica sera a Lisbona. «Ero tanto distrutto quanto contento dopo i festeggiamenti, non ho fatto in tempo a leggere tutti 250 messaggi ricevuti».
    Delle tre Champions League vinte alla guida del Bayern, questa è stata la più importante a causa del Covid?«È difficile scegliere, ma sicuramente la più bella è stata quella del 2013. In finale abbiamo vinto contro il Borussia Dortmund di Klopp, che nelle due precedenti Bundesliga ci aveva tolto il titolo. C’era grande tensione in società e alzare quel trofeo fu una soddisfazione enorme».

    Se ripensa al trionfo di domenica contro il Psg?«Come ho detto ai miei giocatori: “Non esiste nulla di meglio”. Abbiamo vinto undici partite su undici, segnato molto ed espresso un gioco di qualità. La squadra ha meritato il trionfo».
    Il vostro cammino è stato perfetto: se esiste, qual è la formula Champions?«Non esiste. Quello che conta è la filosofia, che però cambia da club a club e non è esportabile. Il Bayern è diverso dalla Juventus o da Real Madrid, le inglesi sono realtà con altre differenze ancora. La mia idea è che i soldi siano importanti, ma lo sia altrettanto la mentalità della società».
    Dovesse sintetizzare la filosofia Bayern che vi ha condotti al Triplete?«Oltre ai campioni, perché quelli sono indispensabili per vincere, abbiamo costruito un gruppo forte e molto in sintonia con l’allenatore, che aveva una gran voglia di raggiungere questa tripletta campionato, Coppa di Germania e Champions. Hans Flick ha svolto un lavoro straordinario. Noi abbiamo trovato questo equilibrio, però non mi sento di dare consigli a nessuno».
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